The Rebel Princess (2021)

上阳赋 ‧ Drama ‧ 2021
The Rebel Princess (2021) poster
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Classificato #721
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Wang Xuan è una nobildonna di 15 anni, la cui vita viene stravolta quando è costretta a un matrimonio combinato con Xiao Qi, un generale potente ma di umili origini. Nonostante le premesse poco incoraggianti, i due stringono un forte legame nel tentativo di affrontare una serie di aspre lotte di potere e complotti che minacciano di mettere in ginocchio la corte imperiale (e il regno). La loro collaborazione, particolarmente efficace, li aiuta a sventare i dannosi tentativi di innescare disordini civili incontrollabili, ma li porta anche all'apice del potere politico: Wang Xuan e Xiao Qi sono effettivamente diventati insieme gli imperatori del regno. Tuttavia, il resto della famiglia imperiale non ha alcuna intenzione di cedere così facilmente il potere a questa giovane coppia e i suoi membri più subdoli ordiscono un complotto mortale per eliminare definitivamente i benevoli Wang Xuan e Xiao Qi... (Fonte: Viki) ~~ Tratto dal romanzo "Emperor's Conquest" (帝王业) di Mei Yu Zhe (寐语者). Modifica la Traduzione

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  • Paese: China
  • Digita: Drama
  • Episodi: 68
  • Andato in Onda: gen 9, 2021 - feb 25, 2021
  • In Onda su: Lunedì, Venerdì, Sabato, Domenica
  • Rete Originale: Youku
  • Durata: 45 min.
  • Puteggio: 8.4 (scored by 4,096 utenti)
  • Classificato: #721
  • Popolarità: #1803
  • Classificazione dei Contenuti: 15+ - Teens 15 or older

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Recensioni

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Disarmonia kills Tao
3 persone hanno trovato utile questa recensione
12 giorni fa
68 di 68 episodi visti
Completo 0
Generale 8.0
Storia 7.5
Acting/Cast 8.0
Musica 7.5
Valutazione del Rewatch 1.0

Maratona imperiale confuciana di intrigo NO STOP!

Cinematografia:10/ 10; Sceneggiatura: 7/10;
Questa è una di quelle magnifiche produzioni ad alto budget (finalmente) che inizia in modo così plateale che dentro di me ho urlato al "capolavoro" . 68 episodi dopo mi dispiace dire che, nonostante qualche arco narrativo, momenti eccellenti e scene iconiche, questo drama è ben lontano dalle sue straordinarie promesse iniziali.

