Details

  • Last Online: 3 days ago
  • Gender: Female
  • Location:
  • Contribution Points: 0 LV0
  • Roles:
  • Join Date: March 31, 2024
Completed
Light Shop
1 people found this review helpful
Mar 5, 2025
8 of 8 episodes seen
Completed 1
Overall 8.0
Story 9.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 6.0
This review may contain spoilers

Una novità rinfrescante in un panorama di drama un po’ tutti uguali

Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Questo drama è sostanzialmente stato diviso da me in tre fasi.
La prima è quella del: “Ma che cazzo sto guardando?!”
Per tre puntate piene, ho vissuto in un incubo di cui non vedevo la fine. Odio profondamente gli horror, non li guardo, mi fanno dormire male la notte e non mi sanno di niente. Non ho mai capito la gente che li guarda per divertimento, assolutamente inconcepibile per me. Perciò, quando ho iniziato questo drama, la mia prima reazione è stata quella di toglierlo e rifugiarmi sotto le coperte, con tutti gli arti al sicuro sotto al piumone, perché i mostri sotto al letto non mi prendessero. La seconda è stata di maledire chi mi aveva costretta a vederlo (sì, lo so che stai leggendo questa recensione, dico a te!). La terza mi ha visto impegnata a non farmi venire un infarto, col cappuccio tirato sopra alla testa come protezione. Vi dico questo in caso siate dei fifoni come me, che mi spavento facilmente per queste cose, ma poi riesco a guardare gente sbudellata senza battere ciglio. Se siete della mia stessa parrocchia, vi consiglio di affrontare le prime tre/quattro puntate col vostro orsetto del cuore stretto al petto, ma vi prometto che se riuscirete ad andare avanti, il drama vi regalerà una profondità e un incredibile quantità di lacrime. Non so se si possa dire che io vi abbia invogliati, ma non posso mentire. Dunque dicevo che la prima parte, oltre a essere un horror, è anche abbastanza incasinata e non si capisce niente. Io personalmente brancolavo nel buio, un po' come i personaggi di questa storia.
In una notte perpetua, in una stradina losca e senza lampioni, con la pioggia che flagella un quartiere popolato da quattro gatti e un cane, inizia la nostra storia perigliosa, fatta di mostri, ingenui protagonisti e un misterioso negozio di lampade, con all’interno un altrettanto misterioso proprietario. Kim Hyun-min è un uomo dalla vita incolore, proprio come il luogo crepuscolare in cui vive, ogni sera scende dall’autobus e incontra una donna con una grossa valigia ad aspettarlo. Lei non parla, non si muove, rimane sotto la pioggia a guardarlo aspettando qualcosa, e lui ogni sera la ignora e torna al suo appartamento solitario, finché un giorno non offre il suo ombrello alla misteriosa donna. I due si recano all’appartamento di lui insieme e lei lì sembra commettere un tremendo omicidio. E come inizio non è neanche troppo orribile, se non che altri fatti altrettanto strani si verificano. L’adolescente Hyung Joo-Woong ogni sera si reca al negozio di lampade a comprare una lampadina per la madre al ritorno da scuola, e ogni sera torna a casa con l’ansia e la paura che l’attanagliano per i loschi incontri che fa lungo la strada. Questi incontri sono “estranei”, almeno è quello che le dice Jung Won-young, il gestore dagli occhiali sempre sul naso, che le raccomanda di fingere che non stia accadendo niente di strano e di ignorarli il più possibile. Ora, dico io, dire una cosa del genere a una ragazzina non è che sia proprio un consiglio rassicurante e non ha fatto altro che aumentare la tensione anche in me, che mi prendevo infarti ogni volta che questa poveraccia incrociava uno di questi “estranei”. In tutto ciò si inserisce anche un’infermiera di terapia intensiva, Kwon Young-ji (Park Bo-young), che pare riuscire a vedere i mostri in questione e ne è giustamente terrorizzata. Insieme ad essi abbiamo anche un altro adolescente, una donna dai tacchi rossi e una scrittrice che si trasferisce nel quartiere, oltre a un detective che non si sa bene che cosa combini e alla madre dell’adolescente che non esce mai di casa. Sono tanti personaggi, ma i dialoghi sono pochissimi e nella prima parte quasi assenti. Ora, mi direte voi, ma questa gente cosa fa? Bella domanda. In questo posto è sempre notte, ci sono i mostri e pare di stare in un film dell’orrore a metà tra “The Ring”, con tanto di Samara, e uno a caso di Hitchcock. Non si capisce perché questi non si trasferiscano e neanche per quale assurdo motivo continuino a comprare lampadine a iosa che puntualmente si fulminano. Sembra infatti che sia la luce a tenere lontani i mostri e che senza di essa i protagonisti subiscano le peggiori pene dell’inferno.
Arriviamo dunque alla seconda parte, chiamata anche: “Ho bisogno di risposte!”
Sì, perchè le puntate 5-6 sono incomprensibili. Non si capisce più niente, non si sa se gli “estranei” siano cattivi, se non lo siano, se siano tutti morti, come funzioni quel mondo incasinato e soprattutto cosa diamine abbiano a che fare l’infermiera e il detective con tutto ciò. Le risposte ovviamente non arrivano neanche per sbaglio, lasciando lo spettatore a scervellarsi come un matto per trovare un senso logico a tutto ciò, quando sembra non averlo. In compenso però smette di essere un horror. Lentamente si capisce che i mostri non sono affatto mostri, ma anime errabonde che non sono passate oltre, rimanendo in quello che è a tutti gli effetti una specie di limbo per i non morti, ovvero coloro che sono in terapia intensiva in coma. Queste persone vagano nel crepuscolo, senza sapere cosa gli sia successo, senza poter tornare indietro, soffrendo di quei dolori che li hanno costretti in ospedale. Tutti vivono lì e il proprietario del negozio di lampade è colui che possiede le lampadine della loro vita, la speranza, la forza di volontà che può permettere loro di tornare indietro. Ma col cavolo che viene spiegato subito! Quindi, ringraziatemi per avervi dato delucidazioni, perchè io sono rimasta fino alla puntata sette a brancolare nel crepuscolo con questi disperati, confusa da morire.
Finalmente poi approdiamo alla terza parte, chiamata anche: “Lacrime a iosa.”
Se gli ho dato un titolo del genere, potete immaginare che le storie di queste persone vengono rivelate. Ognuno di loro è lì in seguito a un incidente tremendo in autobus. Erano tutti passeggeri e a causa di un malfunzionamento dei freni, il mezzo si è schiantato nel fiume, trascinandoli tutti sul fondo. La maggior parte sono finiti in coma, ma alcuni sono morti. Coloro che hanno perso la vita cercano in qualche modo di costringere coloro in coma a risvegliarsi, e qual è l’unico modo per farlo? Trovare la propria lampadina nel negozio illuminato di propria volontà e risvegliarsi. Ora, le storie di questi personaggi sono tremende, mi hanno spezzato il cuore e fatta piangere tantissimo, quindi io vi consiglio di avventurarvi nella visione di questo drama solo ed esclusivamente se avete il pelo sullo stomaco, perchè è estremamente complesso, profondo e toccante. Se all’inizio ero fortemente scettica, alla fine ho amato tantissimo la struttura intricata e ben dosata delle informazioni date, che creano un’atmosfera di tensione unica. “Light Shop” è una piccola perla luminosa, in uno scenario crepuscolare di drama tutti uguali, che regala ansia, paura, dolore e domande in egual misura. Vorrei dire che c’è un lieto fine per tutti, ma mentirei. Il finale del drama è aperto, lasciando il posto a innumerevoli domande e forse a una seconda stagione, anche se secondo me non servirebbe. E’ giusto lasciare del mistero, come in ogni istante di questi otto episodi adrenalinici. Attraverso la fotografia, i colori, i suoni e interpretazioni magistrali degli attori, nonché una regia da brivido, “Light Shop” è sicuramente uno di quei prodotti che vale la pena vedere e che rappresentano una novità rinfrescante in un panorama di drama un po’ tutti uguali che iniziavano a stancarmi. Armatevi di forza di volontà e guardatelo, perché ne vale la pena e poi vorrei la vostra opinione riguardo al finale della coppia di amanti. Ho qualche teoria che non voglio spoilerare, ma se qualcuno l’ha guardato, aspetto i commenti e le speculazioni!

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
A Virtuous Business
1 people found this review helpful
Jan 23, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Un drama di donne per le donne

