Dear Hongrang

탄금 ‧ Drama ‧ 2025
Completed
Zelmx
10 people found this review helpful
May 20, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 5.0
Story 3.0
Acting/Cast 8.0
Music 6.5
Rewatch Value 3.5

Moyen

Un drama qui commence par une intrigue solide et des personnages attachants, mais aux fils des épisodes (à partir de l’épisode 5-6) l’histoire devient complètement aberrante, trop de choses inutiles, trop de longueurs, pas assez de focus sur les points importants, le fantômes des neiges, le peintre, le prince.

Un triangle amoureux qui m’a doucement fait rire … qui au début ressemble plus à de l’inceste qu’autre choses…

Heureusement que l’acting est incroyable, mais honnêtement l’histoire le casse complètement, très déçu !

Et concernant la fin, je n’ai pas les mots pour l’exprimer…

Un Kdrama qui aurait pu être incroyable, mais qui reste très moyen !

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Completed
Disarmonia kills Tao
5 people found this review helpful
Jun 11, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 7
Overall 8.5
Story 8.0
Acting/Cast 8.0
Music 8.0
Rewatch Value 7.0

Una lotta tra poveri (diavoli)

Il titolo originale è Tangeum ed è maggiormente rappresentativo dell'opera perché ne racchiude il senso profondo, due interpretazioni fondamentali, entrambe centrali nei temi della serie:
Swallowing Gold (吞金): Nell'antica Cina, il "tangeum" indicava una punizione brutale in cui si costringeva una persona a ingoiare oro fuso, simbolo di silenzio forzato e cancellazione totale della voce e della verità. Nello spettacolo, questo rappresenta il dolore e i segreti che i personaggi devono soffocare per sopravvivere in un mondo pericoloso, analogamente a quello che accade e che verrà disvelato nel corso degli 11 episodi.
Significa anche suonare lo zither (彈琴): il termine "Tangeum" , ricorda, come pronuncia fonemica, l'espressione "suonare lo geomungo", uno strumento tradizionale coreano. La musica della cetra simboleggia la possibilità di esprimere il dolore e i sentimenti repressi, offrendo una via di catarsi e liberazione, anche se solo temporanea.
Se analizziamo questo secondo significato ci viene in mente il canto gutturale mongolo indiano di 4Bout- Burning Petals, colonna sonora e pezzo forte del lavoro,
Il brano ricorderebbe un Pansori - antica forma di narrazione cantata coreana dove vengono narrate vicende di vendetta, odio o tragiche con una voce rotta; esattamente come in questo caso la canzone sembra evocata, un lamento, una preghiera che inizia con suoni aborigeni che si ricollegano ai suoni degli antichi sciamani, col tamburo che evoca i battiti della terra.
Il titolo Tangeum fonde questi due atti – il soffocamento come punizione e l’espressione come preghiera, catarsi liberatrice, dando voce ad una potente metafora narrativa: da un lato la soppressione del dolore e dei segreti, dall’altro la ricerca di una voce, anche se fragile, attraverso la musica o l’emozione.
Questo sangeuk (la serie è ambientata nell’era Joseon, uno dei periodi storici più iconici della Corea, e ne riproduce fedelmente atmosfere, costumi e dinamiche sociali), mescola elementi mistery-thriller a melodrammatici, proponendo nel corso degli episodi un'esplorazione dolorosa dell'ossessione per la vendetta e il riscatto, il dolore traumatico e un violento desiderio di appartenenza identitaria PERCHE' NONOSTANTE LE CENTINAIA DI RECENSIONI VA EVIDENZIATO CIO' CHE É SFUGGITO: questo non è un drama , in senso classico, né si può definire tale un lavoro solo perché è coreano, è un mistery thriller psicologico che poggia sulla ricerca-negazione dell' identità.

