Storiella senza pretese incapace di raggiungere anche solo gli obiettivi minimi
Ora, che non sia una serie particolarmente profonda lo si intuisce fin dai primi minuti del primo episodio. Ci troviamo di fronte a uno short drama di circa 6 ore fastidiosamente spezzettato di 24 episodi da un quarto d'ora scarso l'uno.
Storiella davvero senza pretese e con lo spessore di un foglio di carta, che va presa per quella che è e che al massimo può regalare una visione a tratti carina ma davvero molto ma molto disimpegnata.
Fatte queste premesse e pronti a ignorare un'infinità di difetti, possiamo dire che la prima parte della serie è anche accettabile: le scene sono esasperate, la coerenza non è quasi mai di casa, e ho qualche dubbio sul vero proprietario della matita per gli occhi con la quale Qin scrive sul braccio di Min Xi il numero di telefono, già che gli occhi di lui risultano più palesemente e pesantemente truccati rispetto a quelli di lei. Anche meno, grazie.
Però, qua e là, ci sono momenti tutto sommato carini e spunti che - con un investimento più importante su tutti i fronti - avrebbero potuto portare alla realizzazione di una buona storia. Mi è piaciuto molto l'idea del ruolo dell'istitutrice, mi ha richiamato alla mente alcuni romanzi inglesi dell'800, capolavori che non cito perchè fa rabbrividire anche solo pensare di paragonarli a una serie come questa. Mi è piaciuto molto il ragazzino, simpatico e capace di regalare dei bei momenti di leggerezza fatta bene. L'era repubblicana cinese è inoltre un periodo storico che nelle serie trovo sempre molto affascinante (peccato che l'investimento, anche per i costumi, sia stato davvero scarso). Ho apprezzato anche l'attrice protagonista, abbastanza espressiva. Meno invece il sig. Qin, che - con l'immancabile riga di matita ad accentuargli lo sguardo - sembrava più che altro il soggetto di riprese pubblicitarie che un personaggio fatto e finito, e dove il fascino del bel volto non riesce però a distogliere l'attenzione dello spettatore dalla sua caratterizzazione veramente priva di coerenza, già che passa dall'essere il "malvagio" duro e freddo dei primissimi episodi, violento e temibile, per trasformarsi poi in una pera cotta alle prese con mille siparietti ridicoli da bambinetto infatuato. La seconda parte della serie, infatti, deraglia del tutto: alle scene davvero infantili e melense - di quelle che più che emozionare imbarazzano - si affiancano intrecci e sviluppi di una credibilità e di una logica che tocca davvero i minimi storici. Il tutto condito con una teatralità grottesca, dove ad esempio mentre l'invidiosa rivale in amore sottrae un unguento dalla borsa della protagonista tutti i presenti - protagonista inclusa - sembrano forzatamente guardare altrove (non devono accorgersi, eh!). Ci manca poco che si mettano le mani sugli occhi e facciano la conta come a nascondino, per dire.
Concludendo, anche partendo con delle aspettative molto ma molto ridimensionate, il rischio di arrivare comunque perplessi alla fine c'è, proprio perchè chiusi entrambi gli occhi sulla prima metà degli episodi, non c'è un terzo occhio che si può chiudere ulteriormente sul disastro aggiuntivo che è la seconda parte. Qualcosa di salvabile - ma poco poco - qua e là c'è, ma francamente non abbastanza per raggiungere anche solo la sufficienza.
Storiella davvero senza pretese e con lo spessore di un foglio di carta, che va presa per quella che è e che al massimo può regalare una visione a tratti carina ma davvero molto ma molto disimpegnata.
Fatte queste premesse e pronti a ignorare un'infinità di difetti, possiamo dire che la prima parte della serie è anche accettabile: le scene sono esasperate, la coerenza non è quasi mai di casa, e ho qualche dubbio sul vero proprietario della matita per gli occhi con la quale Qin scrive sul braccio di Min Xi il numero di telefono, già che gli occhi di lui risultano più palesemente e pesantemente truccati rispetto a quelli di lei. Anche meno, grazie.
Però, qua e là, ci sono momenti tutto sommato carini e spunti che - con un investimento più importante su tutti i fronti - avrebbero potuto portare alla realizzazione di una buona storia. Mi è piaciuto molto l'idea del ruolo dell'istitutrice, mi ha richiamato alla mente alcuni romanzi inglesi dell'800, capolavori che non cito perchè fa rabbrividire anche solo pensare di paragonarli a una serie come questa. Mi è piaciuto molto il ragazzino, simpatico e capace di regalare dei bei momenti di leggerezza fatta bene. L'era repubblicana cinese è inoltre un periodo storico che nelle serie trovo sempre molto affascinante (peccato che l'investimento, anche per i costumi, sia stato davvero scarso). Ho apprezzato anche l'attrice protagonista, abbastanza espressiva. Meno invece il sig. Qin, che - con l'immancabile riga di matita ad accentuargli lo sguardo - sembrava più che altro il soggetto di riprese pubblicitarie che un personaggio fatto e finito, e dove il fascino del bel volto non riesce però a distogliere l'attenzione dello spettatore dalla sua caratterizzazione veramente priva di coerenza, già che passa dall'essere il "malvagio" duro e freddo dei primissimi episodi, violento e temibile, per trasformarsi poi in una pera cotta alle prese con mille siparietti ridicoli da bambinetto infatuato. La seconda parte della serie, infatti, deraglia del tutto: alle scene davvero infantili e melense - di quelle che più che emozionare imbarazzano - si affiancano intrecci e sviluppi di una credibilità e di una logica che tocca davvero i minimi storici. Il tutto condito con una teatralità grottesca, dove ad esempio mentre l'invidiosa rivale in amore sottrae un unguento dalla borsa della protagonista tutti i presenti - protagonista inclusa - sembrano forzatamente guardare altrove (non devono accorgersi, eh!). Ci manca poco che si mettano le mani sugli occhi e facciano la conta come a nascondino, per dire.
Concludendo, anche partendo con delle aspettative molto ma molto ridimensionate, il rischio di arrivare comunque perplessi alla fine c'è, proprio perchè chiusi entrambi gli occhi sulla prima metà degli episodi, non c'è un terzo occhio che si può chiudere ulteriormente sul disastro aggiuntivo che è la seconda parte. Qualcosa di salvabile - ma poco poco - qua e là c'è, ma francamente non abbastanza per raggiungere anche solo la sufficienza.
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