
Trasposizione di un romanzo: Benvenuti alla libreria Goodnight!
Siamo in montagna, in un villaggio della Corea del Sud, dove arriva una giovane illustratrice e insegnante di arte, per vivere con la zia (scrittrice) in una villetta di famiglia piena di ricordi. Troverà rifugio nella libreria gestita da un compagno di scuola, e diventerà la sua seconda casa: gli dà una mano a gestirla creando un “gruppo lettura” in cui l’obiettivo – come per ogni club – è stare insieme e fare amicizia prendendo una tisana e parlando di un libro. Come nelle fiabe questo diventa un gruppo di veri amici, di età e interessi diversificati, che si aiutano l’un l’altro nel corso del romanzo. Unico neo: i nomi coreani, che a noi sembrano tutti uguali...Tenera e bellissima la storia d’amore, malgrado gli ostacoli e i vecchi nodi da sciogliere. La libreria diventa anche la nostra, con quel meraviglioso panorama sulle cime innevate, i legami tra i frequentatori, così generosi e riflessivi. Ciascuno desidera ascoltare le storie degli altri e condividere la propria. Un collage di frammenti di vita, con dettagli incantevoli e delicati. Per adulti che abbiano desiderio di sognare.
Il romanzo è più coinvolgente della serie tv, che è molto lenta e molto centrata sulla relazione tra i due amanti ... un po' noiosino
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Fiabesco amore invincibile
Visto due volte.La prima volta ho messo 8 come valutazione, probabilmente perché il carattere della protagonista principale mi era sembrato troppo assurdo, nella sua bontà e positività bambinesca.
Nel riguardarlo ho apprezzato il lento svolgersi di caratteri e crescita dei protagonisti di questa bellissima fiaba che ha al centro l'amore invincibile e inesorabile tra un uomo e una donna.
Mi è piaciuto il parallelo con l'amore raccontato dal Signor Kim: un amore che nasce da una folgorante attrazione e che poi resta sepolto per anni, per poi rinascere e non finire mai più.
E' vero che gli sceneggiatori ogni tanto scrivono di cose che non esistono: non esiste che venga comunicata la morte di una persona che è ancora in vita, e non esiste che un ragazzo ammalato seriamente non desideri circondarsi e condividere il suo male con la persona per lui più importante, quindi la storia a tratti fa veramente perdere la pazienza, ma il filo conduttore è la positività di rapporti umani, fatti di condivisione della fatica del vivere, di amici che si sostengono, di genitori in lotta per il bene dei figli ... alla fine è una serie romantica e positiva e mi è piaciuto riguardarla.
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Non mi ha convinto
Storia lentissima e abbastanza superficiale/melensa su dinamiche familiari in crisi e rimedi per poter sopravvivere a solitudine, sensi di colpa, errori propri e/o di altri. Non mi ha convinto né la storia, né il ritmo, né la protagonista principale che ha sempre e solo la stessa espressione di donnina infilzata ... l'ho guardata fino in fondo perché (per fortuna) dura poco, ma non la riguarderei.Was this review helpful to you?

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Son Ye Jin, bravissima e simpatica al punto da sembrare bella. Lee Min Ho, bello-quasi-finto ... in una commedia sulla professione di architetto ed interior designer.Commediola piacevole e guardabile, grazie alla presenza dei due interpreti principali di cui sopra e anche dai comprimari.
La figura chiave che spiana la strada al talentuoso e sfortunato architetto è un direttore gay che, inizialmente ingannato dal protagonista, si avvicina a lui e poi, chiarito il misunderstanding, lo aiuta e lo sostiene con consigli e con la sua influenza sulla commissione che dovrà scegliere a chi dare un'importante commessa.
La sceneggiatura è grossolana nel descrivere i protagonisti della storia. Insiste molto sulla incomunicabilità tra i protagonisti e sinceramente esagera nel creare situazioni nelle quali, con poco, le persone normalmente si spiegano e capiscono.
Comunque non è inguardabile, anzi, soprattutto è bello l'interno di una casa tipica coreana rifatta da un architetto contemporaneo.
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Quindi racconto di giovani senza un ideale per cui valga la pena di impegnarsi e adulti incapaci di generare, di essere padri o madri per questi ragazzi.
Ne ricavo un senso di sconforto, anche se gli attori sono davvero meravigliosi.