SPIEGAZIONE PSICOLOGICA DELLE DINAMICHE
La madre rifiuta di aver perso un figlio : nel caso di Dear Hongrang, la madre del protagonista, sopraffatta da una disperazione acuta e annichilente, orienta tutta la propria esistenza alla ricerca del figlio scomparso, rendendo la sua identità di madre inscindibile dalla presenza (o dall’assenza) di Hong Rang. SE MIO FIGLIO E' MORTO NON SONO PIU' UNA MADRE.
Non solo questo attaccamento ossessivo le impedisce di elaborare il lutto ma anche di riconoscere i cambiamenti avvenuti nel figlio e, in senso più ampio, nella famiglia.
La negazione della perdita porta la madre a vivere in una dimensione sospesa, dove il figlio non è né vivo né morto, e la sua identità resta cristallizzata nell’immagine che aveva prima della scomparsa. Quando Hong Rang ritorna, adulto e senza memoria, la madre (così come la sorellastra Jae-yi) fatica a riconoscerlo, perché la sua identità reale è ormai diventata un enigma, un vuoto da riempire secondo i desideri e paure. In questo modo, la madre non riconosce il figlio come individuo autonomo, ma come proiezione del proprio bisogno di non perdere un ruolo fondamentale nella sua vita: quello di madre.
In termini psicologici e narrativi, questa dinamica mostra come il figlio non può essere riconosciuto per ciò che è davvero, mentre la madre resta imprigionata in un ruolo che non evolve, negando a entrambi la possibilità di crescere e accettare la realtà del cambiamento.
Il padre : rifiuta la sua identità di padre, la sua identità è quella del MERCANTE , in un dialogo illuminante si esprime con queste parole "Sono un mercante, il mio compito è dare valore, valutare, massimizzare i profitti e minimizzare i costi", questo lo allontana dall'umanità che un padre dovrebbe avere e dalle regole che dovrebbe dare. L'identità di padre affettivo viene negata e messa in secondo piano, mentre accetta pienamente il suo ruolo di mercante e patriarca della famiglia. Dopo la scomparsa del figlio Hongrang, invece di restare ancorato al dolore personale, egli adotta un approccio pragmatico e strategico: per colmare il vuoto di potere creato dall’assenza dell’erede, sceglie di adottare Mu-ji, per garantire la continuità e il potere della dinastia mercantile anche a costo di sacrificare i legami familiari tradizionali. E anche a lui nega l'identità e la possibilità di esistere: la sua sola possibilità è quella di diventare la sua "protesi", la sua estensione (cit.) se vuole essere qualcuno al mondo e non un orfano, senza nome e scopo, quindi per quei tempi senza ragione di esistere.
La sorella : La sorella di Hongrang, Jae-yi, rifiuta la sua identità in modo complesso e doloroso. Cresciuta nel dolore e nel senso di colpa per la scomparsa del fratello, quando Hongrang ritorna dopo 12 anni senza memoria, lei lo accusa di essere un impostore e fatica a riconoscerlo come suo fratello. Questo rifiuto non è solo scetticismo ma una forma di negazione emotiva: l’ossessione per la sua assenza e la sofferenza accumulata le impediscono di accettare che quell’uomo adulto possa essere davvero il fratello scomparso, trasformando il suo rapporto in una tensione carica di dubbi e conflitti interiori, il dubbio sulla sua vera identità diventa anche un modo per Jae-yi di proteggersi dalla paura di perdere nuovamente il fratello o di essere ingannata. Inoltre, il fatto che Jae-yi sia sorellastra e non sorella biologica aggiunge ulteriori sfumature al loro legame e rende possibili degli sgradevoli sviluppi incestuosi. Verrà poi negato dapprima il legame amoroso e in seguito quello di sangue per aver la possibilità di vivere il legame amoroso.
Hongrang : la sua identità è stata a lungo negata e cancellata , è stato tutto e niente: è diventato il figlio adottivo di qualcuno, è stato un talismano, trattato alla stregua di uno "sterco di topo", quando recupera il suo posto nella famiglia vuole diventare un figlio e un fratello, e in questo senso inizia il suo percorso di umanizzazione, attraverso l'amore, il senso di protezione, che nasce dalla presa di consapevolezza che la sorella è simile a lui per i vuoti emotivi che ha subito, le si avvicina per similarità, iniziando a sviluppare compassione, che ha un potere catartico e terapeutico incredibile.
Fratellastro : il ritorno del "vero Hongrang" ne mette in dubbio la possibilità di esistere, di avere l'identità che arbitrariamente gli era stata assegnata. Quando la sorellastra proverà a salvarlo e a portarlo lontano lui rifiuta con fermezza "senza questa identità io non esisto". Dopo la scomparsa di Hongrang, Mu-jin è stato adottato e cresciuto come erede designato, educato all’arte degli affari per prendere il posto del figlio naturale nella gestione della famiglia e delle sue fortune. Questo ruolo gli conferisce un potere e uno status che Mu-jin vuole consolidare e mantenere perché gli dà scopo e un ruolo nel mondo.
Hongrang e il fratellastro si fanno la guerra per l'identità, a entrambi viene negata, sono due figure speculari, nella stessa posizione invece di comprendere che l'altro è uno specchio ne vedono un nemico.E da qui il titolo della mia recensione: lotta tra poveri, perché l'avversario è un ALTRO. Uno lo combatte, l'altro finirà per servirlo.

