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Dropped 7/24
Please Feel at Ease Mr. Ling
2 people found this review helpful
Oct 27, 2023
7 of 24 episodes seen
Dropped 0
Overall 6.0
Story 5.0
Acting/Cast 8.0
Music 7.0
Rewatch Value 4.0

ho messo la sufficienza solo perché non ho avuto il coraggio di vederlo finire

Ci sono dei drama godibilissimi anche quando procedono a forza di cliché. Non è questo il caso. La situazione familiare è troppo intricata, tanto da essere poco credibile. le questioni societarie sono abbastanza assurde, i personaggi maschili sono un concentrato di maldiretto testosterone, la protagonista femminile, la povera Zhao Lucy, è stata gratificata di un personaggio odiosamente debole. Per contro il protagonista maschile non comunica molto. Stanno recitando pedissequamente una parte.
Non è una commedia perché non fa ridere, non è una tragedia perché non fa piangere, è piatta come un'asse da stiro e non riesce a trattenere la mia attenzione perché è talmente poco coinvolgente che non stuzzica la mia curiosità di conoscere segreti ed evoluzione delle vicende.
Magari migliorerà dopo, ma giunta alla metà del settimo episodio ne ho avuto abbondantemente abbastanza e parto per lidi che spero più gradevoli.

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Dropped 17/35
Begin Again
0 people found this review helpful
Mar 25, 2023
17 of 35 episodes seen
Dropped 0
Overall 6.0
Story 6.5
Acting/Cast 9.5
Music 7.5
Rewatch Value 1.0
No. Basta. 17 episodi è il massimo che possa sopportare, e mi stupisco di essere arrivata fin qui. Guardare i drama per passare il tempo va bene, ma il mio tempo è comunque prezioso, e sciuparlo così, specie alla mia veneranda età, è un delitto. L’unico motivo per cui sono rimasta fino adesso è Gong Jun, che al momento per me è il più bell’attore cinese che ci sia in circolazione. Bellissimo, e bravo, ma non stratosferico, se mi spiego. Del resto, in una commedia del genere è ben difficile dimostrare doti particolari.

Gong Jun, e Garvey Jin, quale ottimo SML, mi hanno tenuto in gioco finora, quando avrei già dovuto cambiare aria al decimo episodio o giù di lì. Perché? Perché commedia non dovrebbe essere sinonimo di idiozia, cliché non dovrebbe esserlo di ripetitività.

L’inizio è interessante, con un perfetto rovesciamento di ruoli, in cui c’è una CEO despota che si “compra” il marito bello e povero. Lei ci fa subito una figura orrenda, ma non più rivoltante di quando, normalmente, il maschio dominante si accaparra una ragazza più o meno indifesa.

Il problema è che, ben presto, le cose vanno a catafascio. L’inserimento di personaggi femminili secondari completamente intollerabili, capricciosi, piagnucolosi, se non francamente infantili e/o idioti, mette a dura prova la sopportazione dello spettatore, già provato dalle stupidaggini della coppia principale. D’accordo che è una commedia, ma è impensabile che delle transazioni commerciali vengano condotte con la leggerezza descritta e che le reazioni di persone adulte a qualsiasi situazione siano così esagerate, deviate, completamente fuori luogo e contesto.

D’accordo la commedia degli equivoci, ma qui siamo andati troppo oltre praticamente fin da subito. Potrebbe ancora andare relativamente bene se le vicende fossero state mantenute su un livello di maggiore speditezza. Invece, ripetitività, artificiosità, speciosità a non finire sono la ricompensa di chi si avventuri in queste acque. Noia. Irritazione. Delusione. Resa.

Che l’attrice principale sia molto brava non si nega, e con Gong Jun ha anche un bel feeling, ma tutto il castello che ci hanno costruito intorno ha annegato anche la loro chimica. E comunque, baci così legnosi li ho visti solo in certe opere in costume.
Sono anche pronta a credere che ci sarà, prima o poi, una crescita caratteriale in almeno alcuni dei personaggi secondari. Ma siamo già a metà, fin quando dovremo sopportare? E’ inutile che il drama migliori negli ultimi episodi, ammesso che lo faccia, se prima ti fa scappare. Neanche Gong Jun e Garvey Jin mi possono trattenere.

Quindi, sono pronta a beccarmi tutti i pollici verso che vorrete darmi, tanto non sarebbe la prima volta. Qui, più che la sufficienza non posso dare, anche perché non ho intenzione di finire l’opera. Aveva materiale per 18 episodi e ne han fatti 35. Il troppo stroppia.

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Dropped 15/32
Time Flies and You Are Here
0 people found this review helpful
Jun 2, 2022
15 of 32 episodes seen
Dropped 0
Overall 5.5
Story 4.0
Acting/Cast 7.5
Music 6.0
Rewatch Value 4.0

Asilo Mariuccia

Premetto che sono riuscita a guardarlo solo fino a metà dell'episodio 15. Raramente ho assistito a un simile cumulo di idiozie. I personaggi, tranne rare eccezioni, sembrano bambini litigiosi e permalosi che si tirano i capelli e calci negli stinchi nel giardino dell'asilo Mariuccia. L'arte del malinteso viene portata a così alte vette che l'Everest si vergogna. Il ML almeno mostra un briciolo di maturazione nei 15 episodi che ho visto. Ma la FL continua ad essere malfidata, insopportabile, bugiarda. Il colpo di grazia me l'ha dato proprio lei, quando, appunto a metà dell'episodio 15, si offre di fare da esca per catturare dei banditi. Ma non è solo la cosa in sé, è tutto il contorno.

Insomma, tempo perso. Se anche questi due alla fine riconosceranno con se stessi di essere innamorati, 32 episodi di queste corbellerie ripetitive sono decisamente troppi. Bastava la metà. Oltretutto, vedere attori sui 25 (e alcuni neanche troppo ben conservati) recitare questi ruoli da 15enni istupiditi disturba pure l'occhio. Per carità, alcuni sono anche bravini, ma cosa possono fare con questa assurda sceneggiatura? Non ci si salva neppure con le ambientazioni e i costumi, che sono decisamente semplici e poco appariscenti. Non ho nulla contro il low budget, se dietro c'è qualcosa, ma qui non c'è proprio niente, tranne noia ed esasperazione. Ho perseverato per un po' sperando che migliorasse, ma mi arrendo e vado a cercare qualcosa di meglio. Sono sicura che non sarà difficile trovarlo.

