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  • Last Online: 3 hours ago
  • Gender: Female
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Fireworks of My Heart chinese drama review
Completed
Fireworks of My Heart
4 people found this review helpful
by Disarmonia kills Tao
11 days ago
40 of 40 episodes seen
Completed
Overall 7.0
Story 8.0
Acting/Cast 7.5
Music 6.5
Rewatch Value 6.0

Machismo, Cameratismo, Buonismo e Coazione a ripetere.

Il mio voto è 7,2 perché la qualità di produzione è abbastanza buona ma ci sono molti aspetti che non mi convincono.
Il titolo che ho deciso di dare questa volta all'opera rispecchia sinteticamente quello che si vede per ben 40 ore.
É uno spettacolo gradevole da vedere, non fraintendetemi, ma ha dei forti toni propagandistici: da un lato sull’attore protagonista, Yang Yang, dall’altro sulle professioni di aiuto e di pronto soccorso in Cina. Interessante lo spaccato offerto sulle condizioni di vita e sulle discriminazioni di classe (a parte la storia tra i protagonisti). In particolare, ho trovato molto coinvolgente la parte dedicata ai pompieri: forse non del tutto realistica, con salvataggi spettacolari e dialoghi tra colleghi ben scritti. Mi sono affezionata a tutti i membri della squadra, che trasmettono un bel senso di cameratismo e umanità (seppur con un eccesso di buonismo).
Tuttavia, molte scene medical tendono a enfatizzare l’eroismo e la spettacolarità a scapito del realismo clinico. Niente di male ma mi chiedo se questo sia un drama fantascientifico o realistico, come mi sembra ambisca a essere.

Ho apprezzato poco l’eccessiva enfasi propagandistica costruita intorno al protagonista maschile: le scene di docce, corsa, arrampicata e i momenti di “machismo”, palesemente pensati per far impazzire il pubblico femminile mi sono sembrati superflui e spezzavano il ritmo già lento o il tono realistico del lavoro. Personalmente preferisco le storie alle dinamiche basate sugli ormoni: non considero Yang Yang questa grande rivelazione, né come attore né come “sex symbol”. Pur avendo una formazione specifica in recitazione (e non essendo un idol), non lo trovo memorabile e con uno stile recitativo proprio, come altri.
Pensate che molti hanno appunto scritto che questo drama sembra fatto per promuovere, risaltare e valorizzare Yang Yang proprio per l'evidente spettacolarizzazione e il tempo riservato al protagonista maschile.
Riconosco però il grande impegno fisico nelle scene d’azione, e questo merita un sincero plauso.

Passando a Wang Chu Ran, la protagonista femminile: bella ma l’ho vista più convincente in altri lavori; in questo caso il ruolo era probabilmente troppo prematuro rispetto alle sue attuali capacità.
La sceneggiatura non l’ha certo aiutata ma il personaggio avrebbe richiesto più sfumature. Non mi riesce a trasmettere appieno il dissidio interiore tra i sentimenti e la lealtà familiare: appare rigida, silenziosa, con gesti bloccati. Capisco il valore simbolico e l'evoluzione (scarna) ma il risultato è stato in definitiva di un personaggio privo di spessore, lontano dalla ricchezza interpretativa di altre attrici più rodate.
Spero che cresca perché anche lei a differenza di tante blasonate ha un percorso specifico di formazione attoriale presso l'accademia di teatro di Shangai, se non cresce rimarrà un'attrice d'immagine ( e non di interpretazione).

La trama amorosa è il punto più debole della serie. Troppo lunga e ripetitiva, si riduce a una storia d’amore ostacolata dalle famiglie, trascinata per oltre dieci anni. Francamente eccessivo. Troppo tirato... per 25 episodi.
Inoltre, il rapporto fraterno inserito nella vicenda ha degli sviluppi assurdi,mi è sembrato forzato, anche questo aspetto in netto contrasto con il tono realistico della serie.

