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Completed
Weak Hero Class 2
0 people found this review helpful
Aug 20, 2025
8 of 8 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.0
Music 8.0
Rewatch Value 7.0
This review may contain spoilers

Seconda stagione bella ma non a livello della prima

Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Benvenuti nella seconda stagione, di una prima che mi ha entusiasmata molto facendomi attribuirle un bel 9 più che meritato. Abbiamo lasciato Si-eun in trasferimento in un’altra scuola, dopo gli eventi non proprio idilliaci che avevano coinvolto anche Su-ho, il suo amico finito in coma. All’Eunjang, Si-eun cerca di passare inosservato, senza cacciarsi nei guai. Solo e senza amici, le sue giornate si trascinano tutte uguali. Nessuno lo avvicina, perché la sua fama lo precede e tutti pensano che sia un pazzo scatenato (non hanno tutti i torti in fondo). Vive con i sensi di colpa, si auto punisce per la fine fatta dal suo amico e per questo preferisce stare da solo, come una sorta di espiazione dei suoi peccati. Ogni giorno si reca in ospedale, ma non entra mai nella stanza dell’amico, rimanendo fuori e scrivendogli messaggi che mai vedrà. Scorre così la sua vita, almeno finché Seo Jun-Tae non gli piomba tra capo e collo. Succube del bulletto della scuola, il ragazzo è costretto a rubare cellulari e fare il lavoro sporco, altrimenti botte. Jun-Tae si azzarda dunque a rubare il telefono di Si-eun, che però lascia perdere, non reagisce se non per una frase a effetto: la terza legge di Newton. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Gli dà anche del codardo e il giorno dopo tutti i telefoni riappaiono magicamente. Ovviamente Jun-Tae viene pestato a sangue e Si-eun interviene, ma invece che cazzottare il bulletto, si fa riempire di botte. Scopre dunque che l’Eunjang è l’unica scuola a non essere stata reclutata dall’Unione, organizzazione giovanile criminale gestita da Na Baek-jin, un tizio un po’ inquietante che combatte come Bruce Lee. Tutte le scuole sono assoggettate al suo dominio, che non riguarda solo i pestaggi, i furti dei telefoni e in generale una predisposizione alla boria niente male, ma anche furti di motorini e moto, con conseguente rivendita. L’Eunjang è riuscito a salvarsi solo grazie alla guida di Baku, (un meraviglioso Ryeoun). Questo tizio, carismatico, allegro, divertente e imbattibile, è il capo della scuola, nonché ex migliore amico di Baek-jin, che brama di farlo entrare nell’Unione. I due però non potrebbero essere più diversi e per qualche motivo che non ci è dato sapere si odiano. Ora, al ritorno di Baku, lui, Si-Eun, Jun-Tae e Sun-jae formano un quartetto divertente, che però si caccia sempre nei guai. Infatti per costringere Baku ad entrare a far parte della banda, Baek-jin si accanisce anche contro i suoi amici e la sua famiglia. Cedendo alla pressioni dunque il ragazzo inizia a lavorare per lui, dimostrando le sue doti da combattente tutt’altro che scarse. E’ una macchina inarrestabile, una forza della natura, un uomo con un carisma impressionante. I suoi sorrisi, così come le sue espressioni serie, sono pregne di forza recitativa incredibile e devo ammettere che ruba molta scena al nostro Park Ji-hoon. I due sono stati bravissimi nella recitazione, al punto che tutti gli altri venivano eclissati. Si-eun viene dunque costretto a rinunciare al suo voto di non combattere per aiutare i suoi nuovi amici. Insieme dunque si danno allo smantellamento dell’Unione, cercando prima le prove per incastrarli, poi organizzando una battaglia campale, in cui Baku e Baek-jin si affrontano senza esclusione di colpi. Ora, la prima stagione per me era stata speciale, davvero ben fatta e costruita con una magistrale sapienza nel far morire di crepacuore le persone. Qui purtroppo non ho percepito le stesse emozioni. Gli attori sono sempre bravissimi, il finale anche se leggermente scontato fa commuovere, i quattro amici sono coinvolgenti e affiatati, le botte che si danno sono sempre talmente forti che mi domando come facciano a sopravvivere. Allora cosa non ha funzionato? Per me in realtà non c’è proprio qualcosa che abbia fatto acqua, ma più che altro è un non essere altrettanto bella, altrettanto entusiasmante, altrettanto coinvolgente. Ho amato Baku e Ryeoun ha fatto un grandissimo lavoro nell’interpretazione, ma come ho detto ha rubato un po’ la scena a Si-eun, che in questa stagione è sottotono, a tratti assente nella narrazione. Avrei sicuramente evitato il suo incidente e il conseguente “dormire” per recuperare tutto il sonno arretrato perchè sono stati momenti completamente inutili, ma per il resto è davvero ben fatto, sebbene non sia al livello della prima stagione.Gli manca un pò di verve, un po’ di suspense, di quei momenti in cui non sapevi se il pestato di turno sarebbe sopravvissuto o meno. In generale però per essere una seconda stagione direi che è piuttosto valida e non vedo l’ora di vedere la terza!

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Completed
Joseon Attorney: A Morality
0 people found this review helpful
Jul 24, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 7.5
Music 8.0
Rewatch Value 7.0
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drama storico di “nuova generazione”

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Altro drama storico di “nuova generazione”, si percepisce infatti l’impegno nel tentativo di rinnovare un genere molto inquadrato come appunto è quello storico. Ost ritmate, fotografia all’avanguardia, regia innovativa e interpreti freschi, moderni, accattivanti così come accattivante è la trama. Seguiamo infatti per la prima volta le vicende di un avvocato brillante, giovane e di bell’aspetto. L'ambientazione legal in questo genere di drama è una novità assoluta. La storia inizia, come spesso succede, con un flashback nel passato: Kang Han-soo (Woo Do-hwan) è figlio di un funzionario di bassa casta ma strettamente correlato alla figura del Re con il quale sta cercando di rivoluzionare il sistema legislativo. L’uomo viene ingiustamente accusato di tradimento e ucciso davanti agli occhi del figlio e della moglie, la quale viene poi trovata impiccata più tardi. Passano gli anni e Han-soo, diventato un avvocato estremamente esperto di tutte le leggi vigenti a Joseon, vive con il suo servo di sempre in una barca. I due arrivano al Porto di Mapo dove iniziano a cercare dei clienti. Il carattere di Han-soo è apparentemente cinico e a tratti burbero, al punto che non è apprezzato dalla popolazione, ma la sua bravura viene presto dimostrata. E’ un oratore senza precedenti, conoscitore indiscusso delle leggi, manipola a suo piacimento le parole ed è veloce e brillante nel trovare sotterfugi a suo favore. Incontra casualmente una giovane locandiera, che in realtà è la principessa Lee Yeon-joo sotto falso nome. La ragazza presta denaro ai cittadini in difficoltà e aiuta i bisognosi nella sua locanda, seguita e appoggiata dalla sua dama di corte e dalla sua guardia personale, anche loro sotto mentite spoglie. L’incontro tra i due non è dei migliori, Yeon-joo non comprende e non approva alcuni atteggiamenti di Han-soo, trovandoli eccessivamente burberi e occasionalmente disumani. Ma Han-soo le dimostra presto che la legge non è così semplice come sembra, soprattutto in un’era in cui gli stessi uomini di legge, coloro che sono al potere, non la applicano mai. Tra casi minori, portati a compimento con successo, il rapporto tra i due migliora fino all’instaurarsi di un sentimento. Nel contempo, il filone narrativo segue anche le vicende a corte dove il giovane Re in carica è tenuto sotto scacco dal Primo Ministro e da tutti i suoi innumerevoli seguaci. Inizia quindi la vera lotta di potere che si scopre essere direttamente correlata ad Han-soo per due motivi: il primo è che il Re vede in lui l’unica figura a cui potersi appoggiare per cercare di ripulire la corruzione a palazzo, il secondo è che entrambi i genitori di Han-soo sono stati uccisi dal Primo Ministro per evitare che l’apparato legislativo, che il Re e il padre di Han-soo stavano creando, venisse portato a compimento. Scopriamo dunque il vero motivo dell’arrivo di Han-soo a Mapo: la vendetta. Ad uno ad uno, grazie alla sua estrema abilità e ad una strategia ben congegnata, fa crollare tutti gli esecutori materiali dell’uccisione della sua famiglia, scoprendo però anche in contemporanea il vero vaso di pandora che si cela dietro e che porta appunto alla figura del Primo Ministro, il reale obiettivo finale. Nella sua impresa viene aiutato da Yeon-joo, dal suo servo e fedele amico Dong-chi, da Lady Hong (dama della Principessa) e da un’insospettabile Yoo Ji-sun, figlio del Primo Ministro. Ecco, tralasciando l’innata bravura di Do-hwan, vorrei concentrarmi sulla figura di Ji-sun, interpretato da N. Ho apprezzato incredibilmente questo ragazzo tanto quanto ho detestato l'ennesima scelta di rilegarlo a second lead martirizzato. “Usami, straziami, strappami l’anima…fai di me, quel che vuoi…” ve la ricordate? Ad un certo punto del drama è diventato nella mia testa il jingle ufficiale ogni qual volta questo personaggio entrava nell’inquadratura. Un giovane bello, intelligente, retto da una morale solida che lo spinge addirittura ad opporsi ferocemente al padre e al mondo di corruzione e agi che egli aveva creato per lui, un uomo che alla fine ritroviamo con il cuore spezzato dal rifiuto di Yeon-joo, un uomo che si propone a tutti come fantoccio da usare a piacimento pur di proteggere la donna che ama e di portare a compimento i propri ideali. “Devi andare contro mio padre? Usa me.” “Hai bisogno di questo? Usa me” “Non farlo tu, usa me!” e via dicendo. Lo troviamo quindi in prima linea, forte del suo nome e della sua nomina a Magistrato, a condire drink con polverine magiche, a falsificare documenti e a portare avanti un peso che, francamente, non meritava. Il tutto alla fine per ritrovarlo senza una minima soddisfazione sentimentale né personale, con un padre criminale e malato di mente da accudire. Mi è piaciuto? Assolutamente no, anzi, mi è davvero dispiaciuto per lui, l’ho trovato un personaggio pieno di potenziale non sfruttato. Interpretazione fortissima invece quella di Han-soo, Woo Do-hwan ha retto magistralmente l’intera trama, a lui hanno affidato la parte comica e drammatica e le ha centrate entrambe senza se e senza ma. E’ stato impossibile non ridere con lui così come è stato impossibile evitare di piangere mentre, straziato e dilaniato nell’animo, l’abbiamo visto accompagnare la sorella, che credeva persa, fino alla sua tomba. Do-hwan ha portato in scena un’interpretazione fantastica, estremamente credibile ed emozionante, peccato che sia stata poco sostenuta dalla protagonista femminile, rappresentata da una poco incisiva Bona. Il suo personaggio è stato subissato dalla potenza e dall’esuberanza di Han-soo, ma la verità è che non si è difesa bene nemmeno nelle scene più sentimentali dove, per citare la mia socia, il primo bacio è sembrato più un tentativo di rianimazione bocca a bocca al punto che, per un attimo, anch’io ho temuto di essere piombata in un crossover con ”Poong, the joseon psychiatrist”, il che sarebbe andato anche bene senonchè la verità è che quello che abbiamo visto era solo un brutto, brutto bacio. Brutto come il successivo ed ultimo, vagamente migliore ma sempre senza mordente (e senso!). Do-hwan ha dato prova di saper fare decisamente meglio e io mi aspettavo qualcosa al suo livello. Ottima invece la recitazione di Han So-eun che ha dato vita a Kang Eun-soo, la sorella di Han-soo. Lei mi ha davvero regalato, assieme a Do-hwan, le due puntate più emozionanti e commoventi di tutta la serie. Concludendo: il drama è, a livello di trama, estremamente ben fatto, dal mio punto di vista la storia è solida e l’intrigo è nuovo, mai noioso o scontato! Boccio la parte romantica e ritengo che ancora una volta sia stato sprecato un second lead strepitoso, con un potenziale fantastico, cosa che devo dire ho già riscontrato in parecchi altri drama e inizia a darmi un po’ sui nervi. Per quanto riguarda il finale, va detto che risulta raffazzonato e poco sensato: Yeon-joo che sparisce per anni, che sembra non possa avere figli…informazioni che ci vengono lanciate addosso come coriandoli senza però ricevere poi nessun approfondimento, troppo bisognosi di rifilarci la conclusione a tarallucci e vino con loro che si rincontrano, grazie al Re e a Ji-sub, e che si baciano post datando le opportune spiegazioni a data da definirsi. Pur comprendendo l’esplosione di passione dopo anni di astinenza, rimango una spettatrice comunque un po' confusa. Peccato. Vale comunque la pena vederlo, però. Se l’intrigo ben studiato non è sufficiente a convincervi, allora lo farà sicuramente Woo Do-hwan senza maglietta! Fidatevi!