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Completed
Dangerous Love
0 people found this review helpful
Jun 21, 2024
25 of 25 episodes seen
Completed 0
Overall 6.5
Story 6.0
Acting/Cast 7.5
Music 7.0
Rewatch Value 5.5
Questi mini drama hanno spesso un solo pregio: sono mini. Più ne guardo e più mi rendo conto di come sia difficile trovarne di pregevoli. Gli attori non sono poi così male, ma la sceneggiatura è più ondivaga dello stretto di Messina e il fatto che i subs inglesi siano così malfatti non aiuta a capire delle vicende sconclusionate e poco chiare. Buono giusto per passare un paio d'ore, ma non fa ridere, l'intrigo è incomprensibile anche se, per fortuna, la chimica della coppia principale funziona molto bene. Attori giovanissimi, con poca esperienza, ma che si sono difesi bene.

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Completed
Emperor and Queen
0 people found this review helpful
Jun 6, 2024
20 of 20 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 7.0
Acting/Cast 7.5
Music 7.0
Rewatch Value 6.0

Nulla di nuovo, ma non da buttare

Di protagoniste femminili che tornano indietro per rivivere parti della loro vita in un modo o nell'altro ce n'è pieno nel panorama dei drama di ogni nazione.
il format del drama breve è in questo caso probabilmente il migliore per raccontare la storia così come è stato fatto.
il cast è ristretto ma sufficientemente. i costumi, dato il target e il budget, sono più che accettabili, così come la musica e le ambientazioni. anche la recitazione, più o meno di tutti, è , se non stellare, comunque più che accettabile.
l'unico appunto che devo veramente fare a questa serie è che ci lascia con un cliffhanger che probabilmente non sarà mai risolto perché dubito che verrà mai fatta la seconda serie. è un minus abbastanza pesante perché personalmente non amo essere lasciata in sospeso.
in definitiva un drama innocuo che si può tranquillamente guardare aspettando qualcosa di più corposo, anche perché, data la brevità, non occuperà troppo tempo e non annoierà. anche la relativa ingenuità della trama risulta molto più sopportabile paragonata alla brevità dell'Opera. situazioni simili in un contesto molto più lungo sarebbero veramente insopportabili.

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Completed
Kei×Yaku: Abunai Aibou
0 people found this review helpful
Mar 6, 2024
10 of 10 episodes seen
Completed 0
Overall 7.5
Story 7.0
Acting/Cast 8.0
Music 9.0
Rewatch Value 6.0

Inferiore alle aspettative

Mi aspettavo molto di più, non so perché visto che i drama giapponesi mi hanno delusa già diverse volte.
A partire dalla storia, è andato tutto benissimo fin verso la metà dello show: c'era l'adrenalina, c'era un mistero da scoprire, c'erano dei personaggi tutto sommato abbastanza interessanti. il giocattolo però si è rotto man mano che si andava avanti negli episodi, mentre tutto diventava abbastanza caricaturale, compresa la recitazione del finto biondo che non mi è piaciuto per niente.
La storia, almeno in partenza, prende le mosse da un poliziotto, orbato dei genitori in tenera età, che cerca di ritrovare una collega scomparsa presunta morta tre anni prima e, per vari motivi, finisce per allearsi con un giovane capoccia della yakuza. Sullo sfondo del mistero relativo a un attentato dinamitardo risalente a vent'anni prima, quello in cui morirono i genitori del poliziotto, si dipaneranno le successive vicende.
In linea generale, a parte l'eccezione appena citata, gli attori hanno fatto tutti un buon lavoro. C'è da dire che probabilmente l'eccesso di recitazione di Atsushiro Inukai nel suo ritratto del giovane yakuza é dovuto a una scelta registica, anche perché non è costante. Ottima prova invece, a mio modesto giudizio, per Nobuyuki Suzuki, che ha ottimamente interpretato le varie sfaccettature del tormentato poliziotto.
Ma se c'è una cosa che odio, è quando si continua a suggerire che esista un rapporto romantico fra due personaggi, senza mai portare il discorso a fruizione. Bromance è una parola che non dovrebbe esistere: o quella che mi descrivi è un'amicizia, oppure andiamo a sconfinare direttamente nel BL. Bromance è una presa in giro nei confronti dello spettatore, tanto più che questo non è un drama cinese dove si deve aggirare una censura soffocante, siamo in Giappone, dove yaoi è una parola sdoganata da molto tempo, anche nei drama e non solo in manga e anime.
Detto questo, ho dovuto purtroppo constatare come, per l'ennesima volta, la storia ad un certo punto cominci a procedere per coincidenze, ingenuità, comportamenti poco intelligenti, combattimenti improbabili e così via. I vari show down che ci sono stati durante i 10 episodi sono stati abbastanza eccessivi e portati esageratamente per le lunghe.
Non parliamo neppure dell'ultimo episodio, che non ha alcuna logicità, se non forse quella di lasciare spazio aperto per una eventuale seconda stagione. Una colonna sonora ottima ha contribuito non poco ad alzare il punteggio che ho assegnato.
Certo se dovessero fare una seconda serie la guarderei, ma ormai senza aspettarmi più di tanto.

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Completed
Never Let Me Go
0 people found this review helpful
Dec 13, 2023
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 6.5
Story 6.5
Acting/Cast 7.5
Music 7.5
Rewatch Value 5.0

Bisogna veramente scollegare il cervello

Siamo di fronte a un qualcosa che avrebbe potuto essere di livello decisamente superiore. La recitazione degli attori è stata a tratti altalenante, meglio nella coppia secondaria che in quella principale, ma quello che veramente ha fatto più volte cadere le braccia per terra è lo scempio di una trama che per una buona metà del tempo non ha alcun senso.
A partire dalla assurdità di affidare la sicurezza di un erede di una famiglia prestigiosa minacciato di morte ad un ragazzo della stessa età che, per quanto abbastanza energico, è pur sempre cresciuto fra pescatori e non ha alcuna esperienza in merito, passando per tutte le varie circostanze in cui, specialmente, verso la fine, le guardie del corpo c'erano ma mai quando servivano, transitando per un soggiorno sotto mentite spoglie in un resort, al solo scopo di fornire allo spettatore l'idea di una luna di miele, gran parte di quello che accade è buttato lì con ben poca logica.
La stessa cinematografia lascia spesso a desiderare, stranamente proprio nelle scene di spiaggia dove ci dovrebbe essere il sole, dove tutto dovrebbe essere illuminato, i colori virano verso un grigio giallastro malsano che da l'idea che invece che il sole ci siano sempre solo nuvole. Non che sia di fondamentale importanza, ma la sensazione che si ha è comunque di sgradevolezza, come di un filmato degli anni 70 o 80.
Purtroppo anche la maturazione dei personaggi lascia abbastanza a desiderare. Nueng verso la fine fa il figo ma senza troppa convinzione e non la racconta a nessuno, Palm si inchioda nel suo ruolo di vittima sacrificale, suo padre è un personaggio monodimensionale e sua madre può essere definita solo come un tipo molto particolare.
Tornando alle assurdità della trama, tutto l'arco della fuga nel resort è una assurdità bella e buona, i due ragazzi sono troppo spensierati considerato quello che sta accadendo a Bangkok.
Le scene d'azione e di combattimento le ho trovate francamente a tratti ridicole, specialmente alla fine, quando lo zio Kit bamboleggiava, come ha fatto più o meno per tutto il drama.
E vogliamo parlare dell'assurdità del fatto che in una scuola, praticamente costruita dal padre di Nueng, proprio suo figlio sia vittima di bullismo?
Devo rivedere i punteggi, inizialmente l'avevo valutato troppo in alto.

