This review may contain spoilers
Noia e buoni sentimenti
nel racconto di una relazione che deve fare i conti con l'handicap della perdita dell'udito.
Bravissimi attori recitano questa piece che mette in luce la sofferenza personale di un giovane intelligente e talentuoso che alla fine del liceo inizia a perdere l'udito.
La reazione a questo dolore è la chiusura con tutte le relazioni affettive e amicali che lo avevano fin lì accompagnato.
E già qui, un po' si capisce, è normale che ci sia una fase di shock iniziale e di percorso di riorganizzazione e accettazione del tutto ... ma la sceneggiatura calca pesantemente la mano, fino a far apparire il protagonista eccessivamente e morbosamente problematico. Tutti intorno a lui si sacrificano per capirlo e supportarlo, ma è come se la sua problematicità, che sconfina in un dolorosissimo egocentrismo, rischiasse di fargli perdere gli affetti più preziosi ed indispensabili.
Sicuramente al personaggio femminile la sceneggiatura avrebbe dovuto offrire dialoghi con humor capace di contrastare i piagnistei di questo grande e unico amore della sua vita ... ma no, la sua parte è di piangere e annullarsi andando dietro alle sue farneticazioni.
Alla fine c'è l'happy ending ma ... che che palle per arrivarci ... lo svolgimento di dialoghi ed eventi è di una lentezza esasperante.
Avendo conosciuto personalmente persone con questo problema, ed avendo visto come si muovono, come vivono la loro vita, come s'ingegnano a costruire famiglie, amicizie, lavoro ... mi è sembrato eccessivamente melodrammatico e poco reale il modo con cui è descritto il loro percorso.
Bravissimi attori recitano questa piece che mette in luce la sofferenza personale di un giovane intelligente e talentuoso che alla fine del liceo inizia a perdere l'udito.
La reazione a questo dolore è la chiusura con tutte le relazioni affettive e amicali che lo avevano fin lì accompagnato.
E già qui, un po' si capisce, è normale che ci sia una fase di shock iniziale e di percorso di riorganizzazione e accettazione del tutto ... ma la sceneggiatura calca pesantemente la mano, fino a far apparire il protagonista eccessivamente e morbosamente problematico. Tutti intorno a lui si sacrificano per capirlo e supportarlo, ma è come se la sua problematicità, che sconfina in un dolorosissimo egocentrismo, rischiasse di fargli perdere gli affetti più preziosi ed indispensabili.
Sicuramente al personaggio femminile la sceneggiatura avrebbe dovuto offrire dialoghi con humor capace di contrastare i piagnistei di questo grande e unico amore della sua vita ... ma no, la sua parte è di piangere e annullarsi andando dietro alle sue farneticazioni.
Alla fine c'è l'happy ending ma ... che che palle per arrivarci ... lo svolgimento di dialoghi ed eventi è di una lentezza esasperante.
Avendo conosciuto personalmente persone con questo problema, ed avendo visto come si muovono, come vivono la loro vita, come s'ingegnano a costruire famiglie, amicizie, lavoro ... mi è sembrato eccessivamente melodrammatico e poco reale il modo con cui è descritto il loro percorso.
Was this review helpful to you?