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  • Gender: Female
  • Location: Italy
  • Contribution Points: 0 LV0
  • Roles:
  • Join Date: October 14, 2023
Completed
When the Phone Rings
14 people found this review helpful
by Lynnea
Jan 4, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 1
Overall 8.5
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 8.5
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Un thriller-romance che si rivela più romance che thriller

Questa è una serie che poteva puntare all'eccellenza ma alla quale è mancato un po' il senso d'identità. La partenza è senz'altro il suo punto di forza, ma contemporaneamente quello debole, poiché mette sul piatto la promessa di un thriller-romance davvero originale, salvo poi faticare a soddisfare le aspettative create.
L'avvio, come dicevo, è accattivante: sin da quando ho letto il titolo - singolare - senza neppure conoscere la trama, ne ero già affascinata.
Il primo episodio mostra uno dei miei clichè preferiti - quello del matrimonio di convenienza - ma in una veste decisamente nuova: i due protagonisti non devono, come la maggior parte delle volte accade, simulare una falsa e felice vita di coppia, ma, al contrario, puntano a nascondere il legame che c'è tra loro.
Gli altri due aspetti di pregio della serie sono intrecciati abilmente tra loro: in primis sicuramente la questione del telefono sottratto al rapitore e che diventa intrigante strumento di vendetta nelle mani della moglie. Moglie che si caratterizza per un mutismo inizialmente non ben definito (quanto volontario, quanto selettivo), che si dissolve nel momento in cui interpreta il misterioso "406" ma rendendola di fatto l'ultima sospettata possibile agli occhi del marito, almeno nella prima parte della serie.
Se da una parte, quindi, i pregi non mancano, dall'altro è venuta meno la capacità di dosarli e portarli avanti: il telefono, fulcro centrale dell'intera serie, diventa poi banalmente strumento di comunicazione tra i due volto a sviscerare, risanare e costruire la loro relazione. Il binario thriller e quello del romance si separano improvvisamente e il primo sembra venire un po' accantonato, quasi andare verso un punto morto. Quel telefono, insomma, meritava un valore aggiunto maggiore oltre a diventare il singolare mezzo di un'improbabile terapia di coppia.
Ciò non vuol dire che non abbia apprezzato la serie: resto una grande fan delle love story fine a se stesse. Solo, ho dovuto rivedere le mie aspettative nel corso del drama: all'inizio un thriller-romance originale, più avanti mi sono posta nell'ottica di apprezzare un romance e basta, e alla fine di rivedere, anche se in minor parte, il lato thriller. Presa a pezzi, quindi, è davvero una bella serie. Nell'insieme, però, fuorviante: non è lo spettatore che deve correggere il tiro delle aspettative di episodio in episodio ma è la serie stessa che deve avere una chiara e precisa direzione fin dall'inizio.
L'altra pecca riguarda i dettagli: capisco che avendo messo sul piatto alcuni elementi notevoli il resto possa sembrare davvero ininfluente...ma non è così. I dettagli fanno davvero la differenza in termini di coerenza. E qui i "bug" non sono pochi: che il rapitore non cerchi di riprendersi il telefono, tanto per dirne una, oppure che la protagonista ne faccia un uso personale senza preoccuparsi più di tanto del pazzoide che l'ha rapita e che ancora circola indisturbato a piede libero. Forti dubbi anche sulla gestione dell'identità nascosta di lei: lui viene dipinto come l'uomo più sotto i riflettori dell'intera Corea, e il mistero dell'identità della moglie resta segreto nonostante le decine e decine di giornalisti capaci di svelare anche i segreti meglio custoditi. Che i due abitino in un condominio, dove lui parcheggia serenamente la propria auto a viso scoperto al fianco di quella degli altri condomini e accedano al loro appartamento in totale libertà proprio cozza con l'idea dell'identità super nascosta di lei. Infine, il ruolo di portavoce e tutto l'aspetto politico sembrano andare alla deriva dopo i primissimi episodi: lo vediamo puntualmente impegnato nella sua vicenda personale e il suo importantissimo ruolo professionale sembra relegato più a una questione di nome che di fatto.
Per quanto riguarda il cast, ottima scelta e di ottimo livello. Attori performanti per i ruoli, lui molto bravo ad assumere un atteggiamento ermetico/distaccato nei primi episodi, lei altrettanto meritevole di aver delineato un personaggio capace di evolvere nel corso della serie, partendo come un pulcino spaurito e per nulla autonomo per poi tirare fuori una forza di volontà e una sicurezza via via maggiore e diventare a sua volta elemento determinante del proprio destino. Forse ho apprezzato meno l'evoluzione del portavoce: bene che la freddezza si riveli solo di facciata, ma ciò non deve necessariamente sfociare in un versamento continuo di lacrime, come invece accade.
Nel penultimo episodio la vena thriller si riprende un po', nuovi pezzi del puzzle vengono svelati e aiutano quelli già messi sul tavolo a trovate via via il giusto incastro. Poteva culminare con un bel finale, avrei aggiunto una decina di minuti in coda per cavalcare l'onda dell'episodio e chiudere in bellezza la serie. E invece tutto è precipitato nell'ultimo episodio, che ho trovato davvero senza senso, con lui che sparisce senza lasciare traccia, lasciandola sola col cuore infranto. Non c'è motivo che regga, certamente i peccati del padre rimangono peccati del padre, mentre lui si comporta quasi avesse compiuto lui stesso il delitto. Ancora più assurda la scelta dell'estero, zona di guerra e pure nell'area in mano ai ribelli, ma dove lui scorrazza libero e indisturbato manco fosse il Rambo della situazione. Davvero poco credibile il loro incontro, così come le motivazioni che lui fornisce rispetto al suo comportamento...così determinanti che crollano in due minuti al primo abbraccio. E a quel punto il mondo si tinge di rosa (non il rosa del bel tramonto, ma quello del mondo dei minipony, perchè scivoliamo sempre di più nella fantasia e irrealtà), con loro due che fanno i piccioncini in un capanno supernascosto dai ribelli armati e cattivi grazie a due piante ma contemporaneamente - non si capisce bene come - in riva al mare come il più romantico dei resort. Il pranzo tra amici ed ex colleghi del ritorno continua a essere decisamente sopra le righe, così come la questione del telefono, dove 406 viene un po' banalizzato a giochino eccitante tra coniugi. Una puntata, l'ultima, che davvero va a rovinare tutto quello che di buono questa serie era riuscita a portare avanti.
Concludendo, una serie comunque valida, se correttamente inquadrata come un drama che vuole essere più un romance che un thriller e nel quale gli elementi, pur originali, sono strumenti principalmente al servizio della love story.

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Completed
Revolver
8 people found this review helpful
by Lynnea
Oct 6, 2024
Completed 0
Overall 5.0
Story 5.0
Acting/Cast 5.0
Music 5.0
Rewatch Value 5.0

Bersaglio decisamente mancato

Film molto atteso....e carico di aspettative disattese. Brava la protagonista, ma la storia non ci sta: tutto si basa su lei che esce dal penitenziario e cerca vendetta nei confronti di chi l'ha ingannata. L'idea è chiara, lo sviluppo molto meno. Non c'è azione, non c'è suspence, non ci sono colpi di scena, neppure del finale. Il ritmo non incalza, i personaggi non vengono sfruttati bene... nemmeno il cattivo riesce a risultare un cattivo di rispetto. "Revolver" spara diversi proiettili, ma tutti risultano fiacchi e nessuno va a segno. Attendevo questo film soprattutto per la presenza di Ji Chang Wook, reduce da una serie di drama/film non propriamente riusciti, e spiace dover constatare che "Revolver" si accoda a questo elenco di produzioni insoddisfacenti. Sembra proprio che i tempi di "Healer" e "Suspicious Partner" siano sempre più lontani...

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Completed
My Dearest Nemesis
6 people found this review helpful
by Lynnea
Mar 25, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 4
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.5
Music 7.0
Rewatch Value 7.5
This review may contain spoilers

Commedia coinvolgente e ben fatta, tra clichè ben riproposti e spunti curiosi

Una rom-com piacevole, non eccezionale, ma che aspira ad essere un buon drama e raggiunge l'obiettivo in modo più che dignitoso.
Filone classico, non troppo impegnativo ma capace di alternare scene divertenti a momenti emozionanti, con alcuni passaggi quasi commoventi annessi.
La trama segue un percorso a tappe standard: si conoscono da giovani, si ritrovano da adulti senza riconoscersi, i battibecchi iniziali lasciano via via il posto all'interesse, la coppia si forma, si riconoscono, la coppia viene messa alla prova, trovano il giusto equilibrio e uniscono le forze per superare gli ultimi ostacoli.
Il tutto è ben dosato, così che nessun passaggio si protragga abbastanza da finire in stallo.