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Completed
Divorce Attorney Shin
0 people found this review helpful
Jul 24, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.0
Acting/Cast 9.5
Music 10
Rewatch Value 9.0
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Una chicca troppo poco conosciuta

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

“Il Divorzista” è uno di quei drama assolutamente sottovalutati all’interno del panorama Netflix. Poco pubblicizzato, forse anche perché non vanta nomi conosciutissimi all’interno del suo cast, è invece una piccola chicca di 12 episodi che trova il suo sviluppo all'interno dell’universo dei legal-drama. Per certi versi ricalca un pochino sia “Avvocata woo” che “One Dollar Lawyer”, nessuna sindrome di asperger o personalità eccentriche all’orizzonte, sia chiaro, ma sicuramente un protagonista molto particolare, sia nell’aspetto che nei modi. L’avvocato Shin è infatti un ex professore di pianoforte che dalla Germania, dopo la morte prematura della sorella, è tornato in Corea e nella metà del tempo utile è riuscito a prendere l’abilitazione come avvocato, abbandonando dunque il suo mestiere e passione. Comunque estremamente appassionato di musica, e grande fan del genere trot, è espertissimo in casi di divorzio, si occupa principalmente di situazioni controverse, socialmente ritenute discutibili o immorali. Il primo caso è quello che vede come protagonista una famosissima dj, Lee Seo-jin, che, vessata dall’estrema e assolutamente condannabile gelosia del marito, finisce per tradirlo con un giovane chef che pubblica un video di un loro incontro intimo. La gogna mediatica piomba sulla donna come una ghigliottina nell’epoca della rivoluzione francese, le dita puntate, gli sguardi, gli assalti, le battutine, i giudizi si sprecano, ma il desiderio di Seo-jin non è quello di riscattarsi, bensì di ottenere la custodia del figlio, così da allontanarlo dal marito manipolatore. Rifiutata da tutti gli avvocati, Shin Sung-han, colpito dall'amore materno, la difende e vince la causa con astuzia e arguzia, dimostrando di fatto di essere un uomo dalle vedute aperte e con una dialettica e una capacità professionale fuori dal comune, caratteristiche che lo porteranno a condurre altri casi difficili quanto questo: mogli schiavizzate, mariti imbrogliati, adolescenti arrabbiati che lottano contro l’abbandono. Ogni caso è interessante, emotivamente coinvolgente e presenta una morale sociale, ancora una volta infatti al centro è stato messo anche il pregiudizio e il giudizio sociale. Un uomo umiliato, massacrato, e diffamato dal pubblico, affamato spettatore di disgrazie altrui, coadiuvato da un giornalismo becero che persino nel momento in cui la verità viene a galla non si ferma, ma pretende che ad essere “giustiziato” sia la vittima ora divenuta carnefice, così da accontentare l’appetito dello spettatore medio. E’ chiaro l’intento di far emergere, tra le storie, ancora una volta la problematica di un giornalismo più intento al gossip che ai fatti di mera cronaca e al conseguente assalto perpetrato dalla gente nei confronti di quelli che, nonostante siano innocenti fino a prova contraria, vengono comunque dipinti come mostri moderni dalle sapienti dita di chi più che a caccia di notizie, oggi, si dimostra a caccia di like e consensi. Oltre a ciò però, trova dislocazione anche la vera storia principale del drama che vede l’avvocato Shin lottare per la custodia del nipote, figlio della sorella deceduta in un incidente stradale dopo aver ricevuto una telefonata da un utente sconosciuto il giorno stesso in cui ha perso in tribunale la custodia del bambino. Il piccolo, inserito in un contesto familiare prettamente di facciata, assolutamente privo di amore e comprensione, sviluppa un disturbo bulimico e depressivo, inducendo quindi lo zio a intervenire, cosa che lo porta, come di consueto, a scoperchiare il classico“vaso di Pandora”.
Personalmente posso dirvi che ho incredibilmente apprezzato questo drama, che ritengo davvero ingiustamente sottovalutato. Ogni storia mi ha commosso e lasciato delle domande morali, ma quello che davvero mi ha scaldato il cuore in questi 12 episodi è stato il rapporto fraterno tra i 3 protagonisti. In questo drama di amore sentimentale ce n’è poco, ma di amore filiale e fraterno se ne abbonda. Sung-han e i suoi amici, Jeonk-sik e Hyung-geun, rappresentano il più bel rapporto di amicizia che ad oggi sia mai stato a mio avviso rappresentato. Il loro modo di condividere ogni situazione, di sostenersi sempre, di aiutarsi e di sacrificarsi gli uni per gli altri, la loro comprensione reciproca, persino mentre sono al telefono senza il bisogno che uno di loro parli, è qualcosa che è andato oltre a qualsiasi tipo di sentimento a cui siamo abituati. La loro amicizia mi ha scaldato il cuore e l’anima, mi ha fatto pensare a quanto meravigliosa potrebbe essere la vita se, nonostante le disgrazie, qualcuno camminasse accanto a noi con la stessa connessione che questi tre uomini hanno portato sullo schermo. Commoventi, dolci, divertenti, così “familiari” da non avermi fatto sentire la mancanza di una relazione amorosa tra il protagonista e Seo-jin, relazione che, detto tra noi, avrei comunque apprezzato e che credo fermamente sarebbe stata bene nel contesto, ma di cui in verità non ho sentito davvero la mancanza. “Il divorzista” è dunque un drama che vi consiglio profondamente, è un racconto che evidenzia un’altalena di emozioni in maniera impeccabile, anche attraverso la musica classica e trot (un genere di musica coreana popolare insediatosi dopo l’occupazione giapponese, mi sono informata!) che infondono in ogni scena, lacrimevole o meno, un’intensità assolutamente speciale.
Questo è un drama visibilmente studiato, ricercato e ben realizzato che vi consiglio di vedere, senza ombra di dubbio.

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Completed
The Potato Lab
0 people found this review helpful
Jun 3, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 6.5
Story 6.5
Acting/Cast 6.0
Music 6.0
Rewatch Value 5.5
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Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Avendo io soprannominato Kang Tae-oh “Patato” ovviamente non potevo esimermi dal guardare un drama che parla di patate. Era un obbligo a tutti gli effetti e quindi, nonostante avessi sentito solo recensioni poco entusiaste, ho comunque affrontato il mio dovere. Me ne sono pentita? Non proprio. Le mie aspettative erano ai minimi storici, non credevo neanche di riuscire a finirlo per la verità, e certamente l'ho fatto unicamente per Patato, il quale mi aveva regalato molte gioie prima della leva da cui mi è tornato decisamente in forma smagliante. Avrei preferito una seconda stagione di “Avvocata Woo”? Palese. Sono rimasta anche infastidita e delusa dal fatto che non ci sia stato un immediato reclutamento per riportare in auge tale capolavoro, ma non ho odiato neanche “The Potato Lab” per quanto ci fossero tutte le premesse. Lo sapete che la sottoscritta non è un'amante dei romantici, né tanto meno sopporta personaggi fastidiosi e macchiettistici esasperati all'inverosimile solo per far ridere, eppure, forse aiutata dalle mie inesistenti aspettative in merito, sono riuscita a farlo scivolare via abbastanza bene. Ho solo una domanda in merito: come può venire in mente a Netflix di creare un drama sulle patate? Perché? Non c'erano sceneggiature migliori da sottoporre al nostro Patatone Nazionale? A volte mi domando chi diamine sia colui che approva tali scemenze per farle produrre e vorrei andare a schiaffeggiarlo con del kimchi, in pieno stile telenovela coreana della mattina. Ma questo ci è toccato, perciò bando alle ciance e tuffiamoci di testa nel mondo delle patate! Urla entusiaste dal pubblico di sottofondo...
So Baek-ho è un robot che lavora per un'azienda enorme che acquisisce aziende piccole, le sventra all'osso e fa in modo di ottimizzare i costi, licenziando in tronco tutti i lavoratori superflui. È freddo, calcolatore e il suo unico Dio è la logica. Sembra quasi Sheldon Cooper (se non avete colto la citazione, siete pregati di andare a riguardare Big Bang Theory, brutte capre), ma in versione sexy da paura. Chiaramente, essendo un bellone in giacca e cravatta dal cuore di ghiaccio, viene tenuto in altissima considerazione dalle donne capo dell'azienda malvagia, ma diciamo che i suoi colleghi non sono proprio entusiasti di averlo intorno. Essendo lui socialmente impedito, rigido all'inverosimile, non mi è difficile capire perché. Viene dunque spedito in missione, per comprendere e decidere la sorte del Potato Lab, un vero e proprio laboratorio di sviluppo e ricerca sulle patate in campagna nel niente. Dalle sue indagini e decisioni dipende dunque l'esistenza di questo piccolissimo e ameno ammasso di folli, all'interno del quale lavora la nostra protagonista: Kim Mi-kyeong, una pazza scatenata interpretata da Lee Sun-bin, con evidenti problemi di gestione della rabbia e affettivi. La nostra ragazza vive in una specie di enorme Guesthouse (che non so bene come faccia ad andare avanti visto che non hanno clienti) con suo fratello e la migliore amica, una persona odiosa, fastidiosa che mi ha fatto saltare i nervi una puntata sì e l'altra pure con la sua voce acuta, il suo modo di fare sempre troppo oltre le righe fino a diventare un personaggio sgradevole e inverosimile. Se avessi un'amica del genere penso che la butterei dal balcone per puro caso. Comunque il nostro Patato si trasferisce proprio alla Guesthouse e inizia a incutere timore e devastazione nella vita di questa tranquilla comunità. L'inizio è alquanto difficile. Lui non è un tipo malleabile e inizia a licenziare gente a destra e a manca, compresa Mi-Kyeong, per gli amici MK. Lei non la prende benissimo e i due iniziano col piede sbagliato il loro rapporto. Dire che si detestano è dire poco. La natura dell'altro è estranea completamente ad entrambi; non si comprendono, non riescono a comunicare e sono due testardi cronici. Perciò inizia una vera e propria lotta senza quartiere tra di loro, che coinvolge anche gli abitanti del villaggio in alcune scene davvero divertenti che mi hanno fatta sorridere. Finché una sera, i due ubriachissimi, non finiscono per baciarsi. Sarebbe meglio dire che MK bacia Patato, ma il succo è che lui, vista la sua natura tremendamente logica, le chiede di uscire il giorno dopo. Nella sua testa più o meno è accaduto questo: ci siamo baciati, ma solo le coppie si baciano, noi non lo siamo, urge dunque porre rimedio! Praticamente un processore Windows 98 in piena regola, sì perchè è decisamente rimasto ai tempi della pietra. Lei ovviamente lo respinge, perché per quanto lo trovi attraente, e fidatevi il drama vale la pena solo per lui, è comunque il suo odiato capo che l'ha licenziata. Lui promette quindi di fare in modo che lei lo accetti e dovrebbe quanto meno iniziare a corteggiarla, in realtà non è molto portato per la cosa, visto che è un robot e i robot non capiscono il romanticismo. Per sua fortuna però è anche un Patato in piena regola, fedele, intelligente, ligio, comprensivo e tremendamente testardo, perciò i due passano insieme moltissimo tempo, sia a lavoro che fuori. Lentamente, come in ogni drama che si rispetti, i ghiacciai iniziano a sciogliersi e le asce di guerra ad essere sotterrate. MK però si porta dietro un passato doloroso, fatto di ferite profonde non ancora del tutto guarite. Sappiamo infatti che il capo di Patato, nonché genero della CEO dell'azienda, è il suo ex e che lo stronzetto l'ha tradita talmente tanto che un cervo a primavera in confronto è senza corna. Il simpaticone, non contento, ha avuto anche il coraggio di mollarla portandole la partecipazione di nozze con l'amante. Roba che io lo avrei preso per il collo e strozzato come un pollo, come minimo! Ma come ti può venire anche solo in mente una roba del genere? Ma poi così dal niente, dopo sei anni di relazione e dico sei! Se lei lo avesse ucciso, le avrebbero dato le attenuanti. In Italia forse anche una medaglia al valore. Invece in Corea, visto che lavoravano insieme e lui si è sposato con la figlia della boss, che hanno fatto? L'hanno bullizzata e isolata sul lavoro, finchè non si è licenziata, mollato tutto e ritirata in campagna a leccarsi le ferite e coltivare patate. Roba da manicomio. Ovviamente poi il suo piccolo laboratorio viene acquisito proprio dalla società dell'ex e i due finiscono col vedersi anche troppo spesso, riportando a galla dolori e ferite ancora non del tutto rimarginati. In tutto ciò Patato si dimostra una green flag con i contro fiocchi, di una dolcezza infinita e con un cuore immenso. Diventano una coppia, anche se devo dire che mi domando come due persone così diverse possano coesistere senza sgozzarsi a vicenda, e la loro storia d'amore è molto carina, fatta di molti momenti dolci ma non stucchevoli e di molti sorrisi. Diciamo che la trama è tutta qui, a grosse linee, perciò potete capire che sia impossibile per me dare un voto alto. Non c'è contenuto profondo, non c'è una struttura vera e propria e non succede praticamente niente. È semplicemente una struttura vuota, uno di quei drama che se fossero in italiano, li metteremo come sottofondo per altre attività, regala sporadici sorrisi e nulla più. Tae-oh si carica letteralmente tutti sulle spalle e se li porta alla fine, con una fatica immensa e una classe unica. Non è però in grado di salvarmi dall'odio profondo e viscerale per la migliore amica di lei, né della maggior parte dei personaggi secondari, che in un modo o nell'altro sono stati tutti trasformati in pagliacci e caricature di veri esseri umani. Alcuni più di altri, ovviamente, ma comunque abbassano di moltissimo la valutazione, insieme alla trama claudicante. Unico applauso dunque al nostro Patato, in splendida forma, carismatico, divertente, affascinante, bellissimo, capace di interpretare personaggi differenti l'uno dall'altro con una grande maestria, nonostante questo drama fosse nettamente al di sotto delle sue capacità. Spero che lo abbiano pagato profumatamente e che adesso si impegni in progetti che esaltino la sua recitazione a dovere e non lo costringano in un pantano come questo.

