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Son Ye Jin, bravissima e simpatica al punto da sembrare bella. Lee Min Ho, bello-quasi-finto ... in una commedia sulla professione di architetto ed interior designer.Commediola piacevole e guardabile, grazie alla presenza dei due interpreti principali di cui sopra e anche dai comprimari.
La figura chiave che spiana la strada al talentuoso e sfortunato architetto è un direttore gay che, inizialmente ingannato dal protagonista, si avvicina a lui e poi, chiarito il misunderstanding, lo aiuta e lo sostiene con consigli e con la sua influenza sulla commissione che dovrà scegliere a chi dare un'importante commessa.
La sceneggiatura è grossolana nel descrivere i protagonisti della storia. Insiste molto sulla incomunicabilità tra i protagonisti e sinceramente esagera nel creare situazioni nelle quali, con poco, le persone normalmente si spiegano e capiscono.
Comunque non è inguardabile, anzi, soprattutto è bello l'interno di una casa tipica coreana rifatta da un architetto contemporaneo.
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Quindi racconto di giovani senza un ideale per cui valga la pena di impegnarsi e adulti incapaci di generare, di essere padri o madri per questi ragazzi.
Ne ricavo un senso di sconforto, anche se gli attori sono davvero meravigliosi.
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Imperdibile!
Il cast è di altissimo livello: sia gli attori protagonisti, sia quelli di supporto che i secondari, sono tutti da 10 stelle!! Fantastico è Song Joong Ki, che interpreta il nipote, e il nonno con l'interpretazione che ne dà Lee Sung Min.Nella sceneggiatura, finalmente ben scritta, ho sentito l'influsso di 2 grandi capolavori della letteratura: i fratelli Karamazov di Dostoevskij e il Macbeth di Shakespeare, rivisti e corretti per una racconto storico contemporaneo, nella Corea del Sud dagli anni 1970 al 2020.
La storia è ben costruita e con tanti colpi di scena.
Vengono messe in evidenza le dinamiche di una famiglia imprenditoriale ricchissima, il cui fondatore, partito da zero, ha costruito un impero per sé e per i figli.
Peccato che questa ricchezza immensa non plachi il desiderio del cuore dei suoi beneficiari, ma sia invece motivo di guerra e divisione tra tutti.
In contrasto vengono descritte le difficoltà delle persone normali, umili, che non riescono a far fronte alle crisi economiche del Paese, che sono continuamente schiacciate ed umiliate dalla politica e dalla finanza.
Quindi: i ricchi, con il cuore divorato dall'avidità, piangono .... e i poveri cercano di sopravvivere.
Un'immagine cupa della Corea e dei suoi abitanti. Da vedere fino in fondo. Imperdibile
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Inno all'Amicizia
Riguardando questo kdrama, la figura centrale, quella che spicca in mezzo a tutte le dinamiche di lotta per il potere, per il denaro, per la conquista del cuore di una donna, è senz'altro quella dell'amico del Re. Che è un vero amico, un vero eroe, che ama il destino dei suoi amici (il Re e la sua donna) fino al sacrificio della sua vita e del suo istinto.Mi è piaciuto moltissimo, è un personaggio ben scritto. L'attore che lo impersona è bello, un po' statico, ma forse è il ruolo che lo ha ingessato un po'.
In ogni caso attori principali, secondari, musica, fotografia, costumi sono di eccellente livello.
Mi è piaciuto riguardarla e la consiglio.
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Poong, the Joseon Psychiatrist Season 2
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In questo caso, confermo che la serie è gradevole alla prima visione, molto gradevole, (l'avevo quotata 10) alla seconda visione se ne evidenziano le lungaggini, le ingenuità nel raccontare una storia d'amore tra i due protagonisti, che sembrano due pre-adolescenti (in senso positivo) piuttosto che due medici adulti e di alto spessore professionale.
E molte scene tirate in lungo in modo eccessivo ... forse conveniva tagliare via scene non necessarie e compattare in 16 episodi le 2 due stagioni.
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Nel rewatch
ho abbassato a 9 la mia valutazione.Durante la dinastia Joseon (1392-1910), Yoo Se Poong (Kim Min Jae) è un giovane medico di talento che esercita presso il palazzo reale. Ma quando viene coinvolto in una cospirazione che minaccia la vita dei membri della famiglia reale, viene cacciato da corte. Alla fine si ritrova in mezzo alla comunità di un villaggio remoto: un'enorme caduta in disgrazia per un uomo che una volta aveva ricoperto un ruolo così prestigioso.
Da qui parte la sua avventura di giovane che, colpito da sventure e cospirazioni esterne a lui, dubita di sé e, per capire chi è e che valore ha, aiutato da una strana comunità, cappeggiata da un ex-medico di corte, riuscirà a riprendere in mano la sua vita ed essere utile al piccolo borgo nel quale è finito e poi al Re, suo debole amico.