Punti di forza:
- la differenza di età (lui più giovane di lei) per una volta tanto affrontata senza la classica ridondanza e pesantezza che spesso il tema si trascina appresso; particolare e per certi versi buffa la scena in cui lei, adolescente fatta e finita, rifiuta il giovane Ju Yeon, all'epoca un ragazzino nerd frequentante ancora le scuole medie.
- la caratterizzazione del protagonista maschile, quale mix ben riuscito del giovane uomo apparentemente composto ma che coltiva segretamente passioni insospettabili. La sua affidabilità non è però un'apparenza, il contesto in cui si ritrova a vivere e a crescere dalla morte dei genitori rende la sua maturità, spiccata per la giovane età, comunque coerente e credibile. L'attore, performante, ha saputo portare in scena un personaggio complesso, alternando una facciata di ferma solidità a una versione nerd al 100% in stile punk con una fluidità davvero convincente.

Punti da migliorare:
- la performance dell'attrice protagonista, semplicemente buona, non particolarmente espressiva. Standard, direi.
- la figura della nonna di Ju Yeon, con il suo portamento rigido e il suo cuore gelido, palesemente frutto di una barriera inviolabile eretta dopo la morte del figlio. Resta ferma e coerente per tutta la durata della serie, salvo poi virare in modo troppo rapido quando si è ormai ad ultimo episodio avviato. Il disgelo - insomma - ci stava, ma magari coi giusti tempi.
- il finale, un po' andato alla deriva. Tolti di mezzo tutti gli ostacoli, sembra faticare a trovare la scena conclusiva e regala momenti pur belli ma mai culminanti (ad esempio il ciondolo che le regala lascia un po' perplessi, se non si opta per il classico anello con proposta annessa, avrei visto bene la catenina con chiave e lucchetto con la quale si era dichiarato da ragazzo e che diventa poi il cimelio grazie al quale si riconoscono da adulti... Avrebbe insomma avuto più senso).

I personaggi secondari non risaltano particolarmente, l'unica che mi ha davvero incuriosita è stata la segretaria di lui, mentre il pairing secondario non è stato in grado di vantare una propria identità, nonostante le diverse scene dedicate. Completano il quadro diversi classici clichè, pur riproposti con accuratezza.

In conclusione, non un drama da annoverare nella lista dei migliori di sempre ma che può essere visto e archiviato con la sensazione di una visione piacevole e alla quale, per quello che voleva offrire, non è mancato niente.

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Completed
My Name Is Loh Kiwan
6 people found this review helpful
by Lynnea
Mar 1, 2024
Completed 0
Overall 9.5
Story 10
Acting/Cast 10
Music 9.0
Rewatch Value 9.5
This review may contain spoilers

Un film di alto livello, per significato, trama, sceneggiatura e recitazione

Che dire, un piccolo gioiello. Aspettavo da tantol'uscita di questo film, sia per la presenza di uno dei miei attori preferiti - Song Joong ki - sia per la trama che vedeva il protagonista in fuga dalla Corea del Nord. Lo spaccato della vita di Loh Kiwan in Corea del Nord si inserisce come flashback poco dopo il suo arrivo a Bruxelles. Ciò che lo muove è esclusivamente l'istinto di sopravvivenza e la determinazione a farlo al meglio delle sue possibilità (passaggio fondamentale, perchè disposto a rinunciare ai propri valori solo quando ha esaurito tutte le alternative possibili). Loh Kiwan si lascia la Corea del Nord alle spalle, la fuga riuscita ha il sapore della salvezza, ma la realtà si dimostra subito ben diversa: l'accoglienza è solo di nome, la burocrazia contorta è insensibile quanto il trattamento riservato ai nuovi arrivati. Lo osserviamo quindi annaspare mentre la sua situazione volge sempre più in miseria, e paradossalmente il ricordo del giorno del suo compleanno, mentre gustava un piatto in compagnia della madre, benché prigioniero del proprio Paese, sembra preferibile allo stato di totale abbandono e degrado in cui versa ora che si trova in uno Stato dove per assurdo ha sede la Corte europea dei diritti dell'uomo. Un paradosso che stride e risalta in modo netto e inequivocabile. L'unico su cui può contare resta sé stesso: non la Corea del Nord, non le istituzioni belghe, e nemmeno le persone con le quali interagisce, come ad esempio la collega di lavoro alla quale si affida, ma che a sua volta si troverà nella condizione di non poterlo aiutare, suo malgrado. E' una guerra tra poveri, un meccanismo che lui disinnesca nel momento in cui si mette in gioco per Marie. Il finale è abbastanza prevedibile, ma sarebbe mancato un messaggio di speranza, se si fosse optato per altre soluzioni. Il passaggio a mio avviso più bello è quando lui lascia il Belgio, rendendosi davvero "libero" per la prima volta in vita sua. Perchè di fatto, benché la fuga dalla Corea del Nord avesse come obiettivo conseguente la possibilità di poter rimanere di diritto a Bruxelles, questo diritto si rivela al tempo stesso ancora una prigione: non può lasciare la Corea perchè contro la legge, ma sempre la legge lo tiene sotto scacco in Belgio, perchè andarsene equivale a rinunciare allo status di rifugiato. E' nel diritto ad abbandonare un posto, che sia la Corea, il Belgio o qualsiasi altro luogo, che risiede il concetto profondo di libertà sul quale ruota l'intero film. Passando alla recitazione, un'ottima prova per Song Joong Ki: è un attore di grande carisma e fascino, che ha avuto modo di dimostrare come sa brillare rivestendo ruoli con queste caratteristiche (Vincenzo, tanto per citarne uno), ma che in Loh Kiwan si mette veramente alla prova, trasandato nell'aspetto - mi sfugge il perchè dei nei disposti quasi come una costellazione sul volto - e senza quella forza fisica e agilità che ci ha abituato a vedere in altri suoi lavori. La forza del personaggio è tutta interiore, un misto di determinazione e forza di volontà che lo fanno andare avanti, sempre e comunque. Per quanto io lo preferisca quando interpreta un altro tipo di personaggi, non posso non riconoscere che in questo caso, proprio perchè lontano anni luce dai ruoli che sappiamo gli riescono alla perfezione, la sua recitazione acquisisce per assurdo un valore aggiunto. Un film da non perdere. Davvero.

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Completed
Impression of Youth
3 people found this review helpful
by Lynnea
Mar 7, 2025
9 of 9 episodes seen
Completed 2
Overall 3.0
Story 3.0
Acting/Cast 3.0
Music 4.5
Rewatch Value 3.0

Un drama che non ha davvero ragione di esistere

Matematicamente parlando, questo drama si colloca nell'intersezione tra l'insieme del "già visto" e quello del "fatto male". In poche parole, una serie che non ha ragione di esistere, se non per soddisfare la smania pruriginosa di qualche fan delle BL fine a sè stesse e il cui unico obiettivo è quello di arrivare alla scena di sesso tra i due.
Di fatto, questo drama è un insulto al mondo delle BL, soprattutto a quei - tanti - titoli che davvero meritano.
La storiella è banalmente ridicola, il mondo sembra popolato dal cromosoma Y (l'unica attrice sembra quasi esserci finita per caso), il fratellino studente è qualcosa di a dir poco fastidioso, l'insegnante-tutor-amante inconsistente come pochi, il fratello maggiore è un altro personaggio che non sa praticamente di nulla e la ciliegina sulla torta è il nuovo vicino vedovo che, persa la moglie al termine di una lunga malattia, non può che diventare il partner perfetto del secondo pairing gay.
Perchè io sia arrivata comunque in fondo ai nove episodi me lo sono chiesta anche più di una volta, probabilmente ogni tanto serve vedere qualcosa di veramente scadente per rivalutare tutto il resto, quasi una sorta di ri-taratura periodica.
Per quanto possa essere stato esiguo il budget, sono comunque stati soldi davvero sprecati. Un po' come il tempo per chi decidesse di guardarlo.

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Completed
The White Olive Tree
3 people found this review helpful
by Lynnea
Feb 16, 2025
38 of 38 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 5.5
Acting/Cast 7.5
Music 7.0
Rewatch Value 6.5

Tra i Cdrama forse più attesi e chiacchierati dell'anno ma di certo non il più meritevole.

Il paragone inevitabile con il drama coreano DOTS (Descendants of the sun) nasce con l’immagine di anteprima (lui e lei accovacciati, lui in abiti militari e, alle loro spalle, uno scenario tragico) e termina col fatto che buona parte della storia è ambientata in un immaginario paese lontano travolto dalla guerra (qui si chiama Uglai, in DOTS era Urk), oltre ad avere un protagonista maschile in divisa e professioni che consentono una presenza sensata in un territorio flagellato da conflitti bellici/calamità naturali (soldato, volontario, medico, reporter).
Ben presto cerca però di smarcarsi – in modo abbastanza efficace - dalla celebre ma altrettanto ingombrante DOTS, e la tendenza a fare paragoni viene meno.

