Serie cult, di tipo fantasy romance responsabile del fenomeno Hallyu
Regia: 9; Sceneggiatura: 8,7; Personaggi: 10.
K-drama del 2016 che ha riscosso un enorme successo determinando in parte il fenomeno hallyu (Korean wave), ossia una diffusione della cultura coreana di massa, precedentemente limitata al contesto nazionale. Creato da Kim Eun-sook (The Glory, The King-Eternal Monarch, Mr Sunshine, Descendants of the Sun) e diretto da Lee Eung-bok (Sweet Home, 1, 2, 3, Jirisan, Mr Sunshine) la serie è un misto di fantasy, romanticismo e drama, con un nucleo comedy che la rendono unica nel suo genere. Il tratto avvincente è l'utilizzo di elementi folkloristici della tradizione coreana per la stesura dei personaggi e veicolare messaggi allo spettatore.
Trama
La storia ruota attorno a Kim Shin (interpretato da Gong Yoo), un generale della dinastia ella dinastia Goryeo che viene tradito e ucciso ingiustamente da un Re manipolato dal proprio infido consigliere. Dopo la sua morte, diventa un Goblin immortale, condannato a vivere per secoli come punizione per le vite stroncate in battaglia. L'unico modo per liberarsi dalla sua condanna è trovare la sua "sposa" che potrà salvarlo dalla sua maledizione ma anche determinarne il riposo eterno. La sua vita cambia quando incontra la diciannovenne Ji Eun-tak (interpretata da Kim Go-eun), una ragazza in grado di vedere i fantasmi e che ha un destino speciale legato a lui dal momento che era stata salvata al momento della nascita proprio dal Goblin.
Parallelamente, la storia comprende anche un Triste Mietitore (interpretato da Lee Dong-wook), il "grim reaper" , che ha il compito di accompagnare le anime nell'aldilà e che ha un legame misterioso con Kim Shin. La serie esplora le relazioni tra i personaggi principali, intrecciate da un passato che verrà disvelato nel corso degli episodi, le loro lotte interiori e i temi dell'amore, della morte e del destino.
Temi trattati
Amore e Sacrificio: Uno dei temi centrali di "Goblin" è l'amore eterno e il sacrificio. La relazione tra Kim Shin e Ji Eun-tak è caratterizzata da momenti di dolcezza e intensità emotiva, evidenziando come l'amore possa superare le barriere del tempo e della morte. Molti dialoghi rappresentano inoltre la condizione dell'amore nella vita umana e innescano forti riflessioni nello spettatore risultando attuali e realistiche. Il dialogo tra i due protagonisti mostra un po' la condizione di colui che in amore vuole essere visto (solo lei può vedere la sua spada, quindi il suo peccato, al sua solitudine, il suo dolore ) ma al contempo ha paura di essere odiato, una volta che l'amato viene visto per quello che è (essere finito, perfettibile).
Identità e Destino: La serie pone domande sulla ricerca dell'identità (la sposa esiste perché ha una missione, se non vi assolve non ha spazio e motivo di sussistere, gli altri personaggi reincarnati devono trovare una nuova identità lasciando indietro chi sono stati) e sul concetto di destino. I personaggi lottano per comprendere il loro ruolo nel mondo e il significato delle loro vite passate ma anche per trovare quelle variabili che possono sovvertirlo, non accentando i piani dall'alto.
Vita e Morte: La dualità tra vita e morte è ricorrente, con il Goblin e il Grim reaper rappresentano due facce della stessa medaglia. La serie esplora la bellezza e la tragicità della vita, nonché il ciclo inevitabile della morte.
Goblin è un’opera complessa e molto bene orchestrata, che mescola romanticismo, comicità e dolore in modo profondo. Tuttavia, va oltre: ti invita incessantemente a meditare, a immergerti nella bellezza e a esplorare più a fondo la natura umana, interrogandoti sul senso della vita, della morte dell’amore, anche attraverso l'Onnipotente che si manifesta in alcuni momenti nei personaggi più insospettabili e fornisce delle risposte illuminanti: "Dio pone delle domande, le vostre scelte rappresentano le risposte (destino)".
