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Completed
Squid Game Season 2
0 people found this review helpful
Jan 13, 2025
7 of 7 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

Era necessaria una seconda stagione?

Recensito da: Jade IG: _dramalia_

“Qualcuno mi salvi dalle seconde stagioni!”
È più o meno quello che ho pensato alla fine di Squid Game 1. Secondo me non c'era bisogno di avventurarsi su un terreno impervio come quello di creare una seconda stagione per un prodotto che era stato rivoluzionario e magnifico, appassionando centinaia di migliaia di spettatori da tutto il mondo. Perchè? Prima di tutto perché di solito la prima è sempre la migliore ed eguagliare un prodotto già quasi perfetto è davvero difficile. Secondo perché lo sceneggiatore Hwang Dong-hyuk non aveva previsto alcun seguito e non ha partecipato allo script successivo. Netflix glielo ha chiesto, lui ha voluto un sacco di soldi e loro hanno detto: “sì, ma col cazzo. Abbiamo i diritti bello, ciaone!” (I dialoghi sono frutto di immaginazione.) Perciò, senza il creatore originale, pensavo che sarebbe stato tutto un gran minestrone e in parte avevo ragione. “Squid Game 2” parte lento e noioso, non appassiona e fa fatica a ingranare, complice anche la brevità dei suoi sette episodi contro i nove della prima. Tutto ciò perché? Ovviamente perché Netflix vuole lucrare, impaccarsi di soldi, creando un hype per la seconda parte, che da parte mia non è così attesa come si può pensare. Certo, non ho disdegnato, ma non sono neanche andata in brodo di giuggiole come tanta gente. Prima di tutto bisogna partire col dire che era tutto finito con Gi-hun (il vincitore dei giochi) che promette vendetta agli organizzatori del gioco. Ora lo ritroviamo praticamente trincerato in un bunker, alla ricerca di quello che è il reclutatore (Gong Yoo per gli amici), colui che lo spedì sull'isola maledetta. Per farlo impiega una considerevole parte delle sue vincite e una banda di malviventi dal cuore d'oro. Personalmente sarei andata alle Maldive a godermela, ma i gusti sono gusti. Ci dicono che sono anni che va avanti la ricerca e che non ha mai dato i suoi frutti. Insieme a lui anche il poliziotto (Wi Ha-joon) quasi morto è sulle sue tracce, ma nessuno dei due ha mai avuto successo. La situazione si sblocca quando due malviventi avvistano il reclutatore, una figura di cui non si sapeva niente, che fa una brevissima apparizione nella prima, ma qui ci regala alcuni minuti di tensione da cardiopalma. Gong Yoo è infatti un attore incredibile, espressivo e intenso oltre ogni limite e io lo amo profondamente, anche quando fa il pazzo. La sua performance durante la roulette russa è qualcosa di incredibile, che gli dovrebbe valere un premio. Ma lasciamo perdere le mie preferenze. Il giocatore 456, viene ributtato nei giochi come richiesto, pensando di poter fregare tutti installando un gps in un dente finto, ma non ha fatto i conti con i cattivoni. Lo beccano subito, glielo tolgono e lo buttano in una vasca per esche, attirando i suoi collaboratori lontani dal punto prestabilito. Così, senza la sua scialuppa di salvataggio, lo vediamo nuovamente intento ad affrontare i giochi. Avevo paura che fossero gli stessi, di dovermi sorbire più o meno le medesime dinamiche, invece mi hanno piacevolmente sorpresa, tirando fuori nuove prove sempre cattivissime, ma mai viste. In tutto ciò hanno dovuto inserire anche un cast nuovo di zecca. Sono fioccate polemiche in ogni direzione per la scelta degli interpreti. Da una parte TOP accusato di possesso e uso di droga, ex membro dei Big Bang, fa essenzialmente se stesso: un rapper squattrinato mal visto dalla società che si droga di nome Thanos (ha le unghie dipinte come le gemme dell’infinito!). Un individuo meschino, drogato e assolutamente odioso, che si spera subito crepi dal minuto zero, ma che ci dobbiamo portare dietro per un pezzo. E dall'altra il transgender. Ora, per interpretare Jo Hyeon-ju, non è stato preso un vero trans, ma un attore con i controcazzi come Park Sung-hoon (ha fatto una quantità di roba assurda, se non sapete chi è andate subito a cercarlo, capre!). L'uomo che ha reso il personaggio egregiamente, rendendolo uno dei più amati della serie, è stato ampiamente criticato. Lo sappiamo tutti che in Corea non sono proprio aperti di mente su questo genere di cose, ma ragazzi se lui è stato bravo! È uno dei pochi a cui mi sono affezionata. Oltre alle critiche mosse agli attori, abbiamo anche le critiche di Jade. Pensavate di esservela scampata eh? Vi sbagliavate. Ebbene sì, ho trovato la scelta di tagliare a sette puntate davvero sbagliata per la continuità del drama. Non si riesce ad affezionarsi ai personaggi, la loro caratterizzazione è sommaria e non ci vengono regalati bellissimi flashback delle loro vite disagiate, ma sommi racconti raffazzonati. Mi meritavo decisamente di più, anche perchè così non posso disperarmi quando muoiono nei giochi. In tutto ciò ovviamente c'è sempre l'infiltrato. Se nella prima era il vecchio, ma si scopriva solo alla fine, qui abbiamo il Frontman che s'insinua dal primo momento come giocatore 1. Già solo l'opposizione dei numeri dovrebbe far riflettere. Lee Byung-hun è un grandissimo attore, che qui, in coppia con Lee Jung-jae, ci regala una performance davvero strabiliante. Si sono proprio frugati per questo cast, non posso dire niente. I due instaurano una sorta di alleanza e noi, che sappiamo chi si nasconde dietro la faccia sorridente di giocatore 1, passiamo le sette puntate in tensione costante del tradimento. Vi giuro, io avevo l'ansia a un certo punto, ma è il bello del gioco. Con le storie secondarie della nonnetta cazzuta, della ragazza incinta con l'ex lì, e l'aggiunta di una regola bastardissima che apre lo scenario a giochi mentali e violenza gratuita, “Squid Game” è nel complesso un ottimo prodotto. Regge il confronto con la prima? Non del tutto. Ho aspettative per le altre puntate? Ovviamente. Sono ansiosa di vederle? Non molto. Ho paura che rovineranno tutto nel finale e che non contenti, ci piazzino una terza stagione solo per portarsi a casa un malloppo di soldi da capogiro. Si sa che sono avidi, esattamente come i protagonisti del secondo gioco più cattivo di sempre. Fatevene una ragione, il primo rimane “Alice in Borderland” e per me è e sarà sempre migliore di “Squid Game”, uno due e diecimila che siano.
Non mi avrete mai!