Venendo al drama in sé, l’ho trovato un mix di pregi e difetti:

Punti di forza:
- La scenografia: soprattutto le riprese nel paese in guerra, un po’ diverse dal solito. Forse non davvero realistiche ma sicuramente di grande impatto. L’investimento economico – indubbiamente importante – ha dato i suoi frutti.
- Benjamin: il personaggio migliore dell’intera serie. Una figura che spicca, dalle molteplici sfaccettature.Un personaggio “vivo”, a differenza di tutti gli altri. Interessato alla dottoressa Pei – a parole, più che nei fatti - è tuttavia il suo rapporto con Si Xian che emoziona di più: trattandosi però di un drama cinese, la speranza di un pairing secondario sfuma a favore di una Bromance.


Punti deboli:
- La caratterizzazione del protagonista maschile: empatia zero, espressività anche. Volenteroso, intelligente e ben educato. Ma davvero privo di enfasi e totalmente incapace di bucare lo schermo, nonostante il bel faccino. Davvero troppo ingessato, quasi robotico – di una gentilezza “zerbinosa” - e per nulla carismatico.
- Il ritmo del romance: dire lento è dire poco. Uno sviluppo a velocità di bradipo, sia in zona di conflitto sia ritornati a casa.
- Gli episodi post-esplosione: realistico che a uscirne più distrutto di tutti – psicologicamente e fisicamente - sia proprio Zan. La sindrome PTSD tirata troppo per le lunghe e gestita in modo non credibile. Gli altri personaggi si eclissano e per tanti, troppi episodi tutto ruota attorno a loro due, noiosi come poche coppie dei drama hanno saputo essere. Quando poi tornano in zona di guerra si ripete un po’ l’iter della prima parte, solo più accentuato (più pericoli, più ferite, Li Zan che torna psicologicamente e fisicamente ancora più distrutto della prima volta). Seguono nuovamente una manciata di episodi dedicati alla sua fragile condizione psichica, anche qui tirata per le lunghe tanto che sembra voler essere l’unico interesse di questo drama.
- La chimica di coppia: di fatto inesistente. Sia nelle interazioni verbali sia nelle scene più intime (parola davvero grossa). Non c’è sintonia, lui alla stregua di un manichino.
- Gli altri personaggi femminili: tolta la protagonista le altre figure sono davvero senza senso, dalla sua rivale – nel lavoro e in amore – gestita in modo a dir poco banale e superficiale, alla dottoressa Pei, fugace apparizione e in teoria oggetto dell’interesse amoroso di Ben (in teoria, perché di fatto non ci sono scene dedicate, solo qualche frase che vorrebbe alludere a un qualcosa che non è mai pervenuto, al contrario dei momenti evidenti tra Ben e Sa Xin).


In conclusione, una serie annunciata a gran voce e che punta a un topic sempre molto quotato (grande storia d’amore in ambito militare - il fascino della divisa! – che supera i pericolosi ostacoli di un tragico scenario che fa da sfondo).
Nel concreto, la divisa – e il suo fascino – ci sono, così come lo scenario tragico, ma la grande storia d’amore è piuttosto una “tiepida storia d’amore”. Tra pregi e difetti, l’ago della bilancia pende verso questi ultimi.
Sarebbe stato un altro paio di maniche si si fosse osata una BL con Ben/Si Xian come pairing principale (le loro scene, davvero troppo poche, sono state sempre le migliori).
Di sicuro sarà tra le serie più attese e chiacchierate del 2025, ma non certo la più meritevole o indimenticabile.

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Completed
Fall in Love
3 people found this review helpful
by Lynnea
Aug 30, 2024
36 of 36 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 9.0
Acting/Cast 9.5
Music 9.5
Rewatch Value 9.5

Una sola parola: spettacolare!

Che io riesca a guardarmi un'interminabile drama cinese di oltre 30 episodi senza lamentarmi è cosa difficile. Valutarlo 9 stelle abbondanti su 10 è cosa ancora più unica che rara. Questa serie è stata a tutti gli effetti una piacevole sorpresa.
Incuriosita dall'immagine di locandina - più che dalla trama - temevo il solito drama prolisso, ridondante e senza uno sviluppo vero e proprio. Invece ho scoperto una serie che ho divorato, episodio dopo episodio.
Il genere è il mio preferito: una grande storia d'amore inserita in un contesto militare e con un'ambientazione storico recente (inizio-metà XX secolo). Va detto, non sono tantissime le serie che presentano questi requisiti (tanti drama storici sono ambientati in epoche più remote, a volte mescolati col genere fantasy). Alle spade e capigliature chilometriche prediligo personalmente il fascino della divisa e armi a fuoco.
Molti sono gli aspetti che ho apprezzato:
- riprese, ambientazione, cura per i dettagli di un periodo storico che è davvero un piacere guardare;
- i colori e le luci: anche nelle scene più dinamiche e più cupe, c'è come un'aura di luminosità che pervade la scena, come se i protagonisti fossero sempre al centro di un palco. Le tonalità sono spesso calde, la luce diffusa conferisce la sensazione nostalgica di un tempo passato, contrastando splendidamente con le immagini perfettamente nitide, come se stessimo vivendo delle fotografie del passato.
- la storia, complessa e ricca, mai scontata, dove gli intrighi e i personaggi secondari hanno veramente un senso e non sono piazzati lì come figure di contorno
- a differenza di altri drama ambientati nello stesso periodo, in questa serie il romance resta sempre in primo piano, senza lasciarsi inghiottire da mille personaggi secondari e mille questioni militari che rendono la trama difficile da seguire. Il contesto c'è, ma non è prevaricante, insomma.
- la protagonista, determinata e schietta, oltre che intelligente e perspicace, perchè di fanciulle timide e snevevoli ce ne sono in giro fino troppe;
- l'affiatamento nella coppia principale, dove una volta instaurato e consolidato il legame non ci sono triangoli o crolli di fiducia reciproca (anche nel momento più difficile, la fiducia non viene di fatto meno). E' bello vedere come lei, astuta più degli altri ma non tanto quanto lui, sia quasi sempre la prima a capire i veri intenti che Xianlin nasconde dietro ad azioni apparentemente noncuranti.
- ho apprezzato la presenza di altri pairing oltre a quello principale, ben costruiti e a loro volta con ostacoli che si stagliano via via all'orizzonte, in particolare modo quello tra la sorella minore del protagonista e il giovane Pei.
- ma soprattutto i protagonista maschile, semplicemente spettacolare: non conoscevo l'attore, è estremamente carismatico, capace di affascinare e portare in scena un personaggio che sa essere crudo, distaccato, gelido, autorevole ma anche divertente, spavaldo, ironico e irriverente. Ha uno sguardo - quando non è con la protagonista - che inchioda praticamente tutti gli altri. Nel complesso, decisamente accattivante. Xuanlin non è tutto fumo e niente arrosto: fin dal primo episodio la sostanza è palese, quando fredda la spia e si adopera per occultarne il cadavere. I suoi tratti caratteriali risaltano non solo dalle sue parole ma anche dal portamento, dalle espressioni. La determinazione, la sicurezza di sé, la mancanza di paura ma soprattutto l'arguta astuzia che fanno di lui un protagonista stratega, bravo non solo nel combattimento o nella gestione del ruolo di potere ma sempre un passo avanti rispetto agli avvenimenti e alle già calcolate conseguenze. E' il ritratto del vero eroe: un'infanzia sofferta, una determinazione che lo porta ad avere un nutrito seguito, il coraggio di chi è sempre in prima linea, la freddezza con la quale riesce a gestire le situazioni più tese (come quando all'inizio sprona un giovane maresciallo a sparare alla propria sorella, già sicuro che si tratti di una finta minaccia). Tutto questo traspare da una recitazione davvero di alto livello (purtroppo dalla filmografia ho notato che l'attore nella maggior parte dei casi è protagonista di drama di generi che non sono propriamente nelle mie corde... Peccato, mi sarebbe piaciuto rivederlo in un ruolo simile). Forse il mio personaggio maschile preferito, interpretato da un attore performante e perfetto per il ruolo.

Se proprio devo trovare delle pecche...mi sarei aspettata qualcosa di più nelle ultime scene finali, sicuramente, dove invece il romance ha lasciato posto alla chiusura propagandistica. Altra cosa, ho adorato le battute tra i protagonisti quando ancora non erano una coppia, ma paradossalmente a sentimenti dichiarati la verve e la malizia tra i due è andata diminuendo, così come l'intensità delle scene romantiche (capisco la censura, ma dopo la battuta sulle manette in ascensore e la scena di lei che pulisce le ferite di lui a torso nudo - il tutto nei primi episodi - non vedo perchè non sfruttare altri elementi simili quando la coppia finalmente si forma. Purtroppo, a quel punto prendono piede bacetti a stampo e smancerie forse un po' OOC per lui. Avrei preferito qualche battuta maliziosa in più, e qualche abbraccio da orsacchiotto in meno. Ultimo appunto: io capisco che lo spettatore deve comprendere, ma che lui e lei si mettano a disquisire ad alta voce di stratagemmi e pianificazioni in teoria super segrete ovunque capiti - anzi, molte volte dopo che i nemici e loro scagnozzi di turno sono giusto appena usciti dalla stanza - non è forse la scelta più credibile del mondo.

