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Feud chinese drama review
Completed
Feud
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by MORENA_
3 days ago
32 of 32 episodes seen
Completed
Overall 9.5
Story 9.5
Acting/Cast 9.0
Music 10.0
Rewatch Value 10.0
This review may contain spoilers

Non una semplice storia d’amore

Quando ho iniziato Lin Jiang Xian, mi aspettavo un fantasy romantico con reincarnazioni, conflitti e un pizzico di tragedia. Quello che non mi aspettavo era di trovarmi davanti a una storia che parla così profondamente di identità, equilibrio e relazioni, usando il fantasy come linguaggio e non come fine.

Questo drama non racconta semplicemente se due persone riusciranno a stare insieme.
Racconta cosa succede quando due forze opposte esistono separate, si attraggono inevitabilmente, ma non sanno ancora coesistere.

Fuoco e ghiaccio, Yin e Yang
Lei è fuoco.
Lui è ghiaccio / acqua.

Non solo a livello caratteriale, ma a livello ontologico: sono nati come manifestazioni separate di Yin e Yang. Per questo si cercano, per questo si scontrano, per questo si feriscono. Il loro legame non è una scelta romantica, è una necessità cosmica, e proprio per questo è così doloroso.
Il drama è molto chiaro su un punto:
gli opposti non si distruggono perché sono diversi, ma perché cercano di esistere senza equilibrio, tentando di prevalere l’uno sull’altro.

Ogni reincarnazione, ogni linea temporale, ogni possibilità mostra una variazione dello stesso errore.

Da spettatrice occidentale, mi aspettavo che il “ritorno indietro nel tempo” servisse a cambiare il destino di tutti, a correggere il mondo. Invece FEUD sceglie una strada completamente diversa.
Qui il tempo non è lineare e non è un meccanismo da manipolare.
È memoria karmica.
Quando lei torna indietro:
non cancella ciò che è accaduto
non annulla le vite precedenti
non crea un’unica timeline corretta
Crea una nuova possibilità, che si somma alle vite già vissute senza sostituirle. Il passato continua a esistere. Il dolore continua a esistere. Ma cambia la consapevolezza con cui si sceglie.

Ogni personaggio e la propria traiettoria
Un altro aspetto che ho apprezzato moltissimo è che il cambiamento non è collettivo. Ogni personaggio riceve un’occasione diversa, non una salvezza automatica.
Chi riesce a scegliere in modo diverso evolve.
Chi persiste nelle stesse scelte resta intrappolato nel ciclo.
Il drama è molto netto su questo punto:
non è l’errore a condannare, ma l’attaccamento all’errore.
Nemmeno un immortale è al sicuro se rifiuta l’evoluzione: l’immortalità è solo tempo in più per comprendere, non una garanzia.

Uno degli aspetti più forti e attuali del drama è il modo in cui affronta il tema della relazione.
Il fatto che, quando uno dei due si indebolisce, la forza dell’altro aumenti, mostra chiaramente come la perdita di equilibrio tra Yin e Yang generi solo caos e sofferenza. L’armonia non nasce quando uno dei due prende tutto il peso o tutto il potere, ma quando nessuno sovrasta l’altro.
Il gesto di lui che la sigilla sulla Terra per dieci anni, decidendo da solo “per proteggerla”, è emblematico. Anche un amore assoluto, se accompagnato dal controllo e dalla negazione della libertà dell’altro, diventa distruttivo. Il drama è lucidissimo nel mostrare che nemmeno il sacrificio e la punizione cancellano la responsabilità delle scelte.
Ed è per questo che lei non lo perdona, anche quando lui subisce una punizione persino più dura della sua. Il dolore non rende giuste le decisioni prese. Il perdono non è dovuto.
In questo senso Lin Jiang Xian diventa quasi un prontuario sulle relazioni, sorprendentemente in linea con il tema dell’amore malato che vediamo spesso anche nella nostra società: protezione che diventa controllo, sacrificio che diventa annullamento.

Il finale: nuova vita o liberazione?

Il finale è uno dei punti più delicati del drama.
Lei torna all’inizio del loro tempo, ma non si tratta di un reset ingenuo. Lui non è una versione vuota o inconsapevole. Non ricordano tutto come memoria umana, ma ricordano come anime.
Le ultime scene non rappresentano una timeline alternativa o una correzione del destino. Rappresentano la fine della tribolazione. Il tempo non viene riavviato: viene trasceso.
Non devono più distruggersi per esistere.
Non devono più soffrire per amarsi.

Colonna sonora
La OST è una delle più belle e coerenti che abbia mai ascoltato in un drama fantasy. Non è mai invasiva, ma accompagna ogni scena con una delicatezza incredibile, amplificando silenzi, attese e dolore. Riascoltarla significa tornare immediatamente alle emozioni del drama.

FEUD non è semplicemente una storia d’amore.
È la storia di due forze che imparano a smettere di combattersi.

E forse ci tocca così profondamente perché fuoco e ghiaccio vivono anche dentro di noi.

un appunto che mi sento di fare in generale sulla "lunghezza dei drama" riferito non a questo drama in particolare ma a tutto il genere.
Spesso si sente dire che i drama sono lunghi e quindi noiosi, ma credo sia un luogo comune fuorviante. In realtà, per trasmettere concetti così profondi e complessi — soprattutto per uno spettatore occidentale — una narrazione lunga non è un difetto, ma una necessità. Temi come il karma, l’equilibrio tra Yin e Yang, la responsabilità delle scelte e l’evoluzione dell’anima non possono essere compressi senza perdere significato. Anzi, a volte questi drama risultano persino troppo brevi rispetto a ciò che vogliono raccontare. Quando si smette di guardarli come semplice intrattenimento e si inizia davvero a comprenderne il linguaggio, diventano estremamente affascinanti e capaci di far riflettere in profondità — qualcosa che, purtroppo, le serie occidentali contemporanee riescono a fare sempre più raramente.

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