Il Genio dei tre desideri… Esauditi solo in parte
Per quanto quella del genio della lampada sia da sempre una storia indubbiamente affascinante, ho trovato particolare la scelta di farne il tema di un kdrama fin da quando questo è stato annunciato alcuni mesi fa.
Abituati a serie anche ricche di fantasia e di leggende che traggono però spunto dalla cultura coreana, "Genie, make a wish" riprende invece una delle più famose novelle della celebre raccolta araba "Le mille e una notte". Fiaba quindi di origine mediorientale, ambientata in una città cinese... Ma, di nuovo, niente a che vedere con la Corea del Sud. A scatola chiusa, avrei azzardato si trattasse di una mezza proposta commerciale. Se non ho fatto centro, credo di esserci andata comunque abbastanza vicina.
Il cast è sicuramente il punto di forza della serie: quattro nomi importanti, che hanno saputo ancora una volta dare prova di grande talento. In primis i protagonisti, dove troviamo una Suzy Bae semplicemente spettacolare nel ruolo della giovane sociopatica: intrigante, credibile (anche nelle scene più violente), mai scontata. Kim Woo Bin porta invece in scena un Genio di tutto rispetto anche se - ogni tanto - davvero un po' sopra troppo sopra le righe. Resta comunque un attore che trovo da sempre molto interessante ed esteticamente singolare, la cui carriera conta tante prove meritevoli ma mai nessuna veramente eccellente (io però il potenziale continuo a vederlo...la speranza, del resto, è l'ultima a morire).
Le altre due interpretazioni degne di nota sono state le due "versioni" della nonna di Ki Ga Yeong, ovvero Kim Mi Kyung (l'indimenticabile Ahjumma di "Healer") e Ahn Jun Jin (la pluripremiata Gil Chae di "My dearest"): brave, brave, brave.
Nota dolente del drama è stato sicuramente il taglio esageratamente comico, ai limiti del grottesco. Spiacevolezza che irrompe improvvisamente già a metà del primo episodio (partendo dal Genio in preda alla nausea per essere stato agitato con troppa forza all'interno della lampada e poco dopo alle prese con la gestione di una chioma chilometrica disseminata a ricoprire pavimenti e pareti della stanza). Un effetto "farsa" che non rappresenta alcun valore aggiunto ma che, al contrario, finisce per togliere molto alla serie. Il personaggio che più viene penalizzato, in questo senso, è Iblis: innumerevoli sono i suoi urletti spaventati, le gag da sit-com, le reazioni esageratamente buffe o bizzarre. Quale Genio era già di suo un personaggio particolare, al suo fianco poi una protagonista caratterialmente unica e fuori dagli schemi... Non c'era davvero bisogno di calcare ulteriormente, col rischio - come è stato - di sconfinare nell'eccesso.
Devo dire che con il passare degli episodi c'è una leggera attenuazione a favore di una vicenda che punta a farsi via via sempre più carica di significato. Ci sono momenti intensi e struggenti capaci di far versare qualche lacrima, e la bella sintonia tra i protagonisti riesce a regalare scene romantiche gratificanti. Qua e là si può anche abbozzare una lettura più profonda, che sembra voler suggerire riflessioni anche importanti.
Il limite, però, è per l'appunto il "qua e là". Ci sono passaggi meritevoli, ma disseminati un po' a macchia di leopardo, momenti apprezzabili ma incapaci di creare un unico filo conduttore di qualità quale spina dorsale della storia.
INIZIO SPOILER!
Buona l’idea del finale, un happy ending che però fa una scelta diversa dalla prevedibile trasformazione di lui in un essere umano, elemento già visto innumerevoli volte.
FINE SPOILER!!!
Complessivamente è una visione piacevole, capace di toccare in alcuni casi la corda giusta ma anche rea di diverse stonature. Non è il drama che resta nel cuore, quello proprio no. Ma se il desiderio è quello di passare qualche ora alle prese con un romance e una storia graziosi seppur non sconvolgenti, allora probabilmente sarà esaudito.