Grande Principe : a volte non basta essere un re o un principe, quando l'individuo si sente profondamente inadeguato dentro, anche la più vistosa e massima carica che il mondo può donargli , non basta a colmargli il vuoto e l'assenza di senso, il ripiego narcisistico è qui necessario per la salvaguardia del Sé.
"Se non basta essere un Re, allora sarò un Dio costi quel che costi".
La caratterizzazione del personaggio, dal casting molto azzeccato, alla creazione di un delirio egosintonico (in linea" con la propria identità e i propri valori, che non genera conflitto interno e quindi non può essere messo in discussione da nessun confronto con qualsivoglia altra persona) di tipo mistico/religioso, che ne consegue è molto ben scritto ed elaborato.
Snowman: un albino considerato un fantasma, in un'epoca in cui un aspetto diverso veniva considerato presagio di sventure, si adegua alla identità di iettatore e assume il ruolo e i compiti che ne derivano dall'identità che la società gli assegna.
COSA HO APPREZZATO
Bellezza di un'epoca e i valori mostrati: i rituali sciamanici e il potere della superstizione, l'opera non è ben curata solo per la fedeltà degli usi e costumi (fumano persino l'oppio) ma per il potere della superstizione che ha caratterizzato la storia e l'ha influenzata profondamente ( basti pensare alle streghe e all'inquisizione) , anche in questo lavoro vengono illustrate superstizioni e credenze del tutto arbitrarie nel sovrannaturale, i fantasmi, le maledizioni, la cattiva sorte. Utilizzo di feticci e volt e rituali che si ritrovano anche oggi alle fatture/ligature moderne.
In Dear Hongrang sono rappresentati, sebbene in maniera poco affrofonndita rituali tipici dello sciamanesimo coreano, che includono danze rituali e stati di trance mistica. Gli sciamani, donne chiamate Mudang, eseguono danze e canti durante i riti chiamati kut, che servono a invocare gli spiriti, comunicare con il mondo spirituale e influenzare il destino umano. Questi rituali sono caratterizzati da esaltazioni spirituali o estasi mistiche, nelle quali lo sciamano entra in uno stato di trance e può manifestare possessioni da parte degli spiriti, chiamata sinbyŏng. Nella serie, lo sciamano esegue movimenti e canti che creano un’atmosfera mistica e carica di tensione emotiva.
Nella serie, la Mudang viene raffigurata mentre danza su una lama, un’immagine suggestiva che sottolinea la tensione e il mistero della narrazione. Questi rituali sciamanici riflettono le credenze e le superstizioni dell’epoca Joseon, in cui la serie è ambientata, e contribuiscono a creare un’atmosfera carica di tensione e mistero. Essi rappresentano anche un ponte tra il mondo materiale e quello spirituale, influenzando le azioni e le emozioni dei personaggi, e sottolineando i temi di identità, destino e potere nascosto che attraversano la narrazione.
L'aspetto meraviglioso che viene sottolineato è la credenza che gli spiriti maligni portassero male e rapissero i bambini quando è solo il genere umano capace delle peggiori nefandezze.

