
Dae Su, sposato e con figlia piccola, è uomo dalle molte amanti e con il vizio dell'alcol. Una sera viene fermato dalla polizia per ubriachezza molesta. Non appena rilasciato, scompare nel nulla. Si risveglia in una squallida stanza, dove è tenuto prigioniero. Poco dopo, scopre che sua moglie è stata assassinata e lui è il principale sospettato. La sua prigionia dura quindici anni. Un tempo infinito, passato a covare un odio profondo verso il suo sconosciuto aguzzino e a prepararsi fisicamente alla vendetta. (Fonte: Mymovies) Modifica la Traduzione
- Italiano
- 中文(台灣)
- Türkçe
- magyar / magyar nyelv
- Titolo Originale: 올드보이
- Conosciuto Anche Come: Old Boy: Hämnden , Oldboy , Oldeu Boi , Oldeuboi , Олдбой , 原罪犯 , 올드 보이
- Sceneggiatore & Regista: Park Chan Wook
- Sceneggiatore: Hwang Jo Yoon
- Generi: Azione, Thriller, Mistero, Psicologico
Dove Guardare Old Boy
Purchase (sub)
Cast & Ringraziamenti
- Choi Min Shik Ruolo Principale
- Yoo Ji TaeLee Woo JinRuolo Principale
- Kang Hye Jung Ruolo Principale
- Kim Byung OkDirector Han [Security chief]Ruolo di Supporto
- Ji Dae HanNoh Joo Hwan [Dae Soo's best friend]Ruolo di Supporto
- Oh Dal SooPark Chul WoongRuolo di Supporto
Recensioni

Disarmonia kills Tao
4 persone hanno trovato utile questa recensione
"OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE". REVENGE DRAMA INVERTITO.
Mi chiedo come questo cult del cinema mondiale possa avere le stesse valutazioni se non più basse di tante minchiate che avete valutato generosamente tipo love like the galaxy con sceneggiatura scolapasta o lovely runner, un collage di scopiazzature varie ed eventuali di 5 drama di successo.Questa è una sceneggiatura originale, talmente geniale da meritare l'attenzione degli americani tanto che quel mostro sacro di Spike LEE ci ha fatto un remake.
É UN CAPOLAVORO ICONICO E DISTURBANTE, terribilmente psicologico e carico di simbolismi, che tratta una moltitudine di temi "scomodi": lotte di classe, solitudine, vendetta, incesto, omertà, lotta tra pulsioni distruttive, regressioni, follia, deliri, paranoia, suicidio e lo shit storm che determina conseguenze nefaste nella società coreana.
La trama: il protagonista è Oh Dae-su, un uomo qualunque che viene misteriosamente rapito e rinchiuso in una stanza senza finestre per 15 lunghi anni, senza un apparente motivo. Quando viene improvvisamente rilasciato, scopre che la sua prigionia è solo l'inizio di un gioco perverso, architettato da qualcuno che vuole fargli pagare un debito del passato. Da qui inizia un viaggio allucinato attraverso la violenza, la paranoia e la verità, in un crescendo di colpi di scena che culminano in uno dei finali più sconvolgenti della storia del cinema.
La regia : utilizzo di inquadrature simmetriche, piani sequenza, uso simbolico del colore( nero-vendetta, rosso-regressione agli istinti primordiali e vendetta e viola-lutto che segue la vendetta)
e, sequenze d’azione iper-coreografate, come la leggendaria scena del corridoio.
La fotografia alterna tra toni freddi e saturazioni improvvise, sottolineando l’instabilità emotiva del protagonista e la distorsione della realtà che vive.
Il film esplora la relatività morale, il ruolo della memoria nella formazione dell'identità e la perdita dell’innocenza come condizione irreversibile dell’esistenza umana.
La sceneggiatura dosa con cura i silenzi, i flashback e i momenti di pura tensione psicologica.
I dialoghi hanno prodotto delle frasi iconiche su cui riflettero per i prossimi anni, sconvolgenti nella loro illuminante e lucida capacità di svelare scomode verità che riguarda tutti gli esseri umani.
PROTAGONISTI (10 & LODE) : Oh Dae-su , interpretato da un indimenticabile Choi Min suk offre una performance viscerale, a tratti animalesca, con primi piani desaturati, acconciature primitive e fuori controllo, sorriso che ricorda quasi una scimmia deumanizzata, mescola rabbia, smarrimento e struggente vulnerabilità. Al suo fianco, un villain, altrettanto indimenticabile, il cui casting è stato uno dei più azzeccati nella storia del cinema: un fascino ambiguo, elegante, glaciale che incarna il lato oscuro della vendetta, quello lucido, metodico, implacabile.
Il plot twist finale sarà uno dei più sconvolgenti della mia stessa esistenza e dei 1000 film che ho visto in tutta la mia vita, includendo produzioni turche, giapponesi, cinesi, svedesi, americane, italiane, spagnole e maestri del cinema quali Bergman, Sorrentino, Cuckor, Fellini, Anderson, Lynch, Von Trier, Kubrik, Tarantino, Nolan, Cameron, Del Toro... etc. etc.