Sono comunque delle pecche più che accettabili in una serie che non presenta sostanzialmente nessuna grande carenza, anzi.
Concludendo: per gli amanti del genere - ma mi sentirei di dire anche i non - è una serie davvero da non perdere!

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Completed
Revenged Love
5 people found this review helpful
by Lynnea
Jul 16, 2025
24 of 24 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 8.5
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 9.0
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Un importante e coinvolgente passo in avanti sul fronte BL

BL cinese – attori cinesi e girata in Cina – che ha cercato in tutti i modi di sfuggire alla mannaia della censura cercando l’appoggio di Singapore e Taiwan in sede di produzione e post produzione – sulle diverse piattaforme viene accreditata all’una o all’altra, in alcuni casi anche alla Tailandia – e con una distribuzione che si limita all’estero (ovviamente in Cina non viene trasmessa).
Un giro tortuoso per un drama che, però, davvero merita.
La serie vanta un importante passo avanti e diversi pregi, ma presenta anche alcuni limiti e aspetti migliorabili, che possono essere buoni propositi per altre serie future dello stesso filone.

PRO:
- Romance molto coinvolgente, colpisce per la sua capacità di emozionare e far attendere con trepidazione la messa in onda dell’episodio successivo. La presa – almeno per gli amanti delle BL – è davvero forte e indiscutibile.
- Buon bilanciamento delle scene, un mix ben riuscito di romanticismo, sensualità e momenti di levità, che vedono l’alternarsi di scene comico-divertenti (in gran parte promosse dal proposito di Wu Suo Wei di fingersi attratto da Chi Cheng) a momenti passionali (sempre nei limiti della decenza, mai eccessivi) a passaggi più delicatamente sentimentali (soprattutto alcune uscite inaspettate di Chi Cheng, apparentemente banali ma di grande impatto e valore, se si tiene conto della caratterizzazione del personaggio).
- Le scene intime, seppur presenti e ben gestite, non sono quelle che lasciano il segno più duraturo: sono invece i piccoli momenti condivisi, le uscite improvvisamente tenere e le gag comiche a scombussolare lo spettatore e a portarlo ad affezionarsi al drama. Questo equilibrio tra passione, dolcezza e ironia rende la narrazione dinamica e avvincente.
- Cast azzeccato e chimica innegabile: entrambi gli attori protagonisti si sono rivelati davvero performanti, la loro recitazione convince, l’affiatamento di coppia si percepisce non solo nelle scene più esplicite ma anche nei momenti più semplici, dove i piccoli gesti si caricano di un’intensità sorprendente. Wu Suo Wei, con il suo sorriso solare e la determinazione a riscattarsi da un passato di povertà, contrasta splendidamente con un Chi Cheng arrogante, geloso, possessivo, prepotente, imprevedibile come i serpenti che alleva e di cui si circonda ma che in campo sentimentale mostra anche una sorta di vulnerabilità, nascondendo vecchie ferite sotto una maschera di apparente distacco.
- Personaggi principali ben costruiti, non monodimensionali come spesso capita in molte BL asiatiche: Wu Suo Wei e Chi Cheng non sono definiti solo dalla loro relazione, hanno una storia e un passato alle spalle che li identifica in primis come individui singoli. In Wu Suo Wei è palese il desiderio di riscatto economico e di rivalsa nei confronti di Yue Yue, aspetto che lo spinge a manipolare Chi Cheng. Quest’ultimo, pur essendo una red flag a tutti gli effetti, mostra anche un fascino indiscutibile, complice anche un'interessante mimica facciale e un timbro di voce intrigante che - va detto - non è però il suo (aspetto non da poco perchè con un tono di voce diverso credo che il suo appeal sarebbe stato decisamente inferiore). La sua gelosia, prepotenza e possessività sono spesso ai limiti dell’accettabile, Il suo modus operandi all’inizio della serie è decisamente discutibile e a tratti malsano, e ci sono dei momenti con Wu Suo Wei di dubbio consenso, aspetto smorzato però da una sorta di responsabilità condivisa dovuta al fatto che l’adescamento rientra volutamente nei piani di vendetta di Wei Wei.
- Sceneggiatura credibile, matura, adeguata. A differenza di molte serie BL tailandesi, dove le scene esplicite sembrano spesso fini a sé stesse, e a differenza di molte BL coreane dove l’interazione tra i due protagonisti adulti è tanto delicata e platonica da risultare irreale, Revenged Love integra la sfera sessuale alla trama in modo organico, senza mai scadere nella volgarità (in questo senso supera decisamente il romanzo dal quale è tratta, dove i molteplici momenti intimi vengono descritti fin troppo minuziosamente con un'infinità di dettagli e un’attenzione quasi morbosa).
- L'essere riusciti ad adattare una storia presa da un romanzo davvero malsano, di una volgarità eccessiva e con passaggi di una violenza praticamente da denuncia. Il drama ha il merito di aver tolto il 90% di questi aspetti davvero inguardabili. Restano alcuni passaggi e alcuni tratti, quasi tutti legati al personaggio di Chi Cheng, che andrebbero ancora rivisti: va bene abitudini in passato sopra le righe, proprio per mostrare il cambiamento successivo, ma sono convinta che il fascino del protagonista non necessiti di azioni violente o prevaricanti, il suo charme risiede altrove. Anche il rapporto di amicizia tra Guo Cheng Yu e Chi Cheng viene trasposto in modo sano e privo di tutti i risovolti perversi che caratterizzano il duo nel romanzo.
- Regia di alto livello, fotografia curata, con inquadrature e toni di luci capaci di esaltare le emozioni. La scenografia è immersiva e permette di cogliere in pieno l’atmosfera della storia. Le musiche, spesso strumentali, accompagnano in modo calzante i momenti chiavi, riproponendosi ad hoc nei siparietti più divertenti e spensierati, piuttosto che nei momenti più sentimentali o nelle scene più intime.
- Il passo – o pseudo passo – in avanti. Dopo anni di adattamenti censurati tramutati in bromance o BL depauperate dell'aspetto sentimentale e ridotte a un assalto fisico malsano e aggressivo, quasi a voler prendere la maggior distanza possibile da qualsiasi connotazione positiva, ecco che Revenged Love ritenta la strada già provata da “Addicted Heroin” quasi una decina di anni fa (drama non ben riuscito, e comunque poi interrotto), sfidando la mentalità ristretta non solo con scene esplicite, ma rendendole parte di una vera e propria storia sentimentale senza alcuna vergogna o assurda storpiatura.

