Cheng Huan Ji (2024)

承欢记 ‧ Drama ‧ 2024
Cheng Huan Ji (2024) poster
7.8
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  • Paese: China
  • Digita: Drama
  • Episodi: 37
  • Andato in Onda: apr 9, 2024 - apr 24, 2024
  • In Onda su: Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica
  • Rete Originale: CCTV Tencent Video
  • Durata: 45 min.
  • Puteggio: 7.8 (scored by 6,684 utenti)
  • Classificato: #3727
  • Popolarità: #1345
  • Classificazione dei Contenuti: 13+ - Teens 13 or older

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Recensioni

Completo
Disarmonia kills Tao
4 persone hanno trovato utile questa recensione
25 giorni fa
37 di 37 episodi visti
Completo 0
Generale 7.5
Storia 7.5
Acting/Cast 7.5
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 7.0

LA MIGLIORE SCELTA per chi è disposto a guardare davvero

👉👉👉👉👉👉👉👉 Il mio voto reale è 7,7 !
É stata davvero la migliore scelta di sempre decidere di vedere questo drama familiare nonostante le inique valutazioni, peraltro inattendibili (come sempre). Ah, i drama asiatici!
Sì, perché questo lavoro osa – attenzione, osa davvero – mettere al centro la trama, la crescita dei personaggi, le dinamiche familiari, persino la fotografia! Ma che importa, in fondo? Se dopo l’episodio X lui non l’ha ancora baciata con tanto di slow motion con zoom in emotivo e colonna sonora strappalacrime, allora niente, "manca la chimica", "noiosa", "troppo lenta". Voto: 1 stella. E giù recensioni indignate come se avessero pagato il biglietto per un concerto e avessero scoperto che il cantante ha osato cantare.
E non parliamo dell'assenza di scene hot. Che delusione, eh? Ore e ore di costruzione narrativa, tensione emotiva, simbolismi sottili... tutto vanificato dall’orrenda realtà: nessuno si è spogliato. Incredibile! Ma che cos’è questo? Una serie pensata per raccontare qualcosa? Che scempio!
E così, in questo clima da "Romcom delusion", ogni volta che un drama osa proporre contenuti che vanno oltre il cliché della coppietta e del triangolo amoroso da manuale, ecco che partono le crociate digitali. "Non l’ho capito", "Mi sono annoiata", "Tutti brutti". Un tripudio di analisi critiche degne di una chat di ragazzini sognanti, castrati nelle aspettative.
Forse, solo forse, non tutti i drama esistono per offrire la dose settimanale di ormoni confezionati. Forse alcuni provano a raccontare qualcosa che va oltre. Ma eh, che ne sanno alcune spettatrici? Loro vogliono il bacio. Vogliono il letto (che poi manco quello vi danno nei paesi dove esiste ancora la censura). Vogliono l’illusione lo stesso! E guai a chi osa presentare loro un prodotto che non si piega a questa logica.
Ma dài, alla fine è colpa della regia. O degli attori. O di chiunque tranne l’occhio di chi guarda.
Questo drama propone le dinamiche famigliari di una famiglia di Shangai appartenente alla medio bassa borghesia, alle prese con le difficoltà economiche e le aspirazioni castrate nei riguardi dei figli, illustrando il divario generazionale tra i valori di eredità confuciana che cozzano con quelli originati dalla modernità, rappresentando un po' la Cina dei giorni nostri.
il conflitto tra i valori tradizionali e quelli moderni, soprattutto nel rapporto tra genitori e figli, è una vera rappresentazione della Cina contemporanea, in continua tensione tra tradizione e modernità. Al centro dell'opera il rapporto madre-figli, questa madre goffa, poco sveglia, ingombrante, chiassosa che risulta fastidiosa ma ama i suoi figli, sopra ogni cosa, difendendoli quando verranno diffamati e disposta a farsi da parte e a farsi calpestare per non rovinare il sogno d'amore della figlia.
É una donna complessa nella sua apparente semplicità, va compresa esattamente come il lavoro, apparentemente semplice nella resa e nel "confezionamento" ma pregno di significati e messaggi da afferrare in silenzio.
Questo senso di colpa e di insoddisfazione per una vita che ognuno di noi ambisce sempre ad essere migliore di quella effettiva e la frustrazione, di ogni genitore, di non dare ai propri figli quello che non si è ottenuto per se stessi. E i figli lo comprendono, con rassegnata tenerezza, i figli meravigliosi di questa donna, fratelli maturi, resilienti, tenaci mutualmente supportivi, sempre disposti a incontrarsi per parlare quando sorge un problema, che si accompagnano anche a distanza con lo sguardo nelle loro passeggiate solitarie mentre una Shangai sontuosa, moderna e opulenta li osserva da lontano, in silenzio. É questa la vera "storia d'amore " che Best choice of ever offre. Una storia d'amore avrebbe tolto forza al messaggio e avrebbe decentrato l'intera opera, ma alla "mediowoman inappagata" di turno non è andata a genio, perché voleva vedere Xu Kai all'azione , immaginandosi nei panni della protagonista (che spreco!).
Questo drama è anche un business drama od office drama se vogliamo, che ha per tema le strutture ricettive (alberghi e appartamenti di lusso) , e proporrà spesso conflitti e dissonanze tra gli aspetti famigliari e legati alla realizzazione professionale, affrontando il tanto amato tema del matrimonio (visto ancora, come da tradizione, unico vero scopo per la vita di una donna, "una donna può fiorire solo in cucina o in giardino").