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Marketing di alto livello per il Fashion e il Design di prodotti e di interni
La trama, le ambientazioni splendide tra le spiagge della California, le architetture di ville avveniristiche e di interni contemporanei di alto livello a Seoul, la musica, gli attori tutti bellissimi e bravi (inclusi quelli di supporto o con ruoli marginali, tutti sono centratissimi), tutto concorre a catturarti e incollarti allo schermo per vedere e rivedere ancora questa serie di 20 episodi.I 3 attori principali sono 3 modelli prestati al cinema: Lee Min Ho - Kim Woo Bin - Choi Jin Hyuk, bravi, ma soprattutto belli e dannati. Durante i 20 episodi gli abiti, i capispalla e i maglioni o i completi o qualunque straccio indossino sono esaltati al massimo. Sembra di essere alla Milano Fashion Week Uomo. Una gioia per gli occhi e soprattutto un'iniziativa marketing di tutto riguardo.
Accanto a loro attrici carismatiche, la prima in assoluto è Kim Mi Kyung, la madre muta della protagonista, che recita con lo sguardo e la postura. Poi Park Shin Hye, la giovane "cenerentola" contesa dai 2 "eredi" degli imperi commerciali delle rispettive famiglie, anche lei molto centrata nel suo ruolo.
Infine i padri-imperatori che tengono in pugno i loro figli finalizzati a mantenere ed accrescere i loro imperi economici, con metodi che, per chi ha letto i "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, ricalcano la figura del Principe-Padre della Monaca di Monza. Quindi, quel pezzo di Corea Capitalista e contemporanea, ricalca le dinamiche dei Potenti dell'Italia del 1600 ...
La sceneggiatura è ben scritta e la serie, anche rivista una seconda volta, è apprezzabilissima.
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Imperdibile!
Il cast è di altissimo livello: sia gli attori protagonisti, sia quelli di supporto che i secondari, sono tutti da 10 stelle!! Fantastico è Song Joong Ki, che interpreta il nipote, e il nonno con l'interpretazione che ne dà Lee Sung Min.Nella sceneggiatura, finalmente ben scritta, ho sentito l'influsso di 2 grandi capolavori della letteratura: i fratelli Karamazov di Dostoevskij e il Macbeth di Shakespeare, rivisti e corretti per una racconto storico contemporaneo, nella Corea del Sud dagli anni 1970 al 2020.
La storia è ben costruita e con tanti colpi di scena.
Vengono messe in evidenza le dinamiche di una famiglia imprenditoriale ricchissima, il cui fondatore, partito da zero, ha costruito un impero per sé e per i figli.
Peccato che questa ricchezza immensa non plachi il desiderio del cuore dei suoi beneficiari, ma sia invece motivo di guerra e divisione tra tutti.
In contrasto vengono descritte le difficoltà delle persone normali, umili, che non riescono a far fronte alle crisi economiche del Paese, che sono continuamente schiacciate ed umiliate dalla politica e dalla finanza.
Quindi: i ricchi, con il cuore divorato dall'avidità, piangono .... e i poveri cercano di sopravvivere.
Un'immagine cupa della Corea e dei suoi abitanti. Da vedere fino in fondo. Imperdibile
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Storia di redenzione e rinascita
Bellissimo fantasy, recitato da attori carismatici, con una fotografia curatissima.La storia intriga fino alla fine, ma è un po' strana, forse è capibile meglio dagli orientali, legata forse alla loro mitologia e al loro sentimento religioso.
In ogni caso l'ho guardata fino in fondo e poi l'ho rivista una seconda volta.
Attraverso una narrazione mitologica (Goblin, Cupi mietitori, reincarnazione fino a 4 volte ...) vengono rappresentate: vita e destino, colpa ed espiazione, amore, amicizia, fratellanza, male e dannazione, tutto alla fine salvato da un progetto divino difficilmente capibile all'inizio.
I due attori principali sono straordinariamente belli, credo che siano la coppia meglio riuscita di quasi tutti i kdrama che ho visto finora. Esprimono struggentemente il concetto di amore eterno ed indissolubile.
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Dramma fastidioso
Droppato alla prima visione, mi sono messa d'impegno a riguardarlo, dato che l'attrice principale l'ho molto apprezzata in Goblin.Non è un brutto drama, si può anche guardarlo, ma è fastidioso.
Il fastidio è dato non solo dall'estetica della protagonista che, giustamente, è chiamata da un personaggio "pelo di cane", sia per come tiene i capelli (tagliati male e dipinti di rosso), sia il modo di vestire da "ho raschiato il look dal fondo dei vestiti distribuiti dalla croce rossa".