Regia e Sceneggiatura
La regia di Dear Hongrang è affidata a Kim Hong-sun, noto per il suo stile visivamente accattivante e la capacità di gestire narrazioni complesse e cariche di suspense, come dimostrato in precedenti lavori quali Money Heist: Korea e The Guest. Lo stile è incalzante e reso abilmente anche grazie al montaggio. Le riprese includono primi e primissimi piani, per la resa emotiva, ma anche riprese dal basso e da dietro per slanciare alcune figura e indicarne la solennità, o la natura doppia di alcuni personaggi, mandando indizi molto apprezzati allo spettatore esperto.
L'utilizzo dei filtri rossi nel rappresentare le scene di grande efferatezza è stata una sperimentazione che non mi è dispiaciuta , non compiute dai fantasmi ma dagli esseri umani, i soli in grado di compiere atti truculenti e belluini.
L'utilizzo del sangue sulla macchina da presa è una chicca utilizzata da molti registi quali Lynch, Tarantino, Park Chan-wook (Oldboy), Dario Argento , che spesso viene utilizzata non solo per rappresentare violenza ma anche come simbolo di vendetta, colpa e redenzione.
Aiuta comunque a rompere la barriera tra finzione e realtà, un invito a guardare oltre la superficie della narrazione, o un modo per rappresentare la sofferenza e il trauma in modo viscerale e immediato.
La scenografia è curata, con grande attenzione a dettagli storici e culturali, ricostruendo con autenticità gli ambienti dell’epoca Joseon: dai sontuosi interni delle case dei mercanti alle strade di Hanyang. L’uso dei costumi tradizionali, come l’hanbok, e i completi invernali che non avevo mai visto, e altri elementi visivi tipici del periodo contribuisce a immergere lo spettatore in un affresco storico ricco e credibile. Questa cura per la ricostruzione storica e per i dettagli culturali sottolinea il forte impegno della produzione nel rappresentare la “vera bellezza coreana” e nel rendere la serie non solo un thriller psicologico, ma anche un’esperienza visiva e culturale profonda.

COSA NON MI É PIACIUTO
Crollo del ritmo dopo il primo episodio e interpretazioni non sempre convincenti o credibili, livello di recitazione molto disomogeneo: il padre e il fratellastro per esempio non mi hanno convinto per niente.
Coloro che PER ME si sono distinti sono il gran principe e un bambino nel settimo episodio , nel minuto 32° che mi ha dato i brividi.
I due protagonisti principali oltre mancare di chimica che ha reso arbitraria e fuori luogo la loro storia d'amore, anche perché non viene rappresentata l'evoluzione a causa della brevità del racconto e di molte trame e sottotrame da sviluppare/affrontare in 11 episodi da 1 ora scarsa, hanno mostrato una recitazione che non sempre mi ha convinta.
Lee Jae Wook è splendido e performante nelle scene di lotta , troppo contenuto quando c'è da mostrare un dissidio interiore profondo, forse era troppo acerbo ancora per rappresentare un turbamento interiore così traumatico, tormentato. Non mi è arrivato.
Inoltre le cicatrici che aveva sul piede a primo episodio non ci sono nelle scene finali quando lava i vestiti scalzo in montagna, errore non da poco se una profana come me lo nota ma questo non c'entra con la recitazione.
La FL l'ho trovata molto più complice con rowoon e lee dong wook in precedenti lavori, ne comprendo il casting perché interpreta ruoli da esclusa, da persona sola e sfortunata da una vita che ormai il pubblico la riconosce come tale quindi afferra subito il personaggio e le sue sfumature. In questo lavoro è stata brava ma non eccelsa ed era la protagonista, fastidiosamente presente inizialmente passa dall'astio alla sincera preoccupazione all'attrazione senza mostrarci con convinzione come e perché attraverso il viso, l'espressione è una e prevalentemente spiritata. Molto brava devo dire invece quando apprende di lui e di ciò che ha subito, lo sguardo è sconcertato e sinceramente coinvolto , empaticamente provava dolore, vergogna , mortificazione e dispiacere profondo. La promuovo a pieni voti solo in quella scena.
Un ritmo non sempre sostenuto: si è passato dal primo, magnifico episodio che avrei valutato 9,5 per montaggio, scenografia, musica, suspance, ritmo narrativo ad un brusco e immediato crollo quando dal secondo tutto si arresta e frena per presentare i personaggi, le loro storie, i loro funzionamenti psicologici. Comprendo lo scopo ma passare da 130 KM/h a 40 di colpo senza gradualità è nauseante e poi soporifero.
Influenze: a livello di tropo narrativo c'è Anamorph, del 2007 , thriller con Dafoe W., una serie tv coreana con
Zo In Sung, Song Hye Kyo, del 2013 " That Winter, The Wind Blows", ripropone il tema dell'incesto tra fratelli. A livello scenografico la scena dell'incendio nel secondo episodio mi ricorda molto la fuga da Atlanta in via col Vento, colossal cult del 1939.