Sinossi: Wang Xuan o A'wu, il personaggio del titolo, è l'unica figlia del Primo Ministro Wang Lin, cognato dell’Imperatore e a capo del Langya Wang, la cui formidabile influenza politica si è estesa a diverse dinastie a partire dai Jin Orientali. Il loro potere è assicurato da un patto con la famiglia imperiale Ma, in base al quale, finora per dodici generazioni consecutive, l'erede del clan Wang viene scelta come imperatrice. La regola n°1 della dottrina del clan Wang è "la Madre del mondo" , inteso come difenditrice dell'ordine del Mondo, e quindi della famiglia regnante Ma. Wang Xuan, pertanto, reca con sé il potere e l'influenza del clan Wang.
Il dramma semplifica tutto questo, limitandosi a parlare di uomini innamorati della sua incantevole e incomparabile bellezza (neanche più tanto fresca, ahimé). Questa è solo la ciliegina sulla torta e non l'unico aspetto del suo fascino per uomini ambiziosi che altrimenti non potrebbero legittimamente rivendicare il trono. Sono innamorati di lei sia il Primo che il Terzo Principe, entrambi deboli e sciocchi, in particolar modo Zitan, un personaggio il cui unico scopo esistenziale è solo quello di amare A'wu. In questo contesto, l'aspettativa di A'wu di un matrimonio amoroso è irrealistica e non possibile per nessuno dei membri dell'élite nobile; i matrimoni sono alleanze politiche in cui il meglio che si possa sperare è un po' di affetto che potrebbe o meno essere amore.
Il primo e più significativo atto di ribellione di A'wu sarebbe stato contro il suo destino di imperatrice e, così facendo, si ribella a suo padre e, per estensione, al suo clan ma nessuno se ne cura, ognuno dei personaggi prosegue con il proprio piano. L’unica che si ribella per lei è la madre, sua sostenitrice. I piani per stabilizzare la propria posizione a corte sconvolgono la famiglia imperiale Ma e i clan Wang e Xie, innescando un'intensa lotta di potere tra questi ultimi due.
I Ma sono rappresentati come una combinazione di stupidità, inadeguatezza e indegnità, l’Imperatrice ha un aspetto grossolano non a caso. Detto questo, ho assistito alla crescita del personaggio principale e ho potuto comprendere e in gran parte empatizzare con le sue decisioni fino all'episodio 40 circa.
Purtroppo, il drama da lì in poi, si appiattisce e la trama viene sopraffatta da cattivi monodimensionali e stereotipati con motivazioni ripetitive e noiose, alcune persino non plausibili.
Uno dei personaggi più interessanti è quello Wang Lin di Yu He Wei. È l'unico personaggio un po' complesso, intelligente ma non infallibile, sfacciatamente ambizioso, cinico e impenitente. Ho apprezzato il modo in cui analizza le situazioni con gioia e perspicacia e rimuove gli strati di rettitudine e ipocrisia che lo circondano.
Ci sono state molte occasioni in cui ho potuto immedesimarmi e persino sostenere la sua causa.
Wang Xuan gli somiglia per la sua arroganza e senso di superiorità ma non per acume e abilità strategiche, infatti si trova spesso a gestire le decisioni fuori da ogni logica che gli altri prendono per brama di potere.
Zhang Ziyi imbianca il personaggio di Wang Xuan e non osa abbracciarne il lato oscuro (risultando uno dei personaggi esteticamente migliori ma caratterialmente noiosi di 120 drama finora seguiti). Il suo personaggio nel corso del drama regredisce e prende decisioni molto discutibili che non posso né condividere né giustificare.

La relazione tra Xiao Qi e Wang Xuan è in certe scene l'aspetto migliore di questo drama. È così bello vedere un attore che si adatta alla parte di un generale imbattuto e segnato dalle battaglie, piuttosto che un attore idol emaciato con la pelle liscia come quella di un bambino, inoltre ha un’aura e un carisma unico nel suo genere, con una presenza scenica impressionante, superando di gran lunga tutti gli attori cinesi finora visti nei drama. Ha, inoltre, una buona alchimia con Zhang Ziyi che mi ha spinto a rivedere più volte qualche scena in cui la loro storia d'amore si sviluppa e progredisce, le loro interazioni naturali e intime riescono a evitare i cliché tipici delle relazioni drammatiche, certe scene hanno un calore e un’intimità domestica che raramente si apprezza negli storici cinesi. Entrambi gli attori comunicano emozioni con poche parole e piccoli, sfumati cambiamenti di espressione. La loro relazione non è perfetta, tutt'altro, e in questo aspetto è tristemente realistica. Hanno la loro dose di sfide e conflitti e nel tentativo di proteggersi si omettono troppe cose, lei agisce in modo troppo incauto a volte.
Uno degli aspetti personalmente indigesti della loro relazione è la quantità copiosa di reticenze, mezze verità e segreti taciuti che dall'episodio 15 prosegue fino al 66° episodio, mostrando poca o nessuna evoluzione nel loro rapporto.
Lei non rivela spesso ciò che sa delle trame di corte, nel tentativo di proteggerlo o perché crede che sia un peso che deve portare da sola.
Lui omette dettagli cruciali della sue vita, delle sue finanze, le sue strategie militari e politiche, convinto che sia l’unico modo per tenerla al sicuro.
Entrambi si amano, ma questa protezione reciproca attraverso il silenzio finisce col creare fraintendimenti e sospetti.
Il risultato è che, fino alla fine, si comportano come due persone che combattono insieme ma non si aprono mai del tutto. Quindi non ho visto né una romance spiccata né un'alleanza politica, più lei che lui faranno gli interessi della propria famiglia.
È stato deludente non avere visto come affrontano la loro più grande sfida relazionale, quando Wang Xuan è divisa tra la protezione del suo primo amore e la stabilità del regno e la lecita ricerca di giustizia del marito.