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Completed
Blue Birthday
0 people found this review helpful
May 11, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 6.0
Music 7.0
Rewatch Value 8.0
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Un mini-drama, un teen in piena regola ma con una vena crime che stupisce e sorprende!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Il problema dei mini-drama è che a prescindere, per quanto uno si impegni, posizionano di default l’asticella delle aspettative piuttosto in basso. Un po’ la premessa di episodi ridotti, un po’ il minutaggio inferiore, sono sempre il preambolo di drama meno importanti, non al livello degli altri. Se poi sono mini-drama e pure teen, allora peggio che peggio. Eppure “Blue Birthday” sconvolge completamente le regole. E’ un mini-drama, è un teen in piena regola ma ha una vena crime al suo interno che stupisce e sorprende, forse cavalcando intelligentemente anche la comune concezione che i mini-drama siano solo dei passatempo veloci. Oh Ha-rin è una studentessa del liceo prossima ai 18 anni, è brillante, entusiasta e serena ed è circondata da un gruppo di amici con cui condivide tutto: Eun-song, che nasconde una cotta segreta per lei, l’amica Su-jin con il fidanzato e Ji Seo-jun, un giovane appassionato di fotografia di cui Hae-ri è innamorata e perfettamente ricambiata. Il giorno del suo diciottesimo compleanno Hae-ri decide finalmente di dichiararsi all’amico di sempre, i due si danno appuntamento nell’aula di fotografia dove Seo-jun le dice di averle preparato una sorpresa, e in effetti una sorpresa c’è. Hae-ri entra nell’aula, ad aspettarla trova festoni color pastello, cappellini colorati e una torta alla panna da leccarsi i baffi, ma manca Seo-jun. La giovane lo cerca e quando sposta la tenda che divide l’aula dalla stanza per sviluppare foto, trova il ragazzo a terra in una pozza di sangue con le vene tagliate. Passano una decina d’anni da quello che è stato archiviato come un suicidio, Hae-ri è diventata una quasi trentenne nel pieno del lavoro, si occupa di soccorrere e recuperare animali in difficoltà, ed è rimasta una ragazza solare ma senza la spensieratezza di un tempo che non è mai tornata. Ancora single, rifiuta categoricamente ogni incontro e anche l’amico innamorato da una vita, Eun-song, è sempre e solo un amico. Il giorno del suo 28esimo compleanno una chiamata per un animale in difficoltà presso il liceo frequentato da lei e dai suoi amici in passato, scatena nella ragazza i ricordi dei momenti trascorsi con Seo-jun, fino a farle rivivere il giorno del suicidio del giovane. Uscita dal lavoro, quello stesso giorno, si imbatte per caso nel vecchio negozio di fotografia vicino al liceo e in vetrina vede in vendita la macchina fotografica del ragazzo. Non ci pensa due volte e corre ad acquistarla, insieme però trova anche delle foto fatte sviluppare ma mai ritirate. Sono foto di tutti loro scattate da Seo-jun e ci sono anche degli scatti di lei stessa che lui le aveva fatto di nascosto, fingendo di non volerla assecondare nel suo desiderio di essere il soggetto di qualche foto. Tornata a casa con il bottino carico di malinconia, Hae-ri, in un momento di grande tristezza, brucia una fotografia che la ritrae, quando però le fiamme stanno per incenerire lo scatto, si ritrova improvvisamente catapultata nel passato. Non è un sogno, le foto sono un mezzo per viaggiare nel tempo e bruciarle fa attivare lo spostamento. Hae-ri quindi, dopo un iniziale momento di confusione, comprende che ha 9 tentativi per salvare il suo grande amore dalla morte, e soprattutto per capire come mai un ragazzo che credeva felice abbia deciso di suicidarsi. Chiaramente non vi svelerò oltre, perchè i gialli time-traveling, o comunque i gialli in generale, disseminano indizi ovunque e la loro bellezza sta proprio nel concentrarsi per arrivare a capire chi sia il colpevole. Che Seo-jun non si sia suicidato, è chiaro dal minuto 1, chi sia stato è il vero problema. Forse, come vi ho detto all’inizio, sono stata fuorviata dal fatto di avere davanti un mini-drama, e non mi sono immersa abbastanza nella narrazione, o forse questo drama è solo fatto davvero bene, sta di fatto che quando il colpevole è venuto fuori mi sono data della cretina da sola. L’ho fatto perchè in quel momento indizi che avevo scioccamente sottovalutato o addirittura ignorato, si sono uniti nella mia mente come un puzzle, e poi perchè in effetti mi sono superficialmente focalizzata su un colpevole troppo scontato. Il punto è che questo drama mira una persona in particolare, ma noi avventurieri del noir sappiamo già che difficilmente il vero assassino è quello che sembra indiscutibilmente colpevole, quindi ne cerchiamo un altro. E così ho fatto, ma ho puntato tutto su una scelta troppo scontata. Il fatto però che questo drama mi abbia così sorpreso, è stato assolutamente positivo, quindi il mio consiglio è di guardarlo attentamente e di non sottovalutare il suo potenziale. Molto carini anche gli attori, forse più adatti al ruolo teen che alla versione adulta, ma comunque piacevoli. La loro gioia e spensieratezza è entrata bene in contrasto con quella che poi è stata una trama più crime. Se devo cercare il pelo nell’uovo e fare una critica allora lasciatemi dire che sì, in un teen si è già consapevoli che le interazioni romantiche saranno ridotte all’osso, quasi imbarazzanti, ma avendo avuto anche qualche scena di loro nella versione adulta (no, non vi sto spoilerando il finale, ogni volta che Hae-ri cambia il passato, di riflesso cambia anche il futuro, rammentatelo!) mi sarebbe davvero piaciuto avere almeno un bacio un po’ più bacio, e non due trentenni che a mala pena si sfiorano con meno passione di quella che ci metto io quando bacio il mio cane. Ecco, è l’unica nota stonata, per il resto questo penso sia uno dei mini-drama più interessanti e ben fatti che io abbia visto ad oggi. Assolutamente promosso e consigliato.

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Completed
Marry My Husband
0 people found this review helpful
Apr 28, 2025
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 9.0
This review may contain spoilers

Personaggi complessi, attori strepitosi.