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Completed
Knight Flower
0 people found this review helpful
Jan 12, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.0
Acting/Cast 9.0
Music 8.0
Rewatch Value 7.5
This review may contain spoilers

Storico Fantastico con una FL incredibile!

Recensito da: Effe IG: _dramalia_

Fantastico.
Nessuna suspense o attesa nel mio giudizio questa volta, solo elogi per un drama dinamico, fresco, moderno e davvero appassionante. Sarò sincera, non l'ho iniziato con grande convinzione, in qualche modo la trama rilasciata mi incuriosiva ma non intrigava, e quindi ho aspettato un po' prima di immergermi nella visione...e bè, mi sbagliavo di grosso. "Knight Flower" è quell'esatto genere di drama che, al termine delle puntate, ti fa rimpiangere di non averne altre, è quel tipo di drama per cui ti sforzi di vedere un episodio e basta, nell'effimero tentativo di farlo durare più a lungo, è quell'esemplare di drama che, anche dopo essere finito, fatichi
a toglierti dalla testa, bisognosa di ripercorrere certe scene e desiderosa di averne altre. Ho googlato senza troppe aspettative, ma comunque guidata da un briciolo di coraggiosa speranza, "Knight flower season 2", tanto per vedere se per una volta una serie davvero meritevole poteva avere
qualche misera possibilità di trovare
un prosieguo nel futuro.
Piccola, innocente e incosciente Effe... Onestamente, il fatto che la maggior parte dei drama coreani siano autoconclusivi, per me è sempre stato un pregio, ma nor nego che qualche volta una seconda stagione l'avrei davvero apprezzata per alcune produzioni in particolare (Ciao, “Vincenzo”, sto
parlando di te...!), il guaio è che
ultimamente vengono rinnovate
solo serie di cui mi importa poco.
Quindi, se dovesse interessarvi, no,
"Knight Flower" ovviamente non avrà una seconda stagione. Un grandissimo peccato dal mio punto di vista.
Questo drama ci racconta la storia di una protagonista femminile davvero incredibile, non a caso Honey Lee, la sua interprete, ha vinto il premio come miglior attrice ai Baeksang Arts Awards, trofeo davvero meritatissimo. Jo Yeo-hwa (Honey Lee) appartiene alla famiglia più ricca e potente di Joseon, seconda solo a quella Reale (ma non per potere!). Nuora vedova del Ministro di Sinistra, proviene originariamente da una famiglia di umili origini, tant'è che, prima del matrimonio, ha vissuto solo con il fratello, Jo Seong-hu, una guardia reale che è misteriosamente sparita durante una missione non ordinaria.
Yeo-hwa, da sempre abilissima nelle arti marziali e assolutamente incapace in tutte le altre attività tipiche del genere femminile (cucito, pittura ecc...), dopo la scomparsa del fratello è finita in moglie al figlio del Ministro di Sinistra, peccato che il ragazzo sia morto prima che lei potesse anche solo vederlo da lontano. Si trova quindi di punto in bianco vedova di un marito mai visto prima e impossibilitata nel cercare da sola il fratello scomparso nel nulla. Sostanzialmente prigioniera in una casa in cui può solo piangere o decidere di morire per seguire il marito nell'oltretomba, passano 15 lunghi anni in cui viene di fatto rilegata nel santuario dedicato allo sposo scomparso. In questo lungo periodo, per non impazzire nella sua condizione, Yeo-hwa, aiutata dalla sua fidata serva Yeon-seon, si trasforma durante le buie ore della notte e, indossata una maschera sul volto e imbracciata la spada (ultimo regalo del fratello), vaga per la capitale in aiuto dei bisognosi. All'occorrenza combatte criminali o assalitori, porta medicinali ai poveri, regala riso agli affamati e assiste
anziani e bambini in difficoltà. Una notte incontra per caso un uomo, Park Soo-hoo, un'affascinante guardia della Difesa della Capitale che condivide con lei un momento di battaglia. Soo-ho è sveglio e intelligente, ma nasconde un segreto: sebbene tutti lo conoscano come il fratello del Segretario Reale, in realtà è il figlio sopravvissuto del Capo delle Guardie Reali, morto in un assalto assieme a tutto il resto della famiglia 15 anni prima, il giorno stesso in cui anche il precedente Re è venuto a mancare in circostanze sospette e il fratello di Yeo-hwa è scomparso. Soo-hoo capisce