La regia di Best Choice, tra delicatezza e rigore, è un esempio perfetto di come si possa ottenere potenza emotiva attraverso la sottrazione, poiché come affermo sovente "less is more". Il regista, con una mano ferma e uno sguardo profondamente empatico ,rinuncia agli eccessi melodrammatici tipici del genere per costruire un racconto intimista, dove ogni inquadratura è una finestra aperta su un momento reale della vita.
Il ritmo è volutamente lento, ma non statico: è contemplativo. Le scene sono costruite con attenzione ai gesti minimi, alle espressioni trattenute, agli spazi vuoti tra le parole. Il silenzio ha un ruolo attivo nella narrazione, e il regista lo sfrutta con maestria per comunicare tensione, rimpianto o affetto, senza mai forzare la mano.
Anche le scelte registiche più semplici, come una lunga inquadratura fissa su una tavola da pranzo silenziosa o una sequenza girata in controluce al tramonto , diventano strumenti narrativi, più che decorativi.

La sceneggiatura è il vero cuore pulsante della serie. Sottile, credibile, autentica e profondamente esistenziale non si affida a colpi di scena eclatanti né a rivelazioni sconvolgenti: punta tutto sulla credibilità e sulla stratificazione psicologica dei personaggi. Le dinamiche familiari sono complesse e verosimili, trattate con una maturità rara nel panorama televisivo odierno.
Ogni dialogo sembra uscito da una conversazione vera ma è cesellato con attenzione quasi letteraria. I conflitti sono realistici: non esplodono in urla e pianti isterici ma si insinuano lentamente tra le pieghe della quotidianità. Le scelte dei personaggi non sono mai scontate o dettate dal bisogno di “far andare avanti la trama”, ma coerenti con le loro paure, desideri, limiti.
La narrazione affronta il tema della tradizione e del senso del dovere, ma senza cadere nella retorica. C'è un rispetto implicito per il passato ma anche un’esplorazione lucida del suo peso sulle scelte individuali.

La 💞 ROMANCE è sobria, emotiva, anti-spettacolare (nel modo giusto), priva di spettacolarismi, al servizio della sceneggiatura (e non viceversa come nei rom com che amate tanto). Chi cerca il classico slow burn condito da baci frequenti e dichiarazioni strappacuore... resterà deluso, ma se apprezzate lo sviluppo di un sentimento basato su gesti piccoli, sguardi rubati e conflitti interiori troverete in Best Choice una delle rappresentazioni romantiche più raffinate e delicate degli ultimi anni.
Il romance qui è una trama secondaria ma essenziale. Non invade la narrazione, la accompagna. La chimica sussurra, non urla. I personaggi si avvicinano non perché “devono” stare insieme o si sono incontrati da piccoli, segno inconfutabile del destino, ma perché condividono valori, silenzi, ferite. Non c’è fanservice né edulcorazione. Solo due adulti alle prese con i propri limiti, che imparano, molto lentamente, con realismo a riconoscere l’amore non come salvezza, ma come scelta consapevole e concepiscono la relazione come risorsa.