Recensione di: Effe IG: _Dramalia_

Questo è un drama di donne per le donne.
Fresco, divertente, irriverente, moderno! Il suo fulcro è la sessualità, il sesso, la ricerca del piacere femminile.
Non è in alcun modo un drama volgare però, né a luci rosse o vietato ai minori, anzi, sfrutta il sesso come filo narrante ma, alla fin fine, i contatti amorosi sono pochissimi e semplici, questo perché “Virtuous business” ci rende fin da subito chiaro che il suo scopo non è parlare di sessualità sfruttando l’onda dello spicy, ma raccontare semplicemente la sfera intima dell’universo femminile per mezzo delle storie personali di donne in rappresentanza di diverse età ed estrazioni sociali.
E’ un drama senza tabù, libero, ambientato in un momento storico per la Corea fatto di pudicizia e censura ma rimane un drama semplice e in alcun modo perverso. Siamo infatti agli albori degli anni 90 e veniamo catapultati letteralmente nelle diverse vite di 4 donne che però, nonostante le loro estreme dissonanze, sono molto più simili di quello che sembrano: sono donne, con le loro storie, i loro segreti, i loro desideri e la loro voglia di libertà e indipendenza. Han Jeong-suk ha un figlio ed è sposata con un attaccabrighe che non riesce a tenersi un lavoro nemmeno a pagarlo oro. Conosciamo Jeong-suk come una persona timida, morigerata, pudica alla massima potenza, sessualmente sottomessa ai voleri del marito, sempre assertiva, canonicamente inserita nella concezione “normale” di un matrimonio di quegli anni in cui l’uomo decideva e la moglie annuiva. Considerata la “bellissima” del villaggio, la vediamo svolgere piccoli lavoretti reputati poco dignitosi, come attaccare gli occhi a dei pupazzi o fare la domestica per gente facoltosa, il tutto per riuscire a racimolare i soldi dell’affitto. Quando però scopre il marito a tradirla, tira finalmente fuori la grinta e lo lascia definitivamente, chiedendo il divorzio. Rimasta sola, non riuscendo a trovare un lavoro per la sua condizione di donna divorziata, risponde ad un annuncio su un giornale e inizia a vendere biancheria intima sexy e giocattoli erotici porta a porta. Con lei conosciamo anche Lee Joo-ri, giovanissima madre single che lavora come parrucchiera e veste con abiti succinti sfidando la morale bigotta del paesello. Bisognosa di denaro per sé stessa e per il figlio, anche lei inizia a vendere porta a porta con Jeong-suk articoli erotici. La terza donna che si unisce a loro è Oh Geum-hee, moglie del farmacista del villaggio, una benestante ma annoiata signora di mezza età che trova per la prima volta una via di sfogo e di divertimento proprio nell’unirsi alla vendita di articoli per adulti con le altre ragazze, con cui stringe un legame di profonda amicizia e complicità. In ultimo Seo Young-bok, la più dolce e buona, ma anche la persona più sfortunata tra tutte: madre di ben quattro figlie, incinta della quinta, vive in un monolocale con la progenie e il marito, un ex galeotto che nessuno assume, costringendo lei stessa a provvedere al mantenimento dell’intero nucleo. Queste quattro donne insieme rappresentano di fatto ogni spaccato possibile della società e manifestano nel modo più esemplare e puro il concetto che la diversità non separa ma unisce, rendendosi testimoni in prima persona di quanto le loro disparità in realtà siano punti di coesione e di reciproco sostegno e comprensione. Ma questo è solo uno dei tanti messaggi di questo drama, “A Virtuous Business” è pieno di sfaccettature, così pieno che elencare tutte sarebbe difficile, come difficile sarebbe evidenziare tutti i suoi contrasti. Siamo davanti ad un prodotto che racconta tantissime storie viste da più punti di vista differenti: il tema della sessualità è sicuramente la trama cardine che lega ogni avvenimento, ma la narrazione va ben oltre. La genitorialità, ad esempio, è un punto fondamentale degli episodi, ed è trattata sia dal punto di vista degli adulti, che da quello dei bambini: dai figli cresciuti in una famiglia tradizionale a quelli di una famiglia di divorziati, figli cresciuti da madri single che sono riuscite a combattere contro il mondo per loro e figli di madri vinte che non ce l’hanno fatta, preferendo rinunciarvi; figli che cercano affetto, figli incompresi o sottovalutati, figli amati, figli perduti. Oppure il matrimonio: quello che si erge su un mare di bugie, quello che viene mantenuto per apparenza, quello pieno d’amore che va oltre gli ostacoli, quello che si lacera. O ancora l’amore: quello nuovo, fresco e giovane che combatte contro gli impedimenti con forza e spregiudicatezza; quello navigato, forte e maturo che supera ogni momento di crisi portando conforto e comprensione; quello che rinasce dalle ceneri di un fallimento e dona nuova linfa vitale; quello che vacilla ma non crolla persino di fronte agli ostacoli più impervi e alle salite più impetuose. E infine la tenacia: quella di cercare la propria madre sfidando tutto e tutti, di volersi affermare come donna, di voler intraprendere un lavoro, di voler lasciarsi andare all’amore, di afferrare le proprie passioni e di vivere il proprio piacere.
Questo è un drama davvero pieno, pieno di racconti, pieno di sbagli, pieno di speranza e di coraggio. E’ un viaggio attraverso l’affermazione femminile, e quindi possiamo dire che oltre ad essere un prodotto sociale e culturale, è anche un drama politico. Insomma, è davvero tante cose.
Condotto e retto da un cast di vera eccellenza, la sua visione ricca scorre piacevole senza far mancare momenti sì di riflessione, ma anche di grandi risate. Non manca nemmeno la componente maschile, sebbene sia certamente oscurata dalle donne che detengono in maniera indiscutibile lo scettro della narrazione. Tra gli uomini spicca Kim Do-hyun, un detective che si trasferisce nella piccola cittadina da Seoul, la sua storia è commovente e particolare, ma soprattutto lui rappresenta in pieno la classica green flag, il punto di rottura con l’uomo medio dalla mentalità retrograda. E’ infatti un personaggio dalla mentalità aperta, affascinante e prestante ma soprattutto accudente e mai opprimente.
In tutto ciò vi domanderete: difetti? In effetti sì, questo drama ne ha uno che purtroppo ritroviamo in molte altre produzioni: il finale. Si tratta infatti di una conclusione a mio parere ancora una volta raffazzonata, insoddisfacente e non al livello della restante narrazione. L’ennesimo gap temporale di 4 anni non aiuta, così come non aiuta la mancanza di informazioni: come ha fatto Jeong-suk ad aprire un sexy shop? Dove ha trovato i fondi? Come ha acquistato la merce che sembrava introvabile? Il suo rapporto con Do-hyun si è interrotto per 4 lunghi anni e riparte così, con loro che si ritrovano all'inaugurazione del negozio? E la contestualizzazione? E poi, che senso ha chiudere con una protesta di abitanti bigotti che viene fermata con un discorsetto da parte della protagonista senza mordente e con dei palloncini che vengono liberati in aria?
E’ mancato il finale, è mancata una conclusione coerente. E questo mi ha infastidito. Per il resto però questo rimane un drama da vedere assolutamente, a prescindere dai gusti.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Blue Birthday
0 people found this review helpful
10 days ago
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 6.0
Music 7.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Un mini-drama, un teen in piena regola ma con una vena crime che stupisce e sorprende!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Il problema dei mini-drama è che a prescindere, per quanto uno si impegni, posizionano di default l’asticella delle aspettative piuttosto in basso. Un po’ la premessa di episodi ridotti, un po’ il minutaggio inferiore, sono sempre il preambolo di drama meno importanti, non al livello degli altri. Se poi sono mini-drama e pure teen, allora peggio che peggio. Eppure “Blue Birthday” sconvolge completamente le regole. E’ un mini-drama, è un teen in piena regola ma ha una vena crime al suo interno che stupisce e sorprende, forse cavalcando intelligentemente anche la comune concezione che i mini-drama siano solo dei passatempo veloci. Oh Ha-rin è una studentessa del liceo prossima ai 18 anni, è brillante, entusiasta e serena ed è circondata da un gruppo di amici con cui condivide tutto: Eun-song, che nasconde una cotta segreta per lei, l’amica Su-jin con il fidanzato e Ji Seo-jun, un giovane appassionato di fotografia di cui Hae-ri è innamorata e perfettamente ricambiata. Il giorno del suo diciottesimo compleanno Hae-ri decide finalmente di dichiararsi all’amico di sempre, i due si danno appuntamento nell’aula di fotografia dove Seo-jun le dice di averle preparato una sorpresa, e in effetti una sorpresa c’è. Hae-ri entra nell’aula, ad aspettarla trova festoni color pastello, cappellini colorati e una torta alla panna da leccarsi i baffi, ma manca Seo-jun. La giovane lo cerca e quando sposta la tenda che divide l’aula dalla stanza per sviluppare foto, trova il ragazzo a terra in una pozza di sangue con le vene tagliate. Passano una decina d’anni da quello che è stato archiviato come un suicidio, Hae-ri è diventata una quasi trentenne nel pieno del lavoro, si occupa di soccorrere e recuperare animali in difficoltà, ed è rimasta una ragazza solare ma senza la spensieratezza di un tempo che non è mai tornata. Ancora single, rifiuta categoricamente ogni incontro e anche l’amico innamorato da una vita, Eun-song, è sempre e solo un amico. Il giorno del suo 28esimo compleanno una chiamata per un animale in difficoltà presso il liceo frequentato da lei e dai suoi amici in passato, scatena nella ragazza i ricordi dei momenti trascorsi con Seo-jun, fino a farle rivivere il giorno del suicidio del giovane. Uscita dal lavoro, quello stesso giorno, si imbatte per caso nel vecchio negozio di fotografia vicino al liceo e in vetrina vede in vendita la macchina fotografica del ragazzo. Non ci pensa due volte e corre ad acquistarla, insieme però trova anche delle foto fatte sviluppare ma mai ritirate. Sono foto di tutti loro scattate da Seo-jun e ci sono anche degli scatti di lei stessa che lui le aveva fatto di nascosto, fingendo di non volerla assecondare nel suo desiderio di essere il soggetto di qualche foto. Tornata a casa con il bottino carico di malinconia, Hae-ri, in un momento di grande tristezza, brucia una fotografia che la ritrae, quando però le fiamme stanno per incenerire lo scatto, si ritrova improvvisamente catapultata nel passato. Non è un sogno, le foto sono un mezzo per viaggiare nel tempo e bruciarle fa attivare lo spostamento. Hae-ri quindi, dopo un iniziale momento di confusione, comprende che ha 9 tentativi per salvare il suo grande amore dalla morte, e soprattutto per capire come mai un ragazzo che credeva felice abbia deciso di suicidarsi. Chiaramente non vi svelerò oltre, perchè i gialli time-traveling, o comunque i gialli in generale, disseminano indizi ovunque e la loro bellezza sta proprio nel concentrarsi per arrivare a capire chi sia il colpevole. Che Seo-jun non si sia suicidato, è chiaro dal minuto 1, chi sia stato è il vero problema. Forse, come vi ho detto all’inizio, sono stata fuorviata dal fatto di avere davanti un mini-drama, e non mi sono immersa abbastanza nella narrazione, o forse questo drama è solo fatto davvero bene, sta di fatto che quando il colpevole è venuto fuori mi sono data della cretina da sola. L’ho fatto perchè in quel momento indizi che avevo scioccamente sottovalutato o addirittura ignorato, si sono uniti nella mia mente come un puzzle, e poi perchè in effetti mi sono superficialmente focalizzata su un colpevole troppo scontato. Il punto è che questo drama mira una persona in particolare, ma noi avventurieri del noir sappiamo già che difficilmente il vero assassino è quello che sembra indiscutibilmente colpevole, quindi ne cerchiamo un altro. E così ho fatto, ma ho puntato tutto su una scelta troppo scontata. Il fatto però che questo drama mi abbia così sorpreso, è stato assolutamente positivo, quindi il mio consiglio è di guardarlo attentamente e di non sottovalutare il suo potenziale. Molto carini anche gli attori, forse più adatti al ruolo teen che alla versione adulta, ma comunque piacevoli. La loro gioia e spensieratezza è entrata bene in contrasto con quella che poi è stata una trama più crime. Se devo cercare il pelo nell’uovo e fare una critica allora lasciatemi dire che sì, in un teen si è già consapevoli che le interazioni romantiche saranno ridotte all’osso, quasi imbarazzanti, ma avendo avuto anche qualche scena di loro nella versione adulta (no, non vi sto spoilerando il finale, ogni volta che Hae-ri cambia il passato, di riflesso cambia anche il futuro, rammentatelo!) mi sarebbe davvero piaciuto avere almeno un bacio un po’ più bacio, e non due trentenni che a mala pena si sfiorano con meno passione di quella che ci metto io quando bacio il mio cane. Ecco, è l’unica nota stonata, per il resto questo penso sia uno dei mini-drama più interessanti e ben fatti che io abbia visto ad oggi. Assolutamente promosso e consigliato.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Marry My Husband
0 people found this review helpful
23 days ago
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 9.0
This review may contain spoilers

Personaggi complessi, attori strepitosi.