immediatamente che la figura mascherata non solo non è una vera criminale, bensi rappresenta un reale aiuto per i più deboli, ma comprende anche che dietro quella maschera si cela una donna. Inizia quindi a inseguirla, dichiarando di volerla catturare ma, di fatto, finendo sempre per aiutarla e stringendo così un legame con lei durante le notti in cui insieme combattono i cattivi. Di giorno invece la incontra, sempre casualmente, come finta vedova reticente e morigerata, rimanendo subito affascinato dal suo essere in realtà un po goffa e ben lontana dall'immagine perfetta che la suocera decanta davanti a tutti. Divertito e sempre più intrigato, alla fine riesce a comprendere che la figura mascherata e la vedova sono la stessa persona. Yeo-hwa, dal canto suo, gli concede la sua fiducia, e il suo cuore che, nonostante i suoi sforzi, inizia a battere per lui, perfettamente ricambiato. In tutto ciò si sviluppa l'intrigo di corte: il Re, apparentemente soggiogato e succube dell'imponente figura del Ministro di Sinistra, in realtà sta ordendo un complicato piano per incriminare il Ministro, vendicando così il padre, il capitano delle Guardie Reali e il guerriero ombra che è morto per il precedente Re, ovvero Seung-ho, il fratello di Yo-hwa. Per raggiungere il suo scopo, mentre mantiene una facciata da Re sciocco, viene aiutato all'inizio dal suo fidato amico, il Segretario
Reale, e poi anche da Soo-hoo e
Yeo-hwa. I piani di tutti i personaggi però vengono scombinati dal ritorno improviso del marito di Yeo-hwa, Jeong joo, il quale è sempre stato in vita e felice tra i Qing, dove ero fuggito per seguire la donna che amava anni prima. La sua fuga era stata il pretesto perfetto usato dal padre per rendere prigioniera Yeo-hwa senza farlo scoprire a nessuno, ovvero rilegandola nel ruolo di vedova della famiglia.
Come vi ho detto all'inizio, questo drama storico mi è davvero piaciuto moltissimo. Prima di tutto è fondamentale sottolineare che Yeo-hwa è una protagonista a tutto tondo, non la classica donzella snervante che porta solo guai. E' bella, intelligente, allenata, scaltra e temibilissima con la spada tra le mani. E l'indiscusso centro del drama, tutto ruota attorno a lei, e ciò è apprezzabilissimo, soprattutto nel contesto dei drama storici in cui siamo abituati a ben altri personaggi femminili, molto più remissivi e costanti fonti di guai sia per il protagonista che per il second lead. Questo drama però ha anche un altro pregio incredibile: la chimica strabordante tra i protagonisti. Non ci sono baci, nessuna interazione fisica se non degli "abbracci"
assolutamente casuali (lei che cade e lui che la recupera...ma non sempre!), e questo, per quanto mi possa profondamente dispiacere
(un limone me lo meritavo!), è un pregio incredibile, significa che la costruzione della trama sentimentale è stata cosi ben fatta e rifinita che non è servito nessun gesto palese o plateale per farmi
innamorare follemente di Soo-ho e Yeo-hwa. Non si saranno baciati, ma nella mia testa hanno figliato e ormai vivono felici e contenti andando a caccia di criminali nei ritagli di tempo. Questo è ciò che dovrebbe fare un drama ben fatto: far innamorare della storia e non dei cliché visti e rivisti o delle scene costruite ad hoc di baci spettacolari che poi però non sono minimamente sostenute da altro. Concludendo, "Knight Flower" a mio avviso è uno dei drama storici più interessanti degli ultimi tempi, lo consiglierei anche a chi si vuole approcciare al mondo degli storici o a chi ne è anche solo incuriosito, questo è un drama che può farvi davvero appassionare alla categoria, in ogni caso, vi farà innamorare perdutamente di Soo-ho (gigantesca Green Flag) e Yeo-hwa.

