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Completed
Life on Mars
1 people found this review helpful
by Icaro
Nov 5, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 2
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 9.0
Music 8.5
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Sei felice Tae Joo?

E' molto difficile fare un commento per questo eccellente drama, senza rischiare di fare spoiler. Evitate le ultime righe.
Nel 2018 il tenente di polizia Han Tae Joo, a causa di un grave incidente in servizio è in coma, fin dalla prima puntata. Il resto del drama, con una suspence tesa e continua fino all'ultima puntata è il suo tentativo di capire se l'altra vita, quella che sta vivendo nel 1988, nel quale si svolge quasi tutta la storia, sia sogno, realtà, malattia mentale o altro. Misteriose voci lo richiamano di continuo al presente e la sua razionalità viene messa a dura prova.
Nel 1988 si ritrova a lavorare in una stazione di polizia vecchia maniera. Qui la sua estrema rigidità caratteriale e la rigorosa scientificità della sua professionalità ultramoderna (è uomo del R.I.S.) vengono costantemente sfidate dalle approssimazioni procedurali e dalle violenze anche fisiche di una squadra di polizia che è appena uscita, insieme al paese, da una dittatura. Nè può in alcun modo pensare di condividere con i nuovi compagni il suo 'viaggio a ritroso'.
Col passare del tempo il protagonista ha una crescita lenta ma irreversibile verso una difficile serenità e una apertura e disponibilità umane verso gli altri. L'estrema alterità rispetto al mondo esterno che ha caratterizzato la sua esistenza in entrambi i mondi si stempera piano piano in un credibile processo di umanizzazione. In questo lo aiuta la 'squadra' e il lavoro quotidiano di investigazione, in un avvicinamento reciproco, lungo e non senza forti asperità e conflitti.
Jung Kyun Ho è eccezionale nella costruzione di questo percorso esistenziale. Ogni posa, ogni sguardo, ogni piega della bocca si modificano ad ogni nuovo dolore, ad ogni successo, ad ogni mano tesa. E il peso della solitudine cessa man mano di essere un fardello insopportabile. Una interpretazione magistrale.
Ma è tutta la squadra a fare corpo e a costruire, nel tempo, una solida amicizia nel quotidiano lavoro di tenere a bada la criminalità della cittadina. I quattro poliziotti del 1988 (l'ispettore, i due agenti uomini e l'agente donna) offrono una recitazione di alta classe grazie anche alla solidità della sceneggiatura.
Ed è proprio il cameratismo che si cementa tra i protagonisti a reggere la leggerezza scanzonata e lo humor che pervadono molta parte della vicenda.
Da spettatore si può aggiungere che non solo non c'è un momento di noia ma c'è grande tensione per tutte le puntate. Il tentativo di comprendere, insieme al tenente Han, quale sia la 'realtà' che il protagonista sta vivendo e i possibili sviluppi che lo aspettano tiene incollati alla storia senza un momento di tregua. Il romanticismo è appena accennato ma con una grazia e una delicatezza inconsuete.
Ma alla fine bisogna uscirne e a metà della sedicesima puntata (altro plauso alla sceneggiatura che tiene proprio fino all'ultimo) c'è la svolta definitiva.
Ho letto commenti delusi e amareggiati da una scelta narrativa che può lasciare molte domande irrisolte.
Ma a me, nonostante l'evidente difetto logico, è piaciuta molto anche la fine: un tenente Han, irriconoscibile rispetto all'inizio del drama...
....................
....................
Tae Joo è, finalmente, felice. E io sono molto contenta per lui.
Colonna sonora notevole e alta valutazione per ulteriore visione . (novembre 2025)

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Completed
When the Phone Rings
1 people found this review helpful
by Icaro
Sep 29, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 1
Overall 8.0
Story 6.5
Acting/Cast 8.0
Music 8.0
Rewatch Value 4.0
This review may contain spoilers

E' la chimica, bellezza!

Che cosa fa di due drama, parimenti disastrati, uno spettacolo divertente e coinvolgente in un caso e una insopportabile, noiosa, sbuffante visione nell'altro? La risposta è nel titolo del commento, rubata (e adattata) al vecchio Humprey Bogart che, si sa, di chimica se ne intendeva parecchio.
Chimica tra i protagonisti, senza dubbio. In questo drama è un tratto che viene offerto a piene mani, complice anche l'azzeccato, inconsueto triangolo : lei, lui e il telefono (il miglior dispositivo romantico di k-drama visto da tempo)
Ma di più, direi, chimica tra spettatore e spettacolo. E la natura di questo secondo scambio felice, per me rimane, ancora, quasi sempre un mistero.
Nonostante i seri buchi della trama, le assurdità comportamentali dei personaggi (che toccano vette sbalorditive nelle ultime due puntate), la appiccicosa smielatezza (pardon!) della coppia principale ("dimmi come fare ad odiarti, dimmi come fare a non amarti") lo spettacolo non è mai noioso o lento. E’ un drama deliziosamente esagerato: non si contano le volte in cui i protagonisti hanno incidenti mortali, accoltellamenti, cadute in burroni, con conseguenti ricoveri/operazioni chilometriche, dopo le quali si alzano pimpanti dal letto per andare a salvare l’amato/l’amata. Ci sono clichè a bizzeffe ( il collegamento con l’infanzia, i passaggi sulla schiena dell’amato, incidenti mortali e non, il bacio al lunapark, le dichiarazioni d’amore da ubriachi, ecc.), ma stavolta hanno funzionato (quasi) tutti alla perfezione. Si spazia dalla commedia romantica al makjang in un battere di ciglia. Spacciato come un thriller-romance, ben presto il thriller diventa un fastidioso interludio del quale si farebbe volentieri a meno per tornare a impantanarsi felicemente nella melassa della storia d'amore.
La coppia di attori protagonisti fa egregiamente il suo lavoro: gli occhioni tondi di lei e i suoi silenzi a nascondere una intraprendenza e una testardaggine inconsuete. La rigidità un po’ allampanata di lui e le angolosità del suo viso (molti primi piani dal basso, lo fanno sembrare ancora più alto e magro) fanno un contrasto niente male con i suoi improvvisi cedimenti alla passione, al dolore, alla tenerezza: qui la sua interpretazione non ha niente da invidiare alla passionalità silenziosa del samurai Dong Mae. Infine, con questa interpretazione, Yoo Yeon-seok ha scalato molte posizioni nella mia personale classifica dei baciatori.
Questo drama è un totale pasticcio ma, per me, funziona. Dunque, nonostante il tracollo demenziale delle ultime due puntate (ma con una skinship degna di nota: tute e camice sbottonate, per comiciare…) il voto rispecchia divertimento che il drama ha procurato.
Notevole anche la colonna sonora. Tra tutte la voce magnetica di Lym Hyunsik che canta See The Light. (settembre 2025)