Ciò che è stato estremamente fastidioso è che Zitan avrebbe potuto essere meglio scritto per essere un personaggio molto più interessante, complesso, meglio caratterizzato e interpretato, invece di uno che è stato francamente una completa perdita di tempo sullo schermo. Uno dei personaggi più inutili e scioccamente deboli della serie.

Aspetti tecnici: sul piano registico ho visto un approccio tradizionale, seguendo i canoni del drama storico cinese di alto budget, con poche sperimentazioni, riprese fisse o movimenti lenti (sicuramente con steady cam) per composizioni simmetriche, attenzione ai costumi e agli spazi più che a scelte visive sperimentali.
Pacing visivo: Alternanza tra campi lunghi, per mostrare scenografie e ambienti monumentali, e primi piani statici per i dialoghi politici; il risultato è elegante, ma anche un po’ “piatto” e prevedibile.
Uso dello spazio scenico: le scene di palazzo e di corte sono ben coreografate per trasmettere ordine e gerarchia, ma in quelle più intime la regia si limita spesso a un ping-pong di inquadrature (shot–reverse shot), senza particolari guizzi.
La direzione attoriale sembra meno incisiva con il cast secondario; alcuni interpreti recitano sopra le righe, altri sotto tono, segno che la regia non ha uniformato i registri recitativi.

Scene d’azione: riprese chiare e ordinate ma senza la tensione coreografica di produzioni come Nirvana in Fire, i combattimenti sono funzionali alla storia e più scenografici che realmente memorabili.
Costumi meravigliosi ma del tutto sganciati dal contesto storico e geografico, troppo voluminosi inoltre, a mio umile parere.
La longevità eccessiva del drama, senza plausibili stravolgimenti o storie davvero nuove da raccontare, propone un intrigo dopo l’altro sempre dello stesso tipo e dello stesso genere, con un montaggio che esagera sul finale riproponendo scene flashback desaturate del passato, e taglia parti fondamentali del lavoro.
Alcuni archi mancano di conclusione o di scene fondamentali a discapito di altre del tutto inutili (es. la notte in cui la cugina Qin'er ordisce un piano per rimanere alla capitale, il coinvolgimento di Wangsu o nell'episodio 65-66 quando Xiao Qi si reca alla Corte per rendere giustizia del massacro di Lingya... ). Molti, troppi tagli su una serie di 48 ore che ha speso più di ogni altra serie per la cinematografia, francese tra l'altro, è una grandissima caduta di stile e crollo della qualità complessiva del lavoro.


I limiti di questo lavoro personalmente sono stati:
1) l'interpretazione di Wang Xuan da parte di Zhang Ziyi manca di complessità.
Diventa un soffocante esempio di virtù e perdono in perfetto stile confuciano. Madre della sua patria e inspiegabilmente strenua difenditrice del diritto assoluto di governare della (inutile) famiglia imperiale. Ha un'espressione perennemente distaccata e altezzosa che mi ha permesso poche volte di empatizzare con la sua situazione e ho odiato molte sue decisioni nel finale.
Sebbene abbia il diritto di perdonare i suoi nemici per i torti che le hanno commesso personalmente, non è assolutamente suo compito amministrare la giustizia a suo piacimento.
Prende con nonchalance decisioni di grande peso e conseguenza, senza alcuna apparenza di conflitto interiore, ideologia dominante o senso di giustizia. Se questo la rende una ribelle, è una ribelle priva di fondamento.
Mi piace Zhang Ziyi ma questo non è un ruolo in cui ha brillato se non ci limitiamo all’estetica dove è assolutamente “gorgeous”..
Ho avuto anche io dei problemi con la sua interpretazione della quindicenne A'wu, nonostante sembra aver congelato il tempo, ricordo bene com’era a 20 anni (Memorie di una Geisha, la Foresta dei Pugnali Volanti) , e vederla produrre smorfie o correre agitando le mani per fare la quindicenne… personalmente mi ha ricordato una donna con problemi psichiatrici.
In Cina non sanno fare un casting degno! Neanche quando hanno il budget!

