
Was this review helpful to you?

Oltre alla trama e agli effetti speciali neppure le attrici si salvano secondo me.
Was this review helpful to you?

Un giorno come un altro, al nostro protagonista viene diagnosticato un tumore al cervello: non ha molto da vivere ormai. La sera stessa gli appare il diavolo davanti, ma non è rosso con le corna e forcone, ma una versione un po' bizzarra di se stesso. Gli propone uno scambio: un giorno di vita in più in cambio di qualcosa da far scomparire. Cominciano così a scomparire i cinema, gli orologi, i telefoni, fino a ché il diavolo non gli propone di far scomparire i gatti...
Ma come sarà il mondo senza questi oggetti? Una bellissima riflessione sulla vita e sull'importanza di cose che sembrano all'apparenza insignificanti...
Was this review helpful to you?

I tagli per motivi di tempo forse sono un po' troppi e la trama si incentra particolarmente solo su i due personaggi principali.
Al contrario di molti, non ho amato l'interpretazione di Suzu Hirose: ho trovato questa Kaori un po' irritante, ma visto che sono in minoranza, penso che sia stata un'impressione mia.
Nemmeno Kento Yamazaki ha brillato in questo live-action: nonostante di solito mi piaccia, in questo film, l'ho trovato un po' piatto.
Was this review helpful to you?

Nonostante che nelle varie puntate non accada niente di eclatante, questo drama è veramente pienissimo di contenuti.
Partendo dal fatto che la storia d'amore presentata è veramente dolcissima, l'autrice ci descrive uno squarcio di realtà che rappresenta una Corea leggermente diversa da quella presentata di solito nei vari drama.
La relazione fra i due protagonisti non è vista di buon occhio dalla società: non solo lui è molto più giovane di lei, ma è anche un orfano (fatto di cui non andare fieri, a quanto pare). Nello sfondo di questa bellissima storia d'amore vengono presentate anche una situazione familiare dove è la madre che decide un po' tutto e una situazione lavorativa non rosea dove le impiegate vengono alcune volte molestate.
Was this review helpful to you?

Riuscire a riassumere una trama così lunga e piena di eventi importanti in un live-action di due ore, è veramente un'impresa quasi impossibile.
Il risultato è un film abbastanza godibile e discreto con attori anche molto bravi, ma ben lontano dall'opera originale del maestro Mitsuru Adachi di cui consiglio vivamente la lettura.
Comunque anche questo film risulta interessante e non mi sento di scoraggiarne la visione.
Was this review helpful to you?

Io invece l'ho adorata, anche perché dentro c'è veramente un po' di tutto con un mix perfetto: sport, amicizia, amore, scuola, gelosie, gare...
Il cast è veramente favoloso e anche se un po' tutti ai propri esordi, presenta vari attori che poi sono diventati famosi per molti drama e film: basti pensare a Kento Yamazaki e Yoshizawa Ryo (ne ho citati solo due, ma ce ne sarebbero altri da scrivere).
Was this review helpful to you?

La trama è sempre quella: Sumire, affascinante e apparentemente fredda donna in carriera, tornando a casa trova una scatola con dentro un giovane ragazzo che in cambio di vitto e alloggio accetterà di fare la parte del cucciolo.
Adoro questa storia e ho amato vedere vari rifacimenti anche diversi fra loro; ognuno di questi ha dei lati positivi che ho apprezzato. Questo drama essendo composto da sedici episodi ha dato ancora più spazio a tutte le avventure vissute da Sumire e Momo.
Was this review helpful to you?

Was this review helpful to you?

Was this review helpful to you?

Was this review helpful to you?

Was this review helpful to you?

Was this review helpful to you?