Abituati a serie anche ricche di fantasia e di leggende che traggono però spunto dalla cultura coreana, "Genie, make a wish" riprende invece una delle più famose novelle della celebre raccolta araba "Le mille e una notte". Fiaba quindi di origine mediorientale, ambientata in una città cinese... Ma, di nuovo, niente a che vedere con la Corea del Sud. A scatola chiusa, avrei azzardato si trattasse di una mezza proposta commerciale. Se non ho fatto centro, credo di esserci andata comunque abbastanza vicina.
Il cast è sicuramente il punto di forza della serie: quattro nomi importanti, che hanno saputo ancora una volta dare prova di grande talento. In primis i protagonisti, dove troviamo una Suzy Bae semplicemente spettacolare nel ruolo della giovane sociopatica: intrigante, credibile (anche nelle scene più violente), mai scontata. Kim Woo Bin porta invece in scena un Genio di tutto rispetto anche se - ogni tanto - davvero un po' sopra troppo sopra le righe. Resta comunque un attore che trovo da sempre molto interessante ed esteticamente singolare, la cui carriera conta tante prove meritevoli ma mai nessuna veramente eccellente (io però il potenziale continuo a vederlo...la speranza, del resto, è l'ultima a morire).
Le altre due interpretazioni degne di nota sono state le due "versioni" della nonna di Ki Ga Yeong, ovvero Kim Mi Kyung (l'indimenticabile Ahjumma di "Healer") e Ahn Jun Jin (la pluripremiata Gil Chae di "My dearest"): brave, brave, brave.
Nota dolente del drama è stato sicuramente il taglio esageratamente comico, ai limiti del grottesco. Spiacevolezza che irrompe improvvisamente già a metà del primo episodio (partendo dal Genio in preda alla nausea per essere stato agitato con troppa forza all'interno della lampada e poco dopo alle prese con la gestione di una chioma chilometrica disseminata a ricoprire pavimenti e pareti della stanza). Un effetto "farsa" che non rappresenta alcun valore aggiunto ma che, al contrario, finisce per togliere molto alla serie. Il personaggio che più viene penalizzato, in questo senso, è Iblis: innumerevoli sono i suoi urletti spaventati, le gag da sit-com, le reazioni esageratamente buffe o bizzarre. Quale Genio era già di suo un personaggio particolare, al suo fianco poi una protagonista caratterialmente unica e fuori dagli schemi... Non c'era davvero bisogno di calcare ulteriormente, col rischio - come è stato - di sconfinare nell'eccesso.
Devo dire che con il passare degli episodi c'è una leggera attenuazione a favore di una vicenda che punta a farsi via via sempre più carica di significato. Ci sono momenti intensi e struggenti capaci di far versare qualche lacrima, e la bella sintonia tra i protagonisti riesce a regalare scene romantiche gratificanti. Qua e là si può anche abbozzare una lettura più profonda, che sembra voler suggerire riflessioni anche importanti.
Il limite, però, è per l'appunto il "qua e là". Ci sono passaggi meritevoli, ma disseminati un po' a macchia di leopardo, momenti apprezzabili ma incapaci di creare un unico filo conduttore di qualità quale spina dorsale della storia.
INIZIO SPOILER!
Buona l’idea del finale, un happy ending che però fa una scelta diversa dalla prevedibile trasformazione di lui in un essere umano, elemento già visto innumerevoli volte.
FINE SPOILER!!!
Complessivamente è una visione piacevole, capace di toccare in alcuni casi la corda giusta ma anche rea di diverse stonature. Non è il drama che resta nel cuore, quello proprio no. Ma se il desiderio è quello di passare qualche ora alle prese con un romance e una storia graziosi seppur non sconvolgenti, allora probabilmente sarà esaudito.
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