CONTRO:
- Il drama presenta dei limiti narrativi abbastanza evidenti, la storia d’amore coincide di fatto con la trama - e in questo mi ricorda molto le BL tailandesi – mentre un valore aggiunto sarebbe stato inserirla in un contesto più ampio e strutturato quale parte integrante di una storia più complessa e articolata. Per questo i tempi forse non sono ancora del tutto maturi, ma certamente la direzione intrapresa è quella giusta.
- Il mettere al centro la relazione tra i due come unico obiettivo porta ad inevitabili forzature: il cambio ad hoc dell'orientamento sessuale di Wu Suo Wei ne è un perfetto esempio ("Gay solo per te" piuttosto che "da finto a vero gay" sono stratagemmi già visti, poco credibili e che sanno un po' di scorciatoia per arrivare al dunque). Stesso discorsi in termini di licenze poetiche: i serpenti di Chi Cheng sono un tocco da maestro, incuriosiscono e accentuano la caratterizzazione del personaggio. Detto questo, dubito che si possa andare tranquillamente in giro ovunque con un serpente attorcigliato attorno al braccio.
- I personaggi secondari nella prima metà del drama sono un po’ poco approfonditi e le conversazioni ruotano quasi esclusivamente attorno alla relazione principale, limitando la profondità narrativa. Personalmente non ho apprezzato particolarmente il pairing secondario, l’amico dottore è sì una graziosa e amichevole spalla per Wu Suo Wei ma preso singolarmente mi ha dato l’impressione di un personaggio un po’ insipido, non particolarmente perspicace per quanto sicuramente di buon cuore, e fastidiosamente pettegolo. L’ex amico di Chi Cheng, esteticamente (inteso come bellezza ma anche come espressività), non mi ha colpita molto. L’ho trovato poco contestualizzato nella prima parte, spesso noioso con i suoi agguati alla clinica, ma fortunatamente riguadagna i punti con l'entrata in scena di Wang Shuo e il successivo ripristino della vecchia amicizia fraterna tra lui e Chi Cheng. Devo però dire che a metà serie qualcosa cambia, la coppia secondaria sembra riuscire a smarcarsi un po' dall'ingombrante ombra del pairing principale e le loro scene non sono più uno spreco di minuti da skippare ma cominciano a farsi vagamente interessanti.
- La scena della riconciliazione dopo la rottura, qualcosa è decisamente andato storto. Abbastanza fedele al romanzo, ma il pianto di Wei Wei davvero poco convincente e anche Chi Cheng, nel suo istigarlo per poi frenarlo e infine cedere, ha mostrato passaggi non del tutto credibili. Non è stata emozionante come avrebbe dovuto essere una scena così fondamentale (ho preferito di gran lunga il momento del confronto in prigione tra i due nel penultimo episodio, per dire).
- I tempi della narrazione: il romanzo conta poco meno di 300 capitoli, la riappacificazione tra i due avviene a un centinaio di capitoli dalla fine ma nel drama ciò accade molto più avanti: va da sè che tutti gli eventi successivi vengono compressi e riproposti a raffica. Alcuni quasi tolti, altri semplificati (ad esempio il nipote è solo uno e non due gemelli, la sorella di Chi Cheng non mette alla prova Wei Wei seguendo il manuale di appunti scritto dal padre), altri ancora modificati (cambia il responsabile dell'arresto di Chi Cheng, piuttoto che la risoluzione del rapimento di Wei Wei). Non solo, anche il lasso temporale descritto viene accorciato, spesso a discapito della credibilità: dopo la morte della madre Wei Wei passa settimane in uno stato di totale sconforto, mentre nel Drama la proposta di portarlo a fare in viaggio è quasi immediata, e vederlo completamente rasserenato giusto per essersi sfogato con un po' di urla al vento... Boh.
- Il romanzo è disseminato di scene NC18 che ripropone puntualmente ogni tot capitoli dall'inizio fino praticamente alla fine. Ho sempre detto che non sono per me i passaggi più importanti, la chimica di coppia che mi è piaciuta l'ho percepita in scene più romantiche, dolci e sì, anche in qualche effusione non esagerata. Dopo la riconciliazione, però, non si vede più un bacio che sia uno, tanti momenti teneri (forse anche troppo, già che vedere Chi Cheng che spadella in grembiule rosa sa tanto di OOC), qualche fotogramma sul famoso materasso ad acqua volutamente allusivo, ma per il resto l'impressione è che manchi qualcosa. Senza riproporre scene spinte, sarebbe stato bello avere qualche effusione in più e qualche gioco d'acqua e bolla di sapone in meno (spesso nei drama asiatici, dai coreani ai cinesi e talvolta anche giapponesi, c'è quest'assurda abitudine di inserire parchi giochi, giostre dei cavalli, bolle di sapone e altre ridicolaggini infantili quali massime forme di divertimento...per adulti). Comprendo il voler sottolineare come l'iniziale attrazione lussuriosa si sia trasformata in vero amore, ma nel finale anche un semplice bacio non avrebbe minato la palese evoluzione del rapporto tra i due. Persino il pairing secondario vede un calo del sipario più gratificante, da questo punto di vista, sebbene l'immagine a tonalità calde dell'ultima scena, con entrambi rilassati e vestiti di bianco, e Wei Wei che, sdraiato sopra Chi Cheng, afferma di sentirsi di nuovo a casa resti comunque un finale di tutto rispetto.
- Non ho ben capito perchè far chiamare Wei Wei "zia" dal piccolo Dou dou, nipote di Chi Cheng: al di là del ruoli tra i due nell'intimità, ho sempre apprezzato il fatto che andassero oltre certe sciocchezze e appellativi vari: l'ho trovata una caduta di stile davvero evitabile.
- L'ultimo episodio è stato il più breve di tutti, non ho capito perchè rinunciare a minuti preziosi e soprattutto perchè eliminare la scena finale dei due davanti alla tomba dei genitori di Wei Wei (la scena tagliata, non doppiata, è comunque in circolazione su alcune piattaforme). Poteva starci un episodio speciale dopo la fine del drama, ma onestamente ci spero davvero poco.
- Infine, piccolo dettaglio ma non del tutto irrilevante, trovo sia una scelta discutibile l’inserimento nella sigla iniziale e nei titoli di coda di sequenze tratte non solo dai primi episodi ma – evidentemente – anche da momenti molto più avanti, generando un effetto spoiler non sempre gradito a tutti.

SPOILER!
Un piccolo sunto dei momenti che più mi sono piaciuti e mi hanno fatta affezionare al pairing Wei Wei/Chi Cheng:
- Chi Cheng che si fa mettere da Wei Wei la cintura che gli ha appena regalato
- L'atteggiamento di Chi Cheng dopo che Wei Wei finisce in ospedale quasi strangolato dal serpente
- Il tramonto guardato assieme e la battuta sulla barba non fatta/ricresciuta
- I fuochi d'artificio a Capodanno
- Wei Wei che, credendo al ritorno di Wang Shuo, si arrende a Chi Cheng buttandogli le bracci al collo
- Chi Cheng che scopre Wei Wei intento a fare una nuova teca per Gelosone, pensando invece lo stesse tradendo
- quando Chi Cheng afferma che tutti possono essere arrabbiati con lui, tranne Wu Suo Wei
- Wei Wei che porta via Chi Cheng dal locale che abitualmente frequentava, reclamandolo in modo ufficiale e definitivo
- gli orologi di coppia e i messaggi in codice
- la scena in piscina
- Wei Wei che salta in spalla a Chi Cheng dopo che il loro stratagemma per aiutare il pairing secondario ha sortito l'effetto desiderato
- l'abbraccio di Wei Wei quando Chi Cheng rincasa dopo essere stato dai genitori, e l'ammissione del timore che non tornasse
- il confronto tra i due in prigione (una delle miei scene preferite, forse la più toccante di tutte)
FINE SPOILER!

In conclusione Revenged Love è una serie che sa sicuramente come conquistare ed emozionare con la sua intensità - fatta di comicità, passione, prepotenze e tenerezze - portando lo spettatore ad affezionarsi ai due protagonisti. Pur non essendo perfetta (ci sono innegabilmente punti deboli e migliorabili, dalla struttura narrativa agli aspetti ancora troppo red flag del protagonista), rappresenta però un vero e proprio upgrade per le BL cinesi, aspetto di fondamentale importanza per i drama di questo genere.

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Completed
The Trauma Code: Heroes on Call
4 people found this review helpful
by Lynnea
Jan 27, 2025
8 of 8 episodes seen
Completed 1
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.5
Music 7.5
Rewatch Value 7.5

Non una serie indimenticabile, ma che centra in pieno il proprio obiettivo.

Bella...ma non eccezionale. Sicuramente una serie riuscita, curata e ben confezionata.
Non è il primo drama medico che mette al centro un dottore dalle abilità straordinarie (Doctor Prisoner, Doctor Stranger, Doctor John, D-Day, Romantic Doctor, ecc.) e non sarà certo l'ultimo.

Due, a mio avviso, le carte vincenti:
1) aver puntato al "poco ma fatto bene", sia in termini di durata, dove gli otto episodi sono giusti per il tipo di trama che si vuole sviluppare, sia in termini di contenuti, dove di sceglie di non intrecciare altri "fili" - dal romance, al thriller, piuttosto che complesse risoluzioni di eventi passati - e si punta a offrire uno spaccato focalizzato sul rapporto mentore-tirocinante e, contemporaneamente, a ripristinare - anzi, a ricostruire da zero - un servizio medico fondamentale, che sottolinea come il ruolo dei medici sia in primis quello di salvare vite umane ma che, troppo spesso, tende invece col tempo a diventare una mera questione burocratica fatta di cifre e prospettive di carriera.
Non è un crimine non avere una trama lunga e ricca di intrecci. Il punto non è la complessità di un drama, ma la sua qualità. Meglio una serie che non punta a diventare una pietra miliare ma che è fatta bene, piuttosto di una che aspira all'eccellenza ma nel concreto poi fa acqua da tutte le parti.
2) l'attore protagonista, decisamente performante e capace di catalizzare a sè lo sguardo curioso dello spettatore per tutta la durata del drama. E' stata anche l'occasione per rivalutare Joo Ji Hoon, attore che ho recentemente conosciuto nella serie "Love your enemy" dove davvero mi aveva fatto una pessima impressione. E' incredibile come una sceneggiatura mediocre e un ruolo inadatto possano aver penalizzato un attore che in questa serie non solo dimostra di starci dentro, ma lo fa anche molto bene.

Concludo sicuramente consigliandone la visione: non sarà il drama indimenticabile e ricco di contenuti che si posizionerà in cima alla classifica dei preferiti di sempre, ma resta indubbiamente una serie accattivante e alla quale non serve destinare un significativo investimento in termini di tempo.