Il legame tra i due protagonisti non mi ha convinta: lei inizialmente agisce quasi da stalker ossessiva, dopo averlo maltrattato e lasciato in maniera brutale, lui puntualmente si nega e allo stesso tempo la ricerca per i primi 15 episodi; seguiranno momenti di avvicinamento a momenti di diniego, la classica dinamica del lascia e prendi. Considerato il trascorso questa è patologica coazione a ripetere (da qui il titolo).
Non c’è INOLTRE un reale motivo narrativo o emotivo che renda plausibile questa attrazione ostinata: mancano dialoghi profondi, esperienze condivise, momenti che possano dare spessore al loro sentimento. Persino quando vanno a trovare la madre di lui, lei non riesce a dirgli due parole di conforto: difficile credere a un amore solido con così poco. L’unico collante sembra essere la bellezza di lei, ma a trent’anni non basta per giustificare tutta questa dinamica tossica. Più che amore, a tratti ho percepito un’ossessione.
La loro relazione passata è segnata da incomprensioni, ferite e separazioni ma entrambi non riescono a staccarsene davvero.
La fissazione reciproca va oltre il semplice attaccamento: tornano costantemente sugli stessi nodi (rimpianti, conflitti, colpe) senza riuscire a elaborarli in modo definitivo.
Ogni incontro diventa una “ripetizione” del trauma originario della rottura: attrazione e dolore si intrecciano, in una dinamica che li intrappola e che è troppo trascinata, personalmente.
La spiegazione secondo cui questa fissazione era legata al fatto che la loro relazione fosse stata interrotta contro la loro volontà mi è parsa debole e poco credibile, soprattutto se confrontata con la crudeltà con cui lei lo aveva lasciato in passato. Mancano motivazioni forti e concrete, e questo rende la trama sentimentale stagnante e poco coinvolgente. Al contrario, nei momenti professionali i due personaggi mostrano maturità, chiarezza e determinazione. Ma quando si tratta della loro relazione, rimangono bloccati e ripetitivi.
Lui appare come un eroe moderno ossessionato da lei senza che ci sia un vero motivo a giustificare questa fissazione; lei, invece, risulta un personaggio mal costruito, segnato da un forte divario tra la sua intraprendenza e determinazione sul piano professionale e la totale stagnazione nella sfera personale.
Inoltre, si rivela egoista, irragionevole, costantemente lamentosa: persino quando raggiunge i suoi obiettivi trasmette un senso di tristezza deprimente e nostalgia. Ne emerge una figura poco riuscita, sgradevole e difficilmente simpatica.

Aspetti tecnici
Musiche, non ho gradito il tono minimalista della colonna sonora strumentale: le tre note gravi di pianoforte, ripetute ossessivamente nei momenti di stallo, risultano monotone e prive di profondità emotiva. Anche la sigla iniziale e finale, così come le canzoni di intermezzo, non hanno incontrato il mio gusto. Si poteva investire di più per arricchire l’esperienza uditiva: questa OST rimane una delle più semplici e meno incisive del genere.

Il casting è nel complesso molto pertinente e ben calibrato. A partire dall’ambivalenza di Suo Jun, uomo saggio, maturo ed eroico, ma con irrisolti legami paterni: l’attore che lo interpreta è perfettamente portato per ruoli complessi, mai appiattiti sul “solo buono” o “solo cattivo”, come già aveva dimostrato dai tempi di Eternal Love.
La madre malevola della protagonista è una villain memorabile: sin dai tempi di Ming Lang questa attrice ha il volto giusto per incarnare una crudeltà spietata che incute soggezione già con la sola presenza scenica.
Il fratello della protagonista è un interprete esperto e capace, purtroppo il suo spazio narrativo è stato ridotto, ma nelle scene più dolorose ha saputo dare prova di grande credibilità.
Ottime anche le interpretazioni degli attori che impersonano i pompieri: eroici, semplici, autentici.
Unica nota stonata la protagonista femminile: pur essendo un’attrice che apprezzo, non è riuscita a restituire pienamente la complessità interiore del personaggio. Ne è derivato uno stacco evidente tra la donna determinata e competente nel lavoro e l’eccessiva timidezza stagnante nei rapporti con la famiglia e Song Yang.

