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- Titolo Originale: 탄금
- Conosciuto Anche Come: Dear Hong Rang , Drahý Hongnangu , Hong Rang , Kedves Hongrang , Querido Hongrang , Song of the Geomungo: Golden Swallow , Tangeum , Tangeum: Geumeul Samkida , Tankeum , Хон Ран , عزيزي هونغرانغ , ฮงรัง , 탄금: 금을 삼키다
- Regista: Kim Hong Seon
- Sceneggiatore: Kim Jin A
- Generi: Storico, Mistero, Romantico, Melodramma
Dove Guardare Tangeum
Subscription (sub)
Cast & Ringraziamenti
- Lee Jae WookSim Hong RangRuolo Principale
- Jo Bo AhSim Jae IRuolo Principale
- Jung Ga RamSim Mu JinRuolo Principale
- Uhm Ji WonMin Yeon UiRuolo Principale
- Park Byung EunSim Yeol GukRuolo Principale
- Kim Jae WookPrince Han PyeongRuolo Principale
Recensioni

Un Drama che lascia il segno, che ti fa soffrire e amare con la stessa forza
Un k-drama storico intenso e profondamente emotivo, recentemente disponibile su Netflix. Ambientato durante la dinastia Joseon, il drama si apre con il ritorno improvviso di Hong-rang, figlio di una potente famiglia di mercanti, scomparso da dodici anni. Il suo rientro, privo di memoria, sconvolge gli equilibri familiari, in particolare quelli con la sorellastra Jae-yi, che ha sempre sperato nel suo ritorno ma ora si trova di fronte a un uomo che potrebbe non essere chi dice di essere.La serie esplora con grande profondità temi dolorosi come i legami familiari spezzati, l'identità e la follia. Attraverso una narrazione avvolta nel mistero e nel melodramma, Dear Hongrang mette in luce le ferite invisibili causate da abusi e traumi infantili, mostrando come queste cicatrici influenzino le relazioni e le scelte dei personaggi. La follia non è solo una condizione mentale, ma diventa una metafora della disgregazione familiare e della perdita di sé.
La regia raffinata e le interpretazioni intense, in particolare quella di Lee Jae-wook nel ruolo di Hong-rang, conferiscono al drama una carica emotiva potente. La serie si distingue per la sua capacità di trasmettere emozioni contrastanti, passando dalla tenerezza all'angoscia, dalla speranza alla disperazione, offrendo una visione profonda e toccante delle dinamiche familiari e delle conseguenze della sofferenza non elaborata.
Dear Hongrang è un'opera che lascia il segno, consigliata a chi cerca una storia intensa, capace di esplorare le complessità dell'animo umano e dei legami familiari in un contesto storico affascinante.
Questo drama mi ha letteralmente spiazzata. È davvero bellissimo, ma anche profondamente triste e a tratti crudele. Un’autentica montagna russa di emozioni: si passa dalla rabbia alla disperazione, fino alla dolcezza struggente dei momenti condivisi tra i protagonisti.
Lui è semplicemente perfetto in questo ruolo. Lo avevo già amato in Alchemy of Souls, ma qui riesce a superarsi: è meraviglioso, intenso, capace di trasmettere un’intera gamma di emozioni solo con lo sguardo.
Dear Hongrang entra di diritto – e direi anche con prepotenza – nella mia TOP TEN dei drama più intensi, dolorosi e romanticamente indimenticabili.
Un racconto che lascia il segno, che ti fa soffrire e amare con la stessa forza.
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Disarmonia kills Tao
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Una lotta tra poveri (diavoli)
Il titolo originale è Tangeum ed è maggiormente rappresentativo dell'opera perché ne racchiude il senso profondo, due interpretazioni fondamentali, entrambe centrali nei temi della serie:Swallowing Gold (吞金): Nell'antica Cina, il "tangeum" indicava una punizione brutale in cui si costringeva una persona a ingoiare oro fuso, simbolo di silenzio forzato e cancellazione totale della voce e della verità. Nello spettacolo, questo rappresenta il dolore e i segreti che i personaggi devono soffocare per sopravvivere in un mondo pericoloso, analogamente a quello che accade e che verrà disvelato nel corso degli 11 episodi.