Recensito da: Jade Profilo IG: _Dramalia_

Ho iniziato a scrivere questa recensione due volte, ed entrambe le volte ho cancellato tutto quello che avevo messo nero su bianco. Per qualche motivo, non so quale, non riesco ad esprimere come mi sento in merito a questo drama. Sarà per la complessità dei personaggi, per la trama arzigogolata, per l’immensa bravura degli attori o per il tempo sorprendentemente lungo che mi ci è voluto per finirlo, ma dare una descrizione definita mi pareva uno scoglio complesso. Perciò mi sono trovata a dovermi chiedere se mi fosse effettivamente piaciuto il drama e la risposta è stata: sì, ma con riserva.
La trama è innanzitutto il grande punto di forza e anche la debolezza del drama in sé. Non fraintendetemi, è fatta davvero bene, tutto torna nella sua complessità, nei suoi tranelli, nelle sue mosse e contromosse come in una partita di scacchi, ma a volte risulta veramente troppo lenta e pesante. Ma andiamo con ordine, se ci riesco.
Park Ji-Won è una donna malata di cancro, praticamente in fin di vita, a cui un giorno viene detto che il marito non ha pagato le parcelle e che per continuare a usufruire delle cure deve rintracciarlo e fargli sborsare i soldi, altrimenti non potrà restare. Sconvolta, cerca di chiamarlo, ma il simpaticone non ha alcuna intenzione di rispondere. Già da qui sappiamo che non vincerà mai il premio “marito dell’anno”. Prende dunque un taxi e, non si sa con che forza, si trascina fino al suo appartamento dopo aver avuto una strana conversazione con il conducente. Trova quindi il marito, uno scansafatiche di prima categoria, a letto con la sua unica e migliore amica dai tempi delle scuole. I due non solo le hanno mentito e l’hanno tradita, ma meditano di intascare l’assicurazione sulla vita al momento della sua morte e se la ridono bellamente alle sue spalle, fantasticando sui modi di accelerare la sua dipartita. In un primo momento il suo istinto le suggerisce di andarsene, di chinare il capo come ha sempre fatto nella sua misera vita di abnegazione, invece li affronta a muso duro e, in seguito a una colluttazione violenta, batte la testa sul tavolino di vetro e muore. Si risveglia però nel 2013, dieci anni prima del fatto, nel suo posto di lavoro, col suddetto marito traditore che ancora è solo un fidanzato che la fissa. Ovviamente ha una specie di crollo emotivo, impazzisce e sclera di brutto (come darle torto, se mi svegliassi dieci anni prima, con la consapevolezza di tutto il mio futuro, sicuramente mi prenderebbe un colpo), strillando come una pazza e fuggendo scalza dall’ufficio. Interviene il suo capo, tale Yu Ji-Hyuk (Na In-woo) che cerca di fermarla e comprendere i motivi di tale collasso emotivo tutto a un tratto. Ovviamente lei non può dire che è appena morta e tornata indietro nel tempo, ma cerca di comprendere cosa le sia successo, con scarsi risultati. Sa solo che il tassista non era altro che il defunto padre e in un modo o nell’altro ha avuto un ruolo nella faccenda. Appurato che non è un sogno, che è sveglia e che non è in coma in qualche ospedale, Ji-Won capisce che quella che sta vivendo è una seconda occasione, quella per essere felice e cambiare un destino a dir poco schifoso. (Sì, lo so, avrei potuto usare parole più poetiche, ma diciamoci le cose come stanno, questa poveraccia aveva una vita di merda e bisogna pur ammetterlo). Con una memoria da elefante, ricorda ogni cosa che le sia accaduta e non solo, è abbastanza sveglia per investire dei soldi nelle compagnie che sa avranno successo. Posso solo dire che anche io avrei fatto lo stesso e sfido chiunque altro a dire il contrario. Comunque, dopo aver messo i suoi soldi a fruttare, fatto un controllo per escludere di avere già il cancro, comincia a liberarsi della zavorra. Prova a lasciare il fidanzato, Lee Min-Hwan (Lee Yi-Kyung), ma le cose non vanno proprio come si era aspettata. Comprende dunque, in seguito a un incidente, che il destino non può essere cambiato, alcune cose devono accadere, ma se non vuole che accadano a lei, qualcuno deve pur prendersele. Perciò inizia a tramare, con l’aiuto di Yu Ki-hyuk, anche lui tornato indietro dalla morte. Il bel Ceo diventa a tutti gli effetti la sua spada e il suo scudo, la sua ancora di salvezza e il suo rifugio sicuro, in un mare di intrighi pieno di squali affamati. Ji-Won si tramuta nell’eroina della sua storia, lascia perdere la vecchia sé stessa, pavida e sottomessa, per indossare i panni della donna forte e determinata. Lentamente si libera delle vestigia del suo passato e risorge come una persona nuova. La faccenda si fa sempre più complessa via via che il drama procede, gli intrighi, i tradimenti, i sotterfugi più intricati e, se da prima la faccenda era solo romantica, alla fine si assiste a un vero e proprio susseguirsi di minacce di morte, tentati omicidi e la faccenda degenera totalmente con l’arrivo della promessa sposa di Ji-Hyuk, una pazza scatenata che praticamente fa fuori tutti senza rimorsi. Ora, perché ho detto che la trama è il punto di forza di questo drama ma anche un suo limite? Perché il titolo in sé suggerisce un certo tipo di svolgimento che effettivamente abbiamo per un certo periodo, poi tutto degenera e diventa davvero tanto esagerato. Per un drama sul cambiare il futuro, sulla rinascita, sulla scoperta di sé stessi, omicidi e occultamenti di cadaveri forse sono stati un pochino troppi. L’ho trovato vagamente noioso verso la fine, poco in linea con la storia fino a quel momento. E’ vero che i personaggi coinvolti sono praticamente tutti dei pazzi senza morale, alcuni da ricovero immediato in un manicomio, ma l’aggiunta dell’ex di Ji-Hyuk è stata una scelta a mio parere che si poteva evitare. Per allungare il brodo, esagerare tutto, non serviva certo lei. Fatto sta che in questo drama non ce n’è uno normale. Min-Hwan è violento, viziato, attaccato ai soldi in maniera patologica, un essere senza spina dorsale che si diverte a prendersela con i più deboli, solo per un bisogno di affermazione personale. Su-Min, la migliore amica, è ossessionata da Ji-Won al punto che brama ogni cosa che è sua, vuole che la veneri e abbia bisogno di lei, ma allo stesso tempo nutre un odio viscerale nei suoi confronti, che la portano a sabotarla in modo che non possa avere altri che lei. Solo con questi due personaggi posso tranquillamente dire che la caratterizzazione è andata oltre i soliti standard, raggiungendo un livello di complessità unico, a cui i due attori hanno fatto ampiamente onore con la loro recitazione. Sono entrambi sublimi, entrambi perfettamente calati nei ruoli e sinceramente li ho trovati spesso più bravi degli attori protagonisti. Non che Park Min-Young non sia stata bravissima, così come Na In-Woo, perché lo sono stati, ma semplicemente gli altri avevano ruoli così pregni di follia, dolore e complessità, da surclassarli in più di un’occasione. A volte, per quanto sia bravo un attore, il ruolo interpretato fa la differenza e qui si è sentito tutto il peso della sceneggiatura. Personalmente, nei drama precedenti che aveva fatto, Park Min-Young non mi aveva convinta, a tratti delusa, perciò ero molto curiosa di vederla in questa interpretazione, per capire se, quando aveva interpretato la Segretaria Kim, fosse stata così convincente per la presenza di Seo Nazionale o se fosse effettivamente talentuosa. Posso dire che qui mi è piaciuta moltissimo, si è calata nel ruolo alla perfezione, sia quando ha interpretato la donna sottomessa e vessata, sia quando ha cambiato completamente faccia, diventando forte e sicura di sé, con tutte le fragilità del caso. Ha anche perso moltissimo peso per impersonare una malata terminale e la sua dedizione al ruolo le è sicuramente valsa la mia ammirazione. Ma veniamo a Na In-Woo, una scoperta che so a molte di voi è piaciuta particolarmente. Personalmente non lo trovo così affascinante da impazzire per lui, ma credo sia un grande attore, con possibilità future interessanti. Il suo ruolo l’ho trovato calzante, perché mi sembra proprio il tipo da green flag, ma secondo me la chimica tra i due non è così travolgente come mi sarebbe piaciuto vedere. La Park ha sicuramente avuto coprotagonisti con cui aveva più chimica, ma qui si parla di un amore dolce, che nasce dalle difficoltà e unisce, e quindi non sono proprio scontenta. Quindi alla fine mi è piaciuto il drama o no? Sì, vale sicuramente la pena vederlo, se non altro per apprezzare la recitazione magistrale di tutti gli attori coinvolti, ma avrei preferito qualche puntata in meno, in modo da snellire una trama appesantita dai troppi intrighi e macchinazioni.

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Completed
Only for Love
0 people found this review helpful
Apr 12, 2025
36 of 36 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 7.0
Acting/Cast 6.5
Music 6.5
Rewatch Value 6.5
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Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Questo lo definirei il drama del miracolo, perché è un drama cinese che ho visto dall’inizio alla fine e, udite udite, mi è piaciuto!
Sia chiaro, è pur sempre un drama cinese che persegue in tutto e per tutto le dinamiche, la tipologia narrativa e la produzione classica che appartiene a tutte le serie tv che arrivano dalla Cina, quindi si presenta con ben 36 episodi (più uno speciale) che raccontano di tre storie d’amore che nascono e si sviluppano in modo sempre un po’ assurdo, con questi protagonisti che non appaiono mai troppo umani ma piuttosto come delle esasperazioni di sé stessi, del loro ruolo lavorativo e del loro modo di relazionarsi. Però, sta di fatto che l’ho visto piacevolmente e, alla fine, non mi è dispiaciuto.
Zheng Shu Yi è una giornalista che si occupa di economia, è giovane, intelligente, particolarmente brava nel suo lavoro e, a quanto ci dicono, bellissima (al punto che questa cosa le viene ripetutamente rinfacciata). La sua penna viene definita come pungente, acuta, ma sempre molto centrata, onesta e valida, tant’è che inizia a farsi strada nel mondo della finanza venendo scelta come giornalista da personalità di spicco per interviste mirate. Una di queste persone è Shi Yan, un finanziatore sulla cresta dell’onda che fino a quel momento ha sempre rifiutato apparizioni in pubblico. Shu Yi ad ogni modo, essendo così richiesta a discapito di colleghe più anziane, genera facilmente invidie sul posto di lavoro, e anche nelle relazioni sentimentali non se la cava molto bene. Scopre infatti che il suo fidanzato storico la tradisce con una giovane ragazza la quale, per un fraintendimento che si protrarrà per quasi tutti gli episodi, sembra essere proprio la nipote di Shi Yan. Shu Yi quindi si avvicina al giovane finanziatore con due scopi: intervistarlo e trovare il modo di mettere in cattiva luce la nipote e l’ex fedifrago che vuole a tutti i costi entrare a lavorare nell’azienda di Shi Yan. Ma le cose non vanno esattamente così, infatti, come nelle migliori favole romantiche, tra i due, mentre continuano a collaborare lavorativamente, sboccia l’amore. Sentimento che, se devo dirla tutta, ci regala anche parecchie gioie, i cinesi infatti avranno una scrittura un tantino assurda, ma a limoni sono dei veri maestri, scordatevi le labbra appena sfiorate dei Coreani! Ad ogni modo Shi Yan e Shu Yi non sono l’unica coppia di cui questo drama parla. Adesso, smettete di fare qualsiasi altra cosa stiate facendo, armatevi di penna e taccuino e concentratevi perchè i nomi sono uno scioglilingua: Yu You, un professore di economia che collabora con Shi Yan, si innamora di Shi Yue, la giovane e vera nipote di Shi Yan che lavora come stagista di Shu Yi al giornale; e poi la mia coppia preferita in assoluto composta da Guan Ji, dongiovanni, amico e socio di Shi Yan, e Ruo Shan (Shan Shan), migliore amica di Shu Yi e anche lei giornalista ma per un altro giornale.
L’aver introdotto altre storie piuttosto valide, ben fatte e molto gradevoli (quasi al pari della prima), a mio parere è un bel punto di forza che riesce in qualche modo ad alleggerire le 36 lunghissime puntate di cui è composto questo drama. Ciò rende la narrazione più leggera. Al contrario, se come in tanti altri drama mi fossi ritrovata con quasi 40 puntate tutte incentrate sostanzialmente sulle stesse due persone, probabilmente avrei mollato la nave molto prima. Sì, con tutta l’onestà, va detto che tutti gli intrecci amorosi si snodano all’interno dello stesso gruppo di persone, quindi non c’è grande fantasia in tutto nè troppo impegno narrativo, però, per gli standard cinesi, questo drama risulta sorprendentemente scorrevole, piacevole e carino. Lo consiglierei indubbiamente a chi, come me, fatica a trovare un drama cinese apprezzabile, e a chi sta cercando qualcosa di molto romantico per passare il tempo. Sicuramente per gli amanti dei c-drama, questa è una storia che non vi deluderà.
Ecco, se posso darvi un’ulteriore dritta, nel caso in cui facciate un po’ fatica ad approcciarvi a questo genere, io ho guardato questo drama non come faccio con quelli coreani, ma a tempo perso, nei ritagli di momenti liberi, e, alla fine, non ho percepito la pesantezza degli episodi, quindi suddividetelo nel tempo e non affrontatelo tutto insieme.
Per il resto, sono felice di poter finalmente promuovere un drama cinese a cuor leggero!

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Completed
The Worst of Evil
0 people found this review helpful
Mar 29, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.5
Music 8.5
Rewatch Value 8.0
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Ji Chang-wook che le busca di santa ragione

Recensita da: Jade IG: @_Dramalia_

Anni 90.
Gangnam.

