Il sudoku dei sentimenti in VHS
Avete presente quando un drama coreano tenta disperatamente di essere drammatico, ma finisce per sembrare più una soap anni ’80 registrata sopra a una videocassetta di Sanremo? Ecco, Phoenix è esattamente questo.
Parte con una passione che dovrebbe incendiare lo schermo, ma si spegne presto trasformandosi in un sudoku dei sentimenti: tutti provano qualcosa, nessuno capisce cosa, e lo spettatore rimane lì a fare da arbitro con la matita in mano.
I personaggi piangono, sospirano, urlano con la stessa convinzione con cui io urlo al microonde quando non suona. Il pathos? Rimasto bloccato in sala d’attesa, probabilmente a fare la fila con l’ansia. Tu guardi e pensi: “Scusate, ma era questo il momento in cui dovevo piangere o ridere?”.
Il vero spettacolo però è il vintage involontario: abiti, acconciature, relazioni sentimentali tutte dritte dritte da una soffitta piena di VHS e spalline imbottite. La protagonista poi merita un premio speciale: cammina come se fosse in passerella, ma così lenta che persino le lumache le suonano il clacson e la sorpassano in curva.
Phoenix è un melodramma che prova a volare ma finisce per becchettare per terra come una gallina nostalgica.
Consigliato solo agli amanti del retrò, dei drammoni che non ce la fanno a diventare drammoni… e a chi colleziona momenti trash con la stessa dedizione di un archeologo.
Parte con una passione che dovrebbe incendiare lo schermo, ma si spegne presto trasformandosi in un sudoku dei sentimenti: tutti provano qualcosa, nessuno capisce cosa, e lo spettatore rimane lì a fare da arbitro con la matita in mano.
I personaggi piangono, sospirano, urlano con la stessa convinzione con cui io urlo al microonde quando non suona. Il pathos? Rimasto bloccato in sala d’attesa, probabilmente a fare la fila con l’ansia. Tu guardi e pensi: “Scusate, ma era questo il momento in cui dovevo piangere o ridere?”.
Il vero spettacolo però è il vintage involontario: abiti, acconciature, relazioni sentimentali tutte dritte dritte da una soffitta piena di VHS e spalline imbottite. La protagonista poi merita un premio speciale: cammina come se fosse in passerella, ma così lenta che persino le lumache le suonano il clacson e la sorpassano in curva.
Phoenix è un melodramma che prova a volare ma finisce per becchettare per terra come una gallina nostalgica.
Consigliato solo agli amanti del retrò, dei drammoni che non ce la fanno a diventare drammoni… e a chi colleziona momenti trash con la stessa dedizione di un archeologo.
Was this review helpful to you?