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Completed
Doctor John
1 people found this review helpful
by Icaro
Sep 10, 2025
32 of 32 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.0
Rewatch Value 2.5
This review may contain spoilers

Compri uno, prendi due

Un drama nettamente diviso in due parti. La prima, una ventina di puntate (da 30 minuti) affronta con delicatezza, profondità e molteplici sfaccettatture il tema della impossibile quadratura tra il desiderio umano, insopprimibile, di trovare una soluzione definitiva, ancorchè drastica al dolore fisico e quello altrettanto insopprimibile e istintivo di preservare, ad ogni costo la vita. Una narrazione alta, tesa e molto coinvolgente, mai piagnucolosa o stucchevolmente compassionevole che ha nelle corsie d’ospedale il proprio teatro d’elezione. Un quotidiano confronto tra l’etica professionale e la dimensione umana del medico, tra i bisogni impellenti e le dolorose, inutili speranze dei pazienti, con la Legge che protegge la vita anche a costo di inumanità, conscia che pure piccole fessure nel muro eretto tra la vita e la morte potrebbero avere derive aberranti. Non è uno spettacolo divisivo, che prende partito pro o contro l’eutanasia perché, detto così il problema è mal posto. E’ un invito alla riflessione su una questione che non ha soluzioni generali ma solo tentativi precari e spesso inadeguati.
Questa parte, nonostante qualche eccessiva concessione allo spettacolo, è molto appassionante e se l’ultraterreno Ji Sung recita ad un livello inarrivabile per gli altri, tutto il suo gruppo di medici se la cava egregiamente. E così la sceneggiatura che alterna dramma e leggerezze quotidiane in un amalgama ottimamente riuscito. Per la prima parte il mio voto potrebbe essere più alto dell’8 che ho dato.
Però ci sono le altre puntate. Non un brutto spettacolo ma un cambio drastico di tono e contenuti. Cala la tensione etica e il drama diventa in parte(piccola) un poliziesco ( con una ridicola sceneggiatura che ci propone un Ji Sung ora Santo ora Cavaliere senza macchia e senza paura) e in parte (tanta) una storia d’amore molto difficile. Le storie romantiche sono le mie preferite e ho molto apprezzato anche questa: del resto come si fa a resistere di fronte allo sguardo dolorosamente innamorato di Ji Sung? Semplicemente non si può e né la sua partner (che forse piange un po' troppo) né la spettatrice ci provano minimamente. Ma la frattura è profonda e un po’ stridente. Il tentativo coraggioso di realismo delle prime puntate si stempera nei soliti tira e molla degli amori contrastati dal destino avverso. Né serve ad alzare le sorti del secondo drama un finale un po’ assurdo e affrettato. Ed è un peccato per l’economia complessiva dello spettacolo. Una colonna sonora malinconica ma pregevole fa da egregio accompagnamento alle emozioni forti della visione. Settembre 2025

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Completed
Café Minamdang
1 people found this review helpful
by Icaro
Jul 27, 2025
18 of 18 episodes seen
Completed 0
Overall 5.0
Story 6.0
Acting/Cast 7.5
Music 7.5
Rewatch Value 1.0