Non è un'opera priva di difetti, ma per molti aspetti si distingue come un vero e proprio cult. É romantico, divertente, straziante, già solo per il fatto che l'unico scopo della vita della protagonista è quella di estrarre la spada del Goblin determinando la sua scomparsa. La storia tra Sunny e il Cupo mietitore che si fonda su tradimento e vendetta in una vita passata, su ricordi dimenticati ma con un dolore eternamente ricordato che ne determinano il modo di porsi di lui, sempre triste e nostalgico. Tra le ferite che apre, la loro storia salvifica e redentiva lascia nuove cicatrici sanguinanti, Eun-Tak insiste spesso sull' "amore triste", che è quello che viene celebrato nel lavoro: un amore che si sforza di persistere, resistere, trovare nuove variabili ai piani di Dio per poter esistere. Anche di fronte alla tragedia e nonostante l'amore triste, Goblin rimane tuttavia una commedia nel suo nucleo. Offre degli sketch divertenti ed esilaranti delle dinamiche tra i coinquilini casuali e riluttanti, in perfetto stile "Scemo + Scemo". Divinità che scherzano e si maltrattano a vicenda come due bambini capricciosi.
Possono fare piovere o teletrasportarsi ma si ritrovano del tutto incapaci di fronte alla tecnologia. Particolari e degni di nota per la creatività con cui sono stati presentati i personaggi di questo lavoro: divinità, mietitori, goblin, fantasmi che convivono nel mondo degli umani , insospettabili. L'organizzazione quasi "aziendale" dei Mietitori, vestiti come dei capomafia russi, che si incontrano e si riuniscono per i loro incarichi mortali, con cene di fine anno e di benvenuto per i neoassunti, con solide gerarchie, consegnano documenti, gestiscono account di posta aziendali e, soprattutto, seguono procedure di liquidazione delle spese a carico dell'azienda; un mondo dove i Goblin potevano creare oro dal nulla e dove persone speciali (come Eun Tak) potevano aiutare i morti a chiudere i loro conti in sospeso (il legame con il Sesto Senso, 1999, è molto evidente). Il Goblin e le sue scene di combattimento telecinetico con il Mietitore erano adorabili e anche le canzoni canzonatorie sulle mutande del Goblin, intonate sempre da Mietitore per vendicarsi della cuffia da notte con cui si risvegliava ogni mattina. Il loro rapporto goffo e limitato con la tecnologia li rende teneramente adorabili ma al tempo spesso spassosissimi nell'impaccio del non riuscire a vedersi durante una videocall.
Interpretazioni: L'attrice che interpreta Eun-Tak è stata caratterizzata in modo troppo infantile per avere 19 anni, comprendo che questo serva per mostrare la sua crescita. Le doti interpretative sono state davvero eccellenti: a mani basse è colei che ha offerto una recitazione più solida, credibile, fluida, talmente naturale e coerente da non avvertire un brusco stacco nel percorso evolutivo che verrà mostrato nel corso degli episodi (aspetto che spesso accade quando l'attore non ha esperienza o non viene ben diretto). Mi è molto piaciuto il personaggio di Sunny , la costruzione di una donna apparentemente leggera ma in verità molto profonda, che non ama piangersi addosso e che con fare indolente e sornione parla per doppi sensi e molto coraggiosamente prova a essere felice, almeno in questa vita, assumendosi dei rischi , in grado di accettare il proprio destino poi con grazia e compostezza. Una vera Regina! Tra le interpretazioni, tuttavia, la sua è quella che mi ha convinta di meno, in mezzo a due presenze maschili fortissime, con un potente impatto scenico e una bravissima Go-Eun che risulta più centrata a confronto.