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Completed
Bogota: City of the Lost
7 people found this review helpful
by Lynnea
Feb 4, 2025
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.0
Music 8.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

La Colombia fa da sfondo a una lotta tra potere e sopravvivenza nella quale perdere sé stessi

Come per "My name is Loh Kiwan" la presenza di Song Joong Ki è stato il motivo principale per il quale ho visto questo film. Tra l'altro ho trovato diverse similitudini tra i due: l'ambientazione lontano dalla Corea, lui che parte da una situazione di svantaggio (qui è un espatriato, nel film precedente un rifugiato) e un protagonista il cui spessore è più nell'aspetto introspettivo che in quello estetico (dimentichiamoci l'aitante capitano delle forze speciali de "I discendenti del sole", piuttosto, come in Loh Kiwan, abbiamo a che fare con un taglio di capelli inizialmente trascurato, un abbigliamento spesso trasandato e un volto che è tutto fuorchè perfetto, dagli occhi spesso arrossati alle lentiggini - nell'altro film erano dei nei - che costellano gli zigomi dell'attore)
Ero curiosa di vedere "Bogotà" ma al contempo scettica per via dei vari rimandi non propriamente entusiasti (pare che sia stato un mezzo flop al botteghino). E invece devo dire che mi è piaciuto.
Non una prova eccellente ma comunque un film che ci sta. La prima parte mi è piaciuta molto: l'arrivo della famiglia in Colombia - inizialmente vista come transito per gli USA - alla ricerca di una vita migliore, l'ambiente completamente diverso negli usi e costumi (emblematico quando appena arrivato Guk Hui insegue il borseggiatore, per poi sentirsi dire che "Non sei in Corea, qui se insegui il tizio che ti ha derubato finisci nei guai"). Un mondo diverso, oltre che una lingua diversa. Mentre la famiglia si disgrega - il padre, elemento fallimentare, si autoelimina da solo dandosi all'alcolismo - il giovane Guk Hui si da da fare partendo dal basso, con determinazione e costanza, e animato da un modo di approcciarsi diverso dagli altri e che salta subito all'occhio del "Sergente" Park, contrabbandiere coreano da anni e di fatto a capo dei commercianti coreani della città. Park, insieme al suo sottoposto Su Yeong (che a un certo punto cercherà di smarcarsi e mettersi in proprio con gli affari), rapprensentano le due figure di riferimento per Guk Hui: osservandoli imparerà le regole non scritte dell'ambiente, sarà per loro un valido elemento ma mai completamente degno di fiducia e a sua volta lavorerà per loro senza mai affidarsi completamente. Più che altro, direi che li studia. Impara la lingua, impara come funziona il giro del contrabbando, partendo dal gradino più basso e scalando via via "i sei mondi". Se inizialmente spera di poter tornare in un futuro in Corea (quando rifiuta lo stupefacente offertogli dal collega perchè "in Corea è illegale", è indice di come veda la Colombia solo come un periodo di passaggio nella sua vita), col passare del tempo la voglia di tornare nella sua terra d'origine - dalla quale se ne era andato povero in canna - lascia il posto all'assuefazione per la bella vita che ora conduce (dove può permettersi di brindare a bordo di una piscina sul tetto di un palazzo e con vista mozzafiato, ricevendo in regalo nientemeno che un rolex). E' un primo segnale di svolta, il cambio di obiettivi e di prospettiva. Tenendo un profilo basso ha fatto esperienza, ha studiato tutto ciò che lo circonda e sa di possedere delle buone capacità. Eppure, manca qualcosa. E lo comprende quando il padre muore dopo aver cercato di sottrargli dei soldi che Guk Hui era incaricato di utilizzare per un'operazione di contrabbando. Quel momento rappresenta, nel concreto, il giro di boa: lui è già cambiato, ma è solo in quel momento che il suo cambiamento diventa palese a tutti. Questo perchè capisce che non basta l'esperienza e la capacità, se di fatto non lo temono. L'intimidazione prende il via con l'uccisione del tizio che a sua volta aveva cercato di eliminarlo. Da quel momento in poi - sergente Park compreso, che per un attimo appare addirittura intimorito - diventa chiaro a tutti che con Guk Hui non si scherza. Da lì la sua ascesa è rapida, Park sembra ormai una figura in procinto di cadere dal suo trono e l'allora mentore Su Yeong si trova suo malgrado e non senza malcelata invidia a dover accettare l'autorità di Guk Hui. Ci ritroviamo quindi di fronte a un protagonista che viaggia in prima classe e veste abiti fatti su misura, il suo viaggio in Corea viene citato ma non gli viene dedicata una scena che sia una (quasi a sottolineare che, ormai, la terra di origine non ha più un significato per lui). Il tentantivo di progettare un centro commerciale con negozi che seguano le regole sfuma, Su Yeong riesce a far leva sulle ormai radicate abitudini dei commercianti coreani per minare l'autorità di Guk Hui. In risposta, tornerà a fare ricorso all'aspetto intimidatorio, ma in modo diverso rispetto al passato: metterà in scena un finto attentato a sè stesso, cosa che inizialmente nessuno comprenderà, poichè del resto molti sono quelli che, potendo, avrebbero piacere di eliminarlo. E' una mossa rischiosa ma arguta, che da una parte gli premette di riconfermarsi a capo del territorio e dall'altra di far venire a galla gli elementi di cui è ormai giunta ora di liberarsi (sentendosi i primi sospettati dell'attentato - poichè di fondo ne avrebbero l'intenzione - scappano timorosi di una sua ritorsione). E' così che giunge la fine per Su Yeong, ormai consumato dall'invidia per non essere stato in grado di aver scalato "i mondi" come Guk Hui ha saputo invece fare. L'averlo accolto anni prima sotto la propria ala è ormai un lontano ricordo, non può esserci fiducia, solo un pugnalarsi alle spalle. Stesso discorso per il sergente Park, che fa una mossa più scaltra ma alla quale il protagonista era già preparato. Emblematica la scena finale, con lui che ha eliminato tutti coloro che gli stavano vicino ma dei quali non si poteva fidare, che osserva il panorama dall'alto. Ha raggiunto il sesto mondo, è potente, la gente lo teme. Ma è solo. Anche il ragazzo che era, il giorno del suo arrivo, inseguendo il borseggiatore, si era ritrovato in cima a un promontorio con un'ampia veduta davanti. Stessa scena, stesso nome, diversa persona. Non è più il ragazzo che era appena arrivato dalla Corea, ha preso una strada a senso unico, entrando a far parte di un sistema che non può più lasciare per riabbracciare i sogni del passato: le sue uniche opzioni ora sono sopravvivere e dominare o soccombere.

A livello di recitazione, davvero un cast molto valido, anche al di là del protagonista. Song Joong Ki, per la seconda volta dopo Loh Kiwan, riesce ad annullare qualsiasi attenzione all'aspetto estetico dando spazio al lato introspettivo del personaggio. Credo che sia l'ennesima prova della grande versatilità di questo attore - la cui fama internazionale certo è legata a drama come "I discendenti del sole" e "Vincenzo" - ma che sa abbandonare il ruolo del bello forte e fascinoso per dare vita a personaggi decisamente meno scontati e più difficili da interpretare (per fare un paragone, anche Ji Chang Wook ha tentato delle pellicole diverse dai suoi celeberrimi "Healer" o "Suspicious Partner", ma i risultati sono stati piuttosto deludenti).
Unica considerazione, inizia a farmi un po' strano vederlo impersonare giovani poco più che adolescenti. Vero che gli attori asiatici spesso camuffano bene l'età reale e vero che Song Joong Ki ha un volto da eterno ragazzo. Ma siamo alla soglia dei quaranta, scaliamone pure una decina o poco più, ma quando all'inizio del film si spaccia per un diciottenne... E' credibile solo fino a un certo punto.

Nulla da dire sulla sceneggiatura. Avrei tolto forse qualche scena - ripetuta - dei controlli dei camion ai posti di blocco, a favore di qualche passaggio in più nella sua scalata al potere iniziata con la morte del padre.

In conclusione, non un film che passerà alla storia, ma senz'altro un prodotto originale - difficile confondere la sua trama con quella di altri film/drama - ben interpretato e interessante.

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Completed
Eat Run Love
3 people found this review helpful
by Lynnea
Apr 23, 2025
28 of 28 episodes seen
Completed 1
Overall 7.5
Story 7.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.5
Rewatch Value 7.5

Una versione molto più modesta di L&P ma comunque apprezzabile

L’approccio a questo drama è stato un misto di speranza e timore, in entrambi i casi legati a un paragone per me imprescindibile, quello con il drama “Lighter & Princess”. La speranza nasceva dal fatto di ritrovare lo stesso attore protagonista – solitamente impegnato in serie di genere fantasy/Wuxia, non i miei preferiti –qui di nuovo alle prese con una commedia romantica moderna. Il timore era per il confronto con L&P, tra le mie serie preferite, difficile da eguagliare e quindi col rischio che le aspettative fossero disattese.

La mia recensione nasce quindi dal confronto tra le due e, a drama concluso, posso dire che è una storia sì meritevole ma non al pari di L&P.

LA STRUTTURA NARRATIVA – E’ praticamente la stessa: l’avvio, nel presente, vede i due protagonisti incontrarsi quasi per caso dopo anni dalla separazione. Da lì segue un tuffo nel passato, un lungo flashback che ripercorre la loro storia ai tempi dell’università, da quando si conoscono fino al momento in cui si lasciano. Si torna quindi al presente, con lo spettatore ora più consapevole dei trascorsi, e da lì la vicenda evolve ulteriormente fino alla conclusione.