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Completed
Unforgotten Night
0 people found this review helpful
Nov 7, 2023
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 6.0
Story 5.0
Acting/Cast 7.0
Music 5.0
Rewatch Value 4.0

Parola d'ordine: umorismo involontario

Terrificante. Ti attirano e provocano con la promessa di chissà quali perversioni in camera da letto e vicende tensioattive nell'eccitante mondo della mafia, però poi alla prova dei fatti le sessioni sono abbastanza vaniglia per un certo verso e ridicole per un altro. Il povero cristo che se ne è andato col torso sanguinante non è stato sicuramente ferito da quella specie di frustino che sembra un pennacchio per tende. Tutta la recitazione è a volte pedestre, da parte più o meno di tutti: non siamo molto sopra il minimo edittale.

Sarebbe anche sopportabile se non ci fossero pesanti buchi nella trama e continue situazioni oltre ogni limite di plausibilità.
I personaggi secondari che fanno il filo al nostro ineffabile capomafia, sia l'uomo che la donna, sono caricaturali: l'uomo è un bambino capriccioso, la donna sembra non riuscire a comprendere il semplice concetto che se un uomo ha mangiato banane per tutta la vita, di sicuro non vorrà improvvisamente le pesche.

L'ambientazione nella mafia non convincerebbe un ragazzino delle elementari e, quel che è peggio, l'attore che interpreta Kamol è completamente inadatto alla parte. Dovrebbe essere un algido, tenebroso, spietato capo mafia col pallino del sadomaso, ma assomiglia più a un orsacchiotto damerino senza alcuna presenza minacciosa, col viso perennemente congelato in una maschera apparentemente gonfiata da interventi estetici che gli hanno immobilizzato la faccia.
Non ho gradito particolarmente l'utilizzo della tigre, che è stata evidentemente sedata per permettere agli attori di interagire con lei: una presenza totalmente random, inutile ai fini della trama. Quella povera bestia mi ha fatto una pena immensa.

Durante le varie puntate si toccano punte di umorismo involontario raramente viste altrove, sembra a tratti di guardare un poliziottesco degli anni 70 e pure fatto male. Non si capisce a cosa servono le guardie del corpo, visto che non proteggono nessuno né riescono a impedire l'accesso agli estranei, in più si fanno continuamente gabbare da Tizio e Caio. Ridicolo.
E il nostro dolcissimo Kim che, dopo aver fatto i capricci per tutta la serie si improvvisa psicologo e trova del bene in tutti, riuscendo perfino a fare una predica al grande boss?

L'ultimo episodio è di un cringe terribile, questi due insieme sono come l'acqua e l'olio anche perché hanno fornito loro delle battute orrende. Discorso a parte merita la colonna sonora, a tratti anche gradevole ma, a volte, mal abbinata alle scene.
Tutto il drama ricorda un treno che arrivi a tutta birra sui binari bloccati da un tronco: continui a guardare affascinato uno spettacolo tremendo anche se sai che non migliorerà, eppure non riesci a staccartene fino alla fine. Deve essere il miracolo dei BL tailandesi. Per questo, e solo per questo ho assegnato una sufficienza.

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Completed
Love in the Air
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Oct 23, 2023
13 of 13 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.0
Rewatch Value 8.0

I drama tailandesi sono diversi

Bisogna partire da questa premessa: la recitazione è diversa da quella a cui siamo abituati se non abbiamo mai visto un drama thailandese, o ne abbiamo visto pochi.
Anche gli attori sono molto diversi da quelli a cui possiamo esserci abituati guardando drama cinesi o coreani. In realtà le persone sembrano molto più vere, perché questi attori hanno un aspetto più umano, meno plastificato e, soprattutto, sembrano essere dotati di un po' di carne sulle ossa, cosa che molto spesso manca nelle loro controparti di altri paesi.
Alla fine si tratta di una questione di gusti, a me personalmente il cambio è garbato abbastanza.

Ho assegnato un voto abbastanza alto alla recitazione non tanto in linea generale, ma in riferimento soprattutto alle scene amorose. Qui ci portiamo decisamente nel territorio del porno soft e bisogna ammettere che questi ragazzi sanno essere molto convincenti. Onore al merito non solo perché riescono a farci percepire sia la lussuria che il sottostante sentimento amoroso, ma soprattutto perché i quattro attori principali sono dei novellini, praticamente alle prime armi. Guardandone le biografie non credevo ai miei occhi.

Purtroppo, usciti dalla camera da letto, le vicende in sé lasciano a volte un po' a desiderare: c'è una lunga serie di scene, spesso terribilmente cliché, che fanno pensare a situazioni viste e riviste forse fin dagli anni settanta, ovviamente traslate in un contesto etero perché all'epoca il BL praticamente non esisteva.

La prima coppia, Pioggia e Tempesta, si muove nella duplice ambientazione di una università di architettura e di un sottobosco di corse clandestine con la moto, tratteggiato in maniera veramente inverosimile e pedestre. Mi ha irritato particolarmente che dicessero che era un luogo dove si poteva scommettere di tutto, perfino il proprio compagno, per poi lasciare cadere la cosa senza sfruttarla. Non che volessi vedere una situazione del genere, ma se fai un'affermazione così forte uno si aspetta che abbia un seguito, altrimenti si può evitare di farla.

Come spesso accade, e non solo in tema BL, ci sono situazioni di dubbio consenso, all'inizio, ma mai eccessive. Il rapporto si evolve poi in un leggerissimo dom/sub, molto, molto vaniglia, dove Tempesta, più adulto e navigato, si assume un po' l'onere di aiutare Pioggia a crescere e ad assumersi le sue responsabilità.