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Completed
cristineec
16 people found this review helpful
May 17, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 7.0
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 7.5
This review may contain spoilers

estou chorando vey

mesmo muita gente odiando eu simplesmente amei, o romance deles me trouxe paz e conforto, eu gostei da história, mesmo sendo bem confusa e o plot que pra mim foi previsível. muitas partes me lembraram alquimia das almas acho que foi por isso que eu gostei tanto, terminei hoje pela manhã e fiquei com uma angústia no coração, cada curta cena dos dois me deixava toda bobinha, fiquei muito triste com o final mas isso pra mim não tornou o drama ruim, inclusive achei genial que colocaram o mesmo ator de jin mu pra atuar com vilão nesse Kdrama tbm
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Completed
Simona Leila
4 people found this review helpful
May 19, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 1
Overall 7.0
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 1.0

Hanno cacciato l'amo e poi se lo sono dimenticato

Vero che non ci sono momenti morti, vero che alla fine la storia ti tiene incollato allo schermo, vero anche che la musica fa un lavoro meraviglioso. Ma è anche vero che qui si sono dimenticati di cosa stavano parlando. Hanno messo una bella esca alla lenza il cui amo mi è arrivato proprio sul naso, ma nel corso di pochissimo tempo si sono dimenticati quasi del tutto di riavvolgerla. Il caso dei bambini legato al fantomatico Uomo delle Nevi viene messo da parte per parecchi episodi, facendoci puntare lo sguardo su problemi di famiglia e coloro che vogliono distruggere (?) la Gilda. Ma ciò non doveva essere un contorno? Com'è che l'arma principale di questo drama venga messa in secondo piano? Un caso di questa portata poteva essere l'innovazione in un'era in cui la maggior parte dei kdrama storici sembrano fatti con lo stampino perchè alla fin fine, chi bene e chi male, raccontano sempre le stesse cose. Alla fine il mistero viene piano piano ripreso dopo la metà ma non è bastato.
Sulla storia d'amore non riesco ad esprimermi e non perchè non mi sia piaciuta (anche se a volte strizza un occhio all'incenst*) ma a me non ha fatto nè caldo nè freddo la sua presenza. Ne potevamo fare anche a meno. Nel complesso consiglio la visione una sola volta nella vita perchè impegnarti il cervello lo fa sicuramente.

P.s. Mi tocca ammettere che l'attore che interpreta ML per i drama a sfondo storico è proprio portato.

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Completed
Park Elo
3 people found this review helpful
May 26, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 9.0
Acting/Cast 10
Music 8.0
Rewatch Value 8.5

wow!!

Je l’ai commencé pour Lee Jae-wook, et au tout début l’histoire m’a paru bizarre mais très vite prise par l’histoire j’ai été vraiment emballée jusqu’au bout! les acteurs ont une interprétation vraiment impressionnante. La musique donne vraiment une dimension particulière à l’histoire. Des scènes touchantes et une fin que j’aurais préférée autre mais qui n’en reste pas moins renversante! J’ai adoré! dommage qu’il n’y ait eu que 11 épisodes… c’est passé trop vite.
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Completed
Narotu_6
11 people found this review helpful
May 17, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 10
Story 10
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 10

le silence.

Cher Hongrang : un poème visuel sur l’amour et la douleur

Il est des histoires qui ne crient jamais, mais qui vous brisent doucement. Cher Hongrang appartient à cette catégorie rare de drames capables de bouleverser sans artifices, avec pour seules armes le silence, la retenue… et des regards qui en disent plus long que mille mots.

Situé dans un contexte historique soigneusement travaillé, Cher Hongrang suit le destin d’âmes égarées, confrontées à l’amour dans ce qu’il a de plus pur, mais aussi de plus tragique. Le récit n’est pas celui des grandes déclarations flamboyantes, mais celui d’un attachement discret, d’une tendresse fragile, d’une douleur contenue. Et c’est précisément là que le drama touche au cœur.

Les performances des acteurs sont remarquables. Ils parviennent à transmettre une palette d’émotions intenses avec une subtilité admirable. Chaque regard échangé, chaque geste hésitant devient une scène à part entière. Le lien entre les protagonistes se tisse dans les non-dits, et c’est dans ce silence que l’émotion grandit.

