“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai che gusto ti capita”: è andata proprio così con questo drama. Colpa mia che non mi sono informata e l’ho messo in visione appena uscito solo per il titolo, “RomanticsAnonymous”, credendo fosse una serie coreana, ma è giapponese, convinta fosse doppiato, invece è con i sottotitoli, pensando fosse frivolo, invece è davvero profondo. E ci sono davvero i cioccolatini, perché ogni episodio ha il nome di un cioccolatino, con un ingrediente particolare. La storia è quella di una ragazza coreana, trasferita in Giappone, con un passato da hichikomori, incapace di guardare le persone negli occhi, che ha trovato nel cioccolato e nelle sue creazioni una ragione per vivere, diventando una creatrice anonima di cioccolatini per una prestigiosa cioccolateria (ma quanto cioccolato gronda da queste righe??). Il nuovo proprietario di questo negozio ha a sua volta una grossa difficoltà: non può toccare o essere toccato da nessuno, un problema notevole considerato che non può stringere nemmeno le mani dei clienti o essere avvicinato da amici e familiari. Tra un cioccolatino ripieno e l’altro, alla ricerca di preziosi ingredienti e sapori che riportano in vita vecchi ricordi (come delle vere e proprie madelaines), si intreccia il cammino della psicoterapeuta di entrambi i protagonisti, sarà lei la chiave? Due cameo eccellenti mi hanno quasi fatto pensare ad una seconda stagione, che, se ci fosse, stavolta mi sbaferei e divorerei con consapevolezza.
Cast indovinato, scenari dai colori vivaci e ost deliziosa.
Da mangiare tuto a scatola chiusa. Una scatola di cioccolatini può salvare la vita. Aveva ragione Forrest Gump. Slurp!
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Il paradiso può attendere?
La strada verso il paradiso non è semplice da raggiungere e vedere. Più per chi rimane sulla terra che per chi ha abbandonato le spoglie mortali.
Geu-ru, ragazzo nello spettro autistico, e suo padre hanno una piccola azienda, la Move to Haeven, che si occupa di pulizie del trauma, cioè sanificano gli spazi dove sono state trovate morte delle persone che li abitavano.
E non è un’impresa facile. Non solo bisogna sapere cosa e come farlo, ma bisogna conservare alcuni documenti, effetti personali, che vanno restituiti ai congiunti e che comunque hanno un significato per il deceduto (libretti di risparmio, foto…). Solo Geu-ru, con la sua sensibilità e la sua mente attenta, è in grado di cogliere i dettagli che riescono a ricostruire un’intera esistenza. Ci sono tantissimi temi importanti qui dentro, dalla sicurezza sul lavoro, alla sessualità, fino al bullismo e all’usura.
Il tutto è mostrato e raccontato con un crudo realismo, che al tempo stesso è una struggente versione delle vite di sconosciuti, una lente che distorce e dilata.
L’adolescente, il padre e lo zio protagonisti sono l’esempio di tre uomini diametralmente opposti, che a volte si sono fraintesi, non si sono ascoltati o non si sono perdonati, ma tutti con un grande grandissimo cuore.
Le interpretazioni sono tutte memorabili e ci sono dei cameo eccellenti in ogni puntata. Mi ha fatto ridere l’ossessiva necessità del sistemare tutto in un preciso ordine contrapposto al casino totale, ma mi hanno commosso tanti momenti che raccontano la Corea, dal più recente passato fino a quella odierna.
Sono solo 10 puntate, su Netflix, “Move su Haeven” aspetta di essere riscoperto e amato. Scusa se ci ho messo tanto ad arrivare qui e abbraccia quell’albero anche per me.
#movetohaeven #kdrama #netflix #death #life #heaven
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Che cos'è l'amore?
“Che cos’è l’amore?” una domanda tanto semplice eppure così complessa…
“Beyond the bar” prova a rispondere a questa domanda nel corso di tutta la serie, sondando diversi tipi di amore, perché non ne esiste solo uno. C’è l’amore per i figli, l’amore dei figli per i genitori, l’amore in coppia, l’amore verso chi circonda, perché l’amore può trasformarsi in tanto altro, in rispetto, compassione, tenerezza.
Stare a fianco di qualcuno implica non sapere cosa accadrà e affrontare insieme un viaggio che non ha destinazione certa, è inutile fare promesse.
In questo senso ho trovato tanto in BTB, ho trovato cuore e passione. Tutti i casi affrontati dagli avvocati dello studio in cui si svolge principalmente la storia, hanno svelato aspetti diversi degli assistiti, non sono mai rimasti su un’unica ottica, ma hanno approfondito le vicende e mostrato che non c’è sempre una unica soluzione, come non c’è un unico modo di vedere l’amore.
Probabilmente la differenza di età in una coppia è molto più sentita di quanto non lo sia da questa parte del globo (ne siamo certi, sì?), ma non ho trovato note stonate nemmeno in questo senso, anzi.
Anche l’età è una componente dell’amore perché è fatto di persone.
Lo Illlium, lo studio legale, nasconde al suo interno anche tante insidie, ma un gruppo attento e compatto può ovviare ogni difficoltà. Il cast è perfetto, credibile fino all’ultimo e, se per ultimo, intendiamo Hash, il cane del protagonista, bhè lui è da premio.
Lee Jin-wook, nei panni del mentore inflessibile, ferito nell’anima, è il contraltare perfetto di Jung Chae-yeon, la praticante idealista, con familiari ed amiche a circondarla. Ci tengo a citare Kim Kang Min, nel ruolo del nuovo arrivato insieme alla Jung, che non vedevo dai tempi di “To my star”.
Mi sono commossa quasi ad ogni episodio, perché i dialoghi sono scritti talmente bene, che non è possibile non esserne toccati e travolti.
E non importa se non ci sono coinvolgimenti fisici o scene hot, questa serie non ne ha bisogno, arriva come una carezza malinconica dritta al cuore per scioglierlo e scaldarlo. Oltre la sbarra, c’è un esquire.
Ps. Aspetto la seconda stagione!
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