Il tema della vendetta è qui esplorato con toni rabbiosi ma anche disperati, rivelando la sua inutilità dopo l'immediato e fugace appagamento (GENIALE).
Simbolismo: il pezzo forte di questo lavoro è l'utilizzo di simboli sapientemente selezionati e inseriti nel set che danno forza, intensità e messaggi interessanti e complementari al lavoro, caricandolo di significati profondi, sostenendo la narrazione prima claustrofobica, poi altrettanto perché anche se sei evaso "sei solo in una gabbia più grande".
Il film di Park Chan-wook è ricco di simbolismi profondi che riguardano temi come la vendetta, la prigionia, la sofferenza e la ricerca di senso nella vita. Ecco alcuni dei simboli principali:
- Il nome del protagonista Oh Dae-su in coreano può essere interpretato come "arrangiarsi un giorno alla volta", simbolo della sua capacità di sopravvivere e trovare una via in una situazione disperata.
- Il martello: usato da Oh Dae-su come arma, rappresenta come messaggio il proletariato che lotta contro un sistema crudele e oppressivo.
- La scena del corridoio: la magnifica ripresa del lungo piano sequenza in cui Oh Dae-su combatte numerosi nemici, di cui si vedono solo le sagome, rappresenta un nemico astratto, non persone reali, e la scena rappresenta metaforicamente la lotta interiore, la fatica e la solitudine della vita stessa.
- Il piatto di sannakji (polpi vivi): ordinato da Oh Dae-su subito dopo la liberazione, simboleggia la sua condizione di essere ancora "vivo" ma in una situazione di forte disagio e straniamento, come una creatura che si dibatte senza controllo. Il protagonista, vegetariano e buddista ha dovuto mangiare cinque polpi vivi, ho letto, per girare quella scena.
La scena in cui Oh Dae-su mangia un polpo vivo in Oldboy è una delle più emblematiche e simboliche del film di Park Chan-wook. Il polpo rappresenta pulsioni profonde, viscide e oscure, ma anche aspetti erotici e afrodisiaci dell’animo umano, come a dare informazioni allo spettatore del tipo di legame che intratterrà con la donna che gli prepara il piatto. Mangiare il polpo vivo simboleggia la discesa del protagonista verso la sua natura bestiale e la lotta con le sue pulsioni più intime, non un atto di dominio su di esse!
Dal punto di vista culturale, in Corea del Sud mangiare polpi vivi è una pratica reale, anche se solitamente i polpi vengono preparati in modo particolare prima di essere consumati.
Il polpo, nella storia dell’arte e della letteratura, è spesso simbolo di ossimori: è un animale che vive in profondità misteriose, metà solido e metà liquido, con connotazioni sia maschili (tentacoli) che femminili (bocca). È associato a immagini di mostruosità e oppressione sociale (come il Kraken di Jules Verne), ma anche a pulsioni erotiche e afrodisiache, come nelle opere di Hokusai o Picasso.
In sintesi, la simbologia del polpo in Oldboy unisce il senso di oppressione, istinto primordiale, erotismo e brutalità, riflettendo il tormento interiore di Dae-su e la natura viscerale della sua vendetta.
-L'utilizzo delle scale che collegano dimensioni differenti , in questo caso dell'animo umano, tra lecito e socialmente condannabile, riprendendo esher in senso metaforico per il senso di disorientamento, e la perdita del senso logico e reale, reso col disorientamento percettivo delle riprese che si focalizzano su queste scale che i protagonisti salgono con prospettive differenti, con sfondo bianco (purezza) e strisce rosse (simbolo di una purezza violata).
Quando Dae-su sale le scale mentre la verità prende forma, non sale verso la salvezza, ma sprofonda nella consapevolezza, in un paradosso visivo che sembra ricalcare la logica escheriana: ogni gradino è un passo in più verso l’abisso, non verso l’uscita.
- La frase ricorrente "Ridi e il mondo riderà con te. Piangi e piangerai da solo": è un simbolo chiave che riassume il tema della solitudine e dell'isolamento emotivo del protagonista, nonché la sua lotta per mantenere la sanità mentale.
- Tematiche taoiste e tragiche: il film riflette anche influenze della saggezza orientale, come il taoismo, e richiama concetti di trasformazione, divenire e accettazione della sofferenza come parte della vita.
CONSIGLIO? VI INVITO CALDAMENTE A VEDERLO E NON DATE MENO DI 9,5 , PERCHE' NULLA DEL MONDO DEI DRAMA HA QUESTA QUALITA' IN TERMINI DI SCENEGGIATURA, MESSAGGI, STORIA E LA REGIA É CURATISSIMA ( e siamo nel 2003).
Questa recensione ti è stata utile?

Go-To-The-Extreme
46 persone hanno trovato utile questa recensione
Questa recensione ti è stata utile?