La réalisation, sobre et poétique, magnifie cette narration tout en finesse. La lumière douce, les plans fixes, les silences prolongés : tout est pensé pour laisser le temps à l’histoire de respirer — et au spectateur de ressentir.

Mais Cher Hongrang, ce n’est pas seulement une romance. C’est aussi une réflexion sur le devoir, la loyauté, et ce que l’on est prêt à sacrifier par amour. C’est une œuvre empreinte de mélancolie, qui interroge la place de l’individu dans une société rigide et hiérarchisée, tout en célébrant la liberté d’aimer.

À sa manière, Cher Hongrang laisse une empreinte silencieuse. Une fois l’épisode final passé, ce n’est pas tant l’intrigue que l’on retient, mais les émotions, le poids du manque, et cette sensation persistante d’avoir vécu quelque chose de profondément humain

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Completed
kornelia
1 people found this review helpful
May 26, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.0
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 8.0

Necesité más capítulos de esta obra

Por una parte agradezco que haya sido un dorama sin capítulos de relleno, cada capítulo de esta serie está lleno de intriga y revelaciones, en las que vemos evoluciones complejas de los personajes debido a la fuerte carga de la narrativa; esto acompañado de excelentes actuaciones de los actores gana mucha más fuerza, hasta los que aparecieron poco en pantalla fueron relevantes dejando un gran impacto. La banda sonora es sin duda mi elemento favorito. Le dio más fuerza aún a la narración. Igualmente, me habría gustado haber podido disfrutar de más capítulos de esta serie, más momentos tiernos entre los enamorados, y profundizar en alguna historia secundaria de, por ejemplo, amigos de Jae-Yi, o de otros pjs que sufrieron las mismas penas que el protagonista. Me he quedado con algunas dudas, con ganas de saber más, se me ha hecho muy corta esta historia y creo que tenía potencial para no acabar tan deprisa.

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Completed
EchoesOfLove
1 people found this review helpful
28 days ago
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 9.0
Acting/Cast 9.5
Music 8.0
Rewatch Value 9.0

O retorno traz mais memória que confusão e mais dor que alívio

História de amor, mistério e identidade perdida na era Joseon . Um irmão desaparecido retorna com rosto conhecido mas passado turvo.

"Seu nome é lar mesmo quando você esquece quem é"

Quem desperta lembranças pode destruir ou salvar corações , Jae-yi quer acreditar, mas só o coração sabe se é mesmo ele. Poder, trauma e lealdade dançam no silêncio das tradições.

Um impostor pode ser salvador ou sentença.
A casa que o amor reconstrói também pode ser prisão.
Verdade é espada que tanto cura quanto fere.
Às vezes voltar pra casa é encarar quem não queremos mais ser.

Hong-rang (Lee Jae-wook) – herdeiro desaparecido que volta sem memória e carrega um segredo mortal

Sim Jae-yi (Jo Bo-ah) – a irmã que nunca desistiu, entre suspeita e desejo

Sim Mu-jin (Jung Ga-ram) – filho adotivo, herdeiro em espera, apaixonado e ameaçado

Min Yeon-ui (Uhm Ji-won) – matriarca poderosa, consumida pela culpa e manipulação

Sim Yeol-guk (Park Byung-eun) – pai ambicioso, entre lealdade e ambição

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Completed
Adess
1 people found this review helpful
Jun 12, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 8.5
Music 10
Rewatch Value 7.0
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Quand un esprit errant fait battre ton cœur… puis l’éteint...

Alors sincèrement... j’ai terminé "Dear Hwarang" avec le cœur tout retourné 😭💔 Un vrai mélange de tension, de beauté, de passion... et de tristesse douce-amère qui reste longtemps après le dernier épisode. Bref, le genre de sageuk qui laisse une trace...