La storia è interessante e ci sono bei personaggi, ma nel rivederlo, mi sono resa conto che i dialoghi e le scene sono un po' "sbrodolati", abbastanza scontati e che la figura di questo giovane medico è un pochino statica ... dubita nell'azione anche quando i segnali della realtà sono abbastanza chiari.
Comunque è una bella serie, merita di essere vista ... non finisce al 12esimo episodio, ma va collegata agli altri 10 episodi della seconda stagione.
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Vista 2 volte, la seconda mi è piaciuta ancora di più.
Anche se il finale poteva essere scritto meglio, ma non voglio spoilerare troppo ... ma questa fantastica nonna, Regina Madre, che per 20 anni veglia sul nipote per difenderlo contro malvagità e crudeltà della Corte, punta su di lui per incoronarlo re e alla fine ... non dico come finisce, ma ha una sua giustezza.Drama divertente, positivo, che si appoggia moltissimo, soprattutto all'inizio, alle vicende personali dei due personaggi centrali: Hae Ryung e il principe Dowon. Hae Ryung è una donna di 26 anni, zitellissima, abituata a fare come vuole perché il fratello le permette qualsiasi cosa, si guadagna qualche spicciolo per ammazzare la noia leggendo alle nobili romanzi d'amore.
Essendo una donna colta, Hae Ryung schifa potentemente i romanzi d'amore, anche se vendono tantissime copie e sono il genere più richiesto. L'autore più famoso del momento è Maehwa, un misterioso scrittore amatissimo dal pubblico, dietro al quale si nasconde Dowon. Dowon è l'esempio lampante del principe annoiato, vive recluso e isolato dalla corte, ha solo l'eunuco e le due dame di corte con cui parlare e non sa niente di niente del mondo, solo quello che legge nei romanzi.
Nel corso degli episodi, si dipana una storia che racconta dell'impatto del Cristianesimo nel Joseon Confuciano, che dà il pretesto a nobili e persone avide di potere di giustificare un colpo di stato con uccisione di innocenti e di menti eccellenti che ispirandosi al Cristianesimo stavano rivedendo un sistema di caste, chiuso e asfittico.
Molto bello. Lo rivedrò più in là ancora.
E' ben recitato, i costumi e la fotografia sono bellissimi.
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Cucina Giapponese e matematica da sballati ...
La storia descrive il percorso di un giovane matematico, diciannovenne, confuso, con tendenze alla Icaro, che disilluso dall'evidenza che lui, per quanto geniale, ha davanti a sé persone ancora più geni di lui, decide di gettare alle ortiche la sua intelligenza matematica e cercare una meta che lo ponga più in alto di tutti.Incontra un genio della cucina giapponese che lo coinvolge a diventare chef del suo pluripremiato ristorante con tante stelle Michelin.
Sfidato, mette in gioco la sua forma mentis matematica con le alchimie della cucina di alto livello, diventando in breve un unicum. Ma quando raggiunge, o pensa di aver raggiunto la sua meta, come Icaro, vicino al sole, le sue ali di cera si sciolgono e cade in picchiata sulla nuda realtà della terra, perdendo tutto: ristorante, cuochi, amici, mentore ecc ... è solo (e sfigatello) ... ma nella ripartenza ecco che si palesa il suo vero punto di forza: il PADRE con la P maiuscola che (al nono episodio) gli ridice chi è e per che cosa vale la pena di mettersi in gioco.
Quindi va a recuperare quanto ha perduto, incluso il suo mentore che, a differenza di lui, un padre non ce l'ha, ha un surrogato, algido, altissimo, inarrivabile che però lo ha quasi fatto fuori con le sue menate sulla cucina ... alla fine ricompone i pezzi che aveva fatto fuori, impara dalla realtà che ci sono cose che vengono prima della propria superbia.
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Storia d'amore contorta ...
e lentissima.Alquanto lenta, criptica, inutilmente complicata da una incapacità di comunicare tra i personaggi ma ... il sesso viene prima di tutto, anche se, evidentemente; non basta se prima non c'è la fiducia nell'altro, che sia capace di capire e accogliere il tuo io tutto intero.
Ma mi domando: ma davvero i giovani oggi, sono così istintivi, fragili e paurosi?
L'attore Yokohama Ryusei è finalmente un bell'attore. Finora nelle serie giapponesi gli attori sono tutti un po' bruttini o insignificanti, lui è davvero bello e fascinoso.
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E' la continuazione di "L'età della giovinezza"
La partenza è subito divertente e brillante, a metà tra un film comico e un film horror ...I personaggi sono gli stessi della prima stagione, cambia l'attrice che impersona la matricola, ragazzotta timida e impacciata ma sicuramente più interessante della sua evoluzione in una ragazza magrissima, sofisticata e troppo tormentata, entra in scena una nuova coinquilina che non capisci (all'inizio) se è una ragazza o un ragazzo ...
C'è un fil-rouge di una strana lettera che intriga e porta a un finale inatteso.
C'è il racconto di un idol fallito, di famiglie che non colgono il bisogno dei figli, di compagni di strada che si fanno vicini ai bisogni di questi ventenni e ne sostengono il cