This review may contain spoilers
“Di turno per tutta la vita”
Recensito da: Effe IG: _Dramalia_
Avete presente quelle pellicole o quelle serie tv che stuzzicano sapientemente il piccolo eroe che risiede in ognuno di noi? Quelle produzioni che parlano di supereroi, talvolta con e talvolta anche senza superpoteri, che si rendono artefici di azioni inimmaginabili, incredibili, quasi epiche. Leader carismatici, spesso sensuali, abili in troppe cose per essere veri; sicuri di sé, veri condottieri e risolutori assoluti. Ecco, “The Trauma Code” è esattamente quel tipo di drama, quello che ti fa pensare “ehi, perchè nella vita non sono diventata esattamente come il/la protagonista? Perchè non ho studiato medicina? Perchè non sono lui/lei?” E’ quel drama che suscita entusiasmo e ammirazione, che ti fa quasi piangere per l’emozione di un momento esaltante o terrificante che vivono i personaggi, è quella serie al cui interno si crea una squadra affiatata, coesa, invincibile, mai arrendevole. E’ anche quel tipo di drama che ti fa sperare che prima o poi una seconda stagione venga annunciata, perchè di quegli 8 miseri episodi non ne hai abbastanza, anzi, ne vorresti di più, molti di più. Vorresti più storie, più interventi al cardiopalma, più salvataggi eroici, e magari, perchè no, anche una storiella d’amore nel mezzo. Insomma, “The Trauma code” è esattamente la realizzazione di un prodotto estremamente esaltante. Un difetto purtroppo ce l’ha, ma, ad essere sincera, è qualcosa che viene sommerso da tutto il resto e, alla fine, non ha alcun peso: gli effetti speciali. Che i coreani abbiano bisogno di un corso intensivo di post produzione dagli americani, lo sappiamo da sempre, così come sappiamo che anche gli americani (e molti, molti altri) avrebbero bisogno di una full immersion nel sentimentalismo coreano, ma questa è una storia troppo lunga per parlarne qui. In ogni caso, alcune scene hanno degli effetti speciali di bassa qualità, ma il bello è che non solo la trama cardine li lascia passare sostanzialmente inosservati, ma chi ha creato questo drama ha avuto l’abilità di rendere quelle scene divertenti. Sì perché questo drama fa ridere. Così come esalta il nostro animo da eroi mancati, così come ci strappa qualche lacrima, così come ci fa tremare di angoscia, ci fa anche ridere da matti. Joo Ji-hoon ci regala un personaggio strepitoso, un eroe a pieno titolo, Baek Gang-hyeok, un traumatologo di enorme esperienza che ha servito nelle zone di guerra più difficili del mondo, sia come membro dei corpi di pace, sia come black wings, ovvero il più grande esercito privato esistente al mondo di mercenari strapagati che in zone di guerra vantano attrezzature avanguardistiche e professionisti di tutti i tipi estremamente preparati ad affrontare ogni situazione. E Gang-hyeok è esattamente quel tipo di persona: la sua esperienza sul campo l’ha reso abile in ogni cosa mentre la sua genialità incontrollata interviene laddove i mezzi mancano. Novello MacGyver della medicina, è quel genere di medico che davanti ad una lesione cardiaca, nel mezzo di un intervento a cuore aperto, sutura lo squarcio con un guanto di lattice, che poi rimuove con un endoscopio una volta sistemata correttamente la ferita. E noi lì, incollati a guardarlo manovrare guanti, forbici e filo da sutura come se fossimo esattamente accanto a lui in quel momento. Ed è questo il potere di questa serie, quello di trascinarti al suo interno. Ma torniamo alla trama: dopo un incipit iniziale dove vediamo Gang-hyeok scorrazzare in mezzo ad un bombardamento con la sua motocicletta, il nostro impavido eroe viene chiamato personalmente dalla ministra del welfare e della salute coreana a prendere le redini dell’unico reparto di traumatologia presente in km e km di territorio, ovvero presso l'ospedale universitario di Hankuk. Peccato che il reparto sia allo sbando, senza fondi e soprattutto senza personale: i turni vengono infatti coperti a rotazione da specializzandi completamente impreparati ad affrontare vere emergenze. E’ così che il nostro super dottore incontra per la prima volta il dottor Yang Jae-won, uno specializzando in proctologia che corre disperatamente da un corridoio all’altro per provare a salvare la vita di un uomo in condizioni critiche, pur non avendone chiaramente le capacità data la sua inesperienza. Fortunatamente però Gang-hyeok lo segue e riesce a intervenire per tempo. Il loro approccio iniziale è abbastanza comico ma il dottor Baek comprende subito che Jae-won, sebbene abbia molto da imparare, ha quella scintilla che serve per essere un vero, buon traumatologo e Jae-won, dal canto suo, non riesce a non rimanere affascinato dalla maestria di Baek. E’ così che decide di cambiare improvvisamente specializzazione e votarsi ad una branchia della medicina che, nonostante sia fondamentale, è snobbata da tutti e fortemente in crisi. La traumatologia infatti può contare solo su loro due e su una infermiera, Jang-mi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Una follia per chiunque, ma non per chi, come Baek Gang-hyeok ha una missione di vita: non lasciare mai nulla di intentato, fino all’ultima possibilità. Iniziamo dunque a vedere i due correre a perdifiato per corridoi, scale e padiglioni, caso dopo caso, imbrattati di sangue, vestiti eleganti, appena usciti da un altro intervento, Baek e Yang corrono per salvare vite, e ci riescono fin troppo bene. La sanità coreana infatti è al collasso, i primari sono costretti a fare più attenzione al budget che ai pazienti, spinti dai piani alti che parlano continuamente di numeri e bilanci, mentre i feriti gravi finiscono per essere rifiutati ospedale dopo ospedale finché la morte rimane l'ultimo passo dovuto. Baek scombina chiaramente tutte le carte, ben appoggiato dalla ministra, usa ogni mezzo a sua disposizione, che sia un elicottero, un’ambulanza o un’eliambulanza, portando il bilancio tanto amato dal direttore in rosso. Chiaramente chi di dovere prova di tutto per boicottarlo, da accuse di negligenza al fermo dell’elicottero che costa la vita ad un paziente, ma la squadra di Baek, grazie al suo fascino incontrastabile, diviene giorno dopo giorno più salda, con l’aggiunta dell’anestesista Park Gyeong-won e del primario di medicina generale Han Yu-rim che deve la vita della propria figlia proprio a Baek. Insomma 8 episodi da 50 minuti circa ciascuno che vedono una vera e propria squadra affrontare la morte e l’avidità umana accendendo una fiamma di orgoglio ed esaltazione dentro di noi puntata dopo puntata. Devo essere onesta, non sono una grande amante dei medical, la mia ipocondria mi precede, ma ci sono delle serie, come questa, che vanno oltre. Il senso di squadra, l’eroismo, il sacrificio, la volontà primeggiano e incantano. Se siete facilmente impressionabili, non posso mentirvi dicendo che non vedrete organi maneggiati a destra e a sinistra, crani bucati o petti squarciati, ma posso garantirvi che nell’insieme non sono così fastidiosi come in altri prodotti televisivi, sarete distratti da ben altro e finirete per rimanere incollati allo schermo. Qualora invece cerchiate una storia d’amore in stile Dr Romantic, fermatevi subito. Secondo me ci sono delle scintille, ma la trama, almeno per questa prima (e speriamo non unica) stagione, non prevede alcun tipo di romance. Ne ho sentito la mancanza? Assolutamente no!
Serie strepitosa, assolutamente imperdibile!
Avete presente quelle pellicole o quelle serie tv che stuzzicano sapientemente il piccolo eroe che risiede in ognuno di noi? Quelle produzioni che parlano di supereroi, talvolta con e talvolta anche senza superpoteri, che si rendono artefici di azioni inimmaginabili, incredibili, quasi epiche. Leader carismatici, spesso sensuali, abili in troppe cose per essere veri; sicuri di sé, veri condottieri e risolutori assoluti. Ecco, “The Trauma Code” è esattamente quel tipo di drama, quello che ti fa pensare “ehi, perchè nella vita non sono diventata esattamente come il/la protagonista? Perchè non ho studiato medicina? Perchè non sono lui/lei?” E’ quel drama che suscita entusiasmo e ammirazione, che ti fa quasi piangere per l’emozione di un momento esaltante o terrificante che vivono i personaggi, è quella serie al cui interno si crea una squadra affiatata, coesa, invincibile, mai arrendevole. E’ anche quel tipo di drama che ti fa sperare che prima o poi una seconda stagione venga annunciata, perchè di quegli 8 miseri episodi non ne hai abbastanza, anzi, ne vorresti di più, molti di più. Vorresti più storie, più interventi al cardiopalma, più salvataggi eroici, e magari, perchè no, anche una storiella d’amore nel mezzo. Insomma, “The Trauma code” è esattamente la realizzazione di un prodotto estremamente esaltante. Un difetto purtroppo ce l’ha, ma, ad essere sincera, è qualcosa che viene sommerso da tutto il resto e, alla fine, non ha alcun peso: gli effetti speciali. Che i coreani abbiano bisogno di un corso intensivo di post produzione dagli americani, lo sappiamo da sempre, così come sappiamo che anche gli americani (e molti, molti altri) avrebbero bisogno di una full immersion nel sentimentalismo coreano, ma questa è una storia troppo lunga per parlarne qui. In ogni caso, alcune scene hanno degli effetti speciali di bassa qualità, ma il bello è che non solo la trama cardine li lascia passare sostanzialmente inosservati, ma chi ha creato questo drama ha avuto l’abilità di rendere quelle scene divertenti. Sì perché questo drama fa ridere. Così come esalta il nostro animo da eroi mancati, così come ci strappa qualche lacrima, così come ci fa tremare di angoscia, ci fa anche ridere da matti. Joo Ji-hoon ci regala un personaggio strepitoso, un eroe a pieno titolo, Baek Gang-hyeok, un traumatologo di enorme esperienza che ha servito nelle zone di guerra più difficili del mondo, sia come membro dei corpi di