One man show

Finalmente l'ho finito. E' il primo pensiero dopo la diciottesima (troppo, troppo) puntata. Sì, avrei dovuto mollarlo prima, molto prima, verso la settima, ottava puntata. Un Helzapoppin sconclusionato, solo per gli amanti del genere. Che genere, poi? thriller? commedia? farsa surreale? C'è pure la storia romantica, cacciata dentro a forza come un sughero nella bottiglia di spumante. No, non fa il botto quando viene aperta perchè, a parte la totale mancanza di feeling tra i due protagonisti, la disparità tra ML e FL è abissale.
Il perchè della assurda costanza nella visione del drama è, in gran parte, nel titolo del commento. Seo In Guk è straordinariamente istrionico nelle diverse facce del suo personaggio. Ex profiler della polizia riciclatosi veggente dopo una ingiusta detenzione, è quasi sempre sulla scena con qualche nuovo strampalato piano di indagine, all'inseguimento del serial killer che, anni prima, ha ucciso il suo migliore amico procuratore. Davvero molto bravo e bello da paura anche quando (spesso) ha gli occhi rovesciati all'indietro. Non sono una sua fans ( la mia lista è già troppo lunga) ma guardarlo mentre fa lo sciamano, tra ventagli e salti sui tavoli, con completini eleganti dai colori fantastici o mise improbabili di lamè e oro ( e boxer rosso fuoco!) è un piacere per il quale mi sono trascinata fino all'ultima puntata (dopo la dodici-tredici con un po' di fast forward).
Ho poi apprezzato lo humor di alcune parti di contorno ironiche e, a volte, spiritose: il gruppo dei tre poliziotti della squadra che ha dovuto fare da spalla al disastro della tenente Han (FL) e in particolare Jeong Man Sik, nella parte del capo: sempre sul pezzo con una ironia solida e coerente fatta di parole e sguardi; le bravissime spalle (tre) di SIG nella gestione del Cafè Minamdang e nelle rischiose e assurde azioni di caccia al killer; la piccola parte della potentissima CEO arrapata che insegue il ML con pressanti proposte matrimoniali.
Pregevole anche la colonna sonora e divertenti le citazioni di altri drama: la ajumma ipertecnologica di Healer, qui impersonata dalla giovane sorella del ML e la indimenticabile scena dei due eroi di Goblin che avanzano maestosamente nella nebbia, qui reinterpretata per il salvataggio - si fa per dire - sempre della stessa sorella da un appuntamento amoroso improprio.
Cosa non va assolutamente in questo drama? La caccia al serial killer è troppo complicata e cercare di seguirla fa venire il mal di testa. Non ce la posso fare a seguire una quindicina di personaggi diversi mettendo a fuoco tutti i nomi coreani. Ogni volta che impari, con sforzo, il nome e il viso di un sospetto ecco che le carte in tavola vengono ribaltate e devi ricominciare con un nuovo viso, un nuovo sospetto, un nuovo nome...
La scelta di uno stile narrativo farsesco-surreale come chiave complessiva diventa, alla lunga, stancante e l'implausibilità di troppe situazioni richiede una continua sospensione del cervello (facilitata, in realtà, dal ritmo incalzante dell'azione).
Non va, irrimediabilmente, la protagonista femminile, anche se qui voglio spendere una parola a difesa della povera 'odiosa' FL. E' davvero insulsa, antipatica, petulante. Impersona la onesta, dedita, intelligente e forte detective che...non ne azzecca nemmeno una. Sempre sopra le righe, fuori posto, incoerente. E' l'unica sempre seria in una gabbia di matti con la quale non ha alcuna sintonia e il suo personaggio stride con l'insieme. Ogni volta che compare in scena vorresti che la lasciasse al più presto. Ma perchè per questa povera anima di Oh Yeon Seo gli sceneggiatori scrivono sempre parti così devastanti? ( Anche in A korean odyssey è un po' uno strazio).
La schizofrenia del giudizio è segnalata anche dai voti che accompagnano questo commento: lo spettacolo, in sè, non raggiunge per me la sufficienza anche se il rating delle singole componenti è sempre, anche abbondantemente, sopra. (luglio 2025)

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Completed
A Korean Odyssey
1 people found this review helpful
by Icaro
Jun 1, 2025
20 of 20 episodes seen
Completed 0
Overall 6.5
Story 6.0
Acting/Cast 7.0
Music 8.0
Rewatch Value 1.0
This review may contain spoilers

Ma che cavolo!

Il drama fantasy più affascinante e peggio riuscito che abbia mai visto. L'idea era veramente buona: l'ispirazione ai miti orientali del re scimmiotto e del Viaggio in occidente era molto promettente. Storie di ogni tipo piene di bizzarre avventure che mi hanno creato aspettative quasi tutte deluse. Per rimanere nei limiti di uno spoiler modesto dirò solo che il finale è PEGGIO di quello di Goblin anche se non del tutto negativo. È vero che aspettarsi sempre un lieto fine standardizzato alla fine un po' stufa (ma solo un po': dopo tutto non guardiamo forse i drama per sognare un pochino?) e che, inoltre, la soluzione scelta dalle autrici non è arrivata del tutto inaspettata. Tuttavia...
Per tutte le puntate poi la sceneggiatura si contorce in spirali confuse e spesso non si capisce dove la storia stia davvero andando e il senso dell'ennesimo giro di valzer.
Parliamo allora degli attori. Tutti piuttosto bravi e famosi, ma gli unici due che mi hanno convinto del tutto sono stati la scimmia (forse anche complice l'indiscutibile appeal di Lee Seung Gi, che vedevo per la prima volta) e la segretaria Ma (Lee El) che ha fatto il 'cane' fedele di Ma Wang in modo fantastico e pieno di sbadata ironia. Una menzione anche per Lee Se Youn, per la parte iniziale in cui fa la zombie: molto divertente.
Per la protagonista femminile vorrei evitare commenti poco benevoli sulla sua espressività limitandomi solo ad osservare che la sceneggiatura ha annaccquato via via un profilo narrativo che era partito davvero alla grande: una bambina e poi giovane donna che aveva fatto di una sorte personale negativa un elemento di forza e successo.
Ma chi mi ha rattristato, quasi alle lacrime, è stato Ma Wang (Cha Seung Won, eccezionale in Our Blues!).
Un grande, brillante attore per il quale è stato costruito un bellissimo personaggio: ironico, tenero, collerico, bizzarro, simpatico, doppiogiochista, affettuoso ma che ha dovuto consumare tutto questo potenziale nelle puntate iniziali per poi ripetersi come una macchietta fino all'ultima puntata. Il suo fisico, il suo portamento da principe slavo, l'eleganza, spesso stravagante, del suo abbigliamento e la riuscitissima bromance con il protagonista, hanno solo un po' attutito la delusione.
Senza pecche e, anzi, per me pregevole, la colonna sonora. Solo quel che basta per la sufficienza dello spettacolo. Un'occasione sfumata!
Nota: baci spesso un po' sopra il grigio standard dello stampo, ma scene di pseudo intimità abbastanza ridicole. (giugno 2025)