Aspetti tecnici: l'uso del colore è stato sapientemente gestito e curato, il mietitore è sempre vestito di nero e utilizza vestiari in casa che all'inizio ricordano le vecchie camice di forza proprio a indicare la costrizione della punizione che sta scontando, l'incontro tra Kim Shin e Jin Taek , lei con una felpa verde, perché rappresenta speranza di salvezza per lui. La divinità della nascita è rappresentata sempre in rosso, per simboleggiare potere e status ma anche il sole e cielo (nella bandiera coreana, il rosso nel simbolo Taegeuk, un cerchio diviso a metà, rappresenta il sole e il cielo, mentre il blu rappresenta la terra e la luna), è un colore di buono augurio che trasmette energia, forza e vitalità, in alcune tradizioni coreane utilizzato anche in cerimonie funeree per simboleggiare la transizione e la rinascita dell'anima.
La presenza dei campi di cotone, morbido e ovattato, bianco richiamano purezza, crescita e la fertilità, ma anche rischi e difficoltà per la loro sensibilità agli agenti atmosferici e alle malattie, quindi rappresenta il rapporto tra tenacia e leggerezza, tra divisione e unione. Il grano saraceno invece rappresenta gli amanti.
Oltre alla scenografia curata e ad una fotografia di ottimo livello, anche il modo in cui sono state girate le scene è altrettanto curato. Tutte le scene di vita vissuta sono state girate sfruttando angolazioni diverse, dagli angoli e dall'alto, massimizzando la luce, rallentandole, allungando momenti o bloccando gli sfondi per fermare il tempo. L'uso dei primi, pianissimi piani sul viso per rendere le emozioni, o su dettagli del volto come lo sguardo triste e nostalgico di Gong Yoo ("un uomo che sembra triste anche quando sorride"),la regia cattura tutto con maestria e intensità, realizzando una narrazione immersiva, esteticamente coinvolgente e potentemente espressiva, anche integrando in modo sempre pertinente le musiche, sfumate, oniriche ed evocative che accompagnavano la narrazione.
Critiche: Come scrivevo in alto non è un lavoro perfetto, personalmente c'è una qualche ripetitività degli elementi narrativi (l'estrazione della spada e il commiato della seconda coppia, ripetuto ben 4 volte), l'eccessiva riproposizione di scene passate attraverso il ricordo; la compresenza di elementi humouristici e drammatici che rappresenta un elemento di novità per il lavoro, che lo rende unico nel suo genere, non è sempre "riuscita", manca un "legante" che vada a miscelare due elementi che stridono e che tolgono credibilità e intensità all'elemento drammatico, col rischio di farlo diventare "burlesque" e grottesco.
Le storie d'amore e inoltre non sono state molto approfondite, inizialmente i due sembrano in un rapporto non proprio amoroso, molto meglio dal 12° ep., stessa cosa per il Mietitore e la sua amata che verranno mostrati come coppia, sbrigativamente, solo nel finale.
Il finale non è stato dei migliori, personalmente, sebbene finisca in modo tutto sommato positivo e diciamo felice, con seconde possibilità per tutti, mi ha lasciato un sottofondo di amarezza e non del tutto appagata. Ho persino preferito quello di Moon Lovers. Inoltre queste seconde possibilità avvengono in un tempo molto lontano, mentre tutto è rimasto uguale a parte il CEO della società che è invecchiato, io avrei inserito un contesto più "futuristico", erano trascorsi almeno 30 anni.... (non meno, forse più).
C'è, secondo una mia personalissima e banalissima opinione, da profana, un buco sul finale, non spoilero nulla ma volete leggerlo lo scriverò nei commenti in basso, oscurandolo, se invece avete visto il lavoro scrivete nei commenti che magari ci confrontiamo o mi illuminate sull'argomento.
IN CONCLUSIONE: "Goblin" è un K-drama che riesce a mescolare abilmente diversi generi, offrendo una narrazione avvincente e personaggi memorabili. La sua esplorazione di temi universali come l'amore, il sacrificio e il significato della vita lo rende un'opera da non perdere, che ha avuto un enorme impatto sui drama moderni che sono venuti a seguire (pensiamo a My demon, 2024, solo per citarne uno...) . La bellezza visiva, unita ad una trama profonda e ad interpretazioni intense, rendono Goblin un viaggio unico, perfetto per chi cerca una storia fantasy ma anche un racconto d'amore eterno, "una storia d'amore che si inserisce in uno schema divino". Grazie alla sua abilità di combinare humour e drammaticità, nostalgia e humour, Goblin si distingue come un'opera unica nel suo genere.
