Trigger (2025)

트리거 ‧ Drama ‧ 2025
Trigger (2025) poster
8.3
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Valutazioni: 8.3/10 dagli utenti 14,274
# di Chi Guarda: 28,029
Recensioni: 98 utenti
Classificato #1124
Popolarità #771
Chi Guarda 14,274

Mentre una Corea del Sud libera da armi è inondata da armi da fuoco illegali, un risoluto poliziotto e un astuto broker entrano in conflitto in una resa dei conti ad alta tensione. (Fonte: Netflix) Modifica la Traduzione

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  • magyar / magyar nyelv
  • Paese: South Korea
  • Digita: Drama
  • Episodi: 10
  • Andato in Onda: lug 25, 2025
  • In Onda su: Venerdì
  • Rete Originale: Netflix
  • Durata: 47 min.
  • Puteggio: 8.3 (scored by 14,274 utenti)
  • Classificato: #1124
  • Popolarità: #771
  • Classificazione dei Contenuti: 18+ Restricted (violence & profanity)

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Cast & Ringraziamenti

Recensioni

Completo
Lynnea
3 persone hanno trovato utile questa recensione
ago 7, 2025
10 di 10 episodi visti
Completo 1
Generale 8.0
Storia 7.5
Acting/Cast 9.0
Musica 7.0
Valutazione del Rewatch 7.0
Questa recensione può contenere spoiler

Serie che preme il grilletto senza esitazione, ma non centra del tutto il bersaglio

Drama che preme subito il grilletto ed entra nel vivo della vicenda fin dal primo episodio. Trigger - "grilletto", per l'appunto - è un thriller incentrato sulla diffusione illegale di armi da fuoco, in un Paese dove alla popolazione non è permesso nè l'uso nè la detenzione.
Siamo in un contesto investigativo-poliziesco, il protagonista è un poliziotto interpretato da un attore che non conoscevo e che, di primo acchito, mi convinceva poco - forse perchè poco carismatico e vagamente anonimo - ma che si è rivelato poi performante rispetto al ruolo interpretato. Una buona scelta, dunque.
Fin dal primo episodio appare chiaro che il cast è stato selezionato con cura, soprattutto se si considerano alcuni personaggi secondari, dove ho ritrovato con piacere alcuni attori che hanno vestito i panni delle figure secondarie in molti drama di successo: parlo di Kim Won Hae, Jo Han Chul e Jung Woon In. Ma la vera punta di diamante entra in scena dopo qualche episodio, con un Kim Young Kwang accattivante (come già dato prova in Evilive) e che porta in scena un personaggio davvero complesso e imprevedibile. Il suo Moon Baek sembra saltato fuori dal nulla, stravagante e carismatico, affascinante e un po' spiazzante. Si empatizza subito con il nuovo personaggio che diventa compagno quasi casuale nelle indagini portate avanti dal Lee Do, al contrario sempre un po' ingessato, dando vita a un duo interessante e a tratti anche divertente. Ma Trigger è anche un drama dagli imprevedibili colpi di scena, per cui Moon Baek non solo fa il suo ingresso in ritardo ma fa scoprire - episodio dopo episodio - una realtà ben diversa. E insieme a un passato veramente pesante entra in scena anche il suo singolare occhio azzurro, con tutto ciò che concerne la sua vera identità.
Il tema centrale del drama sa quasi di esperimento volto a confermare una precisa teoria: chiunque, se sottoposto alla giusta pressione, scoppia. Le pressioni e fonti di stress sono varie e molteplici, dal bullismo (i ragazzi a scuola) alla non considerazione (la vecchia signora che ha perso il figlio, piuttosto che lo studente universitario dei primi episodi), passando per soprusi di diverso genere, desiderio di vendetta per un ingiustizia subita, e via dicendo. Non c'è distinzione tra buoni e cattivi, il punto di rottura viene oltrepassato dal mite studente accademico così come dallo stupratore agli arresti domiciliari, dal giovane adolescente vittima di bullismo alla madre che strenuamente protesta pacificamente per chiedere giustizia per la morte del figlio, fino addirittura al padre putativo del protagonista, un poliziotto ormai sulla soglia della pensione che tempo addietro aveva mostrato al piccolo orfano animato da rabbia e vendetta per lo sterminio della famiglia che la strada giusta era un'altra, crescendolo come un figlio.
Questo, sostanzialmente, rappresenta però il credo di Moon Baek, un giovane disilluso, abbandonato fin dalla nascita a una vita di atroci angherie, animato da un indomabile desiderio di vendetta che lo rende figura perfetta sulla quale investire da parte di un potente trafficante d'armi. Una vita senza un briciolo d'amore, da parte di nessuno, ma solo dolore, nel passato, nel presente e anche in quel poco che resta del futuro minato da una malattia terminale. E' un cattivo? Direi proprio di sì. L'espressione compiaciuta con cui osserva il malcapitato di turno imbracciare il fucile e compiere di punto in bianco una mezza strage è qualcosa ai limiti del sadico. Ma è anche un uomo che fa indubbiamente pena, un giovane intelligente che non ha avuto una solo chance nella vita e il cui unico desiderio prima di spegnersi definitivamente e sparire nel più completo anonimato - perchè nessuno si ricorderà di lui - è proprio il verificare la sua teoria, dimostrare che un altro tipo di vita non l'ha avuta perchè di fatto non era possibile: chiunque, portato al limite, finisce per reagire superandolo. In questo senso il suo disprezzo verso il poliziotto protagonista è massimo: una figura che sembra volta all'integrità, ma che in passato ha mancato di coerenza, arrivando a uccidere nel periodo passato nell'esercito, quasi uno sfogo per il massacro della famiglia vissuto da bambino.
Il finale, ovviamente, mostrerà che la teoria è sbagliata: nessuno è immune alle conseguenze potenzialmente violente di un crollo nervoso, ma lo si può affrontare e, in alcuni casi, contrastare o aiutare gli altri a fermarsi in tempo. Moon Baek non vedrà tutto questo, la sua è una strada a senso unico senza possibilità di retromarcia, il suo triste destino segnato da tempo. Per Lee Do la conferma invece di aver intrapreso la giusta direzione, nonostante un passato difficile e il ritrovarsi, a volte, ancora combattuto.
Bella l'idea, bella la storia, bravi gli attori. Scenografia curata, musiche non particolarmente memorabili. Complice una regia forse un po' ancora troppo acerba, il drama, dopo un buon decollo, sembra non riuscire a mantenere la quota costante. L'impressione è che nella seconda parte si potesse osare qualcosa di più, mentre invece si è andati un po' in fatica, chiudendo le molte parentesi aperte in modo un po' troppo scontato. Grilletto premuto con convinzione, ma bersaglio non propriamente centrato.
E' comunque una serie che reputo meritevole e che mi sento di consigliare, anche solo per il calibro degli attori presenti.