La fotografia illustra la quotidianità con delicatezza sfociando in poesia visiva in alcune riprese. I toni caldi e neutri dominano l’intera serie, contribuendo a un’estetica coerente che richiama l’intimità domestica e la memoria. Ogni ambiente, dalla cucina modesta ma vissuta, al cortile interno della casa di famiglia, ai vicoli, è curato nei minimi dettagli per trasmettere un senso di “vissuto”, mai artificiale.
Le inquadrature tendono a valorizzare gli spazi stretti, le luci naturali, i contrasti morbidi. C’è una chiara intenzione simbolica in molte scelte visive: ad esempio, i corridoi lunghi e le porte socchiuse diventano metafore del non detto, dei rapporti sospesi, dei passaggi generazionali.
I costumi e le ambientazioni sono sobri, realistici, privi di orpelli: anche qui, tutto punta a raccontare la verità delle cose, senza il filtro glamour di molte produzioni contemporane.
Shanghai non è solo uno sfondo, ma una presenza viva, quasi un personaggio silenzioso, che interagisce con i protagonisti, li sfida, li accoglie, li giudica.
É un vero e proprio personaggio che trasmette innumerevoli messaggi, innanzitutto, il doppio volto della modernità, da un lato c’è la città verticale, frenetica, iper-moderna: skyline scintillanti, uffici asettici, ritmi serrati. È il volto della Cina che corre, che cambia, che pretende. È lo spazio dei figli, dei giovani adulti che devono affermarsi, fare scelte, spesso rinnegare o riformulare le radici familiari.
Dall’altro lato del fiume, tra vicoli, mercati e palazzi bassi, c’è ancora la Shanghai umana, lenta, intrisa di memoria. È la città delle madri, dei padri, dei nonni. Una città che sembra voler ricordare ai protagonisti chi sono e da dove vengono. I due fratelli spesso guardano la città nella sua modernità, al di là del fiume-barriera, come metafora visiva di un accesso negato, a cui aspirano ma di cui non sono ancora pronti a fare parte, perché non hanno ancora risolto i loro conflitti interiori, in perfetto stile Buridano.
Questa tensione tra passato e presente si riflette costantemente nelle scelte visive della regia: ogni passaggio di scena dai grattacieli alla casa di famiglia non è solo uno spostamento fisico ma un vero cambio di linguaggio emotivo e valoriale.
Attraverso inquadrature simboliche, Shanghai è spesso ripresa dal basso verso l’alto (quando il personaggio si sente schiacciato dal futuro) o in piani larghi, vuoti, quando si esplora il tema della solitudine urbana.
Contrasti sonori: il rumore costante del traffico è spesso accostato al silenzio ovattato della casa dei genitori, come se due città convivessero, ma parlassero lingue diverse.
Abbondante uso di metafore visive: la città viene anche narrata attraverso oggetti : la metropolitana (ritmo), il ponte (passaggio generazionale), il cibo di strada (identità), i grattacieli riflettenti (alienazione).
Ecco perché, alla fine, Shanghai non fa da cornice ma da specchio. E un giudice ma al tempo stesso una madre surrogata.
Non la si può amare o odiare del tutto, proprio come un personaggio ben scritto.