Passata la boa della metà del drama, l'azione si sposta sulla seconda coppia, Vento e Cielo, la cui vicenda è forse dipanata un po' meglio, prendendo le mosse dal doloroso passato di Cielo, che ne ha passate veramente di brutte e ne patisce le conseguenze psicologiche. Anche qui si passa dalla facoltà di architettura all'ambiente delle corse clandestine, ma Vento è anche un dirigente della società di famiglia, quindi un tipo piuttosto ricco, con un passato da playboy che decide di abbandonare quando si invaghisce di Cielo. Conquistarlo sarà dura ma, ovviamente, tutti i santi finiranno in gloria. Anche qui, l'inizio della relazione ha un vago olezzo di dub-con, con contorno di comportamento da stalker da parte di Vento, poco avvezzo a sentirsi rifiutare e veramente intrigato da questo ragazzo così particolare. Piace che, ben presto, il suo comportamento cambierà da predatore a protettore non appena conoscerà Cielo un po' meglio.

Nel frattempo, l'interazione fra Pioggia e Cielo, i due passivi studenti di architettura, regala scenette gustose: Pioggia è un imbranato incapace di "leggere" le situazioni, Cielo è sfacciato e provetto nel botta e risposta, anche col suo ragazzo. E le sue magliette sono una più gustosa dell'altra.

Diciamoci la verità schietta: il drama non è particolarmente meritevole dal punto di vista dell'ambientazione, i luoghi e le situazioni sono appena tratteggiati, molte cose vengono lasciate in sospeso, dichiarate senza essere spiegate, e probabilmente ho aggiunto un mezzo punto alla mia valutazione solo perché è uno dei primi BL thailandesi che guardo e sono ancora titillata dalla novità. Aggiungiamoci che la gestione del suono spesso è carente, non so se anche in originale o solo nella copia che ho visionato io, e a volte parte a palla della musica non si capisce per quale motivo.

Eppure, a voler ben guardare, pur nella solo apparente superficialità della storia, si possono trovare riferimenti validi. La scuola, anche se poco delineata, è un luogo dove, se manchi una scadenza, anche di poco, patisci delle conseguenze. Ci sono azioni o inazioni a cui non puoi rimediare solo chiedendo scusa: devi assumertene la responsabilità. Passato l'inizio delle interazioni fra i ragazzi, in odor di burrasca, le relazioni si sviluppano in maniera reciprocamente molto rispettosa. E così via. E' proprio il caso di dire che, sotto la commedia, c'è un substrato di moralità non indifferente. Certo, volendo affrontare la visione senza preconcetti bigotti.




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Completed
Believe in Love
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May 13, 2023
24 of 24 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 6.5
Acting/Cast 8.0
Music 6.0
Rewatch Value 1.0
Believe in Love è un drama cinese del 2022, in 24 puntate da 45 minuti, per la regia di Shen Jin Fei.

Tutto, in quest’opera, parla di basso budget: le ambientazioni sono variate pochissimo, ci troviamo sempre negli stessi ambienti. I costumi sono decenti (a parte le spalle scoperte della protagonista: si è visto mai?), ma cambiati raramente nel corso dei 24 episodi. La musica e le canzoni non ci lasciano alcuna impressione, la cinematografia è proprio basilare, con un paio di guizzi di fantasia quando girano una scena riflessa nell’acqua, lo stesso dicasi per la CGI, piuttosto anonima. Il comparto tecnico, insomma, è appena appena sufficiente.

La storia? Si narra delle avventure di Lu Yue Er, una ragazzina, bravissima cuoca, che pare avere una malattia congenita al cuore ed è per questo evitata da tutti. Un giorno, però, il Signore di un’isola dedicata alle prelibatezze culinarie comincia a farle una corte spietata, per convincerla a sposarlo a tutti i costi. Quello che la nostra Yue Er non sa, è che Hua Yi Nan, il Signore di cui sopra, è costretto a sposarla obbligato dal testamento del padre, o non potrà ereditare.

Su questo canovaccio si innestano circonvoluzioni assortite di reincarnazioni, demoni e fate, amori contrastati, triangoli, famiglie sgradevoli, complotti, perdite di memoria, vendette. Tutto, purtroppo, già visto e rivisto. Non sarebbe grave, se fosse presentato con garbo. Sfortunatamente, anche il settore interpretazione a volte lascia a desiderare. Non conoscevo i due attori principali. Lui, Huang Sheng Chi, è carino e “mediamente espressivo”. Lei, Zheng He Hui Zi, non è la tipica protagonista dei drama: di aspetto fisico ben lontano dalla bellezza angelica di molte colleghe, è stata pure mal servita dal comparto trucco, che l’ha resa un mascherone di colori accesi, ben poco attraenti in generale, e in particolare sul suo viso. Che si riesca comunque ad apprezzarne una performance tutto sommato molto gradevole e sul pezzo non fa che confermare che si tratti di un’attrice con potenzialità.

L’antagonista, Xiao Kai Zhong, l’avevo già visto come protagonista di Be my cat, dove ben interpretava un dolce generale alieno/felino. Qui, invece, è un demone innamorato da millenni della protagonista e il suo viso e le sue espressioni ben si attagliano anche a questo ruolo. Mi è piaciuto.

La coppia di spalla si è comportata bene, mentre la matrigna e la sorellastra di Yue Er sono ignobili ma ridicole e suo padre è completamente fuori scala, da umorismo involontario. Ecco, come drama sarà pure etichettato come commedia romantica, ma si ride veramente poco e di commedia vera e propria se ne trova solo a sprazzi ben distanziati. Come se non bastasse, quando inizia l’arco della “obbligatoria” perdita di memoria, tanto cara a tanti sceneggiatori, la storia precipita in una serie di puntate noiose, mentre la trama diventa sempre meno plausibile e inutilmente intricata, perdendo pure dei pezzi per strada. Il finale, quando giunge, cerca di sorprenderci, ma lo spettatore smaliziato non si fa ingannare!

In sunto, un drama parzialmente xianxia che non potrei nemmeno definire commediola, perché non si ride, piuttosto anonimo nella presentazione e nell’esecuzione, che non ha nemmeno il plus di inserire temi politici o sociali. In una parola? Mediocre.

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Completed
Lawless Lawyer
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May 3, 2023
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 9.5
Music 8.0
Rewatch Value 7.0
Non è un segreto che Lee Joon Gi sia uno dei miei attori preferiti. Per i suoi occhi ho un’adorazione quasi pagana e apprezzo sempre doverosamente le sue energiche evoluzioni nelle sequenze di azione, a maggior ragione perché si vede palesemente che sa quello che fa. Né si può glissare sulle sue notevoli doti attoriali: sia nelle parti romantiche, che in quelle drammatiche, che in quelle comiche, Lee Joon Gi sa sempre colpire il bersaglio: una vera e propria garanzia.

Quando inizio una recensione con un pistolotto a favore dell’attore di turno, normalmente è perché ho trovato dei difetti altrove. Questa non è un’eccezione.