Quando a Seoul non c'erano ancora telecamere a ogni angolo, quando la giustizia era solo un nome, quando per le strade della città in espansione c'erano ancora criminali che spadroneggiavano sui quartieri spacciando droga, azzuffandosi per quattro soldi e commettendo piccoli crimini che la polizia tollerava chiudendo un occhio, qualcuno stava prendendo il comando di Gangnam. In questo scenario si svolge la nostra storia, il nostro racconto fatto di violenza e crimini efferati, di droga e dolore, di rimpianti e rimorsi.
Jung Gi-cheul (Wi Ha-Joon) è il capo di una delle bande più ricche e influenti a Gangnam. E' un uomo freddo e spietato che ha fatto carriera a suon di tradimenti e coltellate, scalzando dalla scena il precedente detentore di quel titolo, facendo affari loschi coi giapponesi e ancor più loschi coi cinesi. E' circondato da tutta gente fidata, i suoi amici di una vita, che lo hanno accompagnato sin da quando era un DJ squattrinato che suonava nei locali di gentaglia da quattro soldi. Insieme, questi cinque uomini, hanno scalato le vette della malavita, arrivando a controllare una nuova droga sintetica che circola in ogni strada di Seoul. Durante l'ascesa però, uno dei suoi uomini perde la vita, dando alla polizia il modo perfetto per infiltrarsi tra i suoi ranghi e sgominare il commercio di droga. E' qui che entra in gioco il nostro Re degli Action: Ji Chang-Wook, nel ruolo del poliziotto/gangster. L'agente Park Jun-mo si presenta a Gi-cheul come il cugino del suo scomparso amico che sta cercando vendetta per la sua morte. Nei panni di Kwon Seung-ho, si infiltra tra i suoi ranghi facilmente, o meglio facendosi pestare a sangue un episodio sì e l'altro pure. È la sua specialità farsi massacrare di botte ad ogni occasione, per dimostrare di essere fedele, di essere pronto a tutto per il suo capo e la sua banda. Ovviamente Gi-cheul è anche un gran sentimentale, perciò gli permette di entrare, partendo dal basso, provando a fargli fare la gavetta come ogni altra nuova recluta. Purtroppo per lui, Seung-ho non è proprio il tipo che pazientemente aspetta l'occasione giusta, ma più quello che le crea. Grazie ai suoi compari poliziotti dunque ne inventa una ogni due secondi per riuscire a raggiungere il cuore di Gi-cheul. Ovviamente però questi non potevano essere un gruppo serio di poliziotti, con la testa sulle spalle e un piano a prova di bomba per non far saltare la copertura di Jun-mo, sennò che gusto ci sarebbe? Questo disgraziato viene mandato a rischiare la vita, con una storia che fa acqua da tutte le parti, dicendo ai suoi colleghi che si prende un periodo di aspettativa per asma, alla moglie che va via per un caso, senza contare le tremila persone che lo conoscono e il fatto che il capo Gi-cheul ha un passato proprio con sua moglie. Della serie: facciamo le cose a cazzo e vediamo come va, tanto si sa che Ji se la cava sempre in ogni situazione, anche quando un capo della mafia si vuole bombare sua moglie e andarci a vivere felice e contento dopo essersi ritirato e aver lasciato la banda nelle sue mani. Certo, tutto regolare, perchè no? Aggiungiamoci poi una cinese che si innamora di lui, un poliziotto fastidioso corrotto e il fatto che sotto sotto si affezioni al bastardo capo della banda, e avremo la ricetta perfetta del caos, ma anche di un drama che tiene letteralmente incollati allo schermo. Ogni puntata è densa di violenza, botte, sangue, coperture che rischiano di saltare e una tensione latente da capogiro. Ad ogni istante tutto rischia di saltare in aria, come la pazienza di Jun-mo quando vede la moglie flirtare col capo banda. Lo spettatore è letteralmente impaziente di continuare a seguire le disavventure di questo poveraccio, che lentamente si fa più gangster di quanto non sia mai stato poliziotto. Col tempo, la vita da fuorilegge gli entra nelle ossa, finché ne viene letteralmente fagocitato. È leggendaria la scena in cui completamente ricoperto di sangue dalla testa ai piedi, in abito bianco, accoltella un tizio davanti agli occhi terrorizzati della moglie. Da brividi in tutti i sensi, sia per l'interpretazione magistrale di Re JiAction, sia per la trama davvero ben strutturata. Intrighi, tradimenti, passioni, passato e futuro si intrecciano, insieme agli scrupoli morali, alla propria bussola interna che perde la via, a quel sottile filo tra bene e male che si sgretola ogni minuto di più, finchè ciò che si è diventati, benché in nome di un bene superiore, alla fine sia impossibile da riconoscere nello specchio. Se JiAction è stato grande, non posso non nominare anche tutto il resto del cast, a partire da Wi Ha-joon, sublime nella sua interpretazione, e così anche gli altri membri della banda. Unica nota stonata devo ammettere che è la moglie di Pak Jun-mo. Yoo Eui-jeon è una poliziotta di successo, trasferita dalla campagna a Seoul per meriti, è sposata con un poliziotto e sembra che dovrebbe essere un tipo in gamba, invece il suo personaggio è quantomeno deludente. Sembra sempre sperduta, con gli occhi grandi e la faccia confusa, senza spina dorsale e completamente in balia degli eventi. Si mette in mezzo all'indagine del marito, a causa dei suoi legami passati con Gi-cheul, ma non fa altro che provocargli problemi e dolori, soprattutto quando la relazione tra i due si fa più profonda (c'è anche un limone niente male) e ne diventa a tutti gli effetti la fidanzata. Persino durante le scene d'azione in cui nella bolgia tutti si accoltellano e prendono a schiaffi, lei sembra un cucciolo smarrito, che deve essere salvato ora dall'uno e ora dall'altro protagonista maschile. Se poi la mettiamo a confronto con la cinese spacciatrice Lee Hae-ryeon, che è una forza della natura, allora purtroppo mi trovo costretta a darle un meno. Non tanto per l'interpretazione ma proprio per la caratterizzazione del personaggio in sé. Il resto è senza dubbio degno di essere visto, ovviamente sempre e solo se avete stomaci resistenti e la violenza non vi impressiona troppo. Anche solo per il duo carismatico di attori principali, credo che valga una visione. Se ci mettiamo anche fotografia, recitazione, scene action perfettamente coreografate e trama colma di suspense, allora potrei anche azzardarmi a dire che è uno dei drama di questo genere più interessanti che ho visto ultimamente. E sapete che potete fidarvi di me, che di solito sono una gran criticona.

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Completed
Melo Movie
0 people found this review helpful
Mar 24, 2025
10 of 10 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.0
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 7.5
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Un film che parla di vita attraverso i film

Recensito da: Effe Instagram: @_Dramalia_

Ma che cos’è il “Melò”?
É la prima domanda che mi sono posta mentre mi approcciavo a questo drama da 10 episodi che ha saputo scavare come pochi altri nella mia anima. “Melo Movie” si è furbescamente affiancato alle mie emozioni, stuzzicando i ricordi di noi avventurieri degli anni ‘90 con un’atmosfera vintage e retrò dal sapore malinconico che solo i giorni passati che non torneranno mai più sanno suscitare nelle povere anime, come la mia, ancorate ai “tempi che furono”.
Bè, per rispondere alla mia domanda, il “melò” è un genere cinematografico, spesso accostato al melodramma che però non lo ricalca del tutto. Figlio prediletto del romanzo, ha come elemento narrativo fondante l’“impedimento amoroso” che si manifesta come impossibilità, negazione, destino. E’ un genere che narra di storie “romanticamente esasperate” nelle quali vengono enfatizzate le passioni: amore, sentimenti familiari, gelosia, rancori, rimorsi. E’ un racconto che rispecchia il modo di vivere sentimenti ed emozioni in ogni tempo. E’ un genere più complesso di quello che mi aspettavo, pregno di tantissime sfumature emozionali che ho ritrovato all’interno di ognuno di questi 10 meravigliosi episodi. Con un cast azzeccatissimo e una ricerca di contrasti serrata, “Melo Movie” ci accompagna in un saliscendi emotivo in cui tutto trova un equilibrio passo dopo passo, mentre il tempo scorre assieme alla narrazione riportando alla luce in noi ricordi e sensazioni. I colori sgargianti dei filtri utilizzati, in netta contrapposizione con momenti di pioggia e dolore che nella nostra mente sarebbero dovuti essere opachi e sbiaditi, sono la prima caratteristica che salta all’occhio del telespettatore mentre la storia man mano inizia a sbocciare perseguendo un continuo e immutabile equilibrio che alla fine pare si chiami “vita”.

“La vita sembra avere una quantità fissa di felicità. In un altro senso, c'è anche una certa quantità di disgrazie. "

Momenti di sfortuna e momenti di fortuna, la spensieratezza manifesta che nasconde responsabilità e consapevolezze dolorose, la rabbia che oscura l’affetto delicato, la critica che corre su un sottile filo assieme alla cattiveria, le bugie che possono minare un sentimento puro, l’amore e l’indifferenza, la maturità e l’immaturità, i desideri che lottano contro il dovere, la vita che si affianca alla morte.

“Nessuno può preparati all’amore e alla paura.”

Ko Gyeom è un sognatore, puro e incontaminato, nonostante la vita abbia iniziato a metterlo alla prova fin da bambino con la perdita dei genitori. Gyeom è cresciuto con davanti agli occhi le mille immagini dei film che gli hanno raccontato storie di tutti i generi, armando la sua corazza di solitudine con l’idea che tutto sia in realtà possibile.

“La luce nel buio. Ecco cos’erano i film per me. Dentro una semplice luce quadrata, tutto era possibile. Mi facevano credere di poter fare tutto.”

Gyeom cresce con il fratello maggiore, un ragazzo taciturno, isolato, incurvato sotto il peso delle responsabilità di una esistenza che non gli ha lasciato spazio per sé stesso, appesantito da un carattere che non l’ha nemmeno favorito nel trovare da qualche parte una piccola via di fuga. E’ un po’ la netta contrapposizione di Gyeom che invece vive apparentemente spensierato e con tantissimi amici attorno a sé. La sua aurea gioviale e frizzante infatti attira le persone aprendogli continuamente porte e opportunità che non tarda mai a cogliere. E’ così che un giorno, da amante dei film, decide di diventarne parte come attore, pur non avendo in realtà nessuna attitudine nella recitazione. Eppure il personale del set su cui piomba come una bomba a orologeria lo ama e accoglie fin da subito, ammaliato da quel ragazzo che, pur non avendone le capacità, sembra in grado di arrivare ovunque. Anche Kim Moo-bi ne rimane affascinata, il suo passato parla di un padre più innamorato del cinema che di tutto il resto, un regista mancato, senza un briciolo di bravura ma con sogni troppo grandi che l’hanno portato ad una morte prematura, inficiando il rapporto con quella figlia che per sopravvivere a quella sorta di abbandono emotivo non ha saputo fare altro se non odiarlo. Un odio iniziale trasformatosi poi in una sfida dopo la morte dell’uomo che la spinge a divenire lei stessa una regista. Quello di Moo-bi è un personaggio complesso, pieno di emotività rancorosa, ma allo stesso tempo bisognoso di un amore dolce che cerca alla cieca, senza spesso accorgersi di quanto affetto in realtà la circondi. Lei rappresenta il “dare per scontato”, l’abitudine di avere qualcosa che non ci si accorge di possedere davvero, troppo concentrata a cercarla sotto un’altra forma. Ma è anche un personaggio in evoluzione che trova in Gyeom la forza di guardarsi attorno e di lasciarsi andare. Questo finché il ragazzo un giorno scompare. Il fratello di Gyeom infatti rimane vittima di un brutto incidente, un tentativo di suicidio a cui Gyeom stesso non riesce a credere. La riabilitazione è lunga, la ripresa è solo parziale e intanto la salute ne risente, costringendo Gyeom a foderare il suo dolore, la sua consapevolezza, il suo segreto dietro ad una patina di allegria e vivacità, dietro ad una ingigantita spensieratezza che inizialmente ferisce Moo-bi quando i due si ritrovano. Ma Gyeom e Moo-bi hanno un vantaggio, la loro riunione avviene nel periodo della maturità e la loro relazione torna a veleggiare spinta da un vento di sincerità e condivisione che li avvicina passo dopo passo, mentre si raccontano e comprendono. L'esatto contrario di quello che accade ai due amici di una vita di Gyeom, Si-jun e Ju-a, una coppia invidiata all’epoca dell’adolescenza che dopo una brusca rottura si ritrova improvvisamente a doversi barcamenare in quei sentimenti mai sopiti che però rivelano fondamenta di bugie e immaturità. Un circolo vizioso che li travolge facendoli prima sperare e poi soffrire di nuovo. Si-jun, interpretato da un bravissimo Lee Jun-young che finalmente ha avuto un ruolo in cui ha potuto dimostrare delle ottime capacità, è il vero sognatore di questo drama, ancora più di quanto lo sia Gyeom. E’ un giovane artista incompreso da una famiglia benestante che lo vorrebbe da tutt’altra parte, un ragazzo che lascia una vita facile per inseguire il desiderio di divenire un giorno un musicista “anonimo ma famoso”, ed è anche un innamorato leale e deciso. La sua storia con Ju-a rappresenta appieno l’esasperazione romantica, la disillusione di un sentimento. Si-jun si ritrova dunque estraniato dalla famiglia, imbrogliato dall’amore della sua vita e illuso da quella passione, la musica, che arde ancora in lui ma che non riesce a trovare un posto nel mondo. Difficile non avvicinarsi a lui piuttosto che a Ju-a, più facilitata nel proporsi per la persona che in realtà non è per poi improvvisamente decidere di cambiare strada e raggiungere il successo in una considerata migliore. Ma “Melo Movie” non sono solo due storie d’amore con i loro problemi. C’è anche la vita. La vita che scorre e che decide, che mette alla prova, che ferisce e risana. Quando il fratello di Gyeom muore arriva uno dei momenti più toccanti della narrazione, Gyeom si ritrova a dover affrontare tutte le fasi che il dolore gli propone sul suo cammino. Ma, per la prima volta, scopre davvero di non essere più da solo e allora può fare qualcosa che mai prima si era permesso di fare: soffrire e cercare conforto.

