Troppa violenza annacqua la scrittura di questa serie tv
La serie può contare su attori davvero bravissimi, ma purtroppo è dominata da scene di violenza fine a se stessa. Comprendo perfettamente che la trama ruoti attorno a un’unità speciale che combatte corruzione, male, potere e denaro, e riconosco lo sforzo di rappresentare eroi senza macchia e senza paura, pronti a sacrificarsi per proteggere la città e i cittadini.Tuttavia, la violenza è così esagerata e ripetitiva che, arrivata al 13° episodio, non ho resistito e sono passata direttamente alla fine. Troppo sangue, troppo sadismo, troppi cliché in cui i cattivi sembrano privi di speranza, troppo cinismo. Anche se alla fine i buoni vincono, l’esperienza risulta estenuante. Ho finito per usare continuamente il tasto “forward”, perché la violenza esplicitata in modo così intenso mi ha davvero sfinita.
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I protagonisti principali sono il capo revisore Sin Cha Il (Shin Ha Kyung), rigido e integerrimo, e il vicepresidente Jin Goo, complesso e sfaccettato, che evolve da antagonista a figura più empatica. Il loro rapporto sviluppa una bromance intensa, simile a quella vista in serie come Chief Kim e Doctor Prisoner.
Anche i personaggi secondari sono ben delineati: due giovani revisori imparano rispettivamente il valore dell’imparzialità e dell’equilibrio tra lavoro e famiglia. I cattivi hanno un ruolo limitato, oscurati dai protagonisti.
La serie gestisce bene ritmo ed episodi, mantenendo alta la tensione e l’interesse fino alla fine. In conclusione, un drama del 2024 da non perdere, apprezzabile da tutti, indipendentemente dal genere preferito.
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C'è una ragione per cui l'amore si veste bene
La traduzione italiana del titolo giapponese della serie non rende del tutto giustizia al cuore della storia. Forse, un titolo più calzante sarebbe stato: C'è bisogno di un luogo carico di bellezza per trasmettere l'amore e rigenerare le persone, o, ancora meglio, citando le parole evangeliche: “Venite a me voi tutti, affaticati ed oppressi, e io vi rigenererò”.La serie racconta la vita in un luogo speciale: una grande casa accogliente, elegante e a misura di famiglia, gestita da una donna di mezza età, divorziata e benestante. Qui vengono ospitati quattro giovani lavoratori, con l’aggiunta temporanea di una quinta persona. In questa casa, ciascuno trova uno spazio dove rigenerarsi, trovare conforto e ricaricare le energie per affrontare le proprie vite.
Le vicende non sono scandite da colpi di scena, ma da piccoli e intensi momenti di vita quotidiana: sfide personali, tentativi di realizzarsi, la ricerca di significato e il desiderio di creare qualcosa di positivo per sé e per gli altri. Gli attori sono bravi e naturali, senza forzature, e contribuiscono a rendere credibile e toccante ogni relazione.
La fotografia è splendida: cattura la magia di Tokyo, ma anche la quiete dei paesini delle prefetture, la maestosità del Monte Fuji e gli angoli più nascosti della natura giapponese. E poi c’è la cucina, che diventa a sua volta protagonista: uno dei giovani ospiti è un cuoco talentuoso che, con i suoi piatti, conforta e coccola chi lo circonda.
Guardare questa serie è come immergersi in un piccolo mondo di bellezza e calore umano: una storia che regala nostalgia, speranza e la voglia di vivere esperienze simili.
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Medical dramma top!
Medical drama che parte lentamente, con personaggi che usciti dalle aule scolastiche (liceo, università) devono mettere i piedi nella realtà di una professione che richiede autentica passione, talento e spirito di sacrificio e di squadra.All'inizio, ognuno con la sua storia, li vediamo disorientati, svogliati, supponenti e con un loro progetto che deve fare i conti con la realtà.
Poi nello scontro quotidiano con compiti, difficoltà, ingiustizie e bisogno di portare a casa lo stipendio, il loro atteggiamento matura, diventa sempre più consapevole del compito e della responsabilità verso le persone fragili e bisognose del loro aiuto.
Nasce un'amicizia tra loro che li sostiene e non li lascia soli. Ci sono storie interessanti e i dialoghi sono curati e mai banali.
Mi è piaciuto molto, ho dato mezzo punto in meno perché nel richiamarsi a Hospital Playlist, con i principali attori di quel drama come Guest in alcuni episodi, trovo che sia in linea, ma un po' sotto.