K-drama del 2016 che ha riscosso un enorme successo determinando in parte il fenomeno hallyu (Korean wave), ossia una diffusione della cultura coreana di massa, precedentemente limitata al contesto nazionale. Creato da Kim Eun-sook (The Glory, The King-Eternal Monarch, Mr Sunshine, Descendants of the Sun) e diretto da Lee Eung-bok (Sweet Home, 1, 2, 3, Jirisan, Mr Sunshine) la serie è un misto di fantasy, romanticismo e drama, con un nucleo comedy che la rendono unica nel suo genere. Il tratto avvincente è l'utilizzo di elementi folkloristici della tradizione coreana per la stesura dei personaggi e veicolare messaggi allo spettatore.
Trama
La storia ruota attorno a Kim Shin (interpretato da Gong Yoo), un generale della dinastia ella dinastia Goryeo che viene tradito e ucciso ingiustamente da un Re manipolato dal proprio infido consigliere. Dopo la sua morte, diventa un Goblin immortale, condannato a vivere per secoli come punizione per le vite stroncate in battaglia. L'unico modo per liberarsi dalla sua condanna è trovare la sua "sposa" che potrà salvarlo dalla sua maledizione ma anche determinarne il riposo eterno. La sua vita cambia quando incontra la diciannovenne Ji Eun-tak (interpretata da Kim Go-eun), una ragazza in grado di vedere i fantasmi e che ha un destino speciale legato a lui dal momento che era stata salvata al momento della nascita proprio dal Goblin.
Parallelamente, la storia comprende anche un Triste Mietitore (interpretato da Lee Dong-wook), il "grim reaper" , che ha il compito di accompagnare le anime nell'aldilà e che ha un legame misterioso con Kim Shin. La serie esplora le relazioni tra i personaggi principali, intrecciate da un passato che verrà disvelato nel corso degli episodi, le loro lotte interiori e i temi dell'amore, della morte e del destino.
Temi trattati
Amore e Sacrificio: Uno dei temi centrali di "Goblin" è l'amore eterno e il sacrificio. La relazione tra Kim Shin e Ji Eun-tak è caratterizzata da momenti di dolcezza e intensità emotiva, evidenziando come l'amore possa superare le barriere del tempo e della morte. Molti dialoghi rappresentano inoltre la condizione dell'amore nella vita umana e innescano forti riflessioni nello spettatore risultando attuali e realistiche. Il dialogo tra i due protagonisti mostra un po' la condizione di colui che in amore vuole essere visto (solo lei può vedere la sua spada, quindi il suo peccato, al sua solitudine, il suo dolore ) ma al contempo ha paura di essere odiato, una volta che l'amato viene visto per quello che è (essere finito, perfettibile).
Identità e Destino: La serie pone domande sulla ricerca dell'identità (la sposa esiste perché ha una missione, se non vi assolve non ha spazio e motivo di sussistere, gli altri personaggi reincarnati devono trovare una nuova identità lasciando indietro chi sono stati) e sul concetto di destino. I personaggi lottano per comprendere il loro ruolo nel mondo e il significato delle loro vite passate ma anche per trovare quelle variabili che possono sovvertirlo, non accentando i piani dall'alto.
Vita e Morte: La dualità tra vita e morte è ricorrente, con il Goblin e il Grim reaper rappresentano due facce della stessa medaglia. La serie esplora la bellezza e la tragicità della vita, nonché il ciclo inevitabile della morte.
Goblin è un’opera complessa e molto bene orchestrata, che mescola romanticismo, comicità e dolore in modo profondo. Tuttavia, va oltre: ti invita incessantemente a meditare, a immergerti nella bellezza e a esplorare più a fondo la natura umana, interrogandoti sul senso della vita, della morte dell’amore, anche attraverso l'Onnipotente che si manifesta in alcuni momenti nei personaggi più insospettabili e fornisce delle risposte illuminanti: "Dio pone delle domande, le vostre scelte rappresentano le risposte (destino)".
