Pamyo (2024)

파묘 ‧ Movie ‧ 2024
Pamyo (2024) poster
8.4
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Classificato #870
Popolarità #615
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  • Paese: South Korea
  • Digita: Movie
  • Data di Rilascio: feb 16, 2024
  • Durata: 2 hr. 13 min.
  • Puteggio: 8.4 (scored by 16,714 utenti)
  • Classificato: #870
  • Popolarità: #615
  • Classificazione dei Contenuti: 15+ - Teens 15 or older

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Recensioni

Completo
Disarmonia kills Tao
3 persone hanno trovato utile questa recensione
19 giorni fa
Completo 0
Generale 8.0
Storia 8.5
Acting/Cast 8.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 5.0

Quando l'horror si fa (solo) rituale

Sceneggiatura molto interessante : 8,5; Regia:7,5; Scenografia: 7,5.
Horror coreano del 2024 con una storia molto interessante, ricca di significati, messaggi e simbolismi.
Il voto della giuria critica è di 7,6 secondo Rotten Tomatoes quindi nella mia valutazione, non da critico, mi sento generosa.
Sebbene sia un horror "riflessivo", capace di farti riflettere sugli orrori delle guerre e delle sopraffazioni, prendendo spunto dall'occupazione giapponese, il problema è che non fa paura. Non è la prima volta che vedo qualcosa di coreano che vorrebbe terrorizzare ma non ci riesce , almeno personalmente e se leggo altre recensioni riscontro lo stesso problema.
Il film esplora profondamente il sincretismo tra sciamanesimo, feng shui, geomanzia (pungsu), cristianesimo e superstizione, offrendo una riflessione sul trauma generazionale e l’eredità della colonizzazione giapponese
Il film parte come ghost story (una sciamana e il suo assistente vengono ingaggiati da un americano di origini coreane per "liberare" il figlio neonato da influssi malvagi) per diventare un delirio mistico collettivo sul finale, con una forte componente simbolica .

Il lavoro ha ricevuto un apprezzamento molto positivo presso l'Asian Film Awards 2025, vincitore per Best Costume Design e Best Visual Effects, mentre il regista e Kim Go Eun, sono stati pluripremiati dal Baeksang Arts Awards 2024,
Analogamente secondo il Blue Dragon Film Awards 2024: Migliore regia, Migliore Cinematografia e Luci, Migliore Direzione artistica e Migliore attrice.

Per quel che mi riguarda, obiettivamente, ho riscontrato i seguenti punti di forza e le seguenti criticità:
Un cast di alto livello (Kim Go‑eun, Choi Min‑sik, Yoo Hae‑jin), con un'estetica piuttosto ricercata e un'atmosfera densa di folklore coreano, i rituali mi sono sembrati realistici e molto coreografici, con buoni effetti scenici, presenza di un forte simbolismo dei messaggi lanciati allo spettatore che lo rendono un film interessante, con un senso e una storia.
D'altro canto l'ho trovato lento, specialmente all'inizio, il tema dell'esorcismo ripetuto e sovraccarico, scene eccessivamente scure, musiche non proprio di altissimo livello che non aiutano a creare un atmosfera terrificante, effetti sonori un po' troppo calcati e finti, interpretazioni disomogenee per livello (Lee do hyun non regge il confronto con Kim go eun, stessa cosa per l'aiutante del geomante e qualche altra comparsa), CGI non sempre di livello (le volpi che da vicino erano palesemente create al pc), potenziale come horror sprecato, nel senso che in poche sequenze mi ha davvero impressionato ma non mi ha mai davvero spaventata.
La color correction tende al seppia-grigio-verde, con pochi contrasti netti: una scelta che in alcuni casi appiattisce le immagini e la tensione visiva.
Interpretazioni: Choi Min-si, qui interpreta il geomante, un ruolo carismatico ma non pienamente sfruttato. Memorabile in Oldboy, qui mi è parso più contenuto, quasi sottotono.
Kim Go-eun, intensa ma anche lei un po' sottotono, più emotivamente espressiva in altri suoi lavori.
Yoo Hae-ji, la sua presenza mi è apparsa poco significativa rispetto al resto del cast.
Lee Do-hyun, confermo sia un giovane attore promettente ma ha mostrato più presenza fisica che emotiva. In drama come The Glory o la Pessima Madre Ideale mi ha convinto di più.

Regia
Diretto da Jang Jae-hyun, è un horror rituale che intreccia paura, spiritualità e storia. La regia costruisce tensione lentamente, con inquadrature statiche, lentissime nei rituali, i suoni sciamanici che diventano strumenti narrativi. La camera è lenta con accelerazioni improvvise quando lo spirito emerge, la macchina accelera e si muove bruscamente, per creare un contrasto emotivo forte. Nei rituali la ripresa è lenta e ipnotica, quasi meditativa.
C'è spesso un uso del fuori campo, spesso ciò che è più spaventoso non viene mostrato subito: rumori, ombre e sguardi degli attori fanno intuire la presenza.
I colori sono freddi e spenti nelle scene notturne e caldi dopo la liberazione del male.
A livello visivo Jang non punta sullo "spettacolare" ma su una regia rituale, lenta, geometrica e simbolica, che trasforma le riprese stesse in un’estensione del gut sciamanico. Il risultato è un film che “ipnotizza” più che spaventare, facendo vivere allo spettatore il senso di oppressione e liberazione.
I protagonisti agiscono come un gruppo rituale, ognuno con un ruolo tecnico e spirituale, senza un eroe solitario.
L’atmosfera nasce dal contrasto fra modernità (ville, cliniche) e tradizione (cimiteri, tombe, monti).
La figura del samurai gigante è simbolo del colonialismo giapponese. La sua altezza esagerata esprime oppressione storica e male sovrannaturale. La fotografia insiste su terra, fango e sangue, rafforzando la fisicità del rituale.
Il ritmo segue fasi precise: diagnosi, preparazione, esumazione, conflitto e purificazione, come in un gut sciamanico.
Jang unisce horror, storia e filosofia dei cinque elementi. Personalmente avrei osato di più.


