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A Virtuous Business korean drama review
Completed
A Virtuous Business
1 people found this review helpful
by Dramalia
Jan 23, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Un drama di donne per le donne

Recensione di: Effe IG: _Dramalia_

Questo è un drama di donne per le donne.
Fresco, divertente, irriverente, moderno! Il suo fulcro è la sessualità, il sesso, la ricerca del piacere femminile.
Non è in alcun modo un drama volgare però, né a luci rosse o vietato ai minori, anzi, sfrutta il sesso come filo narrante ma, alla fin fine, i contatti amorosi sono pochissimi e semplici, questo perché “Virtuous business” ci rende fin da subito chiaro che il suo scopo non è parlare di sessualità sfruttando l’onda dello spicy, ma raccontare semplicemente la sfera intima dell’universo femminile per mezzo delle storie personali di donne in rappresentanza di diverse età ed estrazioni sociali.
E’ un drama senza tabù, libero, ambientato in un momento storico per la Corea fatto di pudicizia e censura ma rimane un drama semplice e in alcun modo perverso. Siamo infatti agli albori degli anni 90 e veniamo catapultati letteralmente nelle diverse vite di 4 donne che però, nonostante le loro estreme dissonanze, sono molto più simili di quello che sembrano: sono donne, con le loro storie, i loro segreti, i loro desideri e la loro voglia di libertà e indipendenza. Han Jeong-suk ha un figlio ed è sposata con un attaccabrighe che non riesce a tenersi un lavoro nemmeno a pagarlo oro. Conosciamo Jeong-suk come una persona timida, morigerata, pudica alla massima potenza, sessualmente sottomessa ai voleri del marito, sempre assertiva, canonicamente inserita nella concezione “normale” di un matrimonio di quegli anni in cui l’uomo decideva e la moglie annuiva. Considerata la “bellissima” del villaggio, la vediamo svolgere piccoli lavoretti reputati poco dignitosi, come attaccare gli occhi a dei pupazzi o fare la domestica per gente facoltosa, il tutto per riuscire a racimolare i soldi dell’affitto. Quando però scopre il marito a tradirla, tira finalmente fuori la grinta e lo lascia definitivamente, chiedendo il divorzio. Rimasta sola, non riuscendo a trovare un lavoro per la sua condizione di donna divorziata, risponde ad un annuncio su un giornale e inizia a vendere biancheria intima sexy e giocattoli erotici porta a porta. Con lei conosciamo anche Lee Joo-ri, giovanissima madre single che lavora come parrucchiera e veste con abiti succinti sfidando la morale bigotta del paesello. Bisognosa di denaro per sé stessa e per il figlio, anche lei inizia a vendere porta a porta con Jeong-suk articoli erotici. La terza donna che si unisce a loro è Oh Geum-hee, moglie del farmacista del villaggio, una benestante ma annoiata signora di mezza età che trova per la prima volta una via di sfogo e di divertimento proprio nell’unirsi alla vendita di articoli per adulti con le altre ragazze, con cui stringe un legame di profonda amicizia e complicità. In ultimo Seo Young-bok, la più dolce e buona, ma anche la persona più sfortunata tra tutte: madre di ben quattro figlie, incinta della quinta, vive in un monolocale con la progenie e il marito, un ex galeotto che nessuno assume, costringendo lei stessa a provvedere al mantenimento dell’intero nucleo. Queste quattro donne insieme rappresentano di fatto ogni spaccato possibile della società e manifestano nel modo più esemplare e puro il concetto che la diversità non separa ma unisce, rendendosi testimoni in prima persona di quanto le loro disparità in realtà siano punti di coesione e di reciproco sostegno e comprensione. Ma questo è solo uno dei tanti messaggi di questo drama, “A Virtuous Business” è pieno di sfaccettature, così pieno che elencare tutte sarebbe difficile, come difficile sarebbe evidenziare tutti i suoi contrasti. Siamo davanti ad un prodotto che racconta tantissime storie viste da più punti di vista differenti: il tema della sessualità è sicuramente la trama cardine che lega ogni avvenimento, ma la narrazione va ben oltre. La genitorialità, ad esempio, è un punto fondamentale degli episodi, ed è trattata sia dal punto di vista degli adulti, che da quello dei bambini: dai figli cresciuti in una famiglia tradizionale a quelli di una famiglia di divorziati, figli cresciuti da madri single che sono riuscite a combattere contro il mondo per loro e figli di madri vinte che non ce l’hanno fatta, preferendo rinunciarvi; figli che cercano affetto, figli incompresi o sottovalutati, figli amati, figli perduti. Oppure il matrimonio: quello che si erge su un mare di bugie, quello che viene mantenuto per apparenza, quello pieno d’amore che va oltre gli ostacoli, quello che si lacera. O ancora l’amore: quello nuovo, fresco e giovane che combatte contro gli impedimenti con forza e spregiudicatezza; quello navigato, forte e maturo che supera ogni momento di crisi portando conforto e comprensione; quello che rinasce dalle ceneri di un fallimento e dona nuova linfa vitale; quello che vacilla ma non crolla persino di fronte agli ostacoli più impervi e alle salite più impetuose. E infine la tenacia: quella di cercare la propria madre sfidando tutto e tutti, di volersi affermare come donna, di voler intraprendere un lavoro, di voler lasciarsi andare all’amore, di afferrare le proprie passioni e di vivere il proprio piacere.
Questo è un drama davvero pieno, pieno di racconti, pieno di sbagli, pieno di speranza e di coraggio. E’ un viaggio attraverso l’affermazione femminile, e quindi possiamo dire che oltre ad essere un prodotto sociale e culturale, è anche un drama politico. Insomma, è davvero tante cose.
Condotto e retto da un cast di vera eccellenza, la sua visione ricca scorre piacevole senza far mancare momenti sì di riflessione, ma anche di grandi risate. Non manca nemmeno la componente maschile, sebbene sia certamente oscurata dalle donne che detengono in maniera indiscutibile lo scettro della narrazione. Tra gli uomini spicca Kim Do-hyun, un detective che si trasferisce nella piccola cittadina da Seoul, la sua storia è commovente e particolare, ma soprattutto lui rappresenta in pieno la classica green flag, il punto di rottura con l’uomo medio dalla mentalità retrograda. E’ infatti un personaggio dalla mentalità aperta, affascinante e prestante ma soprattutto accudente e mai opprimente.
In tutto ciò vi domanderete: difetti? In effetti sì, questo drama ne ha uno che purtroppo ritroviamo in molte altre produzioni: il finale. Si tratta infatti di una conclusione a mio parere ancora una volta raffazzonata, insoddisfacente e non al livello della restante narrazione. L’ennesimo gap temporale di 4 anni non aiuta, così come non aiuta la mancanza di informazioni: come ha fatto Jeong-suk ad aprire un sexy shop? Dove ha trovato i fondi? Come ha acquistato la merce che sembrava introvabile? Il suo rapporto con Do-hyun si è interrotto per 4 lunghi anni e riparte così, con loro che si ritrovano all'inaugurazione del negozio? E la contestualizzazione? E poi, che senso ha chiudere con una protesta di abitanti bigotti che viene fermata con un discorsetto da parte della protagonista senza mordente e con dei palloncini che vengono liberati in aria?
E’ mancato il finale, è mancata una conclusione coerente. E questo mi ha infastidito. Per il resto però questo rimane un drama da vedere assolutamente, a prescindere dai gusti.
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