pace, sia come black wings, ovvero il più grande esercito privato esistente al mondo di mercenari strapagati che in zone di guerra vantano attrezzature avanguardistiche e professionisti di tutti i tipi estremamente preparati ad affrontare ogni situazione. E Gang-hyeok è esattamente quel tipo di persona: la sua esperienza sul campo l’ha reso abile in ogni cosa mentre la sua genialità incontrollata interviene laddove i mezzi mancano. Novello MacGyver della medicina, è quel genere di medico che davanti ad una lesione cardiaca, nel mezzo di un intervento a cuore aperto, sutura lo squarcio con un guanto di lattice, che poi rimuove con un endoscopio una volta sistemata correttamente la ferita. E noi lì, incollati a guardarlo manovrare guanti, forbici e filo da sutura come se fossimo esattamente accanto a lui in quel momento. Ed è questo il potere di questa serie, quello di trascinarti al suo interno. Ma torniamo alla trama: dopo un incipit iniziale dove vediamo Gang-hyeok scorrazzare in mezzo ad un bombardamento con la sua motocicletta, il nostro impavido eroe viene chiamato personalmente dalla ministra del welfare e della salute coreana a prendere le redini dell’unico reparto di traumatologia presente in km e km di territorio, ovvero presso l'ospedale universitario di Hankuk. Peccato che il reparto sia allo sbando, senza fondi e soprattutto senza personale: i turni vengono infatti coperti a rotazione da specializzandi completamente impreparati ad affrontare vere emergenze. E’ così che il nostro super dottore incontra per la prima volta il dottor Yang Jae-won, uno specializzando in proctologia che corre disperatamente da un corridoio all’altro per provare a salvare la vita di un uomo in condizioni critiche, pur non avendone chiaramente le capacità data la sua inesperienza. Fortunatamente però Gang-hyeok lo segue e riesce a intervenire per tempo. Il loro approccio iniziale è abbastanza comico ma il dottor Baek comprende subito che Jae-won, sebbene abbia molto da imparare, ha quella scintilla che serve per essere un vero, buon traumatologo e Jae-won, dal canto suo, non riesce a non rimanere affascinato dalla maestria di Baek. E’ così che decide di cambiare improvvisamente specializzazione e votarsi ad una branchia della medicina che, nonostante sia fondamentale, è snobbata da tutti e fortemente in crisi. La traumatologia infatti può contare solo su loro due e su una infermiera, Jang-mi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Una follia per chiunque, ma non per chi, come Baek Gang-hyeok ha una missione di vita: non lasciare mai nulla di intentato, fino all’ultima possibilità. Iniziamo dunque a vedere i due correre a perdifiato per corridoi, scale e padiglioni, caso dopo caso, imbrattati di sangue, vestiti eleganti, appena usciti da un altro intervento, Baek e Yang corrono per salvare vite, e ci riescono fin troppo bene. La sanità coreana infatti è al collasso, i primari sono costretti a fare più attenzione al budget che ai pazienti, spinti dai piani alti che parlano continuamente di numeri e bilanci, mentre i feriti gravi finiscono per essere rifiutati ospedale dopo ospedale finché la morte rimane l'ultimo passo dovuto. Baek scombina chiaramente tutte le carte, ben appoggiato dalla ministra, usa ogni mezzo a sua disposizione, che sia un elicottero, un’ambulanza o un’eliambulanza, portando il bilancio tanto amato dal direttore in rosso. Chiaramente chi di dovere prova di tutto per boicottarlo, da accuse di negligenza al fermo dell’elicottero che costa la vita ad un paziente, ma la squadra di Baek, grazie al suo fascino incontrastabile, diviene giorno dopo giorno più salda, con l’aggiunta dell’anestesista Park Gyeong-won e del primario di medicina generale Han Yu-rim che deve la vita della propria figlia proprio a Baek. Insomma 8 episodi da 50 minuti circa ciascuno che vedono una vera e propria squadra affrontare la morte e l’avidità umana accendendo una fiamma di orgoglio ed esaltazione dentro di noi puntata dopo puntata. Devo essere onesta, non sono una grande amante dei medical, la mia ipocondria mi precede, ma ci sono delle serie, come questa, che vanno oltre. Il senso di squadra, l’eroismo, il sacrificio, la volontà primeggiano e incantano. Se siete facilmente impressionabili, non posso mentirvi dicendo che non vedrete organi maneggiati a destra e a sinistra, crani bucati o petti squarciati, ma posso garantirvi che nell’insieme non sono così fastidiosi come in altri prodotti televisivi, sarete distratti da ben altro e finirete per rimanere incollati allo schermo. Qualora invece cerchiate una storia d’amore in stile Dr Romantic, fermatevi subito. Secondo me ci sono delle scintille, ma la trama, almeno per questa prima (e speriamo non unica) stagione, non prevede alcun tipo di romance. Ne ho sentito la mancanza? Assolutamente no!
Serie strepitosa, assolutamente imperdibile!
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