IL CONTESTO – Sia ai tempi dell’università che dopo nel mondo lavorativo, il settore è quello finanziario (in L&P informatica). Ben presenti in entrambi, non caratterizzano solo le passioni e le professioni dei protagonisti sulla carta ma vanno proprio a intrecciarsi negli eventi e nelle vicende narrate. Ho trovato forse più ricco e stimolante il mondo della programmazione informatica, mi è sembrato ci fossero più riscontri nel concreto.

LA PROTAGONISTA - Di Ding Zhi Tong è sicuramente apprezzabile l’impegno e la correttezza, il suo timore rispetto alla stabilità economia ha senso se si guarda al suo passato, ma è un elemento che tende davvero a trascinarsi molto, forse troppo, specialmente nella prima parte della serie. Nella seconda parte, invece, manca un po’ di convinzione e coraggio. Una protagonista insomma un po’ più fragile e debole rispetto alla Zhu Yun di L&P.

IL PROTAGONISTA - Gan Jang è davvero ben caratterizzato, e per molti versi mi ricorda molto Li Xun (protagonista di L&P): intelligente e perspicace negli affari, determinato e caparbio, fermo e risoluto all’occorrenza, sicuro di sé, di chi vuole essere e degli obiettivi che vuole raggiungere, disposto a tutto per quello che ritiene il bene della protagonista, anche a compiere delle scelte controproducenti e a farsi carico di importanti responsabilità, accettando anche di essere frainteso. Rispetto a Li Xun, che nella sua genialità era anche molto introverso, decisamente asociale e poco espansivo, Gan Jang mostra un carattere molto più empatico e un atteggiamento generale spesso più sano. Certo, nella prima parte della serie il suo mettersi costantemente al servizio di Tong è forse un po’ eccessivo, dove sembra doverla compiacere a tutti i costi, ma fortunatamente riesce a ritrovare un equilibrio più avanti, quando lo vediamo confrontarsi senza timore con il padre o con Wang Sen.

LA COPPIA – Un discreto affiatamento fa funzionare il duo abbastanza bene, ma la chimica presente in L&P, dove anche lo scambio di sguardi sapeva essere intenso e carico di emozione, è tutt’altra cosa. Ho notato anche un’evoluzione minore, già che nella prima parte abbiamo fin da subito un Gan Jang innamorato perso e servizievole nei confronti di Tong, quindi un buon periodo roseo di coppia ma poi, dopo la rottura, la titubanza di Tong viene davvero tirata per le lunghe. L&P mostrava uno scenario di coppia più ricco ma anche più saldo, dove i bisticci e le prese in giro iniziali vengono sostituiti da una tregua, quindi una collaborazione, poi un interesse sempre più accentuato fino al formarsi della coppia. Il ritrovarsi dopo la rottura vede anche lì molte più sfumature (rancore, diffidenza iniziale, collaborazione forzata, tregua, confronto e confessione) rispetto a “Eat, run, love” dove invece, per quanto coerentemente con la storia portata avanti, abbiamo un Gan Jang perennemente dedito a inseguire Tong (salvo l’averla allontanata nel momento cruciale) e una Tong che pare volere correre più veloce di lui e sfuggirgli quasi all’infinito. Altro aspetto comune ai due drama è l’estrazione sociale diversa dei protagonisti (qui Gan Jang figlio di imprenditori e Tong cresciuta tra i debiti, in L&P Zhu Yun proveniente da una famiglia benestante e Li Xun che può fare affidamento solo su sé stesso)

I PERSONAGGI SECONDARI: Eat, Run, Love propone più pairing secondari rispetto a L&P. Di questi, Xu Chen Xi e Wang YI sono la coppia più interessante. Più che l’amico fidato, è l’amica di infanzia ad avermi piacevolmente stupita: un personaggio la cui rivalità con la protagonista suscita inizialmente una naturale e ben giustificata antipatia, salvo poi cambiare e diventare una fidata spalla per Gan Jang e la LT ma, insospettabilmente, anche per il riunirsi della coppia principale. Gli altri personaggi secondari non particolarmente degni di nota, nemmeno i cattivi. Punto di forza di L&P era ad esempio anche la squadra della Rete Cuore Alato, oltre a un antagonista, Lao Gao, che non era solo un avversario ma anche un ex-amico, con tutto il carico di invidia/gelosia/fiducia/amicizia che comportava.

RECITAZIONE: di alto livello in entrambe. Chen Fei Yu si dimostra ancora una volta un attore davvero performante, soprattutto nei passaggi più seri e drammatici (al sorriso di Gan Jang continuerò sempre a preferire lo sguardo imperscrutabile di Li Xun, sia chiaro). Al di là del ruolo interpretato questo giovane e promettente attore si dimostra davvero elegante, oltre ad avere un timbro di voce particolarmente affascinante. Sabrina Zhuang sempre molto brava, come mi era già capitato di notare in “You are desire”. Per quanto riguarda il resto del cast, quello di L&P lo metterei però su un gradino superiore.

MUSICHE – Su questo fronte si è volato un po’ basso. L’unica che ho notato è la sigla iniziale e, per quanto graziosa e delicata, non è niente di speciale. Una colonna sonora senza infamia e senza lode, come ce ne sono tante, che preferisce la sicurezza della comfort zone. Sicuramente siamo lontani dalle musiche di L&P, dove ne conto diverse davvero molto belle e varie, capaci di promuovere ciascuna la giusta scena, a partire dalla sigla di apertura, che con il suo ritmo e carattere non passa certo in sordina.

STORIA – Simili nella tipologia e nella struttura narrativa, dicevo, ma diverse nei contenuti. Il giovane imprenditore col sogno di ottime scarpe da corsa alla portata di tutti entusiasma solo fino a un certo punto, così come la gavetta di lei nel mondo della finanza per diventare MD. L’intreccio tra vita, percorsi, relazioni e futuro professionale poteva essere studiato meglio (in L&P gli anni dell’università vedono progetti di lavoro comune, anche con quello che poi sarà il principale antagonista). Anche il momento drammatico che porta alla rottura della coppia, in “Eat, run, love” non è così drammatico come nell’altra serie. In generale, l’impressione è quella di non aver saputo o voluto osare, a discapito del coinvolgimento dello spettatore, che è sicuramente inferiore. Come in L&P ho apprezzato l’inserimento di alcuni piccoli dettagli distintivi (le gru di carta, il primo paio di scarpe prodotte, la tisana allo zenzero, la lettura in inglese per conciliare il sonno, il vestito bianco, la canzone citata nel segnalibro, la corsa, ecc.) anche se nell’insieme meno iconici.
INIZIO SPOILER!!! L’ultimo episodio rappresenta un po’ una caduta, sbilanciato nel ritmo (tante scene concentrate a raffica, quando si sono spesi molti episodi precedenti a dilungarsi troppo) e una chiusura davvero un po’ troppo OOC per lui (avevo così apprezzato la sua affermazione nella maratona pre-dichiarazione, dove sottolineava come dovesse essere un momento privato tra due persone, senza pubblico a guardare). E invece si conclude in modo banale e troppo plateale, pazienza. FINE SPOILER!!!

PRODUZIONE – La troupe dietro le quinte è sicuramente valida, dalla regia alla scenografia al montaggio. Il direttore artistico, tra l’altro, è lo stesso di L&P.

GIUDIZIO FINALE
Di sicuro non è una perla rara, ma un buon drama, godibile per chi cerca una classica commedia romantica con qualche elemento drammatico e una recitazione di alto livello. Per i fan di L&P rappresenta una sorta di chicca nostalgica, pur con svariati limiti. Il consiglio per apprezzarle al meglio, per chi è ancora in tempo, è di vedere prima “Eat, run, love” e, solo a seguire, L&P.

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Completed
Happy of the End
2 people found this review helpful
by Lynnea
Feb 18, 2025
8 of 8 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.5
Music 8.0
Rewatch Value 6.0

Il massimo degrado in un drama che vuole essere crudo e difficile da guardare, pur valido e sensato

Forse il drama più pesante che io abbia visto ad oggi. Non è una serie d'intrattenimento e, anche per chi cerca altro, non è comunque un prodotto per tutti.
Regna la violenza, fisica e psicologica, dove le scene NC18 sono crude ma disturbano meno degli accenni agli abusi, da giovani o in età adulta. Non le vedo però come scelte provocatorie o insensate, bensì come l'obiettivo che il drama si pone, ovvero quello di mostrare un preciso spaccato reale - per quanto difficile da guardare, al mondo c'è anche questo - e portare avanti un tema inserendolo in un contesto che rappresenta il massimo disagio sociale possibile.
Senza nulla togliere ai drama che propongono e sviluppano storie che si muovono, pur con i loro alti e bassi, all'interno della comfort zone dell'accettabilità, dove certi limiti non vengono mai superati, qui semplicemente viene fatta una scelta diversa ma altrettanto lecita: proporre e sviluppare un tema - e di conseguenza una storia, o viceversa - in una situazione di massimo degrado. Va da sè che gli alti e bassi acquisiscano una nuova concezione, in particolar modo per quanto riguarda i "bassi". E sorprendentemente, gli "alti" ci sono comunque (e quest'ultimo credo sia un po' il punto fondamentale, perchè per quanto nero sia il nero, non può mai essere tutto completamente nero).
Sarò sincera, sono abbastanza certa che non la riguarderò. Non è una serie fatta per il rewatch, non credo possa nemmeno rientrare nel "genere preferito" della maggior parte degli utenti ma, messa in conto la possibilità di rimanere disturbati da alcuni passaggi, è una serie che - con il giusto metro di valutazione, che non è quello della storiella da intrattenimento - risulta valida e capace di raggiungere lo scopo prefissato.