“Una sola domanda. La morte chi fa soffrire? Chi resta qui.”

La vita toglie e la vita dà. Ed è questo il vero cuore, l’anima di questo drama che si destreggia tra il sentimentalismo e il dramma, tra i momenti buoni e quelli meno buoni. E’ un racconto reale, pieno, doloroso, affascinante, delicato.
Ecco, questo è un drama profondamente delicato che va a toccare corde del nostro cuore in così tanti modi che difficilmente ne rimarrete indifferenti.
E’ un drama lento, calmo, dolce. Pertanto dovete predisporvi ad una visione immersiva ma senza colpi di scena. E’ tutto già scritto nel titolo, è un prodotto che parla di vita vera, di fallimenti e successi, di grigliate in compagnia e notti solitarie. E’ un bagno di emozioni, e anche di lacrime. Il tutto contornato da un adattamento che sembra davvero quello di un film.
E’ un film che parla di vita attraverso i film, e per me è stato un viaggio davvero meraviglioso.

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Completed
The Secret Romantic Guesthouse
0 people found this review helpful
Feb 27, 2025
18 of 18 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.0
Music 8.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Uno storico moderno e frizzante!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Ho iniziato questo drama con aspettative confuse, i coreani, forse per questioni linguistiche o forse per reali incapacità, tendono a rilasciare prima della première spezzoni di trame confusionarie e spesso poco entusiasmanti, quindi non ero ben certa di cosa mi avrebbe riservato “Secret Romantic Guest House”, soprattutto non avevo assolutamente capito nulla delle dinamiche che legavano il gruppetto di protagonisti. Partiamo con un flashback con un classicismo dei drama: l’incontro da bambini. Kang San (Ryeoun), ovvero il vero erede al trono figlio del Principe Ereditario, fugge inseguito dagli assassini della sua famiglia, colpevoli di un tradimento. Impaurito, si nasconde in una casa che espone il lutto, è la dimora di Dan-oh (Shin Ye Eun) che sta piangendo il padre. Kang San, accovacciato nella cuccia del cane, incontra la piccola Dan-oh che lo protegge mentendo alle guardie che lo stanno cercando. Anni dopo ritroviamo i due adulti, Kang San si è formato come guerriero con lo scopo di vendicare la propria famiglia e detronizzare il Re, mentre Dan-oh, caduta in disgrazia dopo la morte del padre, gestisce nella casa di famiglia una locanda dove vive con: la serva che tratta come una madre, un solo cliente fisso che da anni non riesce a passare l’esame di Stato e un giovane studioso che è innamorato di lei. Nel magazzino della locanda si nasconde la sorella, Hong-ju (Jo Hye Joo), promessa sposa di una guardia che è stata barbaramente uccisa il giorno prima del matrimonio qualche anno prima. La ragazza, seppur mai convolata a nozze, è stata considerata come una sorta di sfortuna per la famiglia dello sposo defunto e le è stato chiesto di togliersi la vita, Dan-oh, per salvarla, inscena quindi la sua dipartita e la nasconde facendola passare per un fantasma. Alla locanda arrivano Kang San e Shi-yeol, entrambi fingendosi studiosi. Mentre Kang San medita vendetta, scopriamo che Shi-yeol è la sua guardia personale che in segreto lo segue e protegge da sempre. Preparatissimo e imbattibile con la spada, è conosciuto per essere un guerriero spietato e sanguinario sebbene si mascheri, anche di fronte allo stesso Kang San, con lo spirito di un ragazzo burlone, imbranato e molto simpatico. Nota di merito per l’interpretazione fantastica dell’attore che lo porta in scena, Kang Hoon, la sua espressività e bravura nel dare vita a due aspetti estremamenti diversi della stessa persona, mi hanno letteralmente rapito il cuore. Comunque, mentre tra Kang San e Dan-oh scoppia la scintilla, anche tra Shi-yeol e Hong-ju nasce un sentimento. Intanto i piani di vendetta procedono e scopriamo che Yu-ha, il giovane studioso innamorato di Dan-oh, è il fratellastro di Kang San, figlio del defunto Principe Ereditario e di una concubina, ed è anche colui che sta partecipando ad una rivolta contro il Re. Yu-ha viene anche scelto come rappresentante di questa rivolta quando i suoi natali reali vengono scoperti, assume quindi l’identità di Kang San e si presenta ai seguaci della rivolta come il vero erede al trono. La sua morale però è molto più salda del previsto e, scoperta la parentela di sangue con il vero erede al trono, i due fratellastri, anziché farsi la guerra per il potere, stringono una saldissima alleanza.
Devo dire che questo drama è l’esatta rappresentazione di quanto il genere storico si stia evolvendo e si stia sforzando di portare in scena storie sempre nuove e sempre più moderne. La trama, seppur ricalcando il consueto intrigo di corte, è fresca e coinvolgente, scorre bene per tutte le 18 puntate, ben supportata dalla scelta di non incentrare tutto sui consueti due protagonisti, bensì scandagliando a fondo le storie personali di tutti i personaggi, elevandoli sostanzialmente alla stessa importanza di chi dovrebbe rivestire il ruolo principale. Anche le tematiche hanno subito una bella evoluzione, per una volta infatti vediamo il concretizzarsi di una relazione dopo il classico bacio finale e vediamo accenni ad approcci fisici e sessuali. La protagonista è emancipata, sveglia e d’aiuto, non d’intralcio ai ragazzi. Tra tutto però, devo ammettere che più che alla storia d’amore in primo piano, mi sono affezionata a quella tra Shi-yeol e Hong-ju, il classico genere di storia con un potenziale magnetico che avrebbe onestamente meritato un drama a parte per quanto avrei voluto saperne di più e viverli di più. Detto ciò, è stato davvero un bel drama a 360 gradi. Non ho critiche né rimostranze, non ho trovato momenti tediosi o troppo assurdi, me lo sono davvero goduto dall’inizio alla fine. Molto interessante il parallelismo tra il Re in carica che uccide il fratello per il potere e la scelta di cooperazione e collaborazione fatta invece da Kang San e Yu-ha, i quali dimostrano invece di non essere realmente interessati al trono ma al bene del popolo. Mentre Yu-ha, ad un passo dal potere, abbandona le sue mire per lasciare il posto al legittimo erede, Kang San rifiuta lasciando la guida di Joseon al fratellastro che dimostra, al contrario di lui, di avere un chiaro piano in mente per governare il popolo con giustizia e pietà. E’ la strutturazione di un rapporto familiare, interpersonale e politico sano e pieno di speranza. Così come sano è anche il triangolo amoroso che vede coinvolti i due con Dan-oh, in nessun caso il sentimento dei fratelli si trasforma in gelosia o in una spada avvelenata da sfoderare l’uno contro l’altro, il rispetto per i sentimenti reciproci e per quelli di Dan-ho viene prima di tutto. Un bel messaggio. Detto ciò, spero che con questo drama il mio amatissimo genere storico d’ora in poi continui a perseguire un filone evolutivo, ricercando trame nuove e introducendo tematiche più brillanti.
Assolutamente promosso e consigliato agli amanti del genere!

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Completed
No Gain, No Love
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Feb 22, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.5
Music 8.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Fresco, divertente e moderno!