Recensito da: Jade Profilo IG: _Dramalia_

Ho iniziato a scrivere questa recensione due volte, ed entrambe le volte ho cancellato tutto quello che avevo messo nero su bianco. Per qualche motivo, non so quale, non riesco ad esprimere come mi sento in merito a questo drama. Sarà per la complessità dei personaggi, per la trama arzigogolata, per l’immensa bravura degli attori o per il tempo sorprendentemente lungo che mi ci è voluto per finirlo, ma dare una descrizione definita mi pareva uno scoglio complesso. Perciò mi sono trovata a dovermi chiedere se mi fosse effettivamente piaciuto il drama e la risposta è stata: sì, ma con riserva.
La trama è innanzitutto il grande punto di forza e anche la debolezza del drama in sé. Non fraintendetemi, è fatta davvero bene, tutto torna nella sua complessità, nei suoi tranelli, nelle sue mosse e contromosse come in una partita di scacchi, ma a volte risulta veramente troppo lenta e pesante. Ma andiamo con ordine, se ci riesco.
Park Ji-Won è una donna malata di cancro, praticamente in fin di vita, a cui un giorno viene detto che il marito non ha pagato le parcelle e che per continuare a usufruire delle cure deve rintracciarlo e fargli sborsare i soldi, altrimenti non potrà restare. Sconvolta, cerca di chiamarlo, ma il simpaticone non ha alcuna intenzione di rispondere. Già da qui sappiamo che non vincerà mai il premio “marito dell’anno”. Prende dunque un taxi e, non si sa con che forza, si trascina fino al suo appartamento dopo aver avuto una strana conversazione con il conducente. Trova quindi il marito, uno scansafatiche di prima categoria, a letto con la sua unica e migliore amica dai tempi delle scuole. I due non solo le hanno mentito e l’hanno tradita, ma meditano di intascare l’assicurazione sulla vita al momento della sua morte e se la ridono bellamente alle sue spalle, fantasticando sui modi di accelerare la sua dipartita. In un primo momento il suo istinto le suggerisce di andarsene, di chinare il capo come ha sempre fatto nella sua misera vita di abnegazione, invece li affronta a muso duro e, in seguito a una colluttazione violenta, batte la testa sul tavolino di vetro e muore. Si risveglia però nel 2013, dieci anni prima del fatto, nel suo posto di lavoro, col suddetto marito traditore che ancora è solo un fidanzato che la fissa. Ovviamente ha una specie di crollo emotivo, impazzisce e sclera di brutto (come darle torto, se mi svegliassi dieci anni prima, con la consapevolezza di tutto il mio futuro, sicuramente mi prenderebbe un colpo), strillando come una pazza e fuggendo scalza dall’ufficio. Interviene il suo capo, tale Yu Ji-Hyuk (Na In-woo) che cerca di fermarla e comprendere i motivi di tale collasso emotivo tutto a un tratto. Ovviamente lei non può dire che è appena morta e tornata indietro nel tempo, ma cerca di comprendere cosa le sia successo, con scarsi risultati. Sa solo che il tassista non era altro che il defunto padre e in un modo o nell’altro ha avuto un ruolo nella faccenda. Appurato che non è un sogno, che è sveglia e che non è in coma in qualche ospedale, Ji-Won capisce che quella che sta vivendo è una seconda occasione, quella per essere felice e cambiare un destino a dir poco schifoso. (Sì, lo so, avrei potuto usare parole più poetiche, ma diciamoci le cose come stanno, questa poveraccia aveva una vita di merda e bisogna pur ammetterlo). Con una memoria da elefante, ricorda ogni cosa che le sia accaduta e non solo, è abbastanza sveglia per investire dei soldi nelle compagnie che sa avranno successo. Posso solo dire che anche io avrei fatto lo stesso e sfido chiunque altro a dire il contrario. Comunque, dopo aver messo i suoi soldi a fruttare, fatto un controllo per escludere di avere già il cancro, comincia a liberarsi della zavorra. Prova a lasciare il fidanzato, Lee Min-Hwan (Lee Yi-Kyung), ma le cose non vanno proprio come si era aspettata. Comprende dunque, in seguito a un incidente, che il destino non può essere cambiato, alcune cose devono accadere, ma se non vuole che accadano a lei, qualcuno deve pur prendersele. Perciò inizia a tramare, con l’aiuto di Yu Ki-hyuk, anche lui tornato indietro dalla morte. Il bel Ceo diventa a tutti gli effetti la sua spada e il suo scudo, la sua ancora di salvezza e il suo rifugio sicuro, in un mare di intrighi pieno di squali affamati. Ji-Won si tramuta nell’eroina della sua storia, lascia perdere la vecchia sé stessa, pavida e sottomessa, per indossare i panni della donna forte e determinata. Lentamente si libera delle vestigia del suo passato e risorge come una persona nuova. La faccenda si fa sempre più complessa via via che il drama procede, gli intrighi, i tradimenti, i sotterfugi più intricati e, se da prima la faccenda era solo romantica, alla fine si assiste a un vero e proprio susseguirsi di minacce di morte, tentati omicidi e la faccenda degenera totalmente con l’arrivo della promessa sposa di Ji-Hyuk, una pazza scatenata che praticamente fa fuori tutti senza rimorsi. Ora, perché ho detto che la trama è il punto di forza di questo drama ma anche un suo limite? Perché il titolo in sé suggerisce un certo tipo di svolgimento che effettivamente abbiamo per un certo periodo, poi tutto degenera e diventa davvero tanto esagerato. Per un drama sul cambiare il futuro, sulla rinascita, sulla scoperta di sé stessi, omicidi e occultamenti di cadaveri forse sono stati un pochino troppi. L’ho trovato vagamente noioso verso la fine, poco in linea con la storia fino a quel momento. E’ vero che i personaggi coinvolti sono praticamente tutti dei pazzi senza morale, alcuni da ricovero immediato in un manicomio, ma l’aggiunta dell’ex di Ji-Hyuk è stata una scelta a mio parere che si poteva evitare. Per allungare il brodo, esagerare tutto, non serviva certo lei. Fatto sta che in questo drama non ce n’è uno normale. Min-Hwan è violento, viziato, attaccato ai soldi in maniera patologica, un essere senza spina dorsale che si diverte a prendersela con i più deboli, solo per un bisogno di affermazione personale. Su-Min, la migliore amica, è ossessionata da Ji-Won al punto che brama ogni cosa che è sua, vuole che la veneri e abbia bisogno di lei, ma allo stesso tempo nutre un odio viscerale nei suoi confronti, che la portano a sabotarla in modo che non possa avere altri che lei. Solo con questi due personaggi posso tranquillamente dire che la caratterizzazione è andata oltre i soliti standard, raggiungendo un livello di complessità unico, a cui i due attori hanno fatto ampiamente onore con la loro recitazione. Sono entrambi sublimi, entrambi perfettamente calati nei ruoli e sinceramente li ho trovati spesso più bravi degli attori protagonisti. Non che Park Min-Young non sia stata bravissima, così come Na In-Woo, perché lo sono stati, ma semplicemente gli altri avevano ruoli così pregni di follia, dolore e complessità, da surclassarli in più di un’occasione. A volte, per quanto sia bravo un attore, il ruolo interpretato fa la differenza e qui si è sentito tutto il peso della sceneggiatura. Personalmente, nei drama precedenti che aveva fatto, Park Min-Young non mi aveva convinta, a tratti delusa, perciò ero molto curiosa di vederla in questa interpretazione, per capire se, quando aveva interpretato la Segretaria Kim, fosse stata così convincente per la presenza di Seo Nazionale o se fosse effettivamente talentuosa. Posso dire che qui mi è piaciuta moltissimo, si è calata nel ruolo alla perfezione, sia quando ha interpretato la donna sottomessa e vessata, sia quando ha cambiato completamente faccia, diventando forte e sicura di sé, con tutte le fragilità del caso. Ha anche perso moltissimo peso per impersonare una malata terminale e la sua dedizione al ruolo le è sicuramente valsa la mia ammirazione. Ma veniamo a Na In-Woo, una scoperta che so a molte di voi è piaciuta particolarmente. Personalmente non lo trovo così affascinante da impazzire per lui, ma credo sia un grande attore, con possibilità future interessanti. Il suo ruolo l’ho trovato calzante, perché mi sembra proprio il tipo da green flag, ma secondo me la chimica tra i due non è così travolgente come mi sarebbe piaciuto vedere. La Park ha sicuramente avuto coprotagonisti con cui aveva più chimica, ma qui si parla di un amore dolce, che nasce dalle difficoltà e unisce, e quindi non sono proprio scontenta. Quindi alla fine mi è piaciuto il drama o no? Sì, vale sicuramente la pena vederlo, se non altro per apprezzare la recitazione magistrale di tutti gli attori coinvolti, ma avrei preferito qualche puntata in meno, in modo da snellire una trama appesantita dai troppi intrighi e macchinazioni.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Only for Love
0 people found this review helpful
Apr 12, 2025
36 of 36 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 7.0
Acting/Cast 6.5
Music 6.5
Rewatch Value 6.5
This review may contain spoilers
Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Questo lo definirei il drama del miracolo, perché è un drama cinese che ho visto dall’inizio alla fine e, udite udite, mi è piaciuto!
Sia chiaro, è pur sempre un drama cinese che persegue in tutto e per tutto le dinamiche, la tipologia narrativa e la produzione classica che appartiene a tutte le serie tv che arrivano dalla Cina, quindi si presenta con ben 36 episodi (più uno speciale) che raccontano di tre storie d’amore che nascono e si sviluppano in modo sempre un po’ assurdo, con questi protagonisti che non appaiono mai troppo umani ma piuttosto come delle esasperazioni di sé stessi, del loro ruolo lavorativo e del loro modo di relazionarsi. Però, sta di fatto che l’ho visto piacevolmente e, alla fine, non mi è dispiaciuto.
Zheng Shu Yi è una giornalista che si occupa di economia, è giovane, intelligente, particolarmente brava nel suo lavoro e, a quanto ci dicono, bellissima (al punto che questa cosa le viene ripetutamente rinfacciata). La sua penna viene definita come pungente, acuta, ma sempre molto centrata, onesta e valida, tant’è che inizia a farsi strada nel mondo della finanza venendo scelta come giornalista da personalità di spicco per interviste mirate. Una di queste persone è Shi Yan, un finanziatore sulla cresta dell’onda che fino a quel momento ha sempre rifiutato apparizioni in pubblico. Shu Yi ad ogni modo, essendo così richiesta a discapito di colleghe più anziane, genera facilmente invidie sul posto di lavoro, e anche nelle relazioni sentimentali non se la cava molto bene. Scopre infatti che il suo fidanzato storico la tradisce con una giovane ragazza la quale, per un fraintendimento che si protrarrà per quasi tutti gli episodi, sembra essere proprio la nipote di Shi Yan. Shu Yi quindi si avvicina al giovane finanziatore con due scopi: intervistarlo e trovare il modo di mettere in cattiva luce la nipote e l’ex fedifrago che vuole a tutti i costi entrare a lavorare nell’azienda di Shi Yan. Ma le cose non vanno esattamente così, infatti, come nelle migliori favole romantiche, tra i due, mentre continuano a collaborare lavorativamente, sboccia l’amore. Sentimento che, se devo dirla tutta, ci regala anche parecchie gioie, i cinesi infatti avranno una scrittura un tantino assurda, ma a limoni sono dei veri maestri, scordatevi le labbra appena sfiorate dei Coreani! Ad ogni modo Shi Yan e Shu Yi non sono l’unica coppia di cui questo drama parla. Adesso, smettete di fare qualsiasi altra cosa stiate facendo, armatevi di penna e taccuino e concentratevi perchè i nomi sono uno scioglilingua: Yu You, un professore di economia che collabora con Shi Yan, si innamora di Shi Yue, la giovane e vera nipote di Shi Yan che lavora come stagista di Shu Yi al giornale; e poi la mia coppia preferita in assoluto composta da Guan Ji, dongiovanni, amico e socio di Shi Yan, e Ruo Shan (Shan Shan), migliore amica di Shu Yi e anche lei giornalista ma per un altro giornale.
L’aver introdotto altre storie piuttosto valide, ben fatte e molto gradevoli (quasi al pari della prima), a mio parere è un bel punto di forza che riesce in qualche modo ad alleggerire le 36 lunghissime puntate di cui è composto questo drama. Ciò rende la narrazione più leggera. Al contrario, se come in tanti altri drama mi fossi ritrovata con quasi 40 puntate tutte incentrate sostanzialmente sulle stesse due persone, probabilmente avrei mollato la nave molto prima. Sì, con tutta l’onestà, va detto che tutti gli intrecci amorosi si snodano all’interno dello stesso gruppo di persone, quindi non c’è grande fantasia in tutto nè troppo impegno narrativo, però, per gli standard cinesi, questo drama risulta sorprendentemente scorrevole, piacevole e carino. Lo consiglierei indubbiamente a chi, come me, fatica a trovare un drama cinese apprezzabile, e a chi sta cercando qualcosa di molto romantico per passare il tempo. Sicuramente per gli amanti dei c-drama, questa è una storia che non vi deluderà.
Ecco, se posso darvi un’ulteriore dritta, nel caso in cui facciate un po’ fatica ad approcciarvi a questo genere, io ho guardato questo drama non come faccio con quelli coreani, ma a tempo perso, nei ritagli di momenti liberi, e, alla fine, non ho percepito la pesantezza degli episodi, quindi suddividetelo nel tempo e non affrontatelo tutto insieme.
Per il resto, sono felice di poter finalmente promuovere un drama cinese a cuor leggero!