Gli attori sono bravissimi, in particolare la Han Ye Ji che ha un viso espressivo e simpaticissimo, mentre fa la numero uno del gruppo.
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Trasposizione di un romanzo: Benvenuti alla libreria Goodnight!
Ambientata in un pittoresco villaggio di montagna in Corea del Sud, la serie segue le vicende di una giovane illustratrice e insegnante d’arte che va a vivere con la zia, scrittrice, in una villetta piena di ricordi. Qui trova rifugio nella libreria di un ex compagno di scuola, che diventerà la sua seconda casa.La libreria è il cuore della storia: grazie alla creazione di un “gruppo lettura”, i personaggi di età e interessi diversi si ritrovano, condividono libri, tisane e momenti di vita. La narrazione, delicata e riflessiva, mette in luce la bellezza delle relazioni umane e l’importanza di ascoltare le storie altrui. Il paesaggio innevato e l’atmosfera intima rendono la serie un piccolo gioiello visivo.
La storia d’amore è tenera e appassionante, nonostante ostacoli e vecchi nodi da sciogliere, ma la serie tende a concentrarsi eccessivamente sulla relazione tra i due protagonisti, risultando a tratti lenta e un po’ monotona. Un piccolo ostacolo per chi cerca il ritmo coinvolgente del romanzo, che riesce a catturare maggiormente l’attenzione grazie alla ricchezza dei personaggi e dei loro intrecci.
Unica difficoltà per gli spettatori italiani: i nomi coreani, che possono sembrare simili e confondere.
In sintesi, “Benvenuti alla libreria Goodnight” è una serie dolce e contemplativa, ideale per chi ama sognare e lasciarsi avvolgere dalle piccole magie della vita quotidiana, pur consigliando ai lettori del romanzo di non aspettarsi la stessa intensità narrativa.
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Fiabesco amore invincibile
Visto due volte.La prima volta ho messo 8 come valutazione, probabilmente perché il carattere della protagonista principale mi era sembrato troppo assurdo, nella sua bontà e positività bambinesca.
Nel riguardarlo ho apprezzato il lento svolgersi di caratteri e crescita dei protagonisti di questa bellissima fiaba che ha al centro l'amore invincibile e inesorabile tra un uomo e una donna.
Mi è piaciuto il parallelo con l'amore raccontato dal Signor Kim: un amore che nasce da una folgorante attrazione e che poi resta sepolto per anni, per poi rinascere e non finire mai più.
E' vero che gli sceneggiatori ogni tanto scrivono di cose che non esistono: non esiste che venga comunicata la morte di una persona che è ancora in vita, e non esiste che un ragazzo ammalato seriamente non desideri circondarsi e condividere il suo male con la persona per lui più importante, quindi la storia a tratti fa veramente perdere la pazienza, ma il filo conduttore è la positività di rapporti umani, fatti di condivisione della fatica del vivere, di amici che si sostengono, di genitori in lotta per il bene dei figli ... alla fine è una serie romantica e positiva e mi è piaciuto riguardarla.
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Non mi ha convinto
Storia lentissima e abbastanza superficiale/melensa su dinamiche familiari in crisi e rimedi per poter sopravvivere a solitudine, sensi di colpa, errori propri e/o di altri. Non mi ha convinto né la storia, né il ritmo, né la protagonista principale che ha sempre e solo la stessa espressione di donnina infilzata ... l'ho guardata fino in fondo perché (per fortuna) dura poco, ma non la riguarderei.Was this review helpful to you?
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Son Ye Jin, bravissima e simpatica al punto da sembrare bella. Lee Min Ho, bello-quasi-finto ... in una commedia sulla professione di architetto ed interior designer.Commediola piacevole e guardabile, grazie alla presenza dei due interpreti principali di cui sopra e anche dai comprimari.
La figura chiave che spiana la strada al talentuoso e sfortunato architetto è un direttore gay che, inizialmente ingannato dal protagonista, si avvicina a lui e poi, chiarito il misunderstanding, lo aiuta e lo sostiene con consigli e con la sua influenza sulla commissione che dovrà scegliere a chi dare un'importante commessa.
La sceneggiatura è grossolana nel descrivere i protagonisti della storia. Insiste molto sulla incomunicabilità tra i protagonisti e sinceramente esagera nel creare situazioni nelle quali, con poco, le persone normalmente si spiegano e capiscono.