Dès les premiers épisodes, l’ambiance est envoûtante. L’arrivée de Hongrang est glaçante et mystérieuse, et j’étais littéralement en mode : “Attends… c’est vraiment lui ?” 🫢 Je voulais tout comprendre, tout de suite. Mais évidemment, les révélations sont distillées avec soin tout au long des épisodes 🙃

Lee Jae Wook, mais quel roi... 😍
Encore une fois, il dégage une prestance de fou dans un rôle historique. Il est badass, intense, déchiré… tout ce que j'aime chez les ML 💥❤️
Jo Bo Ah ? Elle m’a touchée par sa détermination, même si parfois… j’avais envie de lui crier “réfléchis deux secondes !!” 😅
Et grosse surprise pour Jung Ga Ram ! Je le connaissais déjà, mais là… cette intensité froide, cette ambiguïté permanente, son regard qui parle plus que mille mots… et cette tension avec Hongrang 😮‍💨🔥 Bref, casting validé 💯👌🏻

Les scènes de combat ? Elles sont chorégraphiées à la perfection 👍🏻. Les OST ? Des bangers émotionnels ( Burning Petals 🎧😭😍). Et visuellement… mais quelle claque ! Les décors, les costumes, les paysages… j’étais ailleurs ! Une immersion totale... 🇰🇷🌾

Et comment ne pas parler de cette déclaration d’amour, si pure, si poignante… j’ai fondu comme un chocolat sous 30 degrés 😅🍫 Leur fuite ? Tellement vibrante aussi ! Et cette scène spicy dans la grotte ? Ralala 🌶️🫠

Concernant la fin ? Sageuk oblige… elle est belle, mais elle brise un peu 🥹 mais bon tout est bouclé 👌🏻
J’aurais aimé plus d’épisodes, plus de moments intimes, plus de rebondissements… parce que clairement, je n’étais pas prête à dire au revoir 😅

Bref, c'était un drama intense, élégant, puissant… et déchirant. Mon cœur est conquis, même s’il saigne un peu... 💔✌🏻

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Completed
Lynnea
1 people found this review helpful
May 22, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 7.5
Story 6.5
Acting/Cast 9.0
Music 9.0
Rewatch Value 6.0
This review may contain spoilers

Buon period drama con un grande potenziale ma che punta a tenere il piede in due scarpe

Complessivamente un buon drama storico, con un grande potenziale ma anche reo di aver cercato di tenere il piede in due scarpe.
Delle due, l'una: o si punta a una storia ad effetto, dove il perno centrale è il mistero da svelare e la vendetta da perpetrare, in una visione che può richiedere sì concentrazione ma che risulta tutto sommato facilmente godibile, oppure si decide di andare un po' più in profondità e proporre un'opera che va al di là della narrazione fine a sè stessa e utilizza la vicenda per trasmettere un significato più importante, dove la semplice concentrazione non basta ma serve un investimento maggiore in termini di comprensione, per capire che se A dice/fa una cosa e B in risposta ne dice/fa un'altra, il succo della storia non è quello che hanno fatto o che si sono detti, ma il messaggio celato dietro quelle azioni o quelle parole.
"Dear Hongrang" in questo senso cambia spesso idea, come un pianeta che non ha ancora deciso su quale orbita stare e continua a spostarsi dall'una all'altra.
Il tema del dolore che accompagna nella vita in modo costante, il dover continuare a vivere - e in quale modo - quando si è per certi versi già andati incontro alla morte... sono tutti concetti che emergono qua e là in diversi punti, e che caratterizzano in primis gesti, approcci e movenze del protagonista maschile, in un ritratto davvero notevole e ben riuscito. A ciò però si mescolano elementi più leggeri, che invece di smorzare toni altresì troppo pesanti sembrano piuttosto stridere in netto contrasto: l'impressione è stata quella di cercare di scrutare nelle profondità di uno stagno dove la superficie dell'acqua era spesso oggetto di riverberi e increspature varie, graziose e semplici da guardare ma di fatto un elemento di disturbo nell'osservazione dello strato più profondo.

Detto questo, tra i punti di forza della serie ci sono sicuramente la scenografia, i costumi, le luci e i colori anche nei loro contrasti, con riprese studiate per esaltare al meglio e sottolineare a dovere la scena del momento. Qualitativamente, su questo, davvero nulla da dire, così come le musiche - di forte impatto - e la recitazione, di alto livello. L'attrice protagonista l'avevo già vista in un altro paio di serie: non è tra le mie preferite ma in questo drama in particolare non si può non riconoscerle un buon lavoro. La prova dell'attore che veste i panni del protagonista maschile (protagonista che rimarrà sempre senza un nome tutto suo - che non può essere Sterco di Topo piuttosto che Mietitore di anime o Hongrang - e questo è un altro aspetto degno di nota e tutt'altro che insignificante) è davvero ma davvero ottima: gli aspetti che non mi hanno convinta non sono da imputare tanto alla sua recitazione quanto alla sceneggiatura.