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
The Worst of Evil
0 people found this review helpful
Mar 29, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.5
Music 8.5
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Ji Chang-wook che le busca di santa ragione

Recensita da: Jade IG: @_Dramalia_

Anni 90.
Gangnam.

Quando a Seoul non c'erano ancora telecamere a ogni angolo, quando la giustizia era solo un nome, quando per le strade della città in espansione c'erano ancora criminali che spadroneggiavano sui quartieri spacciando droga, azzuffandosi per quattro soldi e commettendo piccoli crimini che la polizia tollerava chiudendo un occhio, qualcuno stava prendendo il comando di Gangnam. In questo scenario si svolge la nostra storia, il nostro racconto fatto di violenza e crimini efferati, di droga e dolore, di rimpianti e rimorsi.
Jung Gi-cheul (Wi Ha-Joon) è il capo di una delle bande più ricche e influenti a Gangnam. E' un uomo freddo e spietato che ha fatto carriera a suon di tradimenti e coltellate, scalzando dalla scena il precedente detentore di quel titolo, facendo affari loschi coi giapponesi e ancor più loschi coi cinesi. E' circondato da tutta gente fidata, i suoi amici di una vita, che lo hanno accompagnato sin da quando era un DJ squattrinato che suonava nei locali di gentaglia da quattro soldi. Insieme, questi cinque uomini, hanno scalato le vette della malavita, arrivando a controllare una nuova droga sintetica che circola in ogni strada di Seoul. Durante l'ascesa però, uno dei suoi uomini perde la vita, dando alla polizia il modo perfetto per infiltrarsi tra i suoi ranghi e sgominare il commercio di droga. E' qui che entra in gioco il nostro Re degli Action: Ji Chang-Wook, nel ruolo del poliziotto/gangster. L'agente Park Jun-mo si presenta a Gi-cheul come il cugino del suo scomparso amico che sta cercando vendetta per la sua morte. Nei panni di Kwon Seung-ho, si infiltra tra i suoi ranghi facilmente, o meglio facendosi pestare a sangue un episodio sì e l'altro pure. È la sua specialità farsi massacrare di botte ad ogni occasione, per dimostrare di essere fedele, di essere pronto a tutto per il suo capo e la sua banda. Ovviamente Gi-cheul è anche un gran sentimentale, perciò gli permette di entrare, partendo dal basso, provando a fargli fare la gavetta come ogni altra nuova recluta. Purtroppo per lui, Seung-ho non è proprio il tipo che pazientemente aspetta l'occasione giusta, ma più quello che le crea. Grazie ai suoi compari poliziotti dunque ne inventa una ogni due secondi per riuscire a raggiungere il cuore di Gi-cheul. Ovviamente però questi non potevano essere un gruppo serio di poliziotti, con la testa sulle spalle e un piano a prova di bomba per non far saltare la copertura di Jun-mo, sennò che gusto ci sarebbe? Questo disgraziato viene mandato a rischiare la vita, con una storia che fa acqua da tutte le parti, dicendo ai suoi colleghi che si prende un periodo di aspettativa per asma, alla moglie che va via per un caso, senza contare le tremila persone che lo conoscono e il fatto che il capo Gi-cheul ha un passato proprio con sua moglie. Della serie: facciamo le cose a cazzo e vediamo come va, tanto si sa che Ji se la cava sempre in ogni situazione, anche quando un capo della mafia si vuole bombare sua moglie e andarci a vivere felice e contento dopo essersi ritirato e aver lasciato la banda nelle sue mani. Certo, tutto regolare, perchè no? Aggiungiamoci poi una cinese che si innamora di lui, un poliziotto fastidioso corrotto e il fatto che sotto sotto si affezioni al bastardo capo della banda, e avremo la ricetta perfetta del caos, ma anche di un drama che tiene letteralmente incollati allo schermo. Ogni puntata è densa di violenza, botte, sangue, coperture che rischiano di saltare e una tensione latente da capogiro. Ad ogni istante tutto rischia di saltare in aria, come la pazienza di Jun-mo quando vede la moglie flirtare col capo banda. Lo spettatore è letteralmente impaziente di continuare a seguire le disavventure di questo poveraccio, che lentamente si fa più gangster di quanto non sia mai stato poliziotto. Col tempo, la vita da fuorilegge gli entra nelle ossa, finché ne viene letteralmente fagocitato. È leggendaria la scena in cui completamente ricoperto di sangue dalla testa ai piedi, in abito bianco, accoltella un tizio davanti agli occhi terrorizzati della moglie. Da brividi in tutti i sensi, sia per l'interpretazione magistrale di Re JiAction, sia per la trama davvero ben strutturata. Intrighi, tradimenti, passioni, passato e futuro si intrecciano, insieme agli scrupoli morali, alla propria bussola interna che perde la via, a quel sottile filo tra bene e male che si sgretola ogni minuto di più, finchè ciò che si è diventati, benché in nome di un bene superiore, alla fine sia impossibile da riconoscere nello specchio. Se JiAction è stato grande, non posso non nominare anche tutto il resto del cast, a partire da Wi Ha-joon, sublime nella sua interpretazione, e così anche gli altri membri della banda. Unica nota stonata devo ammettere che è la moglie di Pak Jun-mo. Yoo Eui-jeon è una poliziotta di successo, trasferita dalla campagna a Seoul per meriti, è sposata con un poliziotto e sembra che dovrebbe essere un tipo in gamba, invece il suo personaggio è quantomeno deludente. Sembra sempre sperduta, con gli occhi grandi e la faccia confusa, senza spina dorsale e completamente in balia degli eventi. Si mette in mezzo all'indagine del marito, a causa dei suoi legami passati con Gi-cheul, ma non fa altro che provocargli problemi e dolori, soprattutto quando la relazione tra i due si fa più profonda (c'è anche un limone niente male) e ne diventa a tutti gli effetti la fidanzata. Persino durante le scene d'azione in cui nella bolgia tutti si accoltellano e prendono a schiaffi, lei sembra un cucciolo smarrito, che deve essere salvato ora dall'uno e ora dall'altro protagonista maschile. Se poi la mettiamo a confronto con la cinese spacciatrice Lee Hae-ryeon, che è una forza della natura, allora purtroppo mi trovo costretta a darle un meno. Non tanto per l'interpretazione ma proprio per la caratterizzazione del personaggio in sé. Il resto è senza dubbio degno di essere visto, ovviamente sempre e solo se avete stomaci resistenti e la violenza non vi impressiona troppo. Anche solo per il duo carismatico di attori principali, credo che valga una visione. Se ci mettiamo anche fotografia, recitazione, scene action perfettamente coreografate e trama colma di suspense, allora potrei anche azzardarmi a dire che è uno dei drama di questo genere più interessanti che ho visto ultimamente. E sapete che potete fidarvi di me, che di solito sono una gran criticona.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Melo Movie
0 people found this review helpful
Mar 24, 2025
10 of 10 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.0
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 7.5
This review may contain spoilers

Un film che parla di vita attraverso i film

Recensito da: Effe Instagram: @_Dramalia_

Ma che cos’è il “Melò”?
É la prima domanda che mi sono posta mentre mi approcciavo a questo drama da 10 episodi che ha saputo scavare come pochi altri nella mia anima. “Melo Movie” si è furbescamente affiancato alle mie emozioni, stuzzicando i ricordi di noi avventurieri degli anni ‘90 con un’atmosfera vintage e retrò dal sapore malinconico che solo i giorni passati che non torneranno mai più sanno suscitare nelle povere anime, come la mia, ancorate ai “tempi che furono”.
Bè, per rispondere alla mia domanda, il “melò” è un genere cinematografico, spesso accostato al melodramma che però non lo ricalca del tutto. Figlio prediletto del romanzo, ha come elemento narrativo fondante l’“impedimento amoroso” che si manifesta come impossibilità, negazione, destino. E’ un genere che narra di storie “romanticamente esasperate” nelle quali vengono enfatizzate le passioni: amore, sentimenti familiari, gelosia, rancori, rimorsi. E’ un racconto che rispecchia il modo di vivere sentimenti ed emozioni in ogni tempo. E’ un genere più complesso di quello che mi aspettavo, pregno di tantissime sfumature emozionali che ho ritrovato all’interno di ognuno di questi 10 meravigliosi episodi. Con un cast azzeccatissimo e una ricerca di contrasti serrata, “Melo Movie” ci accompagna in un saliscendi emotivo in cui tutto trova un equilibrio passo dopo passo, mentre il tempo scorre assieme alla narrazione riportando alla luce in noi ricordi e sensazioni. I colori sgargianti dei filtri utilizzati, in netta contrapposizione con momenti di pioggia e dolore che nella nostra mente sarebbero dovuti essere opachi e sbiaditi, sono la prima caratteristica che salta all’occhio del telespettatore mentre la storia man mano inizia a sbocciare perseguendo un continuo e immutabile equilibrio che alla fine pare si chiami “vita”.

“La vita sembra avere una quantità fissa di felicità. In un altro senso, c'è anche una certa quantità di disgrazie. "

Momenti di sfortuna e momenti di fortuna, la spensieratezza manifesta che nasconde responsabilità e consapevolezze dolorose, la rabbia che oscura l’affetto delicato, la critica che corre su un sottile filo assieme alla cattiveria, le bugie che possono minare un sentimento puro, l’amore e l’indifferenza, la maturità e l’immaturità, i desideri che lottano contro il dovere, la vita che si affianca alla morte.

“Nessuno può preparati all’amore e alla paura.”

Ko Gyeom è un sognatore, puro e incontaminato, nonostante la vita abbia iniziato a metterlo alla prova fin da bambino con la perdita dei genitori. Gyeom è cresciuto con davanti agli occhi le mille immagini dei film che gli hanno raccontato storie di tutti i generi, armando la sua corazza di solitudine con l’idea che tutto sia in realtà possibile.

“La luce nel buio. Ecco cos’erano i film per me. Dentro una semplice luce quadrata, tutto era possibile. Mi facevano credere di poter fare tutto.”