Significa anche suonare lo zither (彈琴): il termine "Tangeum" , ricorda, come pronuncia fonemica, l'espressione "suonare lo geomungo", uno strumento tradizionale coreano. La musica della cetra simboleggia la possibilità di esprimere il dolore e i sentimenti repressi, offrendo una via di catarsi e liberazione, anche se solo temporanea.
Se analizziamo questo secondo significato ci viene in mente il canto gutturale mongolo indiano di 4Bout- Burning Petals, colonna sonora e pezzo forte del lavoro,
Il brano ricorderebbe un Pansori - antica forma di narrazione cantata coreana dove vengono narrate vicende di vendetta, odio o tragiche con una voce rotta; esattamente come in questo caso la canzone sembra evocata, un lamento, una preghiera che inizia con suoni aborigeni che si ricollegano ai suoni degli antichi sciamani, col tamburo che evoca i battiti della terra.
Il titolo Tangeum fonde questi due atti – il soffocamento come punizione e l’espressione come preghiera, catarsi liberatrice, dando voce ad una potente metafora narrativa: da un lato la soppressione del dolore e dei segreti, dall’altro la ricerca di una voce, anche se fragile, attraverso la musica o l’emozione.
Questo sangeuk (la serie è ambientata nell’era Joseon, uno dei periodi storici più iconici della Corea, e ne riproduce fedelmente atmosfere, costumi e dinamiche sociali), mescola elementi mistery-thriller a melodrammatici, proponendo nel corso degli episodi un'esplorazione dolorosa dell'ossessione per la vendetta e il riscatto, il dolore traumatico e un violento desiderio di appartenenza identitaria PERCHE' NONOSTANTE LE CENTINAIA DI RECENSIONI VA EVIDENZIATO CIO' CHE É SFUGGITO: questo non è un drama , in senso classico, né si può definire tale un lavoro solo perché è coreano, è un mistery thriller psicologico che poggia sulla ricerca-negazione dell' identità.
SPIEGAZIONE PSICOLOGICA DELLE DINAMICHE
La madre rifiuta di aver perso un figlio : nel caso di Dear Hongrang, la madre del protagonista, sopraffatta da una disperazione acuta e annichilente, orienta tutta la propria esistenza alla ricerca del figlio scomparso, rendendo la sua identità di madre inscindibile dalla presenza (o dall’assenza) di Hong Rang. SE MIO FIGLIO E' MORTO NON SONO PIU' UNA MADRE.
Non solo questo attaccamento ossessivo le impedisce di elaborare il lutto ma anche di riconoscere i cambiamenti avvenuti nel figlio e, in senso più ampio, nella famiglia.
La negazione della perdita porta la madre a vivere in una dimensione sospesa, dove il figlio non è né vivo né morto, e la sua identità resta cristallizzata nell’immagine che aveva prima della scomparsa. Quando Hong Rang ritorna, adulto e senza memoria, la madre (così come la sorellastra Jae-yi) fatica a riconoscerlo, perché la sua identità reale è ormai diventata un enigma, un vuoto da riempire secondo i desideri e paure. In questo modo, la madre non riconosce il figlio come individuo autonomo, ma come proiezione del proprio bisogno di non perdere un ruolo fondamentale nella sua vita: quello di madre.
In termini psicologici e narrativi, questa dinamica mostra come il figlio non può essere riconosciuto per ciò che è davvero, mentre la madre resta imprigionata in un ruolo che non evolve, negando a entrambi la possibilità di crescere e accettare la realtà del cambiamento.