Il suo forte è il Simbolismo!
Il film "Exhuma" (2024) è intriso di simbolismi profondi, fortemente radicati nella tradizione religiosa, esoterica e storica coreana, con elementi che riflettono trauma generazionale, ritualità ancestrale, relazioni tra vivi e morti, e le tensioni tra modernità e tradizione.
La riesumazione: simbolo chiave del film, rappresenta non solo l'atto fisico di riportare alla luce un corpo ma anche il dissotterramento di memorie familiari represse, di colpe ancestrali, di forze oscure sepolte dal tempo.
Nel contesto culturale coreano, spostare una tomba diventa metafora della rottura dell’equilibrio tra vivi e morti.
La pratica del geomante (interpreto da Choi Min-sik) rappresenta il connubio tra natura, spiritualità e destino umano. Il sito della sepoltura è una fonte di sventura.
Il Gut (rituale sciamanico coreano) simboleggia la memoria collettiva e spirituale del popolo coreano. I suoi canti, i tamburi, le danze, incarnano resistenza culturale contro la secolarizzazione.
Il serpente col volto umano che si vede potrebbe rappresentare il maleficio ancestrale, qualcosa che cambia pelle ma rimane sempre profondamente perverso nei suoi bassi istinti ma anche l'esito mostruoso dell'arroganza del rituale.
Il contrasto (e talvolta la sovrapposizione) tra i simboli cristiani (croci, Bibbia, preghiere) e quelli sciamanici (candele rituali, corde sacre, tamburi) suggerisce un conflitto tra fede importata e spiritualità indigena, l'impossibilità di risolvere il male attraverso una sola lente teologica, il bisogno di un sapere composito, ibrido, per affrontare il trauma, o semplicemente un confronto, un accostamento.
Il trauma storico (colonialismo giapponese),senza essere esplicito, allude a eventi traumatici della Corea, la tomba maledetta richiama il tema della sottomissione forzata, della vendetta, della storia sepolta.
Lo spirito che perseguita è una ferita collettiva non rimarginata, come la memoria della colonizzazione, della guerra, e della povertà trasmessa tra generazioni.
La katana animata (tsukumogami) è un'arma trasformata in spirito vendicativo, simbolo di aggressione perpetua, la cui liberazione ristabilisce l'energia vitale e identitaria , superando, simbolicamente, il vincolo storico generazionale.
La figura del samurai gigante in Exhuma (attenzione che chi lo interpreta è un attore realmente alto 220 cm) è così alta per motivi simbolici, narrativi e spirituali. Non è un semplice effetto horror, la sua altezza veicola diversi significati profondi: la forza brutale e soverchiante dell’occupazione giapponese in Corea (1910–1945). La sua altezza esagerata simboleggia l'imponenza schiacciante del potere coloniale. L’idea che il trauma della storia sia "più grande" dell’uomo comune, al punto da essere ancora oggi “intoccabile”. Una presenza sovrastante e invasiva anche nella morte, quel corpo non riposa, ma domina il territorio spiritualmente e fisicamente.
Non è più un uomo, ma un “tsukumogami” (spirito-arma animato) fuso con una katana maledetta.
Il suo corpo enorme è il risultato di secoli di odio, dolore e maledizione: un corpo spirituale "gonfiato" da rabbia e desiderio di dominio.
Come accade nei miti giapponesi e coreani, le entità maligne crescono a dismisura quando non sono state esorcizzate o onorate.
L’attore che ha dato vita fisicamente a questo personaggio è Kim Byung‑Oh, un ex giocatore di basket alto circa 220 cm
Inoltre, la sua performance vocale inquietante è stata affidata al celebre doppiatore giapponese Rikiya Koyama, rendendo la presenza del guerriero ancor più intensa e memorabile, questo approccio “ibrido” tra un attore d’aspetto enorme accompagnato da una voce distintiva, ha amplificato la potenza visiva ed emotiva del personaggio, rendendolo una figura davvero suggestiva e quasi iconica.

Fate attenzione inoltre al numero delle targhe nelle auto di questo film, in verità sono date care ai coreani.
Se volete approfondire: https://mydrama.altervista.org/meaning-in-motion/exhuma-e-il-sam-iljeol/ .

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Completo
Anthojay
37 persone hanno trovato utile questa recensione
mar 9, 2024
Completo 5
Generale 9.5
Storia 9.0
Acting/Cast 10
Musica 10
Valutazione del Rewatch 9.0

Good buildups but there's a tone shift

Spectacular cinematography and insane acting performances, the horror element is effective with a good amount of reasoning behind the plot, though the way it turns out at the end might be a little anticlimactic for some. The third act takes a weird tone shift after all the amazing buildups that were done earlier, more specifically its resolution part was given a superpower treatment instead of supernatural ones. Still, the historical and geopolitical backstory had lots of details which are quite logical, and their quality suspense holds well enough to make this an excellent movie overall.

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Dettagli

  • Titolo: Pamyo
  • Digita: Movie
  • Format: Feature Film
  • Paese: Corea del Sud
  • Data di Rilascio: feb 16, 2024
  • Durata: 2 hr. 13 min.
  • Classificazione dei Contenuti: 15+ - Dai 15 anni in su

Statistiche

  • Puteggio: 8.4 (segnato da 16,714 utenti)
  • Classificato: #870
  • Popolarità: #615
  • Chi Guarda: 31,711

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