Comunque non è inguardabile, anzi, soprattutto è bello l'interno di una casa tipica coreana rifatta da un architetto contemporaneo.
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Il risultato è un senso di sconforto profondo, amplificato dalla potenza degli interpreti, che rimangono l’unico vero punto luminoso in questa narrazione cupa.
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Imperdibile!
Il cast è di altissimo livello: protagonisti, attori di supporto e comprimari meritano tutti 10 stelle! Straordinario è Song Joong Ki nel ruolo del nipote, e memorabile l’interpretazione del nonno da parte di Lee Sung Min.La sceneggiatura, finalmente ben strutturata, mostra evidenti influenze di due grandi capolavori della letteratura: I fratelli Karamazov di Dostoevskij e Macbeth di Shakespeare, reinterpretati e trasposti in un racconto storico contemporaneo che attraversa la Corea del Sud dagli anni ’70 al 2020.
La storia è solida e ricca di colpi di scena. Vengono esplorate le dinamiche di una famiglia imprenditoriale estremamente ricca, il cui fondatore, partito da zero, ha costruito un impero destinato ai figli. Peccato che questa ricchezza immensa non soddisfi i desideri del cuore dei suoi beneficiari, diventando invece fonte di conflitti e divisioni.
In contrasto, vengono messe in luce le difficoltà delle persone comuni, umili, schiacciate dalle crisi economiche e dalle ingiustizie politiche e finanziarie. Una dicotomia potente: i ricchi, con il cuore divorato dall’avidità, piangono… mentre i poveri lottano per sopravvivere.
Il risultato è un ritratto cupo ma realistico della società sudcoreana, che cattura dall’inizio alla fine. Una serie da vedere assolutamente.
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Inno all'Amicizia
Riguardando questo kdrama, la figura centrale, quella che spicca in mezzo a tutte le dinamiche di lotta per il potere, per il denaro, per la conquista del cuore di una donna, è senz'altro quella dell'amico del Re. Che è un vero amico, un vero eroe, che ama il destino dei suoi amici (il Re e la sua donna) fino al sacrificio della sua vita e del suo istinto.Mi è piaciuto moltissimo, è un personaggio ben scritto. L'attore che lo impersona è bello, un po' statico, ma forse è il ruolo che lo ha ingessato un po'.
In ogni caso attori principali, secondari, musica, fotografia, costumi sono di eccellente livello.
Mi è piaciuto riguardarla e la consiglio.
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Poong, the Joseon Psychiatrist Season 2
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In questo caso, confermo che la serie è gradevole alla prima visione, molto gradevole, (l'avevo quotata 10) alla seconda visione se ne evidenziano le lungaggini, le ingenuità nel raccontare una storia d'amore tra i due protagonisti, che sembrano due pre-adolescenti (in senso positivo) piuttosto che due medici adulti e di alto spessore professionale.
E molte scene tirate in lungo in modo eccessivo ... forse conveniva tagliare via scene non necessarie e compattare in 16 episodi le 2 due stagioni.
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Nel rewatch
ho abbassato a 9 la mia valutazione.Durante la dinastia Joseon (1392-1910), Yoo Se Poong (Kim Min Jae) è un giovane medico di talento che esercita presso il palazzo reale. Ma quando viene coinvolto in una cospirazione che minaccia la vita dei membri della famiglia reale, viene cacciato da corte. Alla fine si ritrova in mezzo alla comunità di un villaggio remoto: un'enorme caduta in disgrazia per un uomo che una volta aveva ricoperto un ruolo così prestigioso.
Da qui parte la sua avventura di giovane che, colpito da sventure e cospirazioni esterne a lui, dubita di sé e, per capire chi è e che valore ha, aiutato da una strana comunità, cappeggiata da un ex-medico di corte, riuscirà a riprendere in mano la sua vita ed essere utile al piccolo borgo nel quale è finito e poi al Re, suo debole amico.
La storia è interessante e ci sono bei personaggi, ma nel rivederlo, mi sono resa conto che i dialoghi e le scene sono un po' "sbrodolati", abbastanza scontati e che la figura di questo giovane medico è un pochino statica ... dubita nell'azione anche quando i segnali della realtà sono abbastanza chiari.
Comunque è una bella serie, merita di essere vista ... non finisce al 12esimo episodio, ma va collegata agli altri 10 episodi della seconda stagione.
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