Il padre : rifiuta la sua identità di padre, la sua identità è quella del MERCANTE , in un dialogo illuminante si esprime con queste parole "Sono un mercante, il mio compito è dare valore, valutare, massimizzare i profitti e minimizzare i costi", questo lo allontana dall'umanità che un padre dovrebbe avere e dalle regole che dovrebbe dare. L'identità di padre affettivo viene negata e messa in secondo piano, mentre accetta pienamente il suo ruolo di mercante e patriarca della famiglia. Dopo la scomparsa del figlio Hongrang, invece di restare ancorato al dolore personale, egli adotta un approccio pragmatico e strategico: per colmare il vuoto di potere creato dall’assenza dell’erede, sceglie di adottare Mu-ji, per garantire la continuità e il potere della dinastia mercantile anche a costo di sacrificare i legami familiari tradizionali. E anche a lui nega l'identità e la possibilità di esistere: la sua sola possibilità è quella di diventare la sua "protesi", la sua estensione (cit.) se vuole essere qualcuno al mondo e non un orfano, senza nome e scopo, quindi per quei tempi senza ragione di esistere.
La sorella : La sorella di Hongrang, Jae-yi, rifiuta la sua identità in modo complesso e doloroso. Cresciuta nel dolore e nel senso di colpa per la scomparsa del fratello, quando Hongrang ritorna dopo 12 anni senza memoria, lei lo accusa di essere un impostore e fatica a riconoscerlo come suo fratello. Questo rifiuto non è solo scetticismo ma una forma di negazione emotiva: l’ossessione per la sua assenza e la sofferenza accumulata le impediscono di accettare che quell’uomo adulto possa essere davvero il fratello scomparso, trasformando il suo rapporto in una tensione carica di dubbi e conflitti interiori, il dubbio sulla sua vera identità diventa anche un modo per Jae-yi di proteggersi dalla paura di perdere nuovamente il fratello o di essere ingannata. Inoltre, il fatto che Jae-yi sia sorellastra e non sorella biologica aggiunge ulteriori sfumature al loro legame e rende possibili degli sgradevoli sviluppi incestuosi. Verrà poi negato dapprima il legame amoroso e in seguito quello di sangue per aver la possibilità di vivere il legame amoroso.
Hongrang : la sua identità è stata a lungo negata e cancellata , è stato tutto e niente: è diventato il figlio adottivo di qualcuno, è stato un talismano, trattato alla stregua di uno "sterco di topo", quando recupera il suo posto nella famiglia vuole diventare un figlio e un fratello, e in questo senso inizia il suo percorso di umanizzazione, attraverso l'amore, il senso di protezione, che nasce dalla presa di consapevolezza che la sorella è simile a lui per i vuoti emotivi che ha subito, le si avvicina per similarità, iniziando a sviluppare compassione, che ha un potere catartico e terapeutico incredibile.
Fratellastro : il ritorno del "vero Hongrang" ne mette in dubbio la possibilità di esistere, di avere l'identità che arbitrariamente gli era stata assegnata. Quando la sorellastra proverà a salvarlo e a portarlo lontano lui rifiuta con fermezza "senza questa identità io non esisto". Dopo la scomparsa di Hongrang, Mu-jin è stato adottato e cresciuto come erede designato, educato all’arte degli affari per prendere il posto del figlio naturale nella gestione della famiglia e delle sue fortune. Questo ruolo gli conferisce un potere e uno status che Mu-jin vuole consolidare e mantenere perché gli dà scopo e un ruolo nel mondo.
Hongrang e il fratellastro si fanno la guerra per l'identità, a entrambi viene negata, sono due figure speculari, nella stessa posizione invece di comprendere che l'altro è uno specchio ne vedono un nemico.E da qui il titolo della mia recensione: lotta tra poveri, perché l'avversario è un ALTRO. Uno lo combatte, l'altro finirà per servirlo.
Grande Principe : a volte non basta essere un re o un principe, quando l'individuo si sente profondamente inadeguato dentro, anche la più vistosa e massima carica che il mondo può donargli , non basta a colmargli il vuoto e l'assenza di senso, il ripiego narcisistico è qui necessario per la salvaguardia del Sé.
