This review may contain spoilers
Recensione It's Okay. That's love
It’s Okay, That’s Love mi è piaciuto dal primo all’ultimo episodio. Ho adorato tutti i personaggi, principali e secondari: nessuno è stato inserito per riempire, ognuno porta con sé una storia e un messaggio di empatia, amore, amicizia e dedizione verso l’altro. È un drama che parla di malattie mentali senza pregiudizio, con leggerezza e profondità allo stesso tempo, mostrando quanto la comprensione e il supporto reciproco possano fare la differenza.
Il protagonista maschile è brillante, affascinante e determinato, ma nasconde fragilità che non riesce ad accettare finché l’amore per la protagonista — e per sé stesso — non lo aiuta a guarire davvero. Lei, con la sua finta corazza, riesce a superare le proprie paure e diventa l’esempio di cosa significhi amare davvero: non solo nei momenti felici, ma anche e soprattutto in quelli difficili. Quando arriva la crisi, non scappa, e questo l’ho trovato bellissimo e raro.
Anche i personaggi secondari sono meravigliosi: leali, presenti, pronti a sostenere senza giudicare. E forse proprio le famiglie dei protagonisti, con tutte le loro imperfezioni e mancanze, sono la chiave per capire l’origine delle loro fragilità ma anche la loro forza: senza quelle ferite, non avrebbero avuto lo stesso percorso di crescita.
L’OST è splendida: continua a emozionarmi anche dopo aver finito il drama. La trovo diversa dal solito, più occidentale, raffinata e mai banale. Si fonde perfettamente con le scene, amplificando ogni emozione senza mai sovrastarla.
Un drama intenso, umano e pieno di empatia, che ti fa riflettere e resta nel cuore. È il primo k-drama che rivedrei volentieri. Voto: 9/10.
Il protagonista maschile è brillante, affascinante e determinato, ma nasconde fragilità che non riesce ad accettare finché l’amore per la protagonista — e per sé stesso — non lo aiuta a guarire davvero. Lei, con la sua finta corazza, riesce a superare le proprie paure e diventa l’esempio di cosa significhi amare davvero: non solo nei momenti felici, ma anche e soprattutto in quelli difficili. Quando arriva la crisi, non scappa, e questo l’ho trovato bellissimo e raro.
Anche i personaggi secondari sono meravigliosi: leali, presenti, pronti a sostenere senza giudicare. E forse proprio le famiglie dei protagonisti, con tutte le loro imperfezioni e mancanze, sono la chiave per capire l’origine delle loro fragilità ma anche la loro forza: senza quelle ferite, non avrebbero avuto lo stesso percorso di crescita.
L’OST è splendida: continua a emozionarmi anche dopo aver finito il drama. La trovo diversa dal solito, più occidentale, raffinata e mai banale. Si fonde perfettamente con le scene, amplificando ogni emozione senza mai sovrastarla.
Un drama intenso, umano e pieno di empatia, che ti fa riflettere e resta nel cuore. È il primo k-drama che rivedrei volentieri. Voto: 9/10.
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