A me ha dato fastidio la storia del suo personaggio, com'è descritta.
Se è intelligente, come si capisce dal fatto che, poverissima, studia all'università grazie a borse di studio, poi si comporta sempre come una mentecatta, afflitta da buonismo ottuso e inconsistente.
E' proprio lei, che dovrebbe sostenere la commedia, a respingere i miei tentativi di guardare tutto fino in fondo.
Nella parte finale, la storia d'amore, che poteva essere il fulcro e la possibilità di raccontare un percorso positivo, svapora nel nulla ... rimane in sospeso ... che grandissima rottura di scatole ... vuoto pneumatico da parte degli sceneggiatori.
Quindi, anche alla seconda visione si conferma, per me, un giudizio insufficiente.
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Inno all'Amicizia
Riguardando questo kdrama, la figura centrale, quella che spicca in mezzo a tutte le dinamiche di lotta per il potere, per il denaro, per la conquista del cuore di una donna, è senz'altro quella dell'amico del Re. Che è un vero amico, un vero eroe, che ama il destino dei suoi amici (il Re e la sua donna) fino al sacrificio della sua vita e del suo istinto.Mi è piaciuto moltissimo, è un personaggio ben scritto. L'attore che lo impersona è bello, un po' statico, ma forse è il ruolo che lo ha ingessato un po'.
In ogni caso attori principali, secondari, musica, fotografia, costumi sono di eccellente livello.
Mi è piaciuto riguardarla e la consiglio.
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Poong, the Joseon Psychiatrist Season 2
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In questo caso, confermo che la serie è gradevole alla prima visione, molto gradevole, (l'avevo quotata 10) alla seconda visione se ne evidenziano le lungaggini, le ingenuità nel raccontare una storia d'amore tra i due protagonisti, che sembrano due pre-adolescenti (in senso positivo) piuttosto che due medici adulti e di alto spessore professionale.
E molte scene tirate in lungo in modo eccessivo ... forse conveniva tagliare via scene non necessarie e compattare in 16 episodi le 2 due stagioni.
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Nel rewatch
ho abbassato a 9 la mia valutazione.Durante la dinastia Joseon (1392-1910), Yoo Se Poong (Kim Min Jae) è un giovane medico di talento che esercita presso il palazzo reale. Ma quando viene coinvolto in una cospirazione che minaccia la vita dei membri della famiglia reale, viene cacciato da corte. Alla fine si ritrova in mezzo alla comunità di un villaggio remoto: un'enorme caduta in disgrazia per un uomo che una volta aveva ricoperto un ruolo così prestigioso.
Da qui parte la sua avventura di giovane che, colpito da sventure e cospirazioni esterne a lui, dubita di sé e, per capire chi è e che valore ha, aiutato da una strana comunità, cappeggiata da un ex-medico di corte, riuscirà a riprendere in mano la sua vita ed essere utile al piccolo borgo nel quale è finito e poi al Re, suo debole amico.
La storia è interessante e ci sono bei personaggi, ma nel rivederlo, mi sono resa conto che i dialoghi e le scene sono un po' "sbrodolati", abbastanza scontati e che la figura di questo giovane medico è un pochino statica ... dubita nell'azione anche quando i segnali della realtà sono abbastanza chiari.
Comunque è una bella serie, merita di essere vista ... non finisce al 12esimo episodio, ma va collegata agli altri 10 episodi della seconda stagione.
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Bellissima serie
All'inizio non mi stava convincendo per la lunghissima interruzione con un flash back che non finiva più.Poi invece mi è piaciuta moltissimo. Storia ben raccontata, attori bravi e convincenti. Trama interessante, parla del condizionamento della società da parte dei media e della lotta tra chi detiene potere e finanza e chi ha una coscienza e non vuole rinunciarne. Ben raccontata anche la relazione tra madre in carriera (che ha perso la sua anima per tenere un ruolo prestigioso e la figlia abbandonata insieme al padre perché peso per la sua corsa) e la figlia che nel tempo, senza mai rinunciare alla sua anima, la salva dalla deriva e la riporta a sé stessa.
Bellissima anche la figura del vecchio, padre adottivo per protagonista, che lo accoglie, lo conforta e gli dà gratuitamente una casa e una famiglia dentro la quale ricostruirsi.
I giovani qui sono messi in luce come protagonisti della rinascita morale dei propri genitori, a prezzo di sacrificio personale, lacrime e sangue.
Da rivedere!
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