2)Sebbene il finale sia accettabile, è deludente per troppi aspetti importanti. Dato che il cambio di regime non è un modo praticabile per concludere questo tipo di dramma, non avrebbe dovuto essere scritto per renderlo così convincente. Zidan non avrebbe dovuto essere scritto per essere un tale jidan (in cinese: 鸡蛋), ossia uno zero, o letteralmente un uovo, qualcuno che non è ancora uscito dal guscio.
È ovvio che molte parti importanti degli episodi finali sono state tagliate, il che è davvero sciatto da fare quando avrebbero potuto tagliare sostanzialmente l'arco narrativo insipido di Wang Qian/Helan Zhen o accorciare molte scene di letto di Zilu e l’amante Huan, o ridurre l'innumerevole numero degli inutili flashback che sono davvero noiosi e rallentano il ritmo già blando del lavoro .
Di conseguenza, non c'è giustizia per il massacro dell'esercito di Ningshuo e non riusciamo nemmeno a vedere come questo atroce esito sia stato negoziato tra Xiao Qi e Wang Xuan (se è stato davvero negoziato o semplicemente montato per creare un dubbio nello spettatore) . Entrambi i personaggi mi deludono profondamente in questo. Quindi, alla fine, non sembra che nulla di sostanziale sia cambiato o che il regno sia in una posizione migliore o nelle mani di governanti più competenti.
Il finale dove tutti vengono perdonati è una scelta che richiama il concetto confuciano di ordine e armonia nell’impero. La vendetta personale rischierebbe di perpetuare il ciclo di odio e guerra. Il perdono, invece, sancisce una sorta di “nuovo inizio” per la corte e per il regno. Tutto bello ma reso male, e dopo 68 episodi priva lo spettatore di una giusta chiusura.

3) La sceneggiatura è Il tallone di Achille di questo lavoro insieme ad alcune interpretazioni dei ruoli di supporto, quali Zitan, l’imperatrice e la bambina che interpreta A’wu da bimba ( che leggeva le battute), alcuni villain, hanno abbassato notevolmente la qualità che la seria doveva avere.
Molti personaggi minori restano funzionali alla trama ma senza nessuno spessore interpretativo.
I Principi e nobili di corte sono spesso stereotipati, privi di carisma o di una vera profondità psicologica; risultano più “ruoli” che persone.
L'Imperatrice vedova è tratteggiata in maniera volutamente grossolana ma con una recitazione che in più punti scivola verso il teatrale, quasi caricaturale che spezza l’immersione (meglio sul finale).
L’espediente narrativo del rapimento è stato personalmente abusato (4 volte). Davvero non si poteva rimaneggiare la sceneggiatura per renderla più avvincente?
Una cosa è la lettura di un romanzo, a cui l'opera si ispira, una cosa è la visione di 48 ore di lavoro per vedere sempre la stessa minchia di scena (scusate)?!?