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Completed
All In
1 people found this review helpful
by Icaro
May 30, 2025
24 of 24 episodes seen
Completed 0
Overall 6.0
Story 7.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 1.0

Un pezzo di storia del Drama

Un buon polpettone da assaggiare con calma. Per quel che ho visto, finora, dei drama coreani, All In è la quintessenza del makjang. Lacrime, incidenti, disgrazie come grandinasse. C'è una puntata dove piangono tutti, buoni e cattivi, protagonisti e comprimari.
Lento (maestoso?) come spesso sono anche drama attuali, ma sopportabile in quei momenti perchè la generosa presenza di un Lee Byung-hun, giovane scavezzacollo e del suo amico/nemico, un Ji Sung giovanissimo e troppo spregiudicato uomo d'affari, conforta molto la spettatrice nell'attesa dell'azione.
L'azione. Scazzottamenti, ammazzamenti e agguati a gogò con facce patibolari di cattivi che gli autori hanno scelto, mi pare, con più cura di quella che hanno dedicato agli altri attori (protagonisti esclusi): fanno orrore e tenerezza insieme, gli attori che impersonano uomini maturi, d'affari e non...un'epoca del drama in cui l'estetica non sembra essere stata un valore di mercato per l'industria dell'intrattenimento.
E' anche ripetitivo, ma la buona definizione psicologica dei protagonisti aggiunge sempre qualcosa di nuovo alla ripetizione dell'ennesima disgrazia.
Inevitabilmente datato dal punto di vista tecnologico, ed è un peccato perchè i paesaggi naturali sono grandi protagonisti assieme agli sfarzosi (e un po' di cattivo gusto d'epoca) interni di ville, villone, casinò e alberghi del jet set: 2003, un tempo in cui la valanga di pubblicità palese che infesta le produzioni recenti è quasi del tutto sconosciuta e c'è quasi un pudore nel nascondere (o nel non ostentare) l'ennesima bottiglia di liquore giallognolo che tutti si scolano in quantità iperboliche e le bottigliette verdi del soju sono quasi inesistenti.
La storia d'amore di Lee Byung-hun, una più che decennale odissea contrastata dagli uomini, dal fato e dall'intervento triangolare di Ji Sung (qui non eccezionale) vive del fantastico contrasto tra l'estrema mobilità espressiva del protagonista e l'incrementale fissità di Song Hye Kyo, molto adatta alla vendicatrice di The Glory ma stancante in questa parte. E poi...gioco d'azzardo, mafia, salti da viadotti, collusioni criminali, inseguimenti, poliziotti corrotti, faccendieri e tutto il resto del catalogo.
La colonna sonora è 'da scuola' e applicata con rigore nelle scene dovute. Vedi mai che ci fosse il rischio, per lo spettatore di confondere un ammazzamento con una scena d'affari o un momento di tenerezza. E tuttavia alcuni pezzi sono davvero notevoli, struggenti, famosi e ormai classici.
Detto questo ho fatto fatica a finirlo (anche perchè 24 puntate sono troppe) e verso la fine ho usato molto il fast forward. Ma non sono scontenta di averlo visto. E' comunque un pezzo della storia dell'intrattenimento televisivo coreano e quindi, con un po' di coraggio e spirito di conoscenza è un passo che può essere fatto (maggio 2025)

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Completed
It's Okay, That's Love
1 people found this review helpful
by Icaro
May 17, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 8.0
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 10
Quanto l'ho cercato questo drama? Davvero a lungo. Introvabile sulle piattaforme più diffuse. Lo volevo vedere non tanto per la trama quanto per l'OST, che a detta di molti valeva la fatica della ricerca.
La colonna sonora, infatti, non ha deluso. E' seconda nella mia classifica di preferenze dietro a quella di Goblin. Chen, Davichi, Yon Mi Rae, Punch, regalano molte emozioni in interpretazioni melodiche o più ritmate. Il meglio del kpop 'dramatico' di quegli anni.
Ma poi... fin dalla prima, folgorante puntata, la mia amata Gong Hyo-Jin e gli altri attori mi hanno conquistato e trascinato nel ritmo travolgente di questa commedia corale che affronta con leggerezza, ma anche con profondità inconsueta in un drama ( e senza le solite assurdità dei drama medici), il tema della malattia mentale. Tutti i protagonisti sono un po' disturbati: medici, pazienti, compagni di casa, amici, parenti ...chi più, chi meno, perché è così che va la vita. Anch'io poi sono diventata profondamente disturbata nel corso della visione e non mi sono mai del tutto ripresa: se avete visto So In Sung nella parte del protagonista, forse potete capire....😍 (2024)

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Completed
The Master's Sun
1 people found this review helpful
by Icaro
May 17, 2025
17 of 17 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.5
Music 7.5
Rewatch Value 2.0

Una sorpresa sorprendente!