Ma andiamo con ordine. Lawless lawyer è un drama sudcoreano di durata canonica: 16 episodi da circa un’ora ciascuno, per la regia di Kim Jin Min (Extracurricular e My name) e la sceneggiatura di Yoon Hyun Ho (Military Prosecutor Doberman).

L’avvocato Bong Sang Pil (Lee Joon Gi) torna a Gisung, la sua città natale, dopo esserne stato lontano 18 anni. All’epoca, la madre avvocata era stata assassinata davanti ai suoi occhi di bambino e solo rocambolescamente era riuscito a fuggire ai malviventi che volevano ucciderlo e a raggiungere lo zio, a capo di una gang di Seul, che lo aveva cresciuto ed educato alla lotta ed alla legge. Ora, con l’aiuto di un’altra avvocata, Ha Jae Yi (Seo Yea Ji), la cui madre fotografa scomparve lo stesso giorno della morte della sua, cercherà di vendicarsi e di consegnare alla legge la cricca dei malviventi che, dietro una facciata di perbenismo, spadroneggia nella città, sotto la direzione della giudice Cha Moon Sook (Lee Hye Young) e del gangster Ahn Oh Joo (Choi Min Soo), che si atteggia a presidente di una società immobiliare.

Come spesso accade, la prima metà della serie è godibilissima. La tensione è spesso palpabile, si costruisce una solida impalcatura di misteri stratificati, in cui gli accadimenti del passato riverberano nel presente. Le schermaglie fra i due protagonisti sono molto godibili. La faccia da simpatico mascalzone di Lee Joon Gi ben si appaia alla bellissima (e brava) Seo Yea Ji e i due sviluppano sullo schermo una relazione molto gradevole e credibile, anche se la sezione romantica del loro rapporto ha uno spazio ridotto. La giudice che tira le fila di tutti i complotti è algida e feroce come un ragno nel centro della sua ragnatela e il gangster è doverosamente odioso, forse troppo. La caratterizzazione che ne fa Choi Min Soo è veramente sgradevole: manierismi da incivile e pesante accento dialettale, protratti per tutta la serie, alla fine lo rendono abbastanza repellente (per quanto questa mia opinione non sia condivisa da una buona parte dei commentatori di Viki).

Passati i due terzi del drama, però, la corsa al redde rationem finale diventa più spettacolarizzata e meno logica e verosimile. Si avverte chiaramente che alcune cose accadono per esigenze di trama, alcuni personaggi si comportano in maniera illogica, se non stupida, mentre si assiste a salvataggi poco plausibili. L’apoteosi dell’assurdo avviene nel processo finale, che tutto è tranne un’udienza di tribunale. La sconfitta dei vari cattivi ha luogo in maniera piuttosto affrettata e lascia un po’ di amaro in bocca, ma gli ultimi minuti ci lasciano sperare in una seconda stagione, o danno comunque un’impronta molto ottimistica di quello che sarà il futuro dei due avocati.

Il fatto che in Corea, almeno nominalmente, le armi da fuoco non siano di reperimento comune, giustifica diverse scene di scazzottature di gruppo, molto energiche e appassionanti, ottimamente coreografate e magistralmente eseguite, fra gli altri, dal nostro protagonista, uno scricciolo d’uomo, particolarmente in questa serie, che lo vede molto dimagrito, ma sempre in ottima forma nell’eseguire diverse vigorose evoluzioni. Da notare che Lee Joon Gi, per quanto possibile, evita di fare uso di stuntman, ed esegue personalmente la maggior parte delle scene. Sicuramente la sua conoscenza di diverse arti marziali lo aiuta.

E’ piacevole vedere il percorso di crescita caratteriale di diversi personaggi, che acquistano spessore. Se la coppia principale viene abbondantemente seguita, al gangster viene riservato diverso tempo, che ci porta a conoscenza del suo passato e delle sue motivazioni, così pure come alla “maggiordoma” della giudice, una sgradevolissima e sguaiata supponente, che si fa forte del suo rapporto con lei. Purtroppo non altrettanto generosamente viene trattata la gang dei teppistelli che nominalmente aiuta Bong Sang Pil ma che, di fatto, serve esclusivamente a farci fare qualche risatina e non produce alcun effetto nel proseguire della trama. Paradossalmente, è poco sviluppata anche la psicologia della burattinaia che manovra i fili: avida, spietata, affamata di potere e riconoscimenti, ma piuttosto piatta e monocorde.

Al netto dell’interpretazione di Choi Min Soo, che può piacere o meno, ma che comunque denota uno studio caratteriale del personaggio (gangster) straordinario e un'esecuzione favolosa, tutto il cast ha recitato in maniera impeccabile: la coppia principale ha fatto letteralmente faville, ma tutti i personaggi di contorno, fino alle comparse, hanno fatto un lavoro eccelso. La colonna sonora, pur non essendo eccezionale, ha accompagnato piacevolmente l’azione e la cinematografia non ha lesinato inquadrature particolari e scene costruite gradevolmente.

Se solo non ci fosse stato qualche scivolone di troppo nel fluire delle vicende alla fine, avrei dato anche un mezzo punto in più. Peccato. Resta comunque un ottimo titolo thriller d’azione, che mi sento di raccomandare a chi non si arrabbi troppo se alla fine le cose vanno un po’… come le fanno andare.

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Hotel del Luna
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Mar 10, 2023
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 10
Acting/Cast 9.5
Music 8.5
Rewatch Value 9.0
Hotel del Luna è un drama coreano del 2019, composto da 16 episodi di lunghezza variabile tra un’ora e un quarto e un’ora e mezza. Non bisogna però lasciarsi spaventare: in tutta l’opera i momenti di vera e propria noia sono veramente pochi, mentre assistiamo spesso a scene molto pregnanti, con situazioni e frasi di grande profondità, che colpiscono il segno, anche sotto la cintura.

Molta gente getta via i suoi tesori e rischia la vita per proteggere ciò che vuole nascondere…

Per la sceneggiatura delle Hong Sisters (Hong Jung Eun e Hong Mi Ran), autrici tra l’altro di Alchemy of Souls, e per la regia di Oh Choong Hwan, che ha diretto While You Were Sleeping e Big Mouth, solo per citarne un paio, questa serie si apre con una scelta musicale piuttosto particolare, per un drama coreano: Sonata al chiaro di luna, di Ludwig Van Beethoven. Capiremo presto che, nell’economia della storia, la luna ha un posto rilevante.