Non è un'opera priva di difetti, ma per molti aspetti si distingue come un vero e proprio cult. É romantico, divertente, straziante, già solo per il fatto che l'unico scopo della vita della protagonista è quella di estrarre la spada del Goblin determinando la sua scomparsa. La storia tra Sunny e il Cupo mietitore che si fonda su tradimento e vendetta in una vita passata, su ricordi dimenticati ma con un dolore eternamente ricordato che ne determinano il modo di porsi di lui, sempre triste e nostalgico. Tra le ferite che apre, la loro storia salvifica e redentiva lascia nuove cicatrici sanguinanti, Eun-Tak insiste spesso sull' "amore triste", che è quello che viene celebrato nel lavoro: un amore che si sforza di persistere, resistere, trovare nuove variabili ai piani di Dio per poter esistere. Anche di fronte alla tragedia e nonostante l'amore triste, Goblin rimane tuttavia una commedia nel suo nucleo. Offre degli sketch divertenti ed esilaranti delle dinamiche tra i coinquilini casuali e riluttanti, in perfetto stile "Scemo + Scemo". Divinità che scherzano e si maltrattano a vicenda come due bambini capricciosi.
Possono fare piovere o teletrasportarsi ma si ritrovano del tutto incapaci di fronte alla tecnologia. Particolari e degni di nota per la creatività con cui sono stati presentati i personaggi di questo lavoro: divinità, mietitori, goblin, fantasmi che convivono nel mondo degli umani , insospettabili. L'organizzazione quasi "aziendale" dei Mietitori, vestiti come dei capomafia russi, che si incontrano e si riuniscono per i loro incarichi mortali, con cene di fine anno e di benvenuto per i neoassunti, con solide gerarchie, consegnano documenti, gestiscono account di posta aziendali e, soprattutto, seguono procedure di liquidazione delle spese a carico dell'azienda; un mondo dove i Goblin potevano creare oro dal nulla e dove persone speciali (come Eun Tak) potevano aiutare i morti a chiudere i loro conti in sospeso (il legame con il Sesto Senso, 1999, è molto evidente). Il Goblin e le sue scene di combattimento telecinetico con il Mietitore erano adorabili e anche le canzoni canzonatorie sulle mutande del Goblin, intonate sempre da Mietitore per vendicarsi della cuffia da notte con cui si risvegliava ogni mattina. Il loro rapporto goffo e limitato con la tecnologia li rende teneramente adorabili ma al tempo spesso spassosissimi nell'impaccio del non riuscire a vedersi durante una videocall.
Interpretazioni: L'attrice che interpreta Eun-Tak è stata caratterizzata in modo troppo infantile per avere 19 anni, comprendo che questo serva per mostrare la sua crescita. Le doti interpretative sono state davvero eccellenti: a mani basse è colei che ha offerto una recitazione più solida, credibile, fluida, talmente naturale e coerente da non avvertire un brusco stacco nel percorso evolutivo che verrà mostrato nel corso degli episodi (aspetto che spesso accade quando l'attore non ha esperienza o non viene ben diretto). Mi è molto piaciuto il personaggio di Sunny , la costruzione di una donna apparentemente leggera ma in verità molto profonda, che non ama piangersi addosso e che con fare indolente e sornione parla per doppi sensi e molto coraggiosamente prova a essere felice, almeno in questa vita, assumendosi dei rischi , in grado di accettare il proprio destino poi con grazia e compostezza. Una vera Regina! Tra le interpretazioni, tuttavia, la sua è quella che mi ha convinta di meno, in mezzo a due presenze maschili fortissime, con un potente impatto scenico e una bravissima Go-Eun che risulta più centrata a confronto.
Aspetti tecnici: l'uso del colore è stato sapientemente gestito e curato, il mietitore è sempre vestito di nero e utilizza vestiari in casa che all'inizio ricordano le vecchie camice di forza proprio a indicare la costrizione della punizione che sta scontando, l'incontro tra Kim Shin e Jin Taek , lei con una felpa verde, perché rappresenta speranza di salvezza per lui. La divinità della nascita è rappresentata sempre in rosso, per simboleggiare potere e status ma anche il sole e cielo (nella bandiera coreana, il rosso nel simbolo Taegeuk, un cerchio diviso a metà, rappresenta il sole e il cielo, mentre il blu rappresenta la terra e la luna), è un colore di buono augurio che trasmette energia, forza e vitalità, in alcune tradizioni coreane utilizzato anche in cerimonie funeree per simboleggiare la transizione e la rinascita dell'anima.