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Completed
Breeze by the Sea
2 people found this review helpful
by Lynnea
Feb 9, 2025
18 of 18 episodes seen
Completed 0
Overall 4.5
Story 4.5
Acting/Cast 4.5
Music 4.5
Rewatch Value 4.0

Drama che affonda poco dopo l'inizio... E non torna più a galla.

Iniziato discretamente, non proprio un avvio col botto ma c'erano comunque delle buone premesse. Cast e livello di recitazioni accettabili. Sono bastati però pochi, pochissimi episodi per farlo inabissare nelle acque dell'arcipelago di Kinmen. Il resto della serie è stato un continuo annaspare per cercare di stare a galla, ma con la noia dilagante come zavorra aggiuntiva. Concluso davvero a fatica, un titolo da dimenticare alla svelta, un po' come il tempo - purtroppo - sprecato.
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Completed
Family by Choice
2 people found this review helpful
by Lynnea
Nov 29, 2024
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 9.5
Acting/Cast 9.5
Music 9.5
Rewatch Value 9.5

Fazzoletti a portata di mano, un drama davvero imperdibile ed emozionante

Serie che - ho avuto modo di leggere - è il remake del drama "Go Ahead" e da molti non ritenuta all'altezza dell'originale. Personalmente, allora, posso solo che essere felice di aver visto questa serie per prima, così da non dover fare paragoni e poterla apprezzare pienamente. Il drama pone al centro non i consueti due protagonisti, ma un'intera famiglia "allargata": i personaggi principali sono infatti diversi e il tema dei legami è al centro della storia, unitamente alla definizione del concetto di "famiglia". Nel dettaglio si intrecciano tre famiglie intese nel senso tradizionale, tutte provate da situazioni difficili, dalla mancanza di uno dei genitori, aspetto che sembra diventare un'etichetta a vita di fronte a tutti gli altri, alla frattura non risanabile di chi ha perso una sorella/figlia, dove poi il dolore e la depressione inferiscono crudelmente, al tema dell'abbandono inaspettato e senza spiegazioni. Dalle ceneri di tutte queste "famiglie" fatte a pezzi si forma un nuovo tipo di famiglia, dove l'affetto conta più del sangue. Motore catalizzante di questo nucleo insolito e allargato è Yan Jeong Jae, interpretato da un attore che mostra sempre grandi capacità. La storia è complessa ma al tempo stesso ben equilibrata, e può essere apprezzata da diversi punti di vista: il legame che unisce i tre "fratelli", quasi a formare uno schieramento che si supporta e si difende l'un l'altro di fronte al giudizio prevenuto degli altri compagni di studi/vicini di casa; le singole vicende legate al loro passato, che riemergono l'una dopo l'altra, tra padri/madri che ricompaiono destabilizzando di volta in volta l'equilibrio a fatica raggiunto dalla "famiglia per scelta", mostrando dolorosamente come sia difficile in realtà voltare davvero pagina rispetto a certi legami e come a volte dietro al rancore palesato nell'età ormai adulta si celi un bambino sofferente ma ancora aggrappato all'illusione e alla segreta - quasi inconsapevole - speranza del ritorno della madre che lo ha abbandonato/rifiutato/incolpato. Mi è piaciuto molto come sono stati caratterizzati i tre ragazzi e soprattutto che non ci sia davvero l'ombra del classico triangolo amoroso, aspetto che non mi fa mai impazzire e che spesso trovo davvero superfluo, perchè davvero se c'è una buona trama non serve costringere i due giovani di turno a contendersi la fanciulla che completa il trio. Il loro legame evolve, tra equilibri che si frantumano e si ricompongono, vengono messi alla prova da situazioni spesso esterne e sulle quali arrivano a prendere anche posizioni differenti che li porta a uno scontro/confronto mai però definitivo o insuperabile. E' qualcosa di molto più sano e bello da guardare rispetto al cliché della rivalità che si trascina per tutta una serie per poi risolversi in modo a volte banale. Del resto, fin da piccolo, Hai Jun non si attacca in maniera specifica a Ju Won bensì vede lei e il padre come la sua nuova famiglia e per lui il grande valore e supporto è sentire di farne parte. Diverso invece il rapporto tra Ju Won e San Ha, dove già nella tenera adolescenza per San Ha è chiaro che Ju Won rappresenta per lui "la persona", quella fondamentale, che pone al centro del suo mondo. Loro due regalano anche il romance alla serie, non una storia travolgente da batticuore continuo, ma sicuramente sentita e soprattutto profonda, anche per via delle relazioni intrecciate per anni tra loro e con gli altri membri che li circondano. Ammetto che sono stati davvero molti gli episodi che sono riusciti a commuovermi, spesso per situazioni e temi molto diversi l'uno dall'altro ma che tutti si ricollegano all'importanza e profondità della relazione e dei legami tra le persone. Quindi, con una buona scorta di fazzoletti a portata di mano, una serie da non perdere, emozionante e ricca in termini di contenuti.

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Completed
The On1y One
2 people found this review helpful
by Lynnea
Sep 26, 2024
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 8.5
Acting/Cast 9.5
Music 9.0
Rewatch Value 8.5
This review may contain spoilers

Bellissima serie, ma vincolata a un sequel necessario

BL made in Taiwan che ricorda tanto "Stay with me" (drama cinese del 2023), in primis per via del fatto che i protagonisti sono due adolescenti fratellastri (non consanguinei)
Ho seguito con alte aspettative questa serie, molte ripagate, alcune altre un po' disattese. E' sicuramente una serie di qualità, dove i sentimenti si sentono senza bisogno di gesti epici, ma dove anche i momenti più apparentemente banali possono suscitare emozioni intense. Anche sotto questo aspetto mi ha ricordato molto la serie cinese sopracitata, ovvero nell'elegante capacità di emozionare senza dover ricorrere per forza all'esplicito.
Dato però che si tratta di una BL e non di una bromance, avrei comunque apprezzato un'evoluzione verso un rapporto di coppia: la chimica tra i due attori è notevole, riescono a far percepire il forte legame, ma nei fatti e nelle parole si procede ben poco. Dopo i primi due baci nati per gioco/ripicca, scordiamoci qualsiasi altra scena esplicitamente romantica, insomma. Certo, ci sono alcuni abbracci, alcune frasi, alcuni momenti e sguardi che trasmettono davvero molto, ma alla lunga lo spettatore qualcosa di più se lo aspetta. La storia è bella, delicata ma allo stesso tempo intensa. I personaggi protagonisti sanno farsi apprezzare fin da subito - forse tra i due un punticino in più lo strappa Tian, per quanto mi riguarda - a conferma dell'ottima prova di recitazione e di una sceneggiatura che non ha sorvolato sui dettagli.
Di contro, gli episodi sono stati troppo pochi, e molte scene non indispensabili sembravano rubare ulteriore tempo. Ad ogni puntata da una parte mi sembrava che la storia, per il ritmo e l'evoluzione, ne richiedesse ancora di più, mentre di fatto il conto alla rovescia dei 12 episodi totali andava diminuendo. Per di più nel penultimo episodio viene inserito un importante aspetto che riguarda il rapporto di Tian con il padre, elemento che trovo un po' assurdo inserire senza avere poi il tempo di gestirlo e contestualizzarlo come si deve. La serie ormai era agli sgoccioli, e invece di portare a termine le tante questioni in sospeso sembravano aggiungersene di nuove. Di fatto, appunto, la serie si conclude con tanto, ma tanto, in sospeso. L'episodio finale non può definirsi tale, assomiglia più che altro alla scena clou di un film prima dello stacco della pausa pubblicità, semmai. Invece qui la serie finisce proprio così, la scelta di Wang ha un senso ma evolve nel completo non detto (non c'è un confronto tra i due, un vero dialogo...è forse l'episodio in cui la comunicazione è ridotta davvero ai minimi termini, e stiamo parlando dell'epilogo, quindi quasi un controsenso).
Ripeto, serie bellissima - al momento forse la migliore BL del 2024 - ma che posso davvero reputare tale solo se ci sarà un seguito, altrimenti non può che essere considerata incompleta (e, no, mi spiace, ma il "finale aperto" è proprio un'altra cosa). Resto in una fiduciosa attesa del seguito - in questo caso lo considero proprio dovuto - nel quale affrontare tutto ciò che è rimasto in sospeso e vedere soprattutto il legame tra i due tradursi in una coppia concreta.

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