"Se non basta essere un Re, allora sarò un Dio costi quel che costi".
La caratterizzazione del personaggio, dal casting molto azzeccato, alla creazione di un delirio egosintonico (in linea" con la propria identità e i propri valori, che non genera conflitto interno e quindi non può essere messo in discussione da nessun confronto con qualsivoglia altra persona) di tipo mistico/religioso, che ne consegue è molto ben scritto ed elaborato.
Snowman: un albino considerato un fantasma, in un'epoca in cui un aspetto diverso veniva considerato presagio di sventure, si adegua alla identità di iettatore e assume il ruolo e i compiti che ne derivano dall'identità che la società gli assegna.
COSA HO APPREZZATO
Bellezza di un'epoca e i valori mostrati: i rituali sciamanici e il potere della superstizione, l'opera non è ben curata solo per la fedeltà degli usi e costumi (fumano persino l'oppio) ma per il potere della superstizione che ha caratterizzato la storia e l'ha influenzata profondamente ( basti pensare alle streghe e all'inquisizione) , anche in questo lavoro vengono illustrate superstizioni e credenze del tutto arbitrarie nel sovrannaturale, i fantasmi, le maledizioni, la cattiva sorte. Utilizzo di feticci e volt e rituali che si ritrovano anche oggi alle fatture/ligature moderne.
In Dear Hongrang sono rappresentati, sebbene in maniera poco affrofonndita rituali tipici dello sciamanesimo coreano, che includono danze rituali e stati di trance mistica. Gli sciamani, donne chiamate Mudang, eseguono danze e canti durante i riti chiamati kut, che servono a invocare gli spiriti, comunicare con il mondo spirituale e influenzare il destino umano. Questi rituali sono caratterizzati da esaltazioni spirituali o estasi mistiche, nelle quali lo sciamano entra in uno stato di trance e può manifestare possessioni da parte degli spiriti, chiamata sinbyŏng. Nella serie, lo sciamano esegue movimenti e canti che creano un’atmosfera mistica e carica di tensione emotiva.
Nella serie, la Mudang viene raffigurata mentre danza su una lama, un’immagine suggestiva che sottolinea la tensione e il mistero della narrazione. Questi rituali sciamanici riflettono le credenze e le superstizioni dell’epoca Joseon, in cui la serie è ambientata, e contribuiscono a creare un’atmosfera carica di tensione e mistero. Essi rappresentano anche un ponte tra il mondo materiale e quello spirituale, influenzando le azioni e le emozioni dei personaggi, e sottolineando i temi di identità, destino e potere nascosto che attraversano la narrazione.
L'aspetto meraviglioso che viene sottolineato è la credenza che gli spiriti maligni portassero male e rapissero i bambini quando è solo il genere umano capace delle peggiori nefandezze.
Regia e Sceneggiatura
La regia di Dear Hongrang è affidata a Kim Hong-sun, noto per il suo stile visivamente accattivante e la capacità di gestire narrazioni complesse e cariche di suspense, come dimostrato in precedenti lavori quali Money Heist: Korea e The Guest. Lo stile è incalzante e reso abilmente anche grazie al montaggio. Le riprese includono primi e primissimi piani, per la resa emotiva, ma anche riprese dal basso e da dietro per slanciare alcune figura e indicarne la solennità, o la natura doppia di alcuni personaggi, mandando indizi molto apprezzati allo spettatore esperto.
L'utilizzo dei filtri rossi nel rappresentare le scene di grande efferatezza è stata una sperimentazione che non mi è dispiaciuta , non compiute dai fantasmi ma dagli esseri umani, i soli in grado di compiere atti truculenti e belluini.
L'utilizzo del sangue sulla macchina da presa è una chicca utilizzata da molti registi quali Lynch, Tarantino, Park Chan-wook (Oldboy), Dario Argento , che spesso viene utilizzata non solo per rappresentare violenza ma anche come simbolo di vendetta, colpa e redenzione.