Una delle mie attrici preferite (sola ragione che mi ha spinto alla visione) e l' U N I C O attore coreano che detesto. A priori un mix non proprio azzeccato.
Invece...
Se non ne avessi già visti a iosa di drama romantici, il voto sarebbe anche superiore. Un difetto è una certa cripticitá di senso nelle schermaglie dialogiche amorose (potrebbe essere tuttavia colpa di lacune nei sottotitoli), sempre , comunque, molto frizzanti e godibili, grazie alla brillante recitazione dei due protagonisti.
Le sceneggiatrici hanno evitato i cliché di questo tipo di storie, (tranne la madre di tutti i cliché: cheabol + fanciulla povera), riuscendo così a mantenere alta la tensione e l'interesse. Niente lungaggini o sbrodolamenti inutili. Anche la puntata in più (sono 17 in tutto), forse aggiunta in corso d'opera per sfruttare il successo della serie, riesce a 'tenere' evitando troppe inutilità.
E, udite udite, Ji Sub finalmente sorride!! Ci riesce benissimo e, paradossalmente, la sua antipatica (per me) faccia-maschera-triste, che mi ha fatto sbuffare in altre interpretazioni, ha contribuito alla positiva sorpresa e al piacere della visione. Di Gong Hyo-Jin posso solo dire che è bravissima, espressiva e con un sex appeal morbido che mi incanta ogni volta ( adorabile in It's ok that's love, con un So In Sung da svenimento!). Anche i comprimari fanno egregiamente il loro dovere e danno un enorme contributo alla riuscita dell'impresa. Tra tutti mi ha fatto sorridere la parte della zia: Kim Mi Kyung con un lunghissimo numero di titoli sulle spalle qui fa, contro la sua 'specializzazione' da burbera saggia, modesta e buona, la parte della raffinata, elegante cattiva (beh, insomma...un po'!). Anche la colonna sonora è all'altezza dello spettacolo. Alcune canzoni sono davvero suggestive. May 2025

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Completed
Boys over Flowers
1 people found this review helpful
by Icaro
May 5, 2025
25 of 25 episodes seen
Completed 0
Overall 4.5
Story 3.0
Acting/Cast 6.0
Music 6.0
Rewatch Value 1.0

Esperienza trashendentale (sic!)

Non ci si laurea in dramology se non si passa di qui...costi quel che costi...
25 puntate di puro trash inizio millennio.
Jun-pyo guida una banda di coprotagonisti sciamannati e deliranti: sia i 'ragazzi' sia gli adulti.
Per capire che lui è il capo della squadraccia basta guardare i suoi imperscrutabili, famosissimi, capelli (non cappelli eh!). Impossibile dimenticarli.(2023)
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Completed
The Devil Judge
1 people found this review helpful
by Icaro
Feb 9, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 7.5
Story 6.5
Acting/Cast 10
Music 7.0
Rewatch Value 3.0
Mettiamo che l'antieroe e la cattiva fossero stati interpretati da altri attori, magari scelti tra i giovanotti e le signorine che vanno per la maggiore al momento. Sarebbe stato uno spettacolo qualsiasi, pieno com'è di assurdità, inutili eccessi, colpi di scena improbabili.
Anche la morale...va beh! Occhio per occhio, con la scusa ( solo la scusa) della giustizia; accusa di ipocrisia per le dichiarazioni sulla inviolabilità dei diritti umani (d'accordo, spesso sono solo parole ma, davvero possiamo farne a meno?).
L'idea di una democrazia 'della pancia' dove i bassi istinti fanno premere ai cittadini il tasto della condanna o dell'assoluzione mi disgusta e mi fa paura. E i commenti istantanei su Viki sono purtroppo molto simili a quelli dei cittadini della Corea distopica del drama. La passione per i drama mi fa accettare di guardare anche cose che non condivido culturalmente e moralmente ma, forse, questo è troppo per me.
Ma ci sono Kim Min Jung e Ji Sung (Ji Sung: ho scelto di vedere questo drama perché c'era lui, naturalmente. Dopo averlo visto recitare per la prima volta in Kill me, heal me, bellissimo e straordinario attore!) Entrambi meritano tutte le 10 stelline qui disponibili e anche di più. Sono grandiosi! Sono così bravi che riescono a essere 'veri' e a fare brillare i loro irrealistici personaggi in ogni momento mentre i coprotagonisti lasciano a desiderare (più per la sceneggiatura che per mancanza di bravura). Salvo, nel suo pagliaccesco orrore, il presidente della repubblica, grandiosa figura di disgustoso essere sub umano, e Elija: un riccio appallottolato dal dolore e dalla solitudine.
Naturalmente è un prodotto cinematograficamente molto ben confezionato e i colpi di scena tengono avvinto lo spettatore nonostante tutto. Luci ed ombre, dunque, ma da vedere senz'altro. Mon dieu, gli sguardi tra Ji Sung e il giovane giudice al termine dell'ultima puntata! Bromance da capogiro, (No BL, please).
Mi pare che gli attori di questa serie non abbiano avuto premi...così va il mondo...
NOTE: è il primo drama che vedo nel quale i personaggi non si tolgono le scarpe entrando in un ambiente domestico. Sarà a causa della particolarità del tema? Gli abiti di Kim Min Jung sono stupendi come raramente ho visto nei drama coreani. Ji Sung sempre elegantissimo nei suoi tre pezzi di grisaglia e scarpe ultralucide ad esaltare la sua eleganza naturale . Piuttosto ridicole le pretesche tonache da tribunale dei tre giudici. (2025)

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You Are My Destiny
1 people found this review helpful
by Icaro
Sep 8, 2024
20 of 20 episodes seen
Completed 0
Overall 10
Story 7.0
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 10

Ma come si fa a fare un drama così?