Protagonista indiscussa di Hotel del Luna è Jang Man Wol, la proprietaria dell’albergo, interpretata da una splendida IU. Ma non dobbiamo pensare a questo hotel come ad un normale esercizio commerciale: normalmente è nascosto ai vivi e i suoi clienti, tutti fantasmi, vengono da lei per abbandonare le preoccupazioni terrene, risolvere situazioni lasciate in sospeso, liberarsi di vecchi rancori e così via, allo scopo di poter serenamente lasciare questo mondo e passare nell’aldilà. Anche tutti i dipendenti dell’hotel sono fantasmi, ognuno con la propria storia, la propria motivazione a rimanere lì, a volte per centinaia di anni. Tutti fantasmi, dicevamo, tranne uno: il manager, che si occupa delle questioni finanziarie, è sempre una persona viva.

A ricoprire questa carica, che trova ben poco attraente, viene chiamato Goo Chan Sung (Yeo Jin Goo), un giovane e brillantissimo vicedirettore in una catena multinazionale di hotel, che viene costretto ad abbandonare una promettente carriera e obbligato ad occuparsi del Del Luna, perché suo padre fece un patto con Man Wol quando lui era bambino: avrebbe salvato il padre, a condizione che le cedesse il figlio dopo 20 anni. Da qui si comprende come, almeno all’apparenza, la proprietaria dell’albergo non sia una persona pietosa e gentile. Con questi echi alla ‘Il Bello e la Bestia’, le prime interazioni fra i due non saranno molto pacifiche.

Le vicende dell’hotel si svolgono sostanzialmente in due direzioni: da una parte, abbiamo il millennio e fischia della storia di Man Wol, che veniamo scoprendo a poco a poco mentre, inevitabilmente, finisce per innamorarsi, ricambiata, del suo manager. Dall’altra parte, abbiamo tutta una serie di accadimenti che riguardano un nutrito numero di personaggi, più o meno secondari, che formano sostanzialmente l’ossatura del drama, perché in realtà ‘rubano’ la maggior parte della scena. Tutto non è sempre come sembra: rapinando il motto a Labyrinth, molte delle storie delle anime in transito si riveleranno essere diverse da come apparisse in principio. E sono storie spesso molto commoventi, che mettono a dura prova la nostra riserva di empatia, aiutate da un commento musicale azzeccato e da una cinematografia spesso geniale, anche se, per contro, a volte ci sono scene in cui la telecamera balla. Il tutto è sempre così curato che sarei portata a credere che questo effetto, a volte anche un po’ fastidioso, possa essere voluto.

Ma vogliamo parlare della CGI? Per una volta, non la nominiamo per riderne o lamentarcene: nei primi episodi ci sono delle scene in cui si vede un credibilissimo serpente e, addirittura, una splendida tigre. Ma splendida davvero, altro che il gatto di ‘I m a Pet At Dali Temple’, che mi ha segnato a vita…

Hotel del Luna è un drama in cui non si è badato a spese. Ambientazioni, effetti speciali, trucco, parrucco e costumi sono di prima qualità. Anzi, incredibilmente IU cambia più abiti di Zhang Zi Yi in ‘The Rebel Princess’ e forse non saranno altrettanto sontuosi, ma sono comunque bellissimi, e le stanno da dio. Credo sia la prima volta in cui sono rimasta affascinata dalla protagonista invece che dalla controparte maschile. IU è un’attrice che sa costringerti a guardarla e, una volta ottenuta la tua attenzione, sa comunicarti il messaggio. Una grande, anche considerato che il suo personaggio non è, per molto tempo, dei più simpatici. Per contro, il protagonista maschile non è altrettanto affascinante. Complici una caratterizzazione meno interessante e forse anche un’interpretazione un pelino meno magistrale, il manager di Yeo Jin Goo non appare così avvincente. In aggiunta, non incontra del tutto nemmeno i miei canoni estetici, ma siamo proprio nel reame delle preferenze personali.

In realtà, in linea generale, il cast ha fatto un lavoro egregio. Praticamente tutti e sì, anche Yeo Jin Goo, hanno interpretato alla grande i vari personaggi, spesso dolenti, che popolano la serie: è solo che IU, qui, sta un palmo sopra. La sua Man Wol, bloccata da molti secoli nell’hotel perché non sa liberarsi del rancore per un tradimento subito, riesce nel tempo a conquistare la nostra simpatia. Le sue abitudini spendaccione, che Chan Sung è costretto ad arginare per rimediare alle catastrofiche finanze dell’hotel, hanno delle motivazioni e contribuiscono a renderla più umana, nonostante la sua lunghissima esistenza e i suoi poteri soprannaturali.

Devo confessare che inizialmente ero piuttosto risentita di come fossero presentate le vicende: che diamine, in un periodo in cui pullulavano soldati sanguinari e banditi assassini, perché la sola punita con l’essere incatenata all’Hotel del Luna per espiare doveva essere l’unica donna così abile da battere gli uomini? Ma tale destino non è solo una punizione: anche Man Wol ha molto risentimento da abbandonare prima di poter passare all’aldilà e, se alcuni fantasmi ci mettono poco, altri impiegano anche secoli. Solo che lei li batte tutti! La sua esistenza terrena è legata ad un albero spoglio che la trattiene all’hotel e, quando sarà fiorito e i fiori saranno appassiti, la libererà e le permetterà di trapassare. Inutile specificare chi sarà a far fiorire quell’albero, mettendo in fibrillazione lo staff dell’albergo.

A mente un po’ più fredda, si potrebbe argomentare che fin troppo tempo, nell’economia del drama, sia dedicato alle vicende dei personaggi secondari, alle anime dolenti che devono riuscire a liberarsi di ciò che le trattiene in terra per poter serenamente trapassare e, chissà, magari reincarnarsi. A volte ci si scopre ad aspettare con impazienza il ritorno in scena della coppia principale o, almeno, di uno dei due. Però, in compenso, la narrazione di queste storie è molto avvincente e commovente, regalando spesso perle di saggezza e momenti di lirismo. Non secondariamente, molti personaggi vengono caratterialmente approfonditi. La serie è strutturata in modo da non offrire molte occasioni di allegria: quando finalmente un’anima risolve i suoi problemi e si avvia in auto lungo il tunnel che porta all’aldilà, salutata dallo staff dell’albergo, quello che prova lo spettatore non è gioia per il successo del fantasma, ma dolore per la separazione e la perdita definitiva del personaggio ai fini del racconto, sentimenti tanto più accentuati quanto più è stata importante la sua presenza all’interno del drama.

Nonostante ci siano comunque molte situazioni divertenti, l’aria che si respira è cupa, drammatica: le storie dei defunti sono spesso tragiche, e lo stesso destino di Man Wol è dolceamaro: il suo scopo è lasciare l’albergo, trapassare, ma ora è innamorata di Chan Sung, come andrà a finire? E lo stesso Chan Sung, che fine farà?