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Completo
Cora Flower Award1 Cleansing Tomato Award1 Hidden Gem Recommender1
159 persone hanno trovato utile questa recensione
lug 26, 2025
10 di 10 episodi visti
Completo 4
Generale 7.0
Storia 6.0
Acting/Cast 9.0
Musica 6.0
Valutazione del Rewatch 4.5
Questa recensione può contenere spoiler

When Bullets Fly, Logic Dies

Trigger struts in like it owns the place. It promises dystopian thrills, a deep dive into the psychology of rage, and maybe even some searing social commentary. For a moment, you believe it. Then it trips over its own shoelaces, spills coffee on the manifesto, and starts showing stylish gunfights instead.

Our hero, Lee Do, is a former military sniper turned police officer who treats his taser like a baby blanket. He’s calm, empathetic, and apparently the only person in Korea with competency. When massacres break out across the country, he’s reluctantly dragged back into gunplay.

Moon Baek, the man who lights the match, who hands everyone guns not for money, but for ideology. He’s all contradictions: flashy yet tragic, smiling while your moral compass quietly vomits in the corner. His presence crackles. Every scene with him is electric.

At its best, Trigger gives you an unsettling mirror: ordinary people realizing that a gun turns them from background extras into the main characters of their own revenge films. It’s chilling, human, and horribly plausible.

Then… the plot walks into traffic.

A teenager and a middle-aged woman find a gun through a casual Naver search, but the entire police force of South Korea can’t figure it out. “Internet? Never heard of it.” It’s the kind of plot hole you could drive a tank through, slowly, so nobody gets hurt.

The script also has a strange habit of making every character around Lee Do incompetent just so he can shine brighter. It’s not clever. It’s like stacking the chessboard so your opponent only has pawns, then bragging about your strategic genius.

In the end, the show’s grand answer to systemic rage is… well… a little Hallmark. Sweet, maybe, but so emotionally oversimplified it makes you wonder if someone swapped it for a public service announcement.

So Trigger starts like a sleek bullet that is fast, dangerous, aimed with precision, and ends like a firecracker in the rain: a lot of smoke, a little noise, and the lingering smell of something that could’ve been spectacular if only it hadn’t soaked itself in style instead of substance.

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Dettagli

  • Titolo: Trigger
  • Digita: Drama
  • Format: Standard Series
  • Paese: Corea del Sud
  • Episodi: 10
  • Andato in Onda: lug 25, 2025
  • Andato in Onda On: Venerdì
  • Rete Originale: Netflix
  • Durata: 47 min.
  • Classificazione dei Contenuti: Riservato ai 18+ (Violenza & Volgarità)

Statistiche

  • Puteggio: 8.3 (segnato da 14,274 utenti)
  • Classificato: #1124
  • Popolarità: #771
  • Chi Guarda: 28,029

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