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Completed
Brewing Love
0 people found this review helpful
Feb 9, 2025
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 6.5
Story 7.5
Acting/Cast 5.0
Music 6.0
Rewatch Value 5.0
This review may contain spoilers

C’è il comfort ma è mancato il fascino

Recensito d: Effe IG: _Dramalia_

Chae Young-ju (Kim Se-jeong) è un’ex soldatessa delle forze speciali che si è congedata dal servizio militare per poter badare alla nonna, unico familiare rimastole, dopo che a causa di un problema di salute ha iniziato ad avere necessità di assistenza. Young-ju è una ragazza estremamente tenace, positiva, con una grinta strabordante e un entusiasmo dirompente, la conosciamo come responsabile di un gruppo presso la filiale di Busan della compagnia che produce birra per cui lavora. Young-ju, con la sua squadra, si occupa di vendere la birra prodotta ai grossisti che a loro volta la commercializzano ai rivenditori (bar, ristoranti, market ecc). Un giorno però viene a sapere che la filiale di Busan è a rischio chiusura e, per evitare che questo accada, accetta di trasferirsi a Seoul assieme ad uno dei suoi sottoposti con la missione di convincere un mastro birraio dalle grandi capacità a collaborare con loro per la realizzazione di una nuova birra. Lui è Yoo Min-ju (Lee Jong-won), un giovane mastro birraio di altissimo livello che produce una birra nella sua tenuta in campagna con l’aiuto degli abitanti del piccolo villaggio in cui risiede. La sua particolarità è l'estrema sensibilità, è infatti un empatico, riesce con uno sguardo a distinguere, percepire e provare sulla sua pelle le emozioni altrui. Qualsiasi esse siano. Questa sorta di “potere” gli ha reso la vita molto difficile, sia a causa della perdita prematura della madre, sia a causa del rapporto conflittuale col padre (un generale dell’esercito che non riesce a comprendere quel figlio così sensibile), sia a causa delle emozioni altrui che troppo spesso si sovrappongono alle sue sino a mandarlo in completa confusione. L’incontro tra lui e Young-ju è conflittuale, infatti la ragazza deve impiegare ogni risorsa per riuscire a convincerlo a collaborare con lei alla realizzazione di una birra, quando ci riesce però, il loro sodalizio professionale si tramuta presto in un sentimento romantico, anche se le loro storie personali sono molto più intersecate nel passato di quello che i due immaginano. Young-ju infatti è stata la salvatrice di Min-ju che, in un momento di grande sconforto, ha tentato il suicidio. Il suo salvataggio però ha portato delle conseguenze importanti nella vita della giovane, in quanto quella stessa notte anche la nonna ha avuto un problema di salute ma la ragazza, impegnata, non si è accorta delle chiamate da parte della donna in tempo. Attorno ai due si snodano anche le storie più marginali della coppia secondaria: Oh Chan-hwi, anche lui un ex soldato delle forze speciali che combatte con un disturbo da stress post-traumatico, e Bang A-reum, una ragazza alla spasmodica ricerca di quell’affetto che la famiglia, troppo concentrata sul lavoro e sul denaro, non le ha mai concesso.