Sulla sceneggiatura, appunto, qualche intoppo e qualche scivolone c'è stato. Il rapporto tra i fratelli ritrovati poteva essere gestito meglio, riducendo soprattutto l'accenno sottinteso a un potenziale risvolto incestuoso, davvero inutile e decisamente fastidioso. L'evoluzione del rapporto tra i due porta alla concretizzazione di una storia d'amore che, a conti fatti, non si capisce bene come o dove sia iniziata, lasciando la sensazione di qualche passaggio mancato.
Arrivati al sesto o settimo episodio, devo ammettere, anche la curiosità e l'attenzione hanno iniziato a vacillare: ciò che era stato messo all'inizio sul piatto come tema principale viene accantonato senza motivo a favore di altro, un altro non sempre prioritario. Verso l'ottavo e il nono episodio lo spazio regalato al romance non può non essere apprezzato, anche se per certi versi risulta un po' decontestualizzato. Ci si avvia verso la fine con importanti scoperte e retroscena, alcuni devo dire ad effetto, ma si giunge a una conclusione pur sensata ma sicuramente non gestita al meglio.
Premesso che sono un'inguaribile fan degli happy ending - e forse il mio scarso apprezzamento dei period drama è legato al fatto che spesso i lieto fine latitano - posso però capire e accettare il senso dell'epilogo proposto, per quanto ottenuto in modo un po' forzato (vero che l'avvelenamento da metallo pesante si palesa anche a distanza di anni, ma non si manifesta così dal nulla e per giunta in simultanea tra tutti i sei bambini coinvolti, manco fosse la data di scadenza di un prodotto alimentare).
Parlando di bambini, a caratterizzare la serie è anche la scelta di ricorrere a toni forti, a tratti disturbanti e pesanti, come la tortura e la violenza smisurata su figure giovani e innocenti. Carta importante da giocare, che può anche starci, ma che deve fare veramente parte della partita e non essere accantonata e ripescata all'occorrenza, giusto per riportare un tocco dark dopo alcune scene o passaggi leggeri e disimpegnati.

Vale la pena guardarla? Al netto dei pregi e dei difetti, la risposta è un sì abbastanza convinto. Ma escluderei il rewatch.

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Completed
Nonna Grace
1 people found this review helpful
May 27, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 8.0
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 8.0
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Apocalittico racconto in cui il male non solo distrugge tutto

... intorno a sé ..., ma si autodistrugge.

Alla fine del racconto rimane un'unica persona: la protagonista, che con il bene gratuito cerca di riparare agli abomini e perversioni della sua famiglia e del principe satanico con cui il padre è stato connivente.
Purtroppo muoiono anche i due fratelli, che fratelli non sono, ma entrambi amano e proteggono la protagonista da una matrigna scellerata che vuole la sua morte.
Insomma, più che un film d'amore, anche se l'amore c'è ed è potentissimo, è un racconto di male perpetrato da padre, madre, principe, società, e chi più ne ha, più ne metta.
Ma è raccontato bene, la musica finalmente è bellissima e la fotografia anche.
Gli attori, tranne Lee Jae Wook, sono bruttini, ma recitano benissimo.
Quindi non posso che mettere almeno 9 ...

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Completed
day watching movie
0 people found this review helpful
Jul 1, 2025
11 of 11 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 8.5
Acting/Cast 9.5
Music 10
Rewatch Value 8.0
This review may contain spoilers

o amor é o nosso maior gatilho

Vou confessar que esse drama não me pegou no começo. O início do enredo foi arrastado, mas quando começou andar, não parou mais. Em certo momento a trama se torna previsível, mas o apego ao casal principal te prende e cria em você um desejo de buscar as respostas.

A atuação foi primordial para cativar o espectador. Acredito que se tivesse mais capítulos, a história poderia ter um desenvolvimento melhor.

O sentimento que motiva os vilões se torna vazio, você até esquece porque eles tomaram certas atitudes mas toda a raiva dos mocinhos se torna mais palpável a cada episódio.


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Dear Hongrang poster

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