La presenza dei campi di cotone, morbido e ovattato, bianco richiamano purezza, crescita e la fertilità, ma anche rischi e difficoltà per la loro sensibilità agli agenti atmosferici e alle malattie, quindi rappresenta il rapporto tra tenacia e leggerezza, tra divisione e unione. Il grano saraceno invece rappresenta gli amanti.
Oltre alla scenografia curata e ad una fotografia di ottimo livello, anche il modo in cui sono state girate le scene è altrettanto curato. Tutte le scene di vita vissuta sono state girate sfruttando angolazioni diverse, dagli angoli e dall'alto, massimizzando la luce, rallentandole, allungando momenti o bloccando gli sfondi per fermare il tempo. L'uso dei primi, pianissimi piani sul viso per rendere le emozioni, o su dettagli del volto come lo sguardo triste e nostalgico di Gong Yoo ("un uomo che sembra triste anche quando sorride"),la regia cattura tutto con maestria e intensità, realizzando una narrazione immersiva, esteticamente coinvolgente e potentemente espressiva, anche integrando in modo sempre pertinente le musiche, sfumate, oniriche ed evocative che accompagnavano la narrazione.
Critiche: Come scrivevo in alto non è un lavoro perfetto, personalmente c'è una qualche ripetitività degli elementi narrativi (l'estrazione della spada e il commiato della seconda coppia, ripetuto ben 4 volte), l'eccessiva riproposizione di scene passate attraverso il ricordo; la compresenza di elementi humouristici e drammatici che rappresenta un elemento di novità per il lavoro, che lo rende unico nel suo genere, non è sempre "riuscita", manca un "legante" che vada a miscelare due elementi che stridono e che tolgono credibilità e intensità all'elemento drammatico, col rischio di farlo diventare "burlesque" e grottesco.
Le storie d'amore e inoltre non sono state molto approfondite, inizialmente i due sembrano in un rapporto non proprio amoroso, molto meglio dal 12° ep., stessa cosa per il Mietitore e la sua amata che verranno mostrati come coppia, sbrigativamente, solo nel finale.
Il finale non è stato dei migliori, personalmente, sebbene finisca in modo tutto sommato positivo e diciamo felice, con seconde possibilità per tutti, mi ha lasciato un sottofondo di amarezza e non del tutto appagata. Ho persino preferito quello di Moon Lovers. Inoltre queste seconde possibilità avvengono in un tempo molto lontano, mentre tutto è rimasto uguale a parte il CEO della società che è invecchiato, io avrei inserito un contesto più "futuristico", erano trascorsi almeno 30 anni.... (non meno, forse più).
C'è, secondo una mia personalissima e banalissima opinione, da profana, un buco sul finale, non spoilero nulla ma volete leggerlo lo scriverò nei commenti in basso, oscurandolo, se invece avete visto il lavoro scrivete nei commenti che magari ci confrontiamo o mi illuminate sull'argomento.
IN CONCLUSIONE: "Goblin" è un K-drama che riesce a mescolare abilmente diversi generi, offrendo una narrazione avvincente e personaggi memorabili. La sua esplorazione di temi universali come l'amore, il sacrificio e il significato della vita lo rende un'opera da non perdere, che ha avuto un enorme impatto sui drama moderni che sono venuti a seguire (pensiamo a My demon, 2024, solo per citarne uno...) . La bellezza visiva, unita ad una trama profonda e ad interpretazioni intense, rendono Goblin un viaggio unico, perfetto per chi cerca una storia fantasy ma anche un racconto d'amore eterno, "una storia d'amore che si inserisce in uno schema divino". Grazie alla sua abilità di combinare humour e drammaticità, nostalgia e humour, Goblin si distingue come un'opera unica nel suo genere.
Was this review helpful to you?