Recensito da: Effe IG: _Dramalia_

Questo drama è decisamente un grandissimo sì!
Fresco, divertente, romantico, moderno, ritmato, con un gran cast di rilievo e molte più tematiche di quello che
potrebbe sembrare in apparenza.
Son Hae-yeong (Shin Min-a) ricalca appieno il significato del suo nome, è infatti una donna in carriera che non ama perdere nulla nella sua vita, che si tratti di una promozione sul lavoro o di un affetto. Cresciuta in una famiglia che si è sempre fatta carico di affidi a breve termine, ha sempre sofferto l'abbandono mascherandolo con un rifiuto e una ribellione nei confronti di quell'attività portata amorevolmente avanti dai suoi genitori.
Tanti infatti sono i bambini di ogni età che sono passati tra le mura della sua casa, abbandonati, rifiutati o abusati. Divenuta adulta, Hae-yeong vive nella casa di famiglia con due ragazze, Ja-yeon e Hee-sung, che, dopo l'affido, sono rimaste con lei, mentre la madre, con la quale continua ad avere un rapporto altalenante, vive in una casa di cura a causa della demenza senile. Hae-yeong lavora in un'azienda di rilievo che si occupa di istruzione, il cui AD, Bok Gyu-yeon, è conosciuto per essere un vero maschilista. Infatti promuove solo altri uomini o, al massimo, donne sposate, ma la vera motivazione per cui lo fa non è certo il maschilismo, la vera colpa è del padre, attuale CEO, un fedifrago di natura che la madre non ha mai perdonato spingendola a interferire con la vita del figlio affinché non faccia gli stessi errori del marito. Nella stessa azienda lavora anche l'ex fidanzato di Hae-yeong, Ahn Woo-jae, che, dopo essersi fatto lasciare, è in procinto di sposarsi. Durante il matrimonio del suddetto, Hae-yeong scopre di essere stata da lui tradita in passato, per questo, unito al fatto che la promozione sul lavoro è quasi impossibile dato il suo status di donna single, decide improvvisamente di convolare a giuste nozze.
Con chi?
Bè, i candidati non sono molti tant'è che finisce per proporsi alla persona che detesta più al mondo: Kim Ji-wook (Kim Young-dae), il commesso di un Minimarket che non perde mai occasione per farla innervosire. Il giovane, conosciuto per essere amatissimo da tutta la città per la sua generosità e dolcezza, con lei si diverte a metterla sempre in difficoltà, il motivo è che un doloroso passato l'ha visto entrare nella casa di Hae-yeong come uno dei ragazzi in affido, legandolo strettamente alla madre di lei, e scatenando in lui un interesse per la ribelle figlia. Ji-wook, dopo un tentennamento iniziale, accetta l'assurda proposta di matrimonio e si prodiga in quella che io ho definito la proposta di matrimonio più bella che abbia mai visto in anni di serie tv asiatiche: semplice, personale, dolce e accogliente. Ciò rivela il suo cuore buono e il profondo affetto che lo lega alla ragazza, oltre che un'inaspettata conoscenza della sua persona, cosa che sorprende anche lei. I due si sposano per convenienza dunque e iniziano la loro "finta" relazione che poi tanto finta non è, i sentimenti di entrambi infatti escono velocemente e prepotentemente, del resto sarebbe francamente impossibile non provare qualcosa per un ragazzo d'oro come Ji-wook e con le sembianze di Young-dae! (non mi dilungherò sui suoi occhi e il suo sorriso...) Ji-wook però scopre all'improvviso di essere figlio illegittimo del padre di Bok Gyu-
yeon e quindi, sotto ricatto, finisce a lavorare nella stessa azienda del fratellastro e di sua moglie, creando non pochi problemi. La sua storia è piuttosto commovente, se da una parte Hae-yeong, provata dal passato, non accetta più perdite nella sua vita, al contrario Ji-wook, ferito da una famiglia che non l'ha mai voluto, non accetta di essere lui stesso una perdita per qualcuno. Due visioni opposte del medesimo concetto che vedono i due avvicinarsi inesorabilmente. Di contorno alla storia principale, che vede un lungo percorso di guarigione personale da parte sia di Hae-yeong che di Ji-wook, prendono forma anche storie secondarie con protagoniste le sorellastre di Hae-yeong: Che Hee-sung porta sullo schermo per la prima volta una relazione poliamorosa e il concetto di una gravidanza non proprio desiderata; Mentre Nam Ja-yeon ci fa sognare con la sua storia delicata di abusi familiari (il padre è strettamente connesso ad un evento tragico che ha investito la famiglia di Hae-yeong) che si interseca in un sentimento d'amore dolcissimo con Bok Gyu- yeon, il quale si rivela essere un bonaccione di cui è impossibile, anche per noi telespettatori, non innamorarsi.
Questo drama, come ho detto all'inizio, ha dei pregi di fondo che vanno al di là della storia d'amore piacevole da vedere, è un drama moderno alla massima potenza che inserisce in modo inaspettato tematiche poco comuni per il settore d'intrattenimento coreano: giocattoli erotici, relazioni poliamorose, gravidanze indesiderate, sessualità libera, romanzi erotici, ma anche abusi e violenza. Non ultimo, prospetta anche un'analisi dell'altra faccia della medaglia per quanto riguarda il discorso dell'affettività genitoriale: il grande amore di un uomo e una donna che si espande fino a diventare puro conforto per bambini e ragazzi in difficoltà, si scontra però anche con la sofferenza di chi in famiglia non è pronto né a lasciar andare né ad accettare quel genere di amore temporaneo, in continua evoluzione, mai stabile; non a caso Hae-yeong cresce proprio con quella
conflittualità verso la propria famiglia che viene espressa nei suoi moti di ribellione personali e nel suo allontanamento, e con la necessità assoluta di non perdere più nulla, cosa che la porta a mentire e costruire castelli in aria che rischiano alla fine di farle perdere l'unica cosa davero importante:
l'amore puro e disinteressato. Personalmente non mi sento di colpevolizzare la sua incapacità
durante la crescita di comprendere il fine ultimo di un affidamento a scadenza che, come dice il termine stesso
(temporaneo), non è "per sempre" ma può durare anche solo pochi giorni: accogliere in casa una persona esterna, un bambino spesso vittima di eventi terribili, richiede un'enorme forza d'animo e uno spirito molto particolare, una capacità di amare sconfinata che sia in grado di curare ma anche di lasciare andare, e ciò non è una cosa da tutti, anzi. In questo drama emerge un duplice aspetto: l'encomiabile lavoro delle famiglie affidatarie, così come il loro impegno e la loro capacità di non bloccarsi ma di continuare ad amare ancora e ancora. Ma emerge anche l'amore inteso come un sentimento più stabile che trova la sua confortevole culla nella tranquillità della staticità, perché troppo facilitato nell'affezionarsi e troppo sofferente nel separarsi. Sono due dei tanti aspetti di cui è fatto l'amore. Questi sono tutti concetti e temi che molto difficilmente si trovano nei drama. In più "No Gain no Love" si rivela essere anche un prodotto molto ironico, divertente e ha dalla sua non una ma ben 3 storie estremamente ben fatte che coinvolgono senza mezze misure
chi guarda. Insomma, questo è un drama che non delude, ma porta con sé divertimento, riflessione e attualità.

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Completed
Officer Black Belt
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Feb 3, 2025
Completed 0
Overall 8.0
Story 6.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 7.0
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E’ intelligente ma non si applica

Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Come descrivere questo drama? E’ intelligente ma non si applica, classica frase che a scuola mi ripetevano sempre per dire che non avevo voglia di fare niente. Ed è ciò che posso dire io su questo film made in Korea, che vede protagonista Kim Wo-Bin, con una tinta bionda delle peggiori per l’occasione. Non fraintendetemi, è un drama godibile, in cui ci si fa anche qualche risata, ma dà l’impressione di voler dare di più e non riuscirci.
Il protagonista assoluto è Lee Jung-do, un ragazzo spensierato e svagato, la cui vita salta da un allenamento di arti marziali all’altro, una consegna per il ristorante di pollo del padre e una partita ai videogiochi con gli amici di sempre (un gruppo di stramboidi i cui soprannomi variano da: “Umido” a “Diarrea” e ho detto tutto). Jung-do ha un unico scopo nella vita: divertirsi. Non fa niente che non lo diverta e sinceramente penso che viva molto meglio di tutti noi. Il ragazzo non pare proprio una cima, ma è un maestro di arti marziali e un giorno s’imbatte in uno scontro tra un agente di sorveglianza e un detenuto con cavigliera gps. L’agente viene ferito gravemente e Jung-do interviene, neutralizzando in poche rapide mosse il malvivente, che viene riconsegnato alla prigione. Il ragazzo viene dunque ricompensato con un premio e cattura l’attenzione di Kim Sun-min, il Direttore del reparto controlli elettronici. Per capirsi, il capoccia di quei disperati che devono monitorare h24 i cattivoni in libertà vigilata con le cavigliere. Io personalmente non ho mai neanche pensato che ci fosse un reparto a parte e tanto meno credevo che facessero telefonate per assicurarsi che i birbanti si ricordassero di ricaricare le suddette cavigliere. Ovviamente neanche Jung-do ne era a conoscenza e quando gli viene offerto un posto nella task force, lui domanda solo: “Ma è divertente?” Vi giuro che neanche Sun-min riusciva a farsene una ragione di tanta tonteria, ma, si sa, “il bisognino fa trottare la vecchia”, perciò, nonostante Jung-do non sia proprio il più sveglio della cucciolata, è forte, di buon carattere e non ha proprio niente di meglio da fare. Così accetta di provare almeno finché l’agente ferito non si sarà rimesso e s’immerge in questo caleidoscopico mondo di malviventi redenti, che tanto redenti non sono. Insieme a Sun-min, suo partner logistico, si assicura che pedofili, stupratori e gentaglia della peggior specie rispetti la libertà vigilata e quando non lo fanno, li mazzuola per bene, riportandoli poi in prigione. La cosa divertente è che è pure portato e la soddisfazione che gli dà colpirli con il taser è la stessa che avrei io a fulminare il mio ex. Tra i due partner si instaura un bellissimo rapporto e l’uomo viene anche ammesso ad honorem nella squadra dei nerd, col risultato che Jung-do diventa a tutti gli effetti un membro del dipartimento. Tutto sembra andare bene finché lo stupratore di bambini Kang Ki-jung non viene rimesso in libertà. Ora, se uno ha stuprato bambini fino a due minuti prima e non è manco pentito, voi lo rimettereste in libertà? Io personalmente no, ma si sa che l’intelligenza non è di casa e quindi il tizio più terrificante di sempre viene rimandato nel mondo, con una task force a controllarlo praticamente h24. Ma Kang- Ki-jung non è solo un cattivone come un altro, no, ovviamente fa parte di un’organizzazione di pedofili che girano video pornografici di lui che si sollazza con dei bambini non oltre i 13 anni. Qualcuno crede che il cattivone sia stato ammansito? Io no di certo e neanche Jung-do, che fa della cosa una faccenda di vita o di morte. Il ragazzo spensierato lascia il campo ad un uomo pronto a tutto per fermare Ki-jung, ed è emozionante vedere la sua evoluzione (forse un po ' affrettata). Allora perchè non sono rimasta convinta? Woo-bin è sempre fantastico e si è allenato duramente per questo film, facendo lui stesso la maggior parte delle scene di lotta e di inseguimento, in barba al cancro che lo ha tenuto lontano dalle scene per molti anni. Eppure, sarà per la brevità, sarà perché mi aspettavo qualcosa in più, ho trovato il film non troppo coinvolgente. Ormai sono così abituata alle infinite puntate dei drama, dove tutto si sviluppa lentamente e i personaggi hanno una caratterizzazione certosina, che qui non mi sono così affezionata a nessuno, nonostante ci sia una forte componente drammatica. Personalmente la bromance tra Jung-do e Sun-min è la parte che ho apprezzato maggiormente, mentre avrei dato un po’ più di tempo al personaggio per evolvere e cambiare.

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Completed
Kiss Sixth Sense
0 people found this review helpful
Feb 2, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.5
Rewatch Value 7.5
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Il futuro è già scritto o è possibile cambiarlo?