Ero particolarmente curiosa di iniziare questo drama, soprattutto perché le prime opinioni a caldo di chi l’ha visto si disponevano su due sensazioni diverse: da una parte chi lo definiva un comfort drama, dall’altra chi lo reputava una noia mortale. La mia esperienza nel settore drama mi ha insegnato che quando si parla di comfort drama una cosa non esclude l’altra, questo perché spesso l’atmosfera pacata, conviviale, accogliente e quotidiana dei comfort drama viene letta dai non appassionati al genere come noiosa. Ebbene, se volete un mio parere personale, in questo caso nessuna delle due fazioni ha in realtà torto, “Brewing Love” ha quasi tutte le caratteristiche tipiche di un comfort drama, ma è anche noioso. La dislocazione all’interno di un piccolo nucleo di campagna, dove tutti si conoscono e dove gli abitanti si trasformano in familiari, preposti all’accoglienza, all’accudimento reciproco, all’unione e alla rappresentanza della parte comica, è chiaramente la base di ogni comfort drama che si rispetti. Le atmosfere, i colori, i luoghi, le persone con le loro personalità eccentriche, ci sono tutti, sono anzi la parte meglio riuscita a mio avviso dell’intero prodotto. Anche la trama in sè non è male, è una trama semplice, in linea con la tipologia del drama, ha la giusta misura di commozione, di dramma e di romance. Quindi qual è il problema? Per una volta non è la partecipazione femminile, Kim Se-jeong, nel ruolo della protagonista, se la cava egregiamente: è dinamica, centrata, energica e molto ben delineata. Il problema è tutta la compagine maschile che manca di mordente e di attinenza col personaggio. Lee Jong-won in “Knight Flower” è stato una piacevolissima scoperta, ma va detto che le interazioni romantiche in quel drama non erano solo minime, erano proprio inesistenti. In "Brewing love” invece, dove è stato chiamato ad interazioni dirette, il suo essere un attore di fatto acerbo, si è fortemente percepito. L’ho trovato insicuro, poco incisivo e rigido. Doveva sì interpretare il ruolo di un giovane estremamente empatico, e quindi quasi in difficoltà di fronte a qualsiasi emozione che rischiava di sopraffarlo, ma secondo me è risultato eccessivamente artefatto nei punti di romanticismo e, per tanto, non ho percepito lo charme e il coinvolgimento che avrei voluto. Discorso simile per Baek Sung-chul, il second lead senza però mire romantiche verso la protagonista, in lui mi è mancato il soldato, il suo trauma non è stato così incisivo e profondo come sarebbe dovuto essere e anche la sua credibilità fisica è stata claudicante (quando si parla di militari il mio cervello proietta l’immagine di Jung Hae-in e il paragone diventa impietoso, lo so), molto meglio nella parte ironica in cui ha dimostrato decisamente più attinenza.
E poi ancora una volta il finale, una conclusione che taglia di netto il miglioramento progressivo delle precedenti puntate. E’ un finale scialbo, noioso, inutile, tirato troppo per le lunghe, con accadimenti non interessanti.
Riassumendo, non è un drama completamente da bocciare, ho amato molto la parte commovente che si è realizzata grazie alla nonna, ho apprezzato il contesto familiare e accogliente del villaggio, così come i suoi abitanti, ho decisamente adorato la female lead ma, allo stesso tempo ho percepito delle grandi mancanze e un po’ troppa noia. Ecco, per intenderci, se al posto di Lee Jong-won ci fosse stato Ahn Hyo-seop, con la chimica che aveva avuto in “Business Proposal” con Kim Se-jeong, questa sarebbe stata una recensione decisamente molto più positiva. C’è il comfort ma è mancato il fascino.

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