Va bene. Dopo anni di serie più o meno avvincenti mi capita questa qua, su ispirazione di una recensione in rete. Il poster mi ricordava vagamente un vecchio, amato, film surreale di Kaurismaki, Leningrad cowboys go America.
Senza troppe aspettative.
Tuttavia, di colpo, Fated ha spazzato via tutte le mie 'preferite' (Goblin a parte) e si è insediata al secondo posto della mia classifica, dove rimarrà un bel pezzo.
Ma come mai? È una delle serie più sgangherate che abbia visto: cliché e implausibilitá a pacchi. Il ceabol, la piccola impiegata bistrattata, le differenze sociali, il secondo attore così perfetto da non essere punto credibile, l'incidente 'quasi' fatale, una bevanda speciale che spinge i due che la bevono nel letto più vicino (non per dormire) e fa scordare al risveglio ogni cosa fatta nel frattempo..., e non dico altro per non cadere nello spoiler. Chi ha già visto un po' di drama coreani dovrebbe essere vaccinato in proposito.
Ma i primi 5 minuti del drama, quando viene introdotto il protagonista, mi hanno messo ko.
Non bello (beh, si fa per dire), con una risata orribile e ossessiva, un ciuffo assurdamente sproporzionato...ma chi è? Eppure, quelle due note della musichetta che lo accompagna mentre avanza sulla scena dello shampo, dicono davvero tutto di lui e mi fanno sghignazzare ogni volta che le ascolto (sono nella suoneria della sveglia, per un buon risveglio in allegria). In dieci minuti mi sono innamorata di Jang Hyuk, attore che non avevo mai visto prima e da allora...ho scoperto un vero e grande attore che straccia tutti i bellocci rifatti di oggi, con le sue doti di recitazione (spettacolare in My country, ad esempio) e con una carica sexy fuori dal comune. JH recita con la voce, senza voce, con i gesti, il corpo, gli sguardi. Per non esagerare con le mie ossessioni, aggiungo che anche la protagonista femminile recita in modo fantastico. L'evoluzione del suo personaggio è uno degli aspetti meglio riusciti dell'intero drama. La sintonia (la chimica, come dicono in gergo) di Jang Nara con JH è spettacolare ed è ciò che tiene in piedi tutta la baracca. Notevole anche la recitazione di alcuni personaggi di contorno. La mamma di lei (categoria: mamma coreana di basso ceto, burbera, ma amorevole) interpreta al meglio il cliché. Simpatica, perché inconsueta è la capo famiglia (qui una nonna) del ceabol: senza alcuna puzza sotto il naso ( e trattandosi di una famiglia di pescivendoli per la ipotetica 'nuora-nipote' Jang Nara, il fastidio, reale, ci starebbe). Pur di vedere sposato il nipote farebbe ponti d'oro a qualsiasi ragazza.
Il mio consiglio è di non farsi impressionare dal primo impatto con JH (ho letto diverse recensioni inorridite dalla sua risata compulsiva) ma di andare avanti. Con quella risata, alla quale ci si abitua, e alla fine la si ama, JH è in grado di esprimere qualsiasi emozione positiva o negativa, di gioia o di dolore: vedere per credere. Non ultimo, Lee Gun (JH) insieme a Oska (Yoon Sang Hyuk -Secret garden) sono gli unici due personaggi di drama di cui riesco a ricordare i nomi anche a distanza di tempo.
Insomma, siamo abbastanza lontani dal capolavoro, ma io mi sono divertita un sacco. Vi auguro altrettanto.
La colonna sonora ha pezzi molto belli come Morning canon e Destiny sonata, tra le altre, ma ho trovato notevoli anche alcuni pezzi di sottofondo ai vari sviluppi della storia e dei personaggi. Rarissimamente guardo un drama più di una volta, ma questo potrebbe essere uno dei casi. (2023)

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Hit the Spot
1 people found this review helpful
by Icaro
Sep 8, 2024
8 of 8 episodes seen
Completed 1
Overall 7.0
Story 7.5
Acting/Cast 6.5
Music 6.5
Rewatch Value 4.5
Insolito ma ben riuscito. Audace (molto) per essere coreano. Abituati al sesso pervasivo degli spettacoli 'occidentali', la mancanza totale nelle produzioni coreane tipiche, a favore del romanticismo degli sguardi e dei gesti è, le prime volte, emozionante e coinvolgente. Ma il rovescio della medaglia è, dopo un po', il senso di irrealtà. In questa serie gli autori e gli attori riescono a creare un buon equilibrio tra sesso e romanticismo.
Cimentandosi in un genere nuovo gli autori hanno fatto centro, andando oltre la produzione di un soft porn per signore (che un po' c'è) . La demistificazione di una, spesso obbligata, sessualità femminile è affrontata con leggerezza, ma con precisione, così come la naturalezza e la legittimità del diritto femminile al piacere. Qualche volta si sfiora lo stile 'educazione sessuale' e qualche altra, in particolare nelle prime puntate, sembra che l'invadenza del merchandising, pressante in tutte le produzioni coreane, proponga qui nuovi tipi di 'caramelle Kopiko'. Ma il tavolino da caffè nel salotto della protagonista è mitico... Anch'esso un segno della leggerezza e dello humor che attraversa tutta la serie. Ottima anche la durata e il numero contenuto delle puntate. ...
( però, ancora, mi batte di più il cuore in quei drama in cui i due protagonisti, distanti un metro e mezzo, si guardano negli occhi in silenzio per 30 secondi e poi...lui/lei...)