Recensito da: Jade IG: _Dramalia_

Il futuro è già scritto o è possibile cambiarlo?
Hong Ye-Sul se lo domanda spesso, specialmente quando le sue labbra toccano un'altra persona, poiché attraverso quel piccolo sfiorarsi di particelle, può scorgere il futuro. Non sa se avverrà tra pochi minuti, un anno o una vita, ma è lì che la guarda e non ha mai sbagliato. A parte questo piccolo potere che la limita nelle sue frequentazioni, Ye-Sul (Seo Ji-hye) è una donna in carriera che lavora per un'azienda di pubblicità piuttosto rinomata. Il suo capo però è un autentico despota, insopportabile e irascibile, è il tipo di uomo che suscita odio e ammirazione insieme. È un capo spietato, ma di quelli che non sbagliano mai e sembra Superman. I due hanno una relazione lavorativa complicata. Praticamente lei vive in ufficio e cerca di essere all'altezza delle spietate aspettative di Cha Min-Hoo (Yoon Kye-Sang), senza mai arrivarci neanche vicina. Un giorno i due sono sul set di una pubblicità di materassi, prontamente rovinata dalla pioggia e Ye-Sul inciampa, travolgendo l'integerrimo capo scontrandosi accidentalmente con le sue labbra. Nella visione scaturita vede chiaramente che un giorno, non si sa quando, finiranno a letto insieme. Ciò le provoca sentimenti contrastanti, un turbinio di turbamenti e pensieri alquanto sconci. Perde lentamente la sua professionalità distaccata, per diventare un completo disastro (evidentemente nella visione lui era particolarmente prestante sotto le lenzuola). Se prima non ci pensava neanche a Cha Min-Hoo, improvvisamente il suo mondo viene sconvolto. E lo è ancor di più quando decide di confessargli tutto, poteri compresi, e per dimostrarglielo predice il futuro. Solo che si vede felice, spensierata come mai prima e quelle immagini le scavano dentro più della notte di fuoco. Perché, a causa di quei poteri, Ye-Sul non è mai stata veramente felice. Ha sempre visto scenari di dolore e tristezza, di solitudine, specialmente col suo ex storico Lee Pil-Yo, regista di fama mondiale, interpretato da Kim Ji-Seok, ancora pazzamente innamorato di lei. Per togliersi il dente e non pensare più a Min-Hoo, lei decide di andarci a letto una volta, facendo così avverare il futuro, ma i sentimenti s'insinuano nelle pieghe della corazza di ferro del suo capo integerrimo e lentamente i due instaurano una strana relazione. Tutto ciò coadiuvato dal ritorno di Pil-Yo, intenzionato a riprendersi la sua ex, di cui ha sempre conosciuto il segreto. La componente fantasy di questo drama non è affatto finita qui, perché si aggiungono anche i poteri di Min-Hoo. Infatti l'uomo ha i sensi più sviluppati di chiunque al mondo. Riesce a sentire da chilometri di distanza e quando bacia una donna i suoi nervi vengono così sovraccaricati che finisce per svenire. Entrambi non hanno idea del perché abbiano sviluppato dei doni del genere, ma si fa cenno a un incidente misterioso che sembra accomunarli. Per non farsi mancare niente, si aggiunge anche un pazzo stalker, una cugina un po' fuori di testa, qualche amico simpatico, colleghi strampalati e una buona dose di risate. Ho apprezzato molto la trama scorrevole, divertente e mai banale che regala istanti di puro spasso quando quei due sono insieme e cercano di far funzionare una relazione basata su regole e contratti, tanto che consiglio vivamente la visione. Per chi non ama il fantasy, non preoccupatevi, non è invasivo, ma aiuta la storia d'amore a scorrere via con una facilità incredibile, senza appesantirla ma arricchendola di piccoli malintesi e misteri appassionanti. Sinceramente ho trovato anche gli attori bravi e assolutamente appropriati alla parte, con i protagonisti legati da una forte chimica non da trascurare. Ciò che però mi ha colpita maggiormente è stata proprio la domanda iniziale: il futuro è già stato scritto o siamo noi a determinarlo? Per Ye-Sul il futuro non si può cambiare, è lì che la guarda, pronto ad afferrarla se solo prova a modificarne la trama. Mi sono quindi chiesta che senso abbia per lei, che sa tutto, andare avanti con la vita e le relazioni. Non è inutile se poi non c'è niente che stupisce? Invece di cadere sul banale, il drama è riuscito a rispondere ai miei dubbi semplicemente cambiando prospettiva. Quello che lei poteva interpretare in un modo, spesso nella realtà dei fatti era completamente diverso, creando uno scenario nuovo e sorprendente, che ha messo in crisi anche i suoi poteri consolidati. Decisamente uno spunto interessante, anche se avrei apprezzato sicuramente una spiegazione meno banale per l'arrivo dei loro poteri che non fosse: “li ho avuti per ritrovarti”. Ok, certo...lo scopo della tua vita era solo quello? Ma su, forza, che noia! Voi sapete inoltre che non sono una fan dei due migliori amici dei protagonisti che finiscono insieme, ma qui è tutto gestito bene e le situazioni non appesantiscono diventando stucchevoli, anzi creano alcuni siparietti umoristici piuttosto spassosi.

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Completed
Murai in Love
0 people found this review helpful
Jan 14, 2025
8 of 8 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 7.0
Acting/Cast 7.0
Music 7.0
Rewatch Value 6.0
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Ottimo per staccare la spina

Recensito da: Jade IG: _dramalia_

Murai è un liceale brillante, da dieci e lode in ogni materia, sembrerebbe lo studente perfetto, se non che ha una cotta spaventosa per la sua insegnante. Nel suo questionario sul futuro, scrive di volerla sposare e lei ovviamente lo convoca nel suo ufficio per fargli una ramanzina. Tanaka sensei è conosciuta come la professoressa di ferro, integerrima, tutta d’un pezzo che non da relazione a nessuno e non si interessa dei club scolastici. E’ fredda all’apparenza e quando Murai le confessa il suo amore, lei lo rifiuta seccamente, dicendogli che non le piacciono i ragazzi con i capelli lunghi e neri. Il giorno dopo lui si presenta con la chioma tagliata e biondo, sconvolgendola per la sua somiglianza con un personaggio dei videogiochi di cui è innamorata: Hitotose. Totalmente nel pallone a causa di quel cambiamento, Tanaka si ritrova coinvolta in una situazione da cui non riesce ad uscire. Murai non ha alcuna intenzione di demordere nel suo amore per lei e fa di tutto per conquistarla. Miyase Ryubi riesce ad interpretare sia lo studente che il personaggio animato alla perfezione, creando scenette divertenti e momenti kawaii che ti fanno tifare spudoratamente per i suoi occhioni dolci. E’ affiancato da due amici leali, i quali lo consigliano, lo supportano e lo aiutano in ogni situazione, senza mai tirarsi indietro. Tanaka sensei rimane sempre salda nel suo rifiuto, ma lentamente inizia a provare una simpatia per quel ragazzino impertinente che arriva a sfidare suo fratello (un agente di polizia) in un duello all’ultimo sangue, solo per conquistarne il cuore e il diritto a corteggiarla. Ovviamente l’amore tra un’insegnante e uno studente non è qualcosa che possa avvenire e i due rischiano spesso di essere scoperti, fino al punto in cui Tanaka rischia il lavoro. Fortunatamente, con l’aiuto di tutto il gruppo di spostati, i due riescono finalmente a parlarsi a cuore aperto e il lieto fine (o almeno una specie) è dietro l’angolo. Ho trovato questo drama carino e frizzante, divertente e molto dolce specialmente sul finale. Chiaramente è qualcosa di leggero senza grandi pretese, ma nella sua semplicità è fatto molto bene. Gli attori sono perfettamente calati nel drama ed è divertente anche vedere come la mente di Tanaka sia un groviglio di emozioni rappresentate da personaggi in costumi storici (ovviamente lei insegna storia, che ve lo dico a fare). Durante la narrazione riusciamo anche a comprendere il motivo della sua ossessione, che ho trovato a dir poco tenero e possiamo sbirciare nel suo passato complicato. Abbandonata da tutti, si è rifugiata in un mondo di finzione, aggrappandosi a personaggi che non l’avrebbero mai lasciata. Ovviamente prendete il tutto per quello che è e non aspettatevi che i personaggi principali si bacino o facciano qualcosa di scandaloso, è pur sempre un drama adolescenziale. Io però ve lo consiglio per quelle giornate in cui non volete niente di serio, ma solo staccare la spina.

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Completed
Love in Black Hole
0 people found this review helpful
Jan 14, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 3.0
Story 2.0
Acting/Cast 1.0
Music 3.5
Rewatch Value 1.0
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Recitazione Imbarazzante

Recensito da: Jade IG: _dramalia_

Avete mai guardato un drama, chiedendovi per tutta la durata di che cavolo parli? Quale sia la trama e lo scopo di aver prodotto una roba del genere? Io sì, in realtà più di una volta. Ma a questo giro di giostra, devo dire che sono ancora abbastanza confusa. Il titolo di per sé è già tutto un programma. Ma non è la sola cosa che lascia perplessi, quanto più il fatto che la trama sia piena di niente. Praticamente aria fritta, con conversazioni contorte e astruse, alla fine delle quali, mi sono spesso domandata che cavolo si fossero detti! No, vi giuro, un completo disastro di sceneggiatura, peggio mi sento con la regia, per non parlare della recitazione. Il mio gatto messo davanti a una telecamera è sicuramente più espressivo di questi ragazzini, il che è tutto dire visto che dorme dodici ore al giorno. Non c’è una cosa che si salvi, non un punto positivo nel mare di mediocrità infinita di questo drama. Non si salva neanche mezzo attore e gli sceneggiatori dovrebbero andare a scolpire il globo, onde evitare di far sprecare tempo e soldi a produzioni già con un budget ridicolo. Capisco che sia un mini drama, capisco anche che i soldi siano pochi, ma qui si sono proprio impegnati per fare pena. I protagonisti sono sostanzialmente Eun-ha (Seola) e Tae-Yang (Lee Han-gyul), due studenti di astronomia con una passione per la musica, nonchè migliori amici da una vita. Fanno parte entrambi di questo club di musica in cui in realtà sono quattro gatti. Lui suona la chitarra e compone canzoni, per poi andare a suonarle per strada nella speranza che qualcuno lo noti, fa un miliardo di audizioni e fallisce perennemente. Lei invece ha un blocco. A causa di bullismo alle superiori, non riesce più a cantare in pubblico, lo fa solo davanti a Tae-Yang. Comunque Eun-ha è fidanzata, ma lui la molla nei primi tre secondi di girato e lei si trasferisce in un nuovo appartamento. (Pare che le due cose siano correlate, ma non è ben chiaro come.) Nella sua stanza un metro per un metro, si scopre che sul soffitto c’è un buco bianco. (Sì, non ho sbagliato a scrivere, purtroppo.) Praticamente un portale sul soffitto che collega la sua stanza al club di musica. Ma che coincidenza! Da questo buco praticamente cade di tutto: bacchette, penne, spazzatura varia e lettere d’amore incompiute. E’ proprio grazie a questo che scopre che qualcuno nel club ha una cotta per lei. Essendoci solo tre ragazzi, direi che il campo è abbastanza ristretto. Sung- Woon è un tipo riservato, all’apparenza freddo e distante, ma ha una cotta per lei ed è anche l’autore del famoso bigliettino incompiuto. Ovviamente non è l’unico innamorato di lei, infatti anche Tae-Yang prova dei sentimenti forti da sempre. Per non perdere la sua amicizia con lui, comincia a uscire con Sung-Woon. Tutto bene, se non che i due hanno la chimica di due bradipi addormentati. I loro appuntamenti sono imbarazzanti, tristi e assolutamente inutili. Tae-Yang da parte sua cosa fa? Prova a conquistarla? Si batte per lei? Ma figuriamoci! Bradipo numero tre, si lascia trascinare da un altro membro del club, tale Anna (Ki Hee-Hyun) che gli fa una corte spietata. Ecco lei sì che è viva e combatte per quello che vuole. Comunque dal niente, ad un certo punto, dal soffitto iniziano ad arrivare segnali dal futuro. Vi giuro, che la cosa ha persino movimentato il tutto, incredibile eh? Cade una foto di Eun-ha con Sung-Woon che si baciano sulla guancia (quale scandalo!) con una data di luglio, mentre loro sono a giugno. Perciò Eun-ha che fa? Assolutamente niente, continua ad uscire con lui. Sinceramente io per il novanta percento di questo drama non ho capito lei cosa pensasse. Era ovvio che sarebbe finita con Tae-Yang, ma vi dovessi dire come, proprio non saprei. Ad un tratto, senza un motivo valido, spunta pure una chiavetta in cui c’è un filmato di lui che ha un incidente mentre va all’audizione e, totalmente senza un senso logico temporale, lei corre a fermarlo, avendo una mezza crisi isterica. Fine della scena. Boh. Io perplessa che non capivo se fossi pazza io, se avessi sbagliato qualcosa nello scaricare le puntate o se i registi si fossero completamente fumati il cervello. Vi giuro, un’accozzaglia di scene senza collegamento, messe lì tanto per fare minutaggio. Comunque, neanche a dirlo, alla fine lei decide di mettersi con il migliore amico, sappiamo perché? Sappiamo cosa le abbia fatto cambiare idea? Ma figuriamoci. Comunque si danno uno dei baci più tristi che abbia mai visto, il che è tutto dire e grazie alla loro relazione lei magicamente riacquista la facoltà di cantare in pubblico, mettono su un duetto e hanno successo. Amen. La recitazione ragazzi è pietosa, la trama non ha senso, il buco bianco è veramente il modo più assurdo che ci sia per mettere un pò di pepe in questa storia condannata dal primo istante, e non si salva nessuno degli attori. Veramente recitazione imbarazzante dal primo all’ultimo. 
Fatevi un favore e girate al largo.

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