Regia: pulita, semplice, elegante, senza fronzoli, forse un po' troppo lenta e trascinata nei primi piani. Avrebbe dovuto pretendere di più dai protagonisti.
L' estetica è “patinata”, con inquadrature curate e spesso costruite per valorizzare i protagonisti (close-up emotivi, uso frequente di ralenti e luci calde nelle scene sentimentali).
Le scene d’azione/emergenza dal punto di vista spettacolare sono ben coordinate, con un buon uso di effetti speciali e coreografie nei salvataggi. Tuttavia, tendono più al dramma spettacolare che al realismo: ad esempio, la durata dei soccorsi è compressa e i rischi sottovalutati. Non parliamo delle scene medical dove non c'è nulla di realistico o ben rappresentato... .
Ritmo: alterna momenti di alta tensione (incendi, incidenti, emergenze mediche) a lunghe pause di introspezione e dialoghi romantici. Questo crea a volte uno squilibrio, con episodi che rallentano troppo sul versante sentimentale.
C'è spesso un alone bluastro nelle scene girate di notte anche quando non ci sono luci blu come le sirene dell'ambulanza o altri motivi plausibili quindi mi viene da pensare ad un innalzamento dell'ISO della fotocamera e ad un bilanciamento del bianco non ottimale, legato forse ad una post produzione veloce, c'è inoltre una fastidiosa goccia di acqua nell'obiettivo della fotocamera in una scena dell'episodio 33°.
Non credo sia una scelta voluta e consapevole, tutt'altro.

La sceneggiatura si fonda sul doppio binario romance + action medical/firefighting. Ma i due filoni non sono sempre ben integrati: spesso le emergenze sembrano funzionali solo a riavvicinare i protagonisti, non a sviluppare una narrazione autonoma.
Dialoghi: molto melodrammatici, a tratti ridondanti; insistono su “ferite del passato” e “amore destinato” con poca varietà tematica.
Realismo medico: debole. Le procedure di soccorso e i protocolli sono semplificati o addirittura impossibili (dissezione aortica o la barra metallica, operazioni complesse salvavita nel triage d'emergenza improponibili). Questo indebolisce la credibilità.
Personaggi secondari: svolgono funzioni di supporto (amici, colleghi, antagonisti familiari), ma raramente hanno archi narrativi solidi. Restano figure di contorno piuttosto che storie parallele ben sviluppate.

Uso dei colori: tinte calde per le scene romantiche (arancio, oro, luce soffusa), tinte fredde e fumo per le emergenze. C’è una chiara intenzione simbolica (calore = amore, gelo/fumo =pericolo).

Effetti visivi: gli incendi e le esplosioni sono resi con CGI discreta, ma a volte artificiale; non raggiungono il livello cinematografico, pur essendo di buona qualità per una produzione televisiva.

Esteticamente piacevole, Fireworks of My Heart risulta dunque curato ma superficiale, più attento a esaltare l’eroismo, il machismo e il fan service che a costruire una trama solida. Nonostante i limiti, rimane una visione gradevole e rilassante, adatta a chi cerca intrattenimento leggero più che un racconto realistico o profondo.
Consiglio la visione, stranamente rilassante e gradevole, nonostante le sue pecche, senza aspettarvi granché, è comunque migliore di tanti altri lavori che avete votato generosamente.
Vorrei dare di più alla parte girata in caserma che mi è piaciuta molto, la qualità della cinematografia è migliore rispetto a diverse cose che ho visto salvo qualche errore tecnico di luci/illuminazione, ma la loro storia d'amore è stata troppo trascinata prima e in seguito piena di problemi inutili, forzati che mi hanno trasmesso pesantezza e un alone velato di tristezza.
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