Gyeom cresce con il fratello maggiore, un ragazzo taciturno, isolato, incurvato sotto il peso delle responsabilità di una esistenza che non gli ha lasciato spazio per sé stesso, appesantito da un carattere che non l’ha nemmeno favorito nel trovare da qualche parte una piccola via di fuga. E’ un po’ la netta contrapposizione di Gyeom che invece vive apparentemente spensierato e con tantissimi amici attorno a sé. La sua aurea gioviale e frizzante infatti attira le persone aprendogli continuamente porte e opportunità che non tarda mai a cogliere. E’ così che un giorno, da amante dei film, decide di diventarne parte come attore, pur non avendo in realtà nessuna attitudine nella recitazione. Eppure il personale del set su cui piomba come una bomba a orologeria lo ama e accoglie fin da subito, ammaliato da quel ragazzo che, pur non avendone le capacità, sembra in grado di arrivare ovunque. Anche Kim Moo-bi ne rimane affascinata, il suo passato parla di un padre più innamorato del cinema che di tutto il resto, un regista mancato, senza un briciolo di bravura ma con sogni troppo grandi che l’hanno portato ad una morte prematura, inficiando il rapporto con quella figlia che per sopravvivere a quella sorta di abbandono emotivo non ha saputo fare altro se non odiarlo. Un odio iniziale trasformatosi poi in una sfida dopo la morte dell’uomo che la spinge a divenire lei stessa una regista. Quello di Moo-bi è un personaggio complesso, pieno di emotività rancorosa, ma allo stesso tempo bisognoso di un amore dolce che cerca alla cieca, senza spesso accorgersi di quanto affetto in realtà la circondi. Lei rappresenta il “dare per scontato”, l’abitudine di avere qualcosa che non ci si accorge di possedere davvero, troppo concentrata a cercarla sotto un’altra forma. Ma è anche un personaggio in evoluzione che trova in Gyeom la forza di guardarsi attorno e di lasciarsi andare. Questo finché il ragazzo un giorno scompare. Il fratello di Gyeom infatti rimane vittima di un brutto incidente, un tentativo di suicidio a cui Gyeom stesso non riesce a credere. La riabilitazione è lunga, la ripresa è solo parziale e intanto la salute ne risente, costringendo Gyeom a foderare il suo dolore, la sua consapevolezza, il suo segreto dietro ad una patina di allegria e vivacità, dietro ad una ingigantita spensieratezza che inizialmente ferisce Moo-bi quando i due si ritrovano. Ma Gyeom e Moo-bi hanno un vantaggio, la loro riunione avviene nel periodo della maturità e la loro relazione torna a veleggiare spinta da un vento di sincerità e condivisione che li avvicina passo dopo passo, mentre si raccontano e comprendono. L'esatto contrario di quello che accade ai due amici di una vita di Gyeom, Si-jun e Ju-a, una coppia invidiata all’epoca dell’adolescenza che dopo una brusca rottura si ritrova improvvisamente a doversi barcamenare in quei sentimenti mai sopiti che però rivelano fondamenta di bugie e immaturità. Un circolo vizioso che li travolge facendoli prima sperare e poi soffrire di nuovo. Si-jun, interpretato da un bravissimo Lee Jun-young che finalmente ha avuto un ruolo in cui ha potuto dimostrare delle ottime capacità, è il vero sognatore di questo drama, ancora più di quanto lo sia Gyeom. E’ un giovane artista incompreso da una famiglia benestante che lo vorrebbe da tutt’altra parte, un ragazzo che lascia una vita facile per inseguire il desiderio di divenire un giorno un musicista “anonimo ma famoso”, ed è anche un innamorato leale e deciso. La sua storia con Ju-a rappresenta appieno l’esasperazione romantica, la disillusione di un sentimento. Si-jun si ritrova dunque estraniato dalla famiglia, imbrogliato dall’amore della sua vita e illuso da quella passione, la musica, che arde ancora in lui ma che non riesce a trovare un posto nel mondo. Difficile non avvicinarsi a lui piuttosto che a Ju-a, più facilitata nel proporsi per la persona che in realtà non è per poi improvvisamente decidere di cambiare strada e raggiungere il successo in una considerata migliore. Ma “Melo Movie” non sono solo due storie d’amore con i loro problemi. C’è anche la vita. La vita che scorre e che decide, che mette alla prova, che ferisce e risana. Quando il fratello di Gyeom muore arriva uno dei momenti più toccanti della narrazione, Gyeom si ritrova a dover affrontare tutte le fasi che il dolore gli propone sul suo cammino. Ma, per la prima volta, scopre davvero di non essere più da solo e allora può fare qualcosa che mai prima si era permesso di fare: soffrire e cercare conforto.

“Una sola domanda. La morte chi fa soffrire? Chi resta qui.”

La vita toglie e la vita dà. Ed è questo il vero cuore, l’anima di questo drama che si destreggia tra il sentimentalismo e il dramma, tra i momenti buoni e quelli meno buoni. E’ un racconto reale, pieno, doloroso, affascinante, delicato.
Ecco, questo è un drama profondamente delicato che va a toccare corde del nostro cuore in così tanti modi che difficilmente ne rimarrete indifferenti.
E’ un drama lento, calmo, dolce. Pertanto dovete predisporvi ad una visione immersiva ma senza colpi di scena. E’ tutto già scritto nel titolo, è un prodotto che parla di vita vera, di fallimenti e successi, di grigliate in compagnia e notti solitarie. E’ un bagno di emozioni, e anche di lacrime. Il tutto contornato da un adattamento che sembra davvero quello di un film.
E’ un film che parla di vita attraverso i film, e per me è stato un viaggio davvero meraviglioso.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Like Flowers in Sand
0 people found this review helpful
Mar 14, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 7.0
This review may contain spoilers

Sport, amicizia, amore, passione, coraggio e un tocco di crime!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

La lotta coreana o ssirŭm (씨름, ssireum, ssirŭm) è una forma di combattimento dalle origini antiche che vede due atleti impegnati nel cercare di rovesciare l'avversario utilizzando la forza di braccia, gambe e dorso all'interno di una buca di sabbia. È la 131ª proprietà culturale intangibile coreana.

Perchè ve lo sto dicendo? Semplicemente perchè le prime scene di questo drama vedono degli atleti impegnati in una lotta che ha delle vaghe somiglianze con il sumo ma che sostanzialmente non avevo mai visto prima, e che quindi mi sono domandata se fosse frutto di un’invenzione o qualcosa di realmente esistente.
Bè, il ssirum esiste e, a quanto pare, è anche uno sport particolarmente sentito in Corea, probabilmente anche perché fa indiscutibilmente parte della loro cultura.
Kim Baek-doo (Jang Dong-yoon) è figlio di una famiglia di campioni di ssirum, dal padre ai fratelli, sono tutti titolati, tranne lui, nonostante sia stato evidenziato come un “prodigio” in tenera età. Ormai superati i 30 anni, è da tutti considerato un atleta vicino alla scadenza, oltre che un facile avversario. Rispettato per il suo carattere, non lo è però troppo all’interno del ring di sabbia che vede gli atleti scontrarsi, dove la sua assenza di passione risulta sempre più chiara gara dopo gara. Ma questo non è solo un drama sportivo, la trama si interseca in maniera molto interessante con un giallo il cui svolgimento rimane particolarmente dubbio sino alla fine, infatti il colpevole non è facilmente evidenziabile, al contrario di altri drama. Un assassinio, un suicidio, un vecchio caso irrisolto e delle scommesse clandestine aprono lo scenario su Yoo-kyung, una detective che torna nella sua città di origine dopo essere fuggita da bambina a causa delle dicerie di paese che avevano condannato il padre come un assassino, nonostante la legge avesse dato un verdetto diverso. Yoo-kyung, considerata estremamente bruttina durante l’infanzia, torna con un aspetto totalmente diverso e non viene riconosciuta, riuscendo così a infiltrarsi nella cittadina per indagare sulle misteriose morti avvenute connesse al ssirum. Baek-doo però, che altro non ha atteso se non il ritorno dell’amica, scombina i suoi piani riconoscendola praticamente subito e proponendosi di aiutarla nella sua missione. I due chiaramente si riavvicinano e, mentre portano avanti le indagini che iniziano a aleggiare sulle teste di ogni abitante apparentemente non sospetto, la passione per il ssirum di Baek-doo torna a fare capolino. Il riavvicinamento tra i due porta anche, man mano, al ricongiungimento dell'originario gruppo di amici che, da bambini, passavano le giornate nella cittadina costiera tra discorsi sul ssirum, scuola e giochi. Il contesto dell’amicizia è una delle immagini più belle di questo drama, il loro legame mai sopito che riemerge piano piano, andando a curare vecchie ferite e ricostruendo il rapporto di un tempo, è in grado di toccare le nostre anime, stuzzicando ricordi infantili che tutti noi teniamo nascosti da qualche parte. Vedere i ragazzi correre, mentre le loro immagini da bambini si sovrappongono, porta con sé una nota di sapiente sentimentalismo e dolce malinconia che non mi aspettavo certo di incontrare in un drama del genere. Anche la parte sportiva è stata sorprendente, l’unione della squadra, il sostegno reciproco, la competitività tra atleti che non diviene mai odio ma sempre rispetto e stima, sono tutti concetti pregni di un valore di altissimo livello che è un piacere ritrovare in una serie fatta decisamente bene. Questo drama mi ha, come avrete capito, sorpreso molto, all’inizio approcciarmi al ssirum è stato un po’ strano, tant’è che temevo mi sarei dovuta sorbire 12 episodi di lotte decisamente curiose tra individui mezzi nudi, ma in realtà il cuore della narrazione va ben oltre, se al posto del ssirum ci fosse stato un qualsiasi altro sport, non sarebbe cambiato poi molto, perchè questo non è sicuramente un drama univocamente sportivo e basta. Apprezzabile, come ho già detto, anche la parte concernente il giallo, il cui colpevole rimane non individuabile fino alla fine, il che ci spinge ad indagare e supporre assieme ai protagonisti, coinvolgendoci direttamente nella trama. Un plauso (e una curiosità) per Jang Dong-yoon che ha ben interpretato il protagonista, Baek-doo, al punto che per calarsi nel ruolo è ingrassato di ben 14kg modificando in maniera piuttosto chiara il suo aspetto generalmente muscoloso e asciutto, non stupitevi quindi delle inquadrature ad hoc sulla sua “pancetta”, fa tutto parte della trama. Non sono una grande fan degli stravolgimenti fisici a carico di attori e attrici, se devo essere onesta, però riconosco in Dong-yoo un encomiabile impegno per un ruolo che è rimasto comunque un po’ troppo di nicchia, “Like flower in sand” non è infatti un drama di cui si sente molto parlare, il che è un peccato a mio avviso, è in verità un prodotto estremamente valido, corredato da una fotografia eccellente, che mi sento in assoluto di consigliarvi.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
The Secret Romantic Guesthouse
0 people found this review helpful
Feb 27, 2025
18 of 18 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.0
Music 8.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Uno storico moderno e frizzante!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Ho iniziato questo drama con aspettative confuse, i coreani, forse per questioni linguistiche o forse per reali incapacità, tendono a rilasciare prima della première spezzoni di trame confusionarie e spesso poco entusiasmanti, quindi non ero ben certa di cosa mi avrebbe riservato “Secret Romantic Guest House”, soprattutto non avevo assolutamente capito nulla delle dinamiche che legavano il gruppetto di protagonisti. Partiamo con un flashback con un classicismo dei drama: l’incontro da bambini. Kang San (Ryeoun), ovvero il vero erede al trono figlio del Principe Ereditario, fugge inseguito dagli assassini della sua famiglia, colpevoli di un tradimento. Impaurito, si nasconde in una casa che espone il lutto, è la dimora di Dan-oh (Shin Ye Eun) che sta piangendo il padre. Kang San, accovacciato nella cuccia del cane, incontra la piccola Dan-oh che lo protegge mentendo alle guardie che lo stanno cercando. Anni dopo ritroviamo i due adulti, Kang San si è formato come guerriero con lo scopo di vendicare la propria famiglia e detronizzare il Re, mentre Dan-oh, caduta in disgrazia dopo la morte del padre, gestisce nella casa di famiglia una locanda dove vive con: la serva che tratta come una madre, un solo cliente fisso che da anni non riesce a passare l’esame di Stato e un giovane studioso che è innamorato di lei. Nel magazzino della locanda si nasconde la sorella, Hong-ju (Jo Hye Joo), promessa sposa di una guardia che è stata barbaramente uccisa il giorno prima del matrimonio qualche anno prima. La ragazza, seppur mai convolata a nozze, è stata considerata come una sorta di sfortuna per la famiglia dello sposo defunto e le è stato chiesto di togliersi la vita, Dan-oh, per salvarla, inscena quindi la sua dipartita e la nasconde facendola passare per un fantasma. Alla locanda arrivano Kang San e Shi-yeol, entrambi fingendosi studiosi. Mentre Kang San medita vendetta, scopriamo che Shi-yeol è la sua guardia personale che in segreto lo segue e protegge da sempre. Preparatissimo e imbattibile con la spada, è conosciuto per essere un guerriero spietato e sanguinario sebbene si mascheri, anche di fronte allo stesso Kang San, con lo spirito di un ragazzo burlone, imbranato e molto simpatico. Nota di merito per l’interpretazione fantastica dell’attore che lo porta in scena, Kang Hoon, la sua espressività e bravura nel dare vita a due aspetti estremamenti diversi della stessa persona, mi hanno letteralmente rapito il cuore. Comunque, mentre tra Kang San e Dan-oh scoppia la scintilla, anche tra Shi-yeol e Hong-ju nasce un sentimento. Intanto i piani di vendetta procedono e scopriamo che Yu-ha, il giovane studioso innamorato di Dan-oh, è il fratellastro di Kang San, figlio del defunto Principe Ereditario e di una concubina, ed è anche colui che sta partecipando ad una rivolta contro il Re. Yu-ha viene anche scelto come rappresentante di questa rivolta quando i suoi natali reali vengono scoperti, assume quindi l’identità di Kang San e si presenta ai seguaci della rivolta come il vero erede al trono. La sua morale però è molto più salda del previsto e, scoperta la parentela di sangue con il vero erede al trono, i due fratellastri, anziché farsi la guerra per il potere, stringono una saldissima alleanza.
Devo dire che questo drama è l’esatta rappresentazione di quanto il genere storico si stia evolvendo e si stia sforzando di portare in scena storie sempre nuove e sempre più moderne. La trama, seppur ricalcando il consueto intrigo di corte, è fresca e coinvolgente, scorre bene per tutte le 18 puntate, ben supportata dalla scelta di non incentrare tutto sui consueti due protagonisti, bensì scandagliando a fondo le storie personali di tutti i personaggi, elevandoli sostanzialmente alla stessa importanza di chi dovrebbe rivestire il ruolo principale. Anche le tematiche hanno subito una bella evoluzione, per una volta infatti vediamo il concretizzarsi di una relazione dopo il classico bacio finale e vediamo accenni ad approcci fisici e sessuali. La protagonista è emancipata, sveglia e d’aiuto, non d’intralcio ai ragazzi. Tra tutto però, devo ammettere che più che alla storia d’amore in primo piano, mi sono affezionata a quella tra Shi-yeol e Hong-ju, il classico genere di storia con un potenziale magnetico che avrebbe onestamente meritato un drama a parte per quanto avrei voluto saperne di più e viverli di più. Detto ciò, è stato davvero un bel drama a 360 gradi. Non ho critiche né rimostranze, non ho trovato momenti tediosi o troppo assurdi, me lo sono davvero goduto dall’inizio alla fine. Molto interessante il parallelismo tra il Re in carica che uccide il fratello per il potere e la scelta di cooperazione e collaborazione fatta invece da Kang San e Yu-ha, i quali dimostrano invece di non essere realmente interessati al trono ma al bene del popolo. Mentre Yu-ha, ad un passo dal potere, abbandona le sue mire per lasciare il posto al legittimo erede, Kang San rifiuta lasciando la guida di Joseon al fratellastro che dimostra, al contrario di lui, di avere un chiaro piano in mente per governare il popolo con giustizia e pietà. E’ la strutturazione di un rapporto familiare, interpersonale e politico sano e pieno di speranza. Così come sano è anche il triangolo amoroso che vede coinvolti i due con Dan-oh, in nessun caso il sentimento dei fratelli si trasforma in gelosia o in una spada avvelenata da sfoderare l’uno contro l’altro, il rispetto per i sentimenti reciproci e per quelli di Dan-ho viene prima di tutto. Un bel messaggio. Detto ciò, spero che con questo drama il mio amatissimo genere storico d’ora in poi continui a perseguire un filone evolutivo, ricercando trame nuove e introducendo tematiche più brillanti.
Assolutamente promosso e consigliato agli amanti del genere!