L’ultimo episodio è una lunga agonia. Preparate i fazzoletti e non siate avari. Ci sono, come già visto in altri drama (uno fra tutti: Legend of Yun Xi) delle scene post crediti che lascerebbero intendere in qualche modo un epilogo diverso da quello appena presentato, ma sono posticce, oscure e, a mio personalissimo parere, non spiegano nulla. Per me il drama termina senza incomprensibili contentini. Se poi dovessero mai fare una seconda serie, con un altro padrone di casa, gli darò certamente una possibilità.

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Completed
New Life Begins
0 people found this review helpful
Jan 21, 2023
40 of 40 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.5
Acting/Cast 9.5
Music 8.0
Rewatch Value 8.5
Per la regia di Zhao Qi Chen, che già aveva firmato My heroic husband, New life begins è una commedia che, per certi versi, non si prende troppo sul serio mentre, per altri, spara cannonate ad alzo zero. Sono 40 episodi da 45 minuti (al lordo di opening e ending), ma non si avverte troppa stanchezza perché le vicende sono interessanti e intricate e, in linea generale, non si trascinano troppo.

Si tratta di un adattamento della web novel "Qing Chuan Ri Chang" di Duo Mu Mu Duo, ambientato in un paese di fantasia, pseudo cinese antico, e non risparmia bordate al sistema patriarcale che vuole le donne sottomesse agli uomini in ogni più minuscolo dettaglio della loro vita.

In questa storia, ci sono otto staterelli dominati da un nono, al quale ogni tre anni vengono mandate in tributo, per mantenere la pace, delle fanciulle di buon lignaggio per farne mogli e concubine dei vari principi. Ma nel mucchio che prendiamo in considerazione ci sono alcune “mele marce” che rovineranno i calcoli degli sciovinisti e, aiutate da alcuni principi decisamente migliori di altri, cambieranno in breve tempo le carte in tavola nel paese retrogrado e maschilista. Sì, perché nella maggior parte degli altri paesi, le donne hanno un rapporto di parità, se non addirittura di predominio, rispetto agli uomini. Come accadrà tutto ciò è il succo del drama, che verte principalmente sui rapporti di stretta sorellanza che si sviluppano fra le varie mogli e concubine, distribuite fra i vari principi. Alcune avranno più fortuna di altre, ma la lezione che ricaveremo da questa serie è che, se le donne si alleano invece di farsi la guerra, possono ottenere risultati impensabili. Raramente si sono viste amicizie così solide a palazzo, ed è molto piacevole.

Ammetto di essere approdata a questo show per il protagonista Bai Jing Ting, già amato in Reset e in You are my hero, che interpreta qui il sesto principe, figlio non prediletto, apparentemente malaticcio e senza aspirazioni. Inutile dire che la sua ascesa avrà grande parte nell’economia della storia. Dicevo che ho deciso di guardare New life begins per lui, e non sono rimasta delusa dalla sua interpretazione: il suo viso molto mobile e espressivo è perfetto nei momenti romantici, commovente in quelli tristi, esaltante quando fa valere la sua autorità. Non ha una bellezza patinata e convenzionale e, per il gusto occidentale, è dotato di un paio di orecchie decisamente importanti ma che probabilmente non sono un problema in Cina, visto che sono in molti ad esibire orecchie a sventola e, con la dilagante mania della chirurgia plastica, ci vorrebbe pochissimo a correggerle.

Tian Xi Wei, protagonista femminile già vista in Be my cat, è anche lei interprete di spessore, e ci regala qui diverse scene veramente memorabili. E’ la concubina del sesto principe, vero motore dell’epocale cambiamento che avverrà nel retrogrado regno dove è stata inviata.

Attorno a questa coppia principale se ne aggirano diverse altre, coi loro problemi, le loro interpretazioni di cosa è o dovrebbe essere un rapporto di coppia, le loro relazioni coi potenti dei vari regni.
Le relazioni che si sviluppano fra le varie coppie sono abbondantemente sviscerate e, se certi personaggi sono all’inizio negativi o piuttosto antipatici, diversi intraprenderanno percorsi che li porteranno a crescite significative. Fra i personaggi secondari, è particolarmente azzeccata l’interpretazione di Chang Long, il quinto principe Yin Qi sposato contro la sua volontà con una feroce principessa proveniente dal regno dove comandano le donne. La loro è sostanzialmente la seconda coppia, e l’evoluzione del loro rapporto è molto godibile.

Ma in realtà occorrerebbe citare praticamente ogni attore, e sono una settantina: quasi tutti, fino alle comparse, hanno dato vita ai loro personaggi con vera maestria. Ho avuto qualche riserva sul secondo principe che, a tratti, mi è parso poco convincente, per poi però riscattarsi subito dopo con scene da brivido.

Costumi e ambientazioni sono veramente ben fatti e piacevoli alla vista. Si vede chiaramente che in questo comparto non si è proprio badato a spese! Anche la cinematografia è molto apprezzabile, i colori sono accesi e luminosi e i combattimenti, pur non eccessivamente numerosi, sono ben coreografati. Le musiche fanno tutto il loro dovere nel sottolineare i momenti più dolci o tragici. Ottimo lavoro.

Gli intrighi di palazzo per conservare il titolo di principe ereditario, o appropriarsene, sono abbastanza interessanti ma, in ossequio alla leggerezza di quella che resta pur sempre una commedia, non sono mai troppo feroci o tragici. I cattivi, al dunque, vengono sconfitti senza troppa difficoltà, anche perché, contrariamente all’idea che hanno di sé, non sono particolarmente furbi o intelligenti.

Quello che alla fine viene sconfitto, in una soluzione utopica della questione, è il vero nemico da combattere: il sistema pesantemente patriarcale che soffoca e uccide le donne. Sarebbe bello se fosse vero, ma purtroppo ci si deve accontentare del lieto fine di una commedia molto piacevole.

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Completed
What's Wrong with Secretary Kim
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Jan 16, 2023
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 9.5
Music 8.0
Rewatch Value 8.0

Alcuni aspetti sono stati gestiti male

Il vice presidente di una grossa compagnia a conduzione familiare, perfezionista e viziatissimo narcisista, viene un giorno sorpreso da una notizia sconvolgente: la sua segretaria, che lo serve da nove anni 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ha deciso di dare le dimissioni. Per lui è uno tsunami: cosa passerà mai per la testa della segretaria Kim?

Avrebbe potuto essere uno splendido fuoco d'artificio, invece assomiglia di più a un grosso petardo, luminoso, assordante, ma pur sempre un petardo.
Per carità, è un drama molto simpatico, a tratti anche molto divertente, l'ho visto d'un fiato e l'ho gradito parecchio, ma non posso fare a meno di chiedermi quale capolavoro avrebbe potuto essere se alcuni aspetti fossero stati condotti in maniera migliore.