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Completed
Something about 1 Percent
1 people found this review helpful
by Icaro
Aug 1, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 5
Overall 7.0
Story 6.0
Acting/Cast 7.0
Music 6.0
Rewatch Value 4.0
Spesso, nelle commedie romantiche, la sceneggiatura è tagliata su misura per l'attore/attrice (e la coppia) importante/famos*/fascinos* che interpretano ML e FL (Ci sarebbe da riflettere anche su queste e altre classificazioni che riducono un po' gli attori a figurine di una raccolta Panini piuttosto che a individualità artistiche. Ma questo ci porterebbe a considerazioni sulla natura di batteria di polli che è l'industria televisiva coreana con grave danno per la nostra voglia di sognare a occhi aperti.)
Una delle conseguenze di una sceneggiatura ad hoc è che la solidità e la plausibilità della storia sono talvolta un optional.
Non mi sembra il caso di questo commedia romantica interpretata da una coppia non troppo famosa. La storia ancorché vista e rivista (serie: contratto sentimentale forzato che porta all'amore 'vero') è raccontata con onestà e discreto realismo. I personaggi hanno una 'vera' evoluzione/maturazione nel corso delle puntate. La diversità dei caratteri e la provenienza sociale dispari (solito ceabol con ragazza di ceto inferiore al suo) sono composte in uno sforzo progressivo delle parti di venirsi incontro e trovare un equilibrio. Niente di trascendentale ma una piacevole e rilassata visione con protagonisti simpatici e adatti. Lei mi è piaciuta particolarmente: una maestra dolce e generosa ma con un carattere per niente remissivo. Per la grinta, sostenuta dall'inizio alla fine senza cadute dell'ultima ora, mi ha ricordato la, per me mitica, Kim Sam Sun (Kim Sun Ah) che dà parecchio filo da torcere a Hyun Bin nell'omonimo drama (2005). Per la presenza e la recitazione mi ha fatto pensare a Jang Nara, attrice che amo.
Pure lui, simpatico e sempre sul pezzo anche se non è il mio tipo di 'sogno'. Infine non me la sento di tralasciare la nota, sottolineata da molti commenti, sul realismo della componente fisica della relazione: molti più baci della norma e di una notevole 'consistenza'. Anche questo aspetto mi ha fatto pensare alla poca generosità dei grandi/famosi attori che, forse per essere in grado di dettare regole contrattuali più restrittive a loro favore, in fisicità e baci sono piuttosto scarsi. (Luglio 2025)

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Don't Dare to Dream
0 people found this review helpful
by Icaro
9 days ago
24 of 24 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 7.5
Acting/Cast 9.5
Music 8.0
Rewatch Value 5.0

La commedia (quasi) perfetta

Come anticipano molti commenti, lo spettacolo è un commedia romantica incentrata, dalla prima puntata, sul triangolo tra i protagonisti: due amici di vecchia data (forse) e la ragazza contesa. Fin da subito tutte le posizioni sono abbastanza chiaramente delineate verso una fine prevedibile (ma non è quasi mai prevedibile, ed è grande motivo di spasso, il cammino per arrivarci) e per un certo numero di puntate, a fronte di un divertimento crescente nella visione, cresce anche l'ansia: con una situazione così nota agli habitué del k-drama, mi sono detta, come potrà la storia reggere per ben 24 puntate (misura che detesto)?
E invece ce l'ha fatta alla grande. Il merito è certo della recitazione assai brillante di protagonisti e comprimari e di una sceneggiatura che, praticamente sul nulla (non c'è una storia complicata da dipanare) e senza flagelli di clichè, ha mantenuto intatto il suo potenziale di ottimo intrattenimento (solo un piccolo, ma non significativo calo, nelle ultime due puntate).
Una ragione, mi pare, può essere attribuita al fatto che tutti i protagonisti sono esseri umani, cioè pieni di difetti anche gravi, di cui la gelosia è solo la punta dell'iceberg. Questa è forse la prima volta che incontro un eroe (il suo secondo e un certo numero di comprimari) così spietatamente fatto a pezzi da una sceneggiatura esilarante. Perchè, attenzione, pur non essendo uno spettacolo comico (ci sono molte situazioni difficili: malattie serie, incomprensioni, difficoltà lavorative ecc.) si ride (o si sorride), anche un bel po'; e si sa che è più facile fare piangere che fare ridere!
Molti personaggi di k-drama sono personificazioni viventi di tipi ideali e, alla fine portatori di valori positivi come l'onore, il riscatto morale, il superamento degli ostacoli esistenziali, l'integrità ecc. Ho trovato davvero divertente guardare una serie con personaggi meschini, ottusi, orgogliosi, disperati e decisamente imbarazzanti e, nonostante questo, quasi sempre adorabili o divertenti. Il tutto, naturalmente, in vista del trionfo dell'amore (e questo è stato il ritorno finale alla normalità).
Nonostante la presenza di una magnifica Gong Hyo Jin è stato il protagonista maschile a fare da mattatore. Un attore che non conoscevo e non avevo mai visto: una personalità prorompente, una grande versatilità mimica, e una naturalezza nella recitazione che unita a quella di lei mi ha fatto dimenticare per lunghi momenti che si trattava, appunto, di recitazione. C'è qualcosa in questa interpretazione di Jo Jung Suk che è più grande della somma delle sue parti.
Mi ripropongo di vedere altre prove per capire se, in questo drama, fosse in particolare stato di grazia o sia davvero un attore molto bravo.
Alcune scene rimarranno un pezzo nella mia memoria: uno scazzottamento tra i due amici/rivali nel fango di un bagnasciuga dal quale emergono irriconoscibli, mentre la destinataria di tanto sfoggio muscolare, ignara della loro presenza alle sue spalle, si sforza di scavare polipi nello stesso bagnasciuga fangoso. O il ballo scatenato di Jo Jung Suk il giorno del matrimonio.
Sulla stessa linea anche le vicende dei comprimari: una stramba famiglia allargata dove gelosie, sgambetti reali e metaforici sono all'ordine del giorno. Peccato solo che per lasciare spazio alla storia principale queste storie, bizzarre o particolari, siano proposte solo a sprazzi.
Di passaggio ricordo che anche questo è un drama del 2016: ma che anno è mai stato? Per me non esiste un altro anno con una tale concentrazione di drama straordinari.
Concludo con un inno dichiaratamente (fan)atico per la mia attrice preferita. Ho letto critiche al suo personaggio che, superficialmente, può dare forse l'idea di essere la solita donnina sottomessa. Non è proprio così. Non succede nulla che non sia lei a decidere nelle relazioni personali e in quelle lavorative e anche quando la vediamo acquiescente al volere o alle decisioni altrui è solo il suo modo di rinsaldare la sua posizione in vista dell'obiettivo che vuole raggiungere.
Questa è una delle sue interpretazioni migliori e, forse l'ho già detto e pensato per altri suoi drama. Ma Gong Hyo Jin ha, per me, quasi solo 'interpretazioni migliori' (a parte, forse il disastro di questo 2025 con Lee Min Ho, che non ho visto): la sua grande naturalezza nella recitazione, la morbidezza del suo appeal , la brillantezza negli scambi dialogici e la sua intesa, sempre perfetta, con i suoi partner, il suo esser donna dolce e forte nello stesso tempo sono per me una compagnia sicura e una garanzia di soddisfazione nella visione. E tra le sue interpretazioni migliori per me questa è seconda solo a quella di It's ok that's love. Ma là c'era anche So In Sung e allora è un'altra storia...(dicembre 2025)