Il film si apre con una scena ben precisa: vediamo tre persone sedute in un locale, una donna asiatica insieme a due uomini, uno asiatico e uno caucasico.
Lo spettatore osserva la scena come se anche lui fosse nello stesso luogo, come ad un tavolo dello stesso locale, insieme alle stesse voci fuori campo, provando a indovinare quale è la relazione fra loro tre: se la donna è sposata con l’uomo asiatico, se invece è sua sorella o se altro.
Tutto questo fino a quando la protagonista non gira lo sguardo verso la telecamera e quindi verso di noi; da lì partirà un flashback che ci racconterà la sua storia.
Questa scena è molto importante perché è ciò che è successo davvero alla regista e sceneggiatrice Cecile Song e che ha dato lo spunto per raccontare questa storia; lei, infatti, si è ritrovata davvero a bere con due uomini importanti della sua vita, due uomini che l’amavano e che le parlavano in lingue differenti. E lei si è sempre chiesta come venisse vista al di fuori questa scena.
Il film si divide in tre arci narrativi, uno a dodici anni di distanza dall’altro.
Tutto inizia in Corea, quando Na-young e Hae-sung sono solo ragazzini. Sanno già che lei si dovrà trasferire in America e sembra entusiasta per la nuova avventura, ma dispiaciuta solo per un fatto, ovvero che dovrà lasciare Hae-sung, suo migliore amico e primo amore.
La storia prosegue dodici anni dopo, quando Nora (nome occidentale di Na-young) abita a New York e Hae-sung in Corea, per finire con entrambi a New York con un altro salto temporale di dodici anni.
La parola chiave di questo film è “in-yun” termine coreano più volte rammentato all’interno della pellicola che sta ad indicare il destino, qualcosa che è predestinato a succedere. Anche quando due persone passano per strada e si sfiorano è uno strato di in-yun e due innamorati si sposeranno solo quando si sarà raggiunto 8000 strati di in-yun.
La storia d’amore, tuttavia, non è melensa come ci si potrebbe aspettare: il film risulta essere molto romantico, ma non scade mai nello smielato. Le scene clou, anzi, sono molto pacate e guidate, non da forti sentimentalismi, ma da sguardi significativi incorniciati con una fotografia perfetta e accompagnati da poche parole.
Gli sguardi fra i due attori sono uno dei fattori che rimangono più impressi e che raccontano tanto senza dire niente.
Sublime e indimenticabile, per me, è stato l’addio che i due protagonisti si scambiano da ragazzini: una strada unica in salita che si dirama poi in due vie e ognuno di loro prende due percorsi diversi. Niente lacrime e niente promesse; solo Hae-sung che chiama Na-young con il suo nome coreano, uno sguardo sincero e un semplice “Ciao”.
Questa è una delle scene che ritorneranno alla fine del film: perché, in Past Lives, tutto torna e tutto ha un senso. Ogni atto importante lo rivedremo come un cerchio che fa il suo corso e si chiude.
Alla fine ritroveremo anche la parte iniziale, solo che questa volta la vivremo insieme ai protagonisti e sentiremo quello di cui stanno parlando; inoltre, non dovremo più tirare ad indovinare per sapere il rapporto che hanno fra di loro queste tre persone.
La trama, però, non è solo una semplice storia d’amore. Il film può avere anche una visione più profonda che riguarda l’identità culturale. Perché, se come dice la madre di Nora “Si perde qualcosa, ma si guadagna anche qualcosa”, quando la famiglia della protagonista si trasferisce, quello che si lascia alle spalle la Na-young è il suo essere “coreana”. Hae-sung forse è l’unico filo che la collega ancora alla sua patria che sente così distante, anche nelle idee. Sarà lei stessa a dire che il suo migliore amico sembra proprio coreano-coreano, non solo nel vestire e nel modo di essere, ma anche nei pensieri; dopotutto, non è come gli amici coreani che Nora conosce e che vivono a New York.
Il film si prende i suoi tempi per spiegare e affrontare tutto questo con un ritmo pacato e delicato. I toni sono maturi e fortemente realistici, tanto da scaldare il cuore e allo stesso tempo essere straziante.
Was this review helpful to you?

Il drama è raccontato dal loro punto di vista, molto diverso da quello della società che invece li giudica e non pensa che il loro sia amore, ma solo una tresca. Uno spaccato di società veramente diverso da quello presentato di solito nei k-drama. Non posso che consigliarlo!
Was this review helpful to you?