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
No Gain, No Love
0 people found this review helpful
Feb 22, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.5
Music 8.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Fresco, divertente e moderno!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Questo drama è decisamente un grandissimo sì!
Fresco, divertente, romantico, moderno, ritmato, con un gran cast di rilievo e molte più tematiche di quello che
potrebbe sembrare in apparenza.
Son Hae-yeong (Shin Min-a) ricalca appieno il significato del suo nome, è infatti una donna in carriera che non ama perdere nulla nella sua vita, che si tratti di una promozione sul lavoro o di un affetto. Cresciuta in una famiglia che si è sempre fatta carico di affidi a breve termine, ha sempre sofferto l'abbandono mascherandolo con un rifiuto e una ribellione nei confronti di quell'attività portata amorevolmente avanti dai suoi genitori.
Tanti infatti sono i bambini di ogni età che sono passati tra le mura della sua casa, abbandonati, rifiutati o abusati. Divenuta adulta, Hae-yeong vive nella casa di famiglia con due ragazze, Ja-yeon e Hee-sung, che, dopo l'affido, sono rimaste con lei, mentre la madre, con la quale continua ad avere un rapporto altalenante, vive in una casa di cura a causa della demenza senile. Hae-yeong lavora in un'azienda di rilievo che si occupa di istruzione, il cui AD, Bok Gyu-yeon, è conosciuto per essere un vero maschilista. Infatti promuove solo altri uomini o, al massimo, donne sposate, ma la vera motivazione per cui lo fa non è certo il maschilismo, la vera colpa è del padre, attuale CEO, un fedifrago di natura che la madre non ha mai perdonato spingendola a interferire con la vita del figlio affinché non faccia gli stessi errori del marito. Nella stessa azienda lavora anche l'ex fidanzato di Hae-yeong, Ahn Woo-jae, che, dopo essersi fatto lasciare, è in procinto di sposarsi. Durante il matrimonio del suddetto, Hae-yeong scopre di essere stata da lui tradita in passato, per questo, unito al fatto che la promozione sul lavoro è quasi impossibile dato il suo status di donna single, decide improvvisamente di convolare a giuste nozze.
Con chi?
Bè, i candidati non sono molti tant'è che finisce per proporsi alla persona che detesta più al mondo: Kim Ji-wook (Kim Young-dae), il commesso di un Minimarket che non perde mai occasione per farla innervosire. Il giovane, conosciuto per essere amatissimo da tutta la città per la sua generosità e dolcezza, con lei si diverte a metterla sempre in difficoltà, il motivo è che un doloroso passato l'ha visto entrare nella casa di Hae-yeong come uno dei ragazzi in affido, legandolo strettamente alla madre di lei, e scatenando in lui un interesse per la ribelle figlia. Ji-wook, dopo un tentennamento iniziale, accetta l'assurda proposta di matrimonio e si prodiga in quella che io ho definito la proposta di matrimonio più bella che abbia mai visto in anni di serie tv asiatiche: semplice, personale, dolce e accogliente. Ciò rivela il suo cuore buono e il profondo affetto che lo lega alla ragazza, oltre che un'inaspettata conoscenza della sua persona, cosa che sorprende anche lei. I due si sposano per convenienza dunque e iniziano la loro "finta" relazione che poi tanto finta non è, i sentimenti di entrambi infatti escono velocemente e prepotentemente, del resto sarebbe francamente impossibile non provare qualcosa per un ragazzo d'oro come Ji-wook e con le sembianze di Young-dae! (non mi dilungherò sui suoi occhi e il suo sorriso...) Ji-wook però scopre all'improvviso di essere figlio illegittimo del padre di Bok Gyu-
yeon e quindi, sotto ricatto, finisce a lavorare nella stessa azienda del fratellastro e di sua moglie, creando non pochi problemi. La sua storia è piuttosto commovente, se da una parte Hae-yeong, provata dal passato, non accetta più perdite nella sua vita, al contrario Ji-wook, ferito da una famiglia che non l'ha mai voluto, non accetta di essere lui stesso una perdita per qualcuno. Due visioni opposte del medesimo concetto che vedono i due avvicinarsi inesorabilmente. Di contorno alla storia principale, che vede un lungo percorso di guarigione personale da parte sia di Hae-yeong che di Ji-wook, prendono forma anche storie secondarie con protagoniste le sorellastre di Hae-yeong: Che Hee-sung porta sullo schermo per la prima volta una relazione poliamorosa e il concetto di una gravidanza non proprio desiderata; Mentre Nam Ja-yeon ci fa sognare con la sua storia delicata di abusi familiari (il padre è strettamente connesso ad un evento tragico che ha investito la famiglia di Hae-yeong) che si interseca in un sentimento d'amore dolcissimo con Bok Gyu- yeon, il quale si rivela essere un bonaccione di cui è impossibile, anche per noi telespettatori, non innamorarsi.
Questo drama, come ho detto all'inizio, ha dei pregi di fondo che vanno al di là della storia d'amore piacevole da vedere, è un drama moderno alla massima potenza che inserisce in modo inaspettato tematiche poco comuni per il settore d'intrattenimento coreano: giocattoli erotici, relazioni poliamorose, gravidanze indesiderate, sessualità libera, romanzi erotici, ma anche abusi e violenza. Non ultimo, prospetta anche un'analisi dell'altra faccia della medaglia per quanto riguarda il discorso dell'affettività genitoriale: il grande amore di un uomo e una donna che si espande fino a diventare puro conforto per bambini e ragazzi in difficoltà, si scontra però anche con la sofferenza di chi in famiglia non è pronto né a lasciar andare né ad accettare quel genere di amore temporaneo, in continua evoluzione, mai stabile; non a caso Hae-yeong cresce proprio con quella
conflittualità verso la propria famiglia che viene espressa nei suoi moti di ribellione personali e nel suo allontanamento, e con la necessità assoluta di non perdere più nulla, cosa che la porta a mentire e costruire castelli in aria che rischiano alla fine di farle perdere l'unica cosa davero importante:
l'amore puro e disinteressato. Personalmente non mi sento di colpevolizzare la sua incapacità
durante la crescita di comprendere il fine ultimo di un affidamento a scadenza che, come dice il termine stesso
(temporaneo), non è "per sempre" ma può durare anche solo pochi giorni: accogliere in casa una persona esterna, un bambino spesso vittima di eventi terribili, richiede un'enorme forza d'animo e uno spirito molto particolare, una capacità di amare sconfinata che sia in grado di curare ma anche di lasciare andare, e ciò non è una cosa da tutti, anzi. In questo drama emerge un duplice aspetto: l'encomiabile lavoro delle famiglie affidatarie, così come il loro impegno e la loro capacità di non bloccarsi ma di continuare ad amare ancora e ancora. Ma emerge anche l'amore inteso come un sentimento più stabile che trova la sua confortevole culla nella tranquillità della staticità, perché troppo facilitato nell'affezionarsi e troppo sofferente nel separarsi. Sono due dei tanti aspetti di cui è fatto l'amore. Questi sono tutti concetti e temi che molto difficilmente si trovano nei drama. In più "No Gain no Love" si rivela essere anche un prodotto molto ironico, divertente e ha dalla sua non una ma ben 3 storie estremamente ben fatte che coinvolgono senza mezze misure
chi guarda. Insomma, questo è un drama che non delude, ma porta con sé divertimento, riflessione e attualità.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
The Legend of the Blue Sea
0 people found this review helpful
Feb 16, 2025
20 of 20 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 7.5
Music 7.5
Rewatch Value 7.5
This review may contain spoilers