Aiuta comunque a rompere la barriera tra finzione e realtà, un invito a guardare oltre la superficie della narrazione, o un modo per rappresentare la sofferenza e il trauma in modo viscerale e immediato.
La scenografia è curata, con grande attenzione a dettagli storici e culturali, ricostruendo con autenticità gli ambienti dell’epoca Joseon: dai sontuosi interni delle case dei mercanti alle strade di Hanyang. L’uso dei costumi tradizionali, come l’hanbok, e i completi invernali che non avevo mai visto, e altri elementi visivi tipici del periodo contribuisce a immergere lo spettatore in un affresco storico ricco e credibile. Questa cura per la ricostruzione storica e per i dettagli culturali sottolinea il forte impegno della produzione nel rappresentare la “vera bellezza coreana” e nel rendere la serie non solo un thriller psicologico, ma anche un’esperienza visiva e culturale profonda.
COSA NON MI É PIACIUTO
Crollo del ritmo dopo il primo episodio e interpretazioni non sempre convincenti o credibili, livello di recitazione molto disomogeneo: il padre e il fratellastro per esempio non mi hanno convinto per niente.
Coloro che PER ME si sono distinti sono il gran principe e un bambino nel settimo episodio , nel minuto 32° che mi ha dato i brividi.
I due protagonisti principali oltre mancare di chimica che ha reso arbitraria e fuori luogo la loro storia d'amore, anche perché non viene rappresentata l'evoluzione a causa della brevità del racconto e di molte trame e sottotrame da sviluppare/affrontare in 11 episodi da 1 ora scarsa, hanno mostrato una recitazione che non sempre mi ha convinta.
Lee Jae Wook è splendido e performante nelle scene di lotta , troppo contenuto quando c'è da mostrare un dissidio interiore profondo, forse era troppo acerbo ancora per rappresentare un turbamento interiore così traumatico, tormentato. Non mi è arrivato.
Inoltre le cicatrici che aveva sul piede a primo episodio non ci sono nelle scene finali quando lava i vestiti scalzo in montagna, errore non da poco se una profana come me lo nota ma questo non c'entra con la recitazione.
La FL l'ho trovata molto più complice con rowoon e lee dong wook in precedenti lavori, ne comprendo il casting perché interpreta ruoli da esclusa, da persona sola e sfortunata da una vita che ormai il pubblico la riconosce come tale quindi afferra subito il personaggio e le sue sfumature. In questo lavoro è stata brava ma non eccelsa ed era la protagonista, fastidiosamente presente inizialmente passa dall'astio alla sincera preoccupazione all'attrazione senza mostrarci con convinzione come e perché attraverso il viso, l'espressione è una e prevalentemente spiritata. Molto brava devo dire invece quando apprende di lui e di ciò che ha subito, lo sguardo è sconcertato e sinceramente coinvolto , empaticamente provava dolore, vergogna , mortificazione e dispiacere profondo. La promuovo a pieni voti solo in quella scena.
Un ritmo non sempre sostenuto: si è passato dal primo, magnifico episodio che avrei valutato 9,5 per montaggio, scenografia, musica, suspance, ritmo narrativo ad un brusco e immediato crollo quando dal secondo tutto si arresta e frena per presentare i personaggi, le loro storie, i loro funzionamenti psicologici. Comprendo lo scopo ma passare da 130 KM/h a 40 di colpo senza gradualità è nauseante e poi soporifero.
Influenze: a livello di tropo narrativo c'è Anamorph, del 2007 , thriller con Dafoe W., una serie tv coreana con
Zo In Sung, Song Hye Kyo, del 2013 " That Winter, The Wind Blows", ripropone il tema dell'incesto tra fratelli. A livello scenografico la scena dell'incendio nel secondo episodio mi ricorda molto la fuga da Atlanta in via col Vento, colossal cult del 1939.
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