Tutta la storia del rapimento, dei fratelli e della rapitrice è stata gestita in maniera pedestre. A tratti sembra appiccicata lì per inserire un motivo di conflitto dove altrimenti non ve ne sarebbe uno, e questa parte così volutamente tragica stona parecchio col tono lieve e scanzonato con cui viene affrontato il resto della vicenda, pur avendo questa, comunque, diversi spunti di riflessione.

E' molto carina, per quanto ovviamente poco plausibile, l'interazione fra i vari impiegati dell'ufficio, gli amori che vi sbocciano si prevedono da qualche miglio di distanza, ma senza nulla togliere al divertimento. Al massimo, si può opinare che certe situazioni, ripetute ad libitum, alla fine diventino stucchevoli e noiose. Un paio almeno di episodi di meno avrebbero reso il tutto più fresco e godibile.

Il commento musicale fa il suo dovere e i costumi... beh, a prescindere dalla splendida Park Ming Young, che dell'insieme gonna a tubino-camicetta ha probabilmente fatto una bandiera, gli uomini vestiti in tre pezzi, preferibilmente scuri, sono da leccarsi i baffi.
Park Seo Joon, con la sua figura, sarebbe da palpitazioni anche vestito di sacco. In completo scuro è un attentato alle coronarie di questa povera anziana signora... soprattutto perché recita anche molto bene, in modo credibile e senza strafare. Splendido.
Ma, in realtà, tutti gli attori hanno recitato molto bene, contribuendo non poco al successo del titolo.
Soprattutto, la coppia principale ha una buona chimica e Park Seo Joon bacia da dio, senza dare l'impressione "bacetto a stampo del cortiletto dell'asilo" che tanto spesso dobbiamo subire altrove.

Il fatto che di diversi personaggi si siano seguite crescita e maturazione ha reso il tutto più completo e meno frivolo.

Un titolo che sicuramente consiglio agli amanti delle commedie romantiche, specie se di ambientazione ufficio. Di questo sottogenere, probabilmente è una delle migliori in circolazione.
Non mi ha completamente soddisfatto per le motivazioni che ho spiegato prima, ma rimane comunque un drama da non perdere.

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Business Proposal
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Dec 11, 2022
12 of 12 episodes seen
Completed 0
Overall 8.0
Story 8.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.0
Rewatch Value 7.0
In sunto: una commedia leggerissima e divertente, che procede per cliché, ma ben recitata e con un buon ritmo.

Elaboriamo: Siamo nell’abusato reame della commedia in ambito aziendale, che procede per mezzo di scambi di identità, falsi fidanzamenti che diventano veri e innamoramenti tra persone di diversa estrazione sociale. Le giovani generazioni vorrebbero trovare l’anima gemella in base all’amore, ostacolate da genitori e nonni, che insistono a spedirle ad appuntamenti al buio e cercano di sposare società piuttosto che persone.

Non c’è assolutamente nulla di originale in questa romcom, ma non per questo è un’opera da buttar via, anzi. Se la storia in sé è quanto di più trito e ritrito si possa immaginare, il modo in cui è stata concepita e recitata la rende comunque gradevole, a patto di non cercarvi significati profondissimi. E’ una di quelle opere con inserimento di buffe figurine, suoni divertenti, sottotitoli, e così via: una serie leggera, da guardare per divertimento coi neuroni in stato di placido riposo, magari tra due drama un po’ più impegnativi, per allentare la tensione. Ci sono alcuni momenti veramente spassosi: in uno dei primi episodi ricordo un inseguimento all’interno dei vari piani di un edificio che ha rischiato di mandarmi in crisi respiratoria.
Ma non di solo divertimento si parla: una grande importanza è riservata ai rapporti interpersonali, al valore dell’amicizia, dei legami familiari, della solidarietà fra colleghi.

Però poi, alla fine, si torna sempre al fattore umoristico. E se si ammira l’impegno lavorativo di Shin Ha Ri, votata alla realizzazione di manicaretti da commercializzare sotto forma di piatti istantanei, a maggior ragione si apprezza la compostezza di Cha Sung Hoon, serissimo segretario del protagonista Kang Tae Moo, giovanissimo presidente maniaco del lavoro, nipote del capintesta Kang Da Goo, che non vede l’ora di avere dei nipotini…

Peccato che, nella grande famiglia della Go Food, industria alimentare intorno alla quale gravitano quasi tutti i personaggi, le giovani leve abbiano idee proprie. Così quando il giovane presidente Kang Tae Moo, interpretato da un ottimo Ahn Hyo Seop, viene mandato all’ennesimo appuntamento al buio organizzatogli dal nonno prepotente, stufo di perdere tempo in cose che giudica inutili, decide che sposerà la prima che gli si presenterà davanti. Dovrebbe trattarsi di Jin Young Seo senonché, anch’ella, stufa di questi laccioli, manda al suo posto l’amica Shin Ha Ri, perché mandi tutto all’aria. Il presidente della Go Food non ne vuole sapere di mollare quella che non sa essere una sua impiegata, per quante follie faccia. E da lì cominciano gli spassosissimi guai.

Ripetiamolo ancora: è una commedia, per cui molto spazio è affidato ad attori e caratteristi dalla mimica a volte volutamente esagerata. Allo stesso Lee Deok Hwa, che interpreta il nonno del protagonista, e che nel panorama coreano è praticamente un’istituzione, è affidata una parte piuttosto spassosa. La protagonista, una bravissima Kim Se Jeong, sa farsi apprezzare sia nei momenti drammatici che in quelli comici, dove sfodera smorfie molto divertenti. Ma il protagonista maschile, Ahn Hyo Seop, è sempre misurato, grazie anche al suo personaggio molto riservato che è, poi, quello che compie il maggior percorso di crescita. Il nostro passerà dall’essere un mezzo tiranno narcisista, restio a sprecare cinque minuti, ad un perfetto innamorato, tenero e generoso nei confronti di molti.

La commedia procede ad un ritmo abbastanza sostenuto, subendo solo un po’ di rallentamento negli ultimi due/tre episodi, ma che non va ad inficiare troppo il fattore divertimento. Le musiche sono adatte allo spettacolo, non terribili ma, sinceramente, neanche eccezionali: nella media. Per quanto riguarda i costumi, diciamo che, essendo alcuni personaggi molto ricchi, le donne sono vestite molto bene e gli uomini… beh, alti, mori e con vestito tre pezzi. Detto tutto no?

L’ultimo episodio è, per certi versi, forse un po’ affrettato, e per altri un po’ lento, ma in definitiva tutti i santi finiscono in gloria e si glissa sulla sigla finale con soddisfazione e un sorriso stampato in volto. Cosa chiedere di più?

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