Il mio amore sopravvive al mio corpo

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

La domanda è: può un drama romantico che porta con sé tutti i cliché possibili e immaginabili, e che per di più non è nemmeno nuovissimo, essere accattivante nonostante tutto?
“The legend of the blue sea” è la risposta al nostro quesito. Colosso del mondo rom-com, colonna portante dei drama romantici con quelle storie d’amore scontate sì, ma incredibilmente soddisfacenti, questo drama ci accompagna in una narrazione senza tempo, così come la sua trama che parla di leggende e credenze. La sua forte contaminazione fantasy e quel pizzico di crime lo rendono ritmato e interessante, la storia d’amore invece scalda il cuore. Sarà Lee Min-ho, che con questo drama ha raggiunto vette altissime di successo, sarà l’atmosfera, sarà il racconto in sé, ma questo prodotto è una piacevolissima coccola. La sua forza sta proprio nella sua banalità, nel suo essere scontato ma sorprendentemente mai stucchevole o noioso, sempre dolce, caldo, accogliente, piacevole. E’ un drama che ricalca le favole che ci raccontavano da bambini, le stesse che, nonostante tutto, anche da adulti continuano ad emozionarci e incantarci.
"The Legend of the blue sea” racconta la storia di Sim Cheong, una sirena che, una volta sulla terra, trasforma la sua lunga coda in un paio di gambe umane. Un po’ come la Sirenetta, ma senza Ursula e strane magie o maledizioni all’orizzonte. Cheong infatti parla, è veloce ad imparare la lingua degli umani, ha una forza sovrannaturale e possiede l’abilità di cancellare la memoria. Incontra per la prima volta Joon-jae (Lee Min-ho) in Spagna, durante una vacanza dell’uomo dopo l’attuazione dell’ultima truffa portata a termine con i suoi due amici, il giovane hacker Tae-ho e l’esperto truffatore Park Moo. Joon-jae rimane affascinato da un bracciale che Cheong porta al polso, un bracciale che sembra avere un grande valore economico, tanto da farlo arrivare a truffarla, ma l’innocenza della ragazza, unita alla sua bellezza e alla sua stranezza, lo inducono a tornare sui suoi passi per iniziare ad aiutarla. Cheong infatti non conosce nulla del mondo umano, non essendo mai stata prima sulla terra, e Joon-jae è l’unico a cui si sente di affidarsi. Ma la storia è più complicata, si scopre infatti che i due non sono altro se non la reincarnazione di loro stessi nel passato, un passato con un destino tragico che ha visto il loro immenso amore portarli alla morte. Quel passato che torna anche nel presente, includendo tutti coloro che li circondano. Tra perdite di memoria e incontri voluti dal destino, Cheong e Joon-jae, dopo l’avventura in Spagna, al termine della quale la sirena ha cancellato la memoria al ragazzo, i due si incontrano nuovamente a Seoul dove li aspetta un percorso articolato. Un efferato criminale, amante della matrigna di Joon-Jae e vero padre del suo fratellastro, Chi-hyun, è sulle loro tracce, anche i suoi ricordi infatti, come quelli di Joon-Jae, comprendono spezzoni del passato. L’obiettivo è eliminare il ragazzo per ottenere l’eredità della ricca famiglia da cui proviene e impadronirsi di Choeng, le cui lacrime si trasformano in perle dalla rarissima purezza con un enorme valore economico.
La bellezza di questo drama, oltre che nella fiabesca storia d’amore, sta, secondo me, anche nello stretto e familiare rapporto di amicizia che gli sceneggiatori sono stati in grado di creare. Tae-ho, Park Moo, ma anche Shi-ah (una giovane Shin Hye-sun), il cui iniziale sentimento per Joon-jae si trasforma in amore per Tae-ho, così come la bimba e la mendicante, amiche di Cheong, sono un esempio di unione e di totale assenza di discriminazione. E’ incredibile osservare come la diffidenza iniziale di Park Moo nei confronti di una donna sporca che scava nei cassonetti, sia al contrario assolutamente assente nello sguardo innocente di Cheong che rappresenta la purezza d’animo e la totale assenza di cattiveria, invidia o pregiudizio. Così come è assente anche negli atteggiamenti della bimba che mai in un momento appare sorpresa o spaventata da qualcuno che non viene considerato “normale” per la società. E’ importante anche vedere come lei stessa, nel suo atto di mendicare, mantenga intatta la sua dignità e sia in grado, più di chiunque altro nel drama, di fornire conforto e una visione della vita molto più onesta e coerente di quello che potremmo aspettarci. Il messaggio di fondo dunque, anche per queste storie laterali, è davvero importante e non oscura ma bensì impreziosisce la narrazione principale che ci regala la favola di un amore eterno, un sentimento invincibile per la memoria e persino per la morte stessa.
“Il mio amore sopravvive al mio corpo”
E’ così che Joon-jae ci dona la dichiarazione più bella di sempre.
“The legend of the blue sea” dunque è per me una visione assolutamente raccomandata, una vera e propria favola che non sarà in grado di deludervi ma che vi lascerà piuttosto incantati, come quando prima di dormire da piccoli ci appisolavamo mentre qualcuno ci narrava in modo gentile e leggero delle vite di Cenerentola, di Biancaneve o della Bella Addormentata nel bosco.
Una critica? Forse il ruolo della bambina, un personaggio curioso che avrei voluto veder sfruttato meglio e avrei desiderato vedere entrare nella famiglia di Cheong e Joon-jae. La sua stessa assenza nei minuti finali, è stata a mio parere un errore.
Nonostante ciò rimane per me un drama promosso che rientra senza dubbio nelle colonne portanti di questo universo.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Officer Black Belt
0 people found this review helpful
Feb 3, 2025
Completed 0
Overall 8.0
Story 6.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 7.0
This review may contain spoilers

E’ intelligente ma non si applica

Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Come descrivere questo drama? E’ intelligente ma non si applica, classica frase che a scuola mi ripetevano sempre per dire che non avevo voglia di fare niente. Ed è ciò che posso dire io su questo film made in Korea, che vede protagonista Kim Wo-Bin, con una tinta bionda delle peggiori per l’occasione. Non fraintendetemi, è un drama godibile, in cui ci si fa anche qualche risata, ma dà l’impressione di voler dare di più e non riuscirci.
Il protagonista assoluto è Lee Jung-do, un ragazzo spensierato e svagato, la cui vita salta da un allenamento di arti marziali all’altro, una consegna per il ristorante di pollo del padre e una partita ai videogiochi con gli amici di sempre (un gruppo di stramboidi i cui soprannomi variano da: “Umido” a “Diarrea” e ho detto tutto). Jung-do ha un unico scopo nella vita: divertirsi. Non fa niente che non lo diverta e sinceramente penso che viva molto meglio di tutti noi. Il ragazzo non pare proprio una cima, ma è un maestro di arti marziali e un giorno s’imbatte in uno scontro tra un agente di sorveglianza e un detenuto con cavigliera gps. L’agente viene ferito gravemente e Jung-do interviene, neutralizzando in poche rapide mosse il malvivente, che viene riconsegnato alla prigione. Il ragazzo viene dunque ricompensato con un premio e cattura l’attenzione di Kim Sun-min, il Direttore del reparto controlli elettronici. Per capirsi, il capoccia di quei disperati che devono monitorare h24 i cattivoni in libertà vigilata con le cavigliere. Io personalmente non ho mai neanche pensato che ci fosse un reparto a parte e tanto meno credevo che facessero telefonate per assicurarsi che i birbanti si ricordassero di ricaricare le suddette cavigliere. Ovviamente neanche Jung-do ne era a conoscenza e quando gli viene offerto un posto nella task force, lui domanda solo: “Ma è divertente?” Vi giuro che neanche Sun-min riusciva a farsene una ragione di tanta tonteria, ma, si sa, “il bisognino fa trottare la vecchia”, perciò, nonostante Jung-do non sia proprio il più sveglio della cucciolata, è forte, di buon carattere e non ha proprio niente di meglio da fare. Così accetta di provare almeno finché l’agente ferito non si sarà rimesso e s’immerge in questo caleidoscopico mondo di malviventi redenti, che tanto redenti non sono. Insieme a Sun-min, suo partner logistico, si assicura che pedofili, stupratori e gentaglia della peggior specie rispetti la libertà vigilata e quando non lo fanno, li mazzuola per bene, riportandoli poi in prigione. La cosa divertente è che è pure portato e la soddisfazione che gli dà colpirli con il taser è la stessa che avrei io a fulminare il mio ex. Tra i due partner si instaura un bellissimo rapporto e l’uomo viene anche ammesso ad honorem nella squadra dei nerd, col risultato che Jung-do diventa a tutti gli effetti un membro del dipartimento. Tutto sembra andare bene finché lo stupratore di bambini Kang Ki-jung non viene rimesso in libertà. Ora, se uno ha stuprato bambini fino a due minuti prima e non è manco pentito, voi lo rimettereste in libertà? Io personalmente no, ma si sa che l’intelligenza non è di casa e quindi il tizio più terrificante di sempre viene rimandato nel mondo, con una task force a controllarlo praticamente h24. Ma Kang- Ki-jung non è solo un cattivone come un altro, no, ovviamente fa parte di un’organizzazione di pedofili che girano video pornografici di lui che si sollazza con dei bambini non oltre i 13 anni. Qualcuno crede che il cattivone sia stato ammansito? Io no di certo e neanche Jung-do, che fa della cosa una faccenda di vita o di morte. Il ragazzo spensierato lascia il campo ad un uomo pronto a tutto per fermare Ki-jung, ed è emozionante vedere la sua evoluzione (forse un po ' affrettata). Allora perchè non sono rimasta convinta? Woo-bin è sempre fantastico e si è allenato duramente per questo film, facendo lui stesso la maggior parte delle scene di lotta e di inseguimento, in barba al cancro che lo ha tenuto lontano dalle scene per molti anni. Eppure, sarà per la brevità, sarà perché mi aspettavo qualcosa in più, ho trovato il film non troppo coinvolgente. Ormai sono così abituata alle infinite puntate dei drama, dove tutto si sviluppa lentamente e i personaggi hanno una caratterizzazione certosina, che qui non mi sono così affezionata a nessuno, nonostante ci sia una forte componente drammatica. Personalmente la bromance tra Jung-do e Sun-min è la parte che ho apprezzato maggiormente, mentre avrei dato un po’ più di tempo al personaggio per evolvere e cambiare.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Kiss Sixth Sense
0 people found this review helpful
Feb 2, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 7.5
This review may contain spoilers

Il futuro è già scritto o è possibile cambiarlo?

Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Il futuro è già scritto o è possibile cambiarlo?
Hong Ye-Sul se lo domanda spesso, specialmente quando le sue labbra toccano un'altra persona, poiché attraverso quel piccolo sfiorarsi di particelle, può scorgere il futuro. Non sa se avverrà tra pochi minuti, un anno o una vita, ma è lì che la guarda e non ha mai sbagliato. A parte questo piccolo potere che la limita nelle sue frequentazioni, Ye-Sul (Seo Ji-hye) è una donna in carriera che lavora per un'azienda di pubblicità piuttosto rinomata. Il suo capo però è un autentico despota, insopportabile e irascibile, è il tipo di uomo che suscita odio e ammirazione insieme. È un capo spietato, ma di quelli che non sbagliano mai e sembra Superman. I due hanno una relazione lavorativa complicata. Praticamente lei vive in ufficio e cerca di essere all'altezza delle spietate aspettative di Cha Min-Hoo (Yoon Kye-Sang), senza mai arrivarci neanche vicina. Un giorno i due sono sul set di una pubblicità di materassi, prontamente rovinata dalla pioggia e Ye-Sul inciampa, travolgendo l'integerrimo capo scontrandosi accidentalmente con le sue labbra. Nella visione scaturita vede chiaramente che un giorno, non si sa quando, finiranno a letto insieme. Ciò le provoca sentimenti contrastanti, un turbinio di turbamenti e pensieri alquanto sconci. Perde lentamente la sua professionalità distaccata, per diventare un completo disastro (evidentemente nella visione lui era particolarmente prestante sotto le lenzuola). Se prima non ci pensava neanche a Cha Min-Hoo, improvvisamente il suo mondo viene sconvolto. E lo è ancor di più quando decide di confessargli tutto, poteri compresi, e per dimostrarglielo predice il futuro. Solo che si vede felice, spensierata come mai prima e quelle immagini le scavano dentro più della notte di fuoco. Perché, a causa di quei poteri, Ye-Sul non è mai stata veramente felice. Ha sempre visto scenari di dolore e tristezza, di solitudine, specialmente col suo ex storico Lee Pil-Yo, regista di fama mondiale, interpretato da Kim Ji-Seok, ancora pazzamente innamorato di lei. Per togliersi il dente e non pensare più a Min-Hoo, lei decide di andarci a letto una volta, facendo così avverare il futuro, ma i sentimenti s'insinuano nelle pieghe della corazza di ferro del suo capo integerrimo e lentamente i due instaurano una strana relazione. Tutto ciò coadiuvato dal ritorno di Pil-Yo, intenzionato a riprendersi la sua ex, di cui ha sempre conosciuto il segreto. La componente fantasy di questo drama non è affatto finita qui, perché si aggiungono anche i poteri di Min-Hoo. Infatti l'uomo ha i sensi più sviluppati di chiunque al mondo. Riesce a sentire da chilometri di distanza e quando bacia una donna i suoi nervi vengono così sovraccaricati che finisce per svenire. Entrambi non hanno idea del perché abbiano sviluppato dei doni del genere, ma si fa cenno a un incidente misterioso che sembra accomunarli. Per non farsi mancare niente, si aggiunge anche un pazzo stalker, una cugina un po' fuori di testa, qualche amico simpatico, colleghi strampalati e una buona dose di risate. Ho apprezzato molto la trama scorrevole, divertente e mai banale che regala istanti di puro spasso quando quei due sono insieme e cercano di far funzionare una relazione basata su regole e contratti, tanto che consiglio vivamente la visione. Per chi non ama il fantasy, non preoccupatevi, non è invasivo, ma aiuta la storia d'amore a scorrere via con una facilità incredibile, senza appesantirla ma arricchendola di piccoli malintesi e misteri appassionanti. Sinceramente ho trovato anche gli attori bravi e assolutamente appropriati alla parte, con i protagonisti legati da una forte chimica non da trascurare. Ciò che però mi ha colpita maggiormente è stata proprio la domanda iniziale: il futuro è già stato scritto o siamo noi a determinarlo? Per Ye-Sul il futuro non si può cambiare, è lì che la guarda, pronto ad afferrarla se solo prova a modificarne la trama. Mi sono quindi chiesta che senso abbia per lei, che sa tutto, andare avanti con la vita e le relazioni. Non è inutile se poi non c'è niente che stupisce? Invece di cadere sul banale, il drama è riuscito a rispondere ai miei dubbi semplicemente cambiando prospettiva. Quello che lei poteva interpretare in un modo, spesso nella realtà dei fatti era completamente diverso, creando uno scenario nuovo e sorprendente, che ha messo in crisi anche i suoi poteri consolidati. Decisamente uno spunto interessante, anche se avrei apprezzato sicuramente una spiegazione meno banale per l'arrivo dei loro poteri che non fosse: “li ho avuti per ritrovarti”. Ok, certo...lo scopo della tua vita era solo quello? Ma su, forza, che noia! Voi sapete inoltre che non sono una fan dei due migliori amici dei protagonisti che finiscono insieme, ma qui è tutto gestito bene e le situazioni non appesantiscono diventando stucchevoli, anzi creano alcuni siparietti umoristici piuttosto spassosi.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Murai no Koi
0 people found this review helpful
Jan 14, 2025
8 of 8 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 7.0
Acting/Cast 7.0
Music 7.0
Rewatch Value 6.0
This review may contain spoilers

Ottimo per staccare la spina

Recensito da: Jade IG: _dramalia_

Murai è un liceale brillante, da dieci e lode in ogni materia, sembrerebbe lo studente perfetto, se non che ha una cotta spaventosa per la sua insegnante. Nel suo questionario sul futuro, scrive di volerla sposare e lei ovviamente lo convoca nel suo ufficio per fargli una ramanzina. Tanaka sensei è conosciuta come la professoressa di ferro, integerrima, tutta d’un pezzo che non da relazione a nessuno e non si interessa dei club scolastici. E’ fredda all’apparenza e quando Murai le confessa il suo amore, lei lo rifiuta seccamente, dicendogli che non le piacciono i ragazzi con i capelli lunghi e neri. Il giorno dopo lui si presenta con la chioma tagliata e biondo, sconvolgendola per la sua somiglianza con un personaggio dei videogiochi di cui è innamorata: Hitotose. Totalmente nel pallone a causa di quel cambiamento, Tanaka si ritrova coinvolta in una situazione da cui non riesce ad uscire. Murai non ha alcuna intenzione di demordere nel suo amore per lei e fa di tutto per conquistarla. Miyase Ryubi riesce ad interpretare sia lo studente che il personaggio animato alla perfezione, creando scenette divertenti e momenti kawaii che ti fanno tifare spudoratamente per i suoi occhioni dolci. E’ affiancato da due amici leali, i quali lo consigliano, lo supportano e lo aiutano in ogni situazione, senza mai tirarsi indietro. Tanaka sensei rimane sempre salda nel suo rifiuto, ma lentamente inizia a provare una simpatia per quel ragazzino impertinente che arriva a sfidare suo fratello (un agente di polizia) in un duello all’ultimo sangue, solo per conquistarne il cuore e il diritto a corteggiarla. Ovviamente l’amore tra un’insegnante e uno studente non è qualcosa che possa avvenire e i due rischiano spesso di essere scoperti, fino al punto in cui Tanaka rischia il lavoro. Fortunatamente, con l’aiuto di tutto il gruppo di spostati, i due riescono finalmente a parlarsi a cuore aperto e il lieto fine (o almeno una specie) è dietro l’angolo. Ho trovato questo drama carino e frizzante, divertente e molto dolce specialmente sul finale. Chiaramente è qualcosa di leggero senza grandi pretese, ma nella sua semplicità è fatto molto bene. Gli attori sono perfettamente calati nel drama ed è divertente anche vedere come la mente di Tanaka sia un groviglio di emozioni rappresentate da personaggi in costumi storici (ovviamente lei insegna storia, che ve lo dico a fare). Durante la narrazione riusciamo anche a comprendere il motivo della sua ossessione, che ho trovato a dir poco tenero e possiamo sbirciare nel suo passato complicato. Abbandonata da tutti, si è rifugiata in un mondo di finzione, aggrappandosi a personaggi che non l’avrebbero mai lasciata. Ovviamente prendete il tutto per quello che è e non aspettatevi che i personaggi principali si bacino o facciano qualcosa di scandaloso, è pur sempre un drama adolescenziale. Io però ve lo consiglio per quelle giornate in cui non volete niente di serio, ma solo staccare la spina.

Read More

Was this review helpful to you?
Completed
Love in Black Hole
0 people found this review helpful
Jan 14, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 3.0
Story 2.0
Acting/Cast 1.0
Music 3.5
Rewatch Value 1.0
This review may contain spoilers

Recitazione Imbarazzante

Recensito da: Jade IG: _dramalia_

Avete mai guardato un drama, chiedendovi per tutta la durata di che cavolo parli? Quale sia la trama e lo scopo di aver prodotto una roba del genere? Io sì, in realtà più di una volta. Ma a questo giro di giostra, devo dire che sono ancora abbastanza confusa. Il titolo di per sé è già tutto un programma. Ma non è la sola cosa che lascia perplessi, quanto più il fatto che la trama sia piena di niente. Praticamente aria fritta, con conversazioni contorte e astruse, alla fine delle quali, mi sono spesso domandata che cavolo si fossero detti! No, vi giuro, un completo disastro di sceneggiatura, peggio mi sento con la regia, per non parlare della recitazione. Il mio gatto messo davanti a una telecamera è sicuramente più espressivo di questi ragazzini, il che è tutto dire visto che dorme dodici ore al giorno. Non c’è una cosa che si salvi, non un punto positivo nel mare di mediocrità infinita di questo drama. Non si salva neanche mezzo attore e gli sceneggiatori dovrebbero andare a scolpire il globo, onde evitare di far sprecare tempo e soldi a produzioni già con un budget ridicolo. Capisco che sia un mini drama, capisco anche che i soldi siano pochi, ma qui si sono proprio impegnati per fare pena. I protagonisti sono sostanzialmente Eun-ha (Seola) e Tae-Yang (Lee Han-gyul), due studenti di astronomia con una passione per la musica, nonchè migliori amici da una vita. Fanno parte entrambi di questo club di musica in cui in realtà sono quattro gatti. Lui suona la chitarra e compone canzoni, per poi andare a suonarle per strada nella speranza che qualcuno lo noti, fa un miliardo di audizioni e fallisce perennemente. Lei invece ha un blocco. A causa di bullismo alle superiori, non riesce più a cantare in pubblico, lo fa solo davanti a Tae-Yang. Comunque Eun-ha è fidanzata, ma lui la molla nei primi tre secondi di girato e lei si trasferisce in un nuovo appartamento. (Pare che le due cose siano correlate, ma non è ben chiaro come.) Nella sua stanza un metro per un metro, si scopre che sul soffitto c’è un buco bianco. (Sì, non ho sbagliato a scrivere, purtroppo.) Praticamente un portale sul soffitto che collega la sua stanza al club di musica. Ma che coincidenza! Da questo buco praticamente cade di tutto: bacchette, penne, spazzatura varia e lettere d’amore incompiute. E’ proprio grazie a questo che scopre che qualcuno nel club ha una cotta per lei. Essendoci solo tre ragazzi, direi che il campo è abbastanza ristretto. Sung- Woon è un tipo riservato, all’apparenza freddo e distante, ma ha una cotta per lei ed è anche l’autore del famoso bigliettino incompiuto. Ovviamente non è l’unico innamorato di lei, infatti anche Tae-Yang prova dei sentimenti forti da sempre. Per non perdere la sua amicizia con lui, comincia a uscire con Sung-Woon. Tutto bene, se non che i due hanno la chimica di due bradipi addormentati. I loro appuntamenti sono imbarazzanti, tristi e assolutamente inutili. Tae-Yang da parte sua cosa fa? Prova a conquistarla? Si batte per lei? Ma figuriamoci! Bradipo numero tre, si lascia trascinare da un altro membro del club, tale Anna (Ki Hee-Hyun) che gli fa una corte spietata. Ecco lei sì che è viva e combatte per quello che vuole. Comunque dal niente, ad un certo punto, dal soffitto iniziano ad arrivare segnali dal futuro. Vi giuro, che la cosa ha persino movimentato il tutto, incredibile eh? Cade una foto di Eun-ha con Sung-Woon che si baciano sulla guancia (quale scandalo!) con una data di luglio, mentre loro sono a giugno. Perciò Eun-ha che fa? Assolutamente niente, continua ad uscire con lui. Sinceramente io per il novanta percento di questo drama non ho capito lei cosa pensasse. Era ovvio che sarebbe finita con Tae-Yang, ma vi dovessi dire come, proprio non saprei. Ad un tratto, senza un motivo valido, spunta pure una chiavetta in cui c’è un filmato di lui che ha un incidente mentre va all’audizione e, totalmente senza un senso logico temporale, lei corre a fermarlo, avendo una mezza crisi isterica. Fine della scena. Boh. Io perplessa che non capivo se fossi pazza io, se avessi sbagliato qualcosa nello scaricare le puntate o se i registi si fossero completamente fumati il cervello. Vi giuro, un’accozzaglia di scene senza collegamento, messe lì tanto per fare minutaggio. Comunque, neanche a dirlo, alla fine lei decide di mettersi con il migliore amico, sappiamo perché? Sappiamo cosa le abbia fatto cambiare idea? Ma figuriamoci. Comunque si danno uno dei baci più tristi che abbia mai visto, il che è tutto dire e grazie alla loro relazione lei magicamente riacquista la facoltà di cantare in pubblico, mettono su un duetto e hanno successo. Amen. La recitazione ragazzi è pietosa, la trama non ha senso, il buco bianco è veramente il modo più assurdo che ci sia per mettere un pò di pepe in questa storia condannata dal primo istante, e non si salva nessuno degli attori. Veramente recitazione imbarazzante dal primo all’ultimo. 
Fatevi un favore e girate al largo.

Read More

Was this review helpful to you?