4) Mancanza di spessore emotivo e psicologico per tutti i personaggi, soprattutto i cattivi le cui motivazioni per le inique azioni non vengono esplorate lasciando allo spettatore un impressione di dilagante degrado morale che come una epidemia investe tutti, anche chi inizialmente era buon e innocente, senza davvero alcun motivo valido o coerente. Si salva solo il nostro eroe, XIAO QI.
Malcelata misoginia : Song Huaen è specualare a Su Jin'er, entrambi sono vivi grazie ai protagonisti e hanno vincoli di gratitudine immensa nei loro confronti, ciò nonostante sono anche profondamente avidi e con profondi complessi di inferiorità. eppure la donna agirà in modi totalmente meschini, abietti, truculenti rispetto all'uomo che sarà molto meno amorale nelle sue azioni, tutte concentrate sul finale.


The Rebel Princess è una serie da guardare con occhio equilibrato: offre splendide immagini, una cinematografia indimenticabile e una coppia protagonista che ogni tanto funziona, con poco spazio sullo schermo, insieme a un universo politico intrigante (se non hai mai visto un drama politico cinese).
Può essere esaltante come in effetti lo è stato per qualcuno che conosco ma richiede pazienza: qualche lentezza, personaggi poco credibili e una durata impegnativa mettono alla prova l’entusiasmo.
Per chi ama le storie molto lunghe di potere, sacrifici e intrigo politico, resta una proposta interessante… ma forse non all’altezza dei capolavori storici del genere.

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dawnraptor
0 persone hanno trovato utile questa recensione
giu 2, 2022
68 di 68 episodi visti
Completo 0
Generale 9.5
Storia 9.5
Acting/Cast 9.5
Musica 9.5
Valutazione del Rewatch 9.5

Una gioa per gli occhi

Dovevo ancora trovare un'opera con così tanti costumi, così sontuosi, con così tante ambientazioni, figuranti, e con una storia così appassionante. Lenta, forse, ma avvolgente. A tratti ripetitiva, può anche darsi, ma sempre coinvolgente al massimo, anche grazie ad una colonna sonora da brivido, e non solo nelle parti cantate.
Le scene di combattimento sono qualcosa di poderoso, senza bisogno di ventagli e spade volanti, che pure mi piacciono tanto. La fisicità dello scontro è resa in tutta la sua rude, potente tragedia. Gli attori, salvo rare eccezioni, hanno tutti dato prova di eccezionali doti. La cinematografia è superba. Luci, inquadrature, scene... non so più cosa lodare.
Certo, come in tutte le produzioni di questo tipo, c'è la solita messe di malintesi e colpi di scena un po' forzati che porta avanti la storia. Lo sappiamo già in anticipo che sarà così, inutile lamentarsi, poi.
Ecco, come opera in costume ha tutto, tranne una cosa: i ragazzini bellocci.
Gran parte degli attori è già abbondantemente matura, forse (senza forse) un po' troppo matura per l'età dei personaggi che dovrebbe interpretare. La prima attrice, di quarant'anni suonati, interpreta in principio una quindicenne, e così molti altri attori/attrici. Ci sono figli che paiono più vecchi dei padri... Sinceramente è l'unica fonte di disturbo che ho trovato in tutta l'opera. Non perché non voglia vedere attori maturi recitare, ma perché il fatto che siano 40enni e oltre che interpretano ragazzini disturba la visione: la mente si incaglia sulla disparità anagrafica, si avverte un senso di confusione, di errore. Ci vuole molto a liberarsene. Ma è veramente l'unico minus di tutto il drama.
Ne comincerei immediatamente una seconda serie da 68 episodi. Se solo esistesse!

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Dettagli

  • Titolo: The Rebel Princess
  • Digita: Drama
  • Format: Standard Series
  • Paese: Cina
  • Episodi: 68
  • Andato in Onda: gen 9, 2021 - feb 25, 2021
  • Andato in Onda On: Lunedì, Venerdì, Sabato, Domenica
  • Rete Originale: Youku
  • Durata: 45 min.
  • Classificazione dei Contenuti: 15+ - Dai 15 anni in su

Statistiche

  • Puteggio: 8.4 (segnato da 4,096 utenti)
  • Classificato: #721
  • Popolarità: #1803
  • Chi Guarda: 11,917

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