? Terza stagione – Chiusura di un’epoca
La terza stagione chiude il cerchio di una serie che ha segnato un’epoca. Dopo il clamore iniziale e il consolidamento nella seconda, questa ultima parte si prende il tempo per portare a compimento la storia, con una narrazione più matura ma anche più rallentata.
Rispetto alle stagioni precedenti, i giochi risultano meno crudi e meno d’impatto. La tensione psicologica resta, ma viene diluita in dinamiche più complesse e meno immediate. Gli ultimi due giochi in particolare perdono mordente, risultando in parte ripetitivi e meno incisivi rispetto al tono forte e spietato che ha reso iconica la serie.
Ciò che però ho apprezzato profondamente è la direzione presa dalla trama: il focus si sposta sempre più sull’interiorità dei personaggi, sulle scelte, sui limiti morali e sulla responsabilità. Il finale, a mio avviso, è stato coerente, sensato e necessario. Non si è cercato il colpo di scena forzato, ma si è rispettata la logica interna del racconto e l’evoluzione del protagonista.
Non è stata una stagione perfetta, ma è stata una chiusura onesta. Una riflessione più adulta sulla natura umana, sul potere e sulle conseguenze.
📌 Non è una stagione che cerca di superare le altre, ma di concluderle.
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