Ishiko e Haneo: è davvero un motivo valido per intentare una causa?
Questa serie giapponese porta sullo schermo la storia di tre giovani alle prese con un mondo più grande di loro: un avvocato alle prime armi, la sua assistente e un disoccupato in cerca di riscatto. Insieme, decidono di sfidare potenti agenzie civili e immobiliari responsabili di un sistema di truffe ben congegnato. Le vittime sono persone comuni che hanno investito i risparmi di una vita in appartamenti inesistenti. La trama si complica ulteriormente quando emerge un legame con un omicidio, rendendo la lotta dei protagonisti ancora più drammatica e intensa.
La serie alterna momenti di tensione a colpi di scena che mantengono vivo l’interesse, anche se bisogna abituarsi a un ritmo narrativo piuttosto lento e dilatato, tipico di molte produzioni giapponesi. Non manca qualche passaggio che può risultare soporifero, ma nel complesso la vicenda trova sempre il modo di riportare lo spettatore dentro la storia.
Un aspetto da considerare è il linguaggio: il giapponese, con il suo tono secco e scandito, può sembrare poco musicale a chi non è abituato, quasi come un dialogo tra “soldatini” che rispondono con rigida formalità anche nei momenti più intimi. Questo però contribuisce a restituire l’autenticità culturale della serie.
In definitiva, Ishiko e Haneo non è una serie perfetta, ma riesce a offrire uno spaccato interessante della società giapponese e delle sue contraddizioni, unendo legal drama, denuncia sociale e dramma umano. Vale la pena guardarla, purché si sia pronti ad accettare i suoi ritmi e le sue peculiarità linguistiche.
La serie alterna momenti di tensione a colpi di scena che mantengono vivo l’interesse, anche se bisogna abituarsi a un ritmo narrativo piuttosto lento e dilatato, tipico di molte produzioni giapponesi. Non manca qualche passaggio che può risultare soporifero, ma nel complesso la vicenda trova sempre il modo di riportare lo spettatore dentro la storia.
Un aspetto da considerare è il linguaggio: il giapponese, con il suo tono secco e scandito, può sembrare poco musicale a chi non è abituato, quasi come un dialogo tra “soldatini” che rispondono con rigida formalità anche nei momenti più intimi. Questo però contribuisce a restituire l’autenticità culturale della serie.
In definitiva, Ishiko e Haneo non è una serie perfetta, ma riesce a offrire uno spaccato interessante della società giapponese e delle sue contraddizioni, unendo legal drama, denuncia sociale e dramma umano. Vale la pena guardarla, purché si sia pronti ad accettare i suoi ritmi e le sue peculiarità linguistiche.
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