Black Knight: cavaliere oscuro… ma un po’ inciampante
Se Black Knight fosse una persona, sarebbe quel tipo che entra in una stanza con il mantello svolazzante, ti fissa con sguardo intenso e poi inciampa sul tappeto. La trama punta in alto: reincarnazioni, maledizioni millenarie, amore eterno, un cattivo immortale che non sa mai se vuole distruggere il mondo o solo cambiare look… insomma, gli ingredienti ci sono tutti.
Il nostro cavaliere nero però, più che un eroe tormentato sembra spesso un principe azzurro catapultato per errore in una telenovela: buono fino all’imbarazzo, fedele come un golden retriever, e con una fortuna immobiliare che manco Monopoli. Dall’altra parte la classica eroina di cui il destino si prende gioco,
ma anche lei ogni tanto sembra dimenticarsi se deve piangere, combattere o solo cambiare outfit.
I veri fuochi d’artificio arrivano con la “villain” immortale, elegante e velenosa: un personaggio così teatrale che se avesse avuto un gatto nero da accarezzare, nessuno avrebbe battuto ciglio.
La regia è discreta, i costumi brillano, le location sembrano prese da un catalogo turistico premium. Il problema? A volte la storia si prende troppo sul serio, e quello che poteva essere un fantasy avvincente si trasforma in una sfilata di “momenti intensi” che rischiano di diventare parodie involontarie.
In sintesi: Black Knight è come una scatola di cioccolatini di lusso: bellissima da vedere, un po’ troppo zuccherosa, ma comunque difficile da lasciare a metà.
Il nostro cavaliere nero però, più che un eroe tormentato sembra spesso un principe azzurro catapultato per errore in una telenovela: buono fino all’imbarazzo, fedele come un golden retriever, e con una fortuna immobiliare che manco Monopoli. Dall’altra parte la classica eroina di cui il destino si prende gioco,
ma anche lei ogni tanto sembra dimenticarsi se deve piangere, combattere o solo cambiare outfit.
I veri fuochi d’artificio arrivano con la “villain” immortale, elegante e velenosa: un personaggio così teatrale che se avesse avuto un gatto nero da accarezzare, nessuno avrebbe battuto ciglio.
La regia è discreta, i costumi brillano, le location sembrano prese da un catalogo turistico premium. Il problema? A volte la storia si prende troppo sul serio, e quello che poteva essere un fantasy avvincente si trasforma in una sfilata di “momenti intensi” che rischiano di diventare parodie involontarie.
In sintesi: Black Knight è come una scatola di cioccolatini di lusso: bellissima da vedere, un po’ troppo zuccherosa, ma comunque difficile da lasciare a metà.
Was this review helpful to you?


