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All In korean drama review
Completed
All In
1 people found this review helpful
by Icaro
4 days ago
24 of 24 episodes seen
Completed
Overall 6.0
Story 7.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 1.0

Un pezzo di storia del Drama

Un buon polpettone da assaggiare con calma. Per quel che ho visto, finora, dei drama coreani, All In è la quintessenza del makjang. Lacrime, incidenti, disgrazie come grandinasse. C'è una puntata dove piangono tutti, buoni e cattivi, protagonisti e comprimari.
Lento (maestoso?) come spesso sono anche drama attuali, ma sopportabile in quei momenti perchè la generosa presenza di un Lee Byung-hun, giovane scavezzacollo e del suo amico/nemico, un Ji Sung giovanissimo e troppo spregiudicato uomo d'affari, conforta molto la spettatrice nell'attesa dell'azione.
L'azione. Scazzottamenti, ammazzamenti e agguati a gogò con facce patibolari di cattivi che gli autori hanno scelto, mi pare, con più cura di quella che hanno dedicato agli altri attori (protagonisti esclusi): fanno orrore e tenerezza insieme, gli attori che impersonano uomini maturi, d'affari e non...un'epoca del drama in cui l'estetica non sembra essere stata un valore di mercato per l'industria dell'intrattenimento.
E' anche ripetitivo, ma la buona definizione psicologica dei protagonisti aggiunge sempre qualcosa di nuovo alla ripetizione dell'ennesima disgrazia.
Inevitabilmente datato dal punto di vista tecnologico, ed è un peccato perchè i paesaggi naturali sono grandi protagonisti assieme agli sfarzosi (e un po' di cattivo gusto d'epoca) interni di ville, villone, casinò e alberghi del jet set: 2003, un tempo in cui la valanga di pubblicità palese che infesta le produzioni recenti è quasi del tutto sconosciuta e c'è quasi un pudore nel nascondere (o nel non ostentare) l'ennesima bottiglia di liquore giallognolo che tutti si scolano in quantità iperboliche e le bottigliette verdi del soju sono quasi inesistenti.
La storia d'amore di Lee Byung-hun, una più che decennale odissea contrastata dagli uomini, dal fato e dall'intervento triangolare di Ji Sung (qui non eccezionale) vive del fantastico contrasto tra l'estrema mobilità espressiva del protagonista e l'incrementale fissità di Song Hye Kyo, molto adatta alla vendicatrice di The Glory ma stancante in questa parte. E poi...gioco d'azzardo, mafia, salti da viadotti, collusioni criminali, inseguimenti, poliziotti corrotti, faccendieri e tutto il resto del catalogo.
La colonna sonora è 'da scuola' e applicata con rigore nelle scene dovute. Vedi mai che ci fosse il rischio, per lo spettatore di confondere un ammazzamento con una scena d'affari o un momento di tenerezza. E tuttavia alcuni pezzi sono davvero notevoli, struggenti, famosi e ormai classici.
Detto questo ho fatto fatica a finirlo (anche perchè 24 puntate sono troppe) e verso la fine ho usato molto il fast forward. Ma non sono scontenta di averlo visto. E' comunque un pezzo della storia dell'intrattenimento televisivo coreano e quindi, con un po' di coraggio e spirito di conoscenza è un passo che può essere fatto (maggio 2025)
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