Cosa non ho apprezzato?
Nonostante sia un prodotto curato e di spessore, non lo definirei un capolavoro, alcuni aspetti inoltre non mi hanno convinta:
- Xu kai, in questo lavoro mi è sembrato, forse volutamente, sottotono, avrebbe dovuto manifestare meglio e più marcatamente quelli che erano i suoi stati emotivi, inoltre non c'è un passaggio graduale dall'indifferenza diffidente nei riguardi della FL al sentimento che nutre per lei. Dopo la concretizzazione del legame il loro rapporto diventa un po' uno sfondo non troppo ben reso, è come se fossero una coppia sposata da 10 anni e lui viene fagocitato da questa famiglia, comprendo benissimo che si sia sentito accolto e il focus non sia la storia d'amore ma non ha avuto senso svilupparla e poi lasciarla senza un'adeguata chiusura come accade per tutte le altre sottotrame.
-Finale fiacchissimo, caldo, emotivo, con la famiglia riunita ma di 3 minuti cronometrati e molto sottotono.
- Questo lavoro avrebbe potuto chiudersi prima, diciamo al 34°, c'è uno sviluppo inutilmente drammatico, troppo trascinato con una chiusura affrettata e molto approssimativa di un problema di salute molto serio e gravissimo; finisce come una barzelletta 10 minuti prima del finale dopo essersela trascinata per tipo 3 ore. Bellissimi i dialoghi, la fotografia, stupendo il discorso sui sogni e le aspirazioni dei figli, sulla vita che non si esaurisce nell'essere soltanto genitori ma che deve avere uno scopo di per sé ma è stato tutto troppo lento e trascinato.
-Le interpretazioni non sono state tutte buone, tanto che, tutto quello che riguarda la famiglia Xin, mi sembra sganciato dal lavoro, come qualità complessiva, sembra quasi uno spaccato di un altro drama perché sono traballanti nella interpretazione e cambia ritmo e stile. Escludo da questo discorso l'attore che interpreta Xin Liang, il fidanzato della protagonista. In certe scene mi è arrivato più di Xu Kai.
-Yang Zi, molto brava come sempre ma qui personalmente non ha brillato come al solito, nonostante rispetto a molte colleghe rimanga sempre una spanna sopra, io davvero mi dimentico che reciti. Tuttavia trovo che dia poca caratterizzazione ai personaggi, ci sono sfumature diverse tra tutte le parti femminili che ho visto di lei ma non vedo grosse differenze sostanziali. A malincuore è un limite.

In conclusione Best Choice ever non è una serie per tutti. Non fa sconti, non cerca l’applauso facile né la commozione istantanea. È una narrazione pensata per chi sa apprezzare le sfumature, le omissioni, i conflitti morali che non si risolvono con un abbraccio finale ma con confronti onesti che possono ferire. È un prodotto maturo, raffinato, lontano anni luce dalle logiche commerciali del “piace o non piace”.
Una “migliore scelta”, sì. Ma solo per chi è disposto a guardare davvero OLTRE! Consiglio la visione fino al 28 o al massimo 34° episodio.

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Completo
kara
69 persone hanno trovato utile questa recensione
apr 25, 2024
37 di 37 episodi visti
Completo 3
Generale 6.0
Storia 4.0
Acting/Cast 8.0
Musica 6.0
Valutazione del Rewatch 1.0
Questa recensione può contenere spoiler

little peace of advice

if you love noisy mothers , this drama is made just for you. without her being the center of the drama, i would rate it a lot higher. this drama was carried by leads who hardly even get romantic scenes together. don't get me wrong. i love a good business centered drama but this time, it added nothing to the story. not to mention, whoever wrote the body of work must have terrible family. otherwise, i can't explain a mother who gets away with treating her daughter by playing a victim until the end of the drama
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Dettagli

  • Titolo: Cheng Huan Ji
  • Digita: Drama
  • Format: Standard Series
  • Paese: Cina
  • Episodi: 37
  • Andato in Onda: apr 9, 2024 - apr 24, 2024
  • Andato in Onda On: Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica
  • Rete Originale: CCTV, Tencent Video
  • Durata: 45 min.
  • Classificazione dei Contenuti: 13+ - Dai 13 anni in su

Statistiche

  • Puteggio: 7.8 (segnato da 6,684 utenti)
  • Classificato: #3727
  • Popolarità: #1345
  • Chi Guarda: 16,699

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