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Reply 1988
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by Icaro
Oct 16, 2025
20 of 20 episodes seen
Completed 0
Overall 10
Story 10
Acting/Cast 10
Music 7.0
Rewatch Value 8.0

Il centoventinovesimo…

Belli, brutti, lenti, spaventosi, scontati, commoventi, spiritosi, allegri, scoppiettanti, magici, insopportabili, inaspettati, noiosi, appassionanti…la lista degli aggettivi per descrivere i 128 drama visti finora potrebbe essere più lunga.
Ma per questo drama, giustamente famoso, c’è un solo termine che mi sembra indicato per classificarlo, in senso assoluto, al di là dei miei gusti personali: un capolavoro emozionante.
Una categoria a parte nella quale sta insieme a (credo) una manciata di altri titoli molto celebrati, ma che ancora non ho visto come My mister, Mother e pochi altri.
La storia di un’epoca ( anni ‘80/90) e di un paese (la Corea del Sud), narrate attraverso le vicende fittizie di un gruppo di vicini che abitano tutti nello spazio angusto, ma solidale, di un vicolo cittadino.
La generazione degli adulti che si arrabatta per fare quadrare bilanci risicati o gestire improvvise, piccole fortune; la generazione dei figli che cresce nell’attenzione, nella cura e nell’amore incondizionato degli adulti, libera, anche se non senza ostacoli, di sperimentare percorsi di vita e di relazione nuovi, in un paese che cambia velocemente.
Credo di avere imparato di più sulla storia recente della Corea del Sud che da qualsiasi altro drama visto finora: i sentimenti universali sui quali si fonda riescono a parlare a tutti, al di là delle profonde differenze culturali.
Nel corso delle puntate non succedono fatti spettacolari: c’è solo la vita che scorre, con le sue vicende quotidiane, minute, qualche volta bizzarre o inaspettate.

Un tema molto evidente nella narrazione è la malinconia dolce - amara del tempo che passa e non torna. Molto vero.

Ma a me ha colpito di più il tema dell’amore tra le persone come disponibilità all’ascolto e al sostegno dell’altro: i piatti con le pietanze ( e i figli) che si spostano incessantemente e spontaneamente di casa in casa, le tre mamme che si consigliano, si consolano e si inorgogliscono dei successi dei figli; gli uomini che nei loro modi rudi e un po’ grezzi offrono sempre il conforto di un bicchiere bevuto in silenzio a lenire il dolore di uno di loro per una perdita, per una incomprensione con i figli, per una insufficienza di comportamento; i ragazzi che hanno tra loro un legame così aperto da comprendere ed accettare gli atteggiamenti degli altri anche contro i propri desideri. Forse è meno vero, nella realtà, ma tutto è narrato in modo così semplice e diretto, mai stucchevole, da fare bene al cuore.

La sceneggiatura è intelligente, coesa e realistica. Venti puntate senza neanche uno dei clichè ai quali siamo abituati. I dialoghi sono importanti ma, grazie alla straordinaria bravura di tutti gli attori principali, molta parte della vita del vicolo è narrata attraverso gli sguardi, i silenzi, i gesti.
I personaggi principali sono tanti: almeno undici e di tutti viene offerto un profilo composito, articolato, mutevole a seconda delle circostanze della vita, coerente. L’arco narrativo di ciascuno è ricco e sfaccettato, e i personaggi sullo schermo interagiscono con noi con i loro pregi e i loro difetti, come si conviene per ciascun essere reale. E anche noi siamo lì nel vicolo e ogni mattina, a turno, usciamo a spazzare la strada in attesa che passi l’uomo dei giornali o i ragazzi escano, di corsa per andare a scuola.
Le puntate sono molto lunghe (anche un’ora e mezza) e richiedono un po’ di pazienza. Ma quello che per me è un difetto è in realtà coerente con la vita che è più fatta di lenti tran tran che di “discese ardite e di risalite”.
Ultima osservazione (tanto per contenere un commento che vorrebbe debordare fuori da uno spazio ragionevole) riguarda la storia d’amore principale. C’è, è molto carina e può generare un’ansia da attesa per il suo scioglimento ritardato.
Non investire troppo su quella linea narrativa, aspettare pazientemente perché, comunque, non è la storia principale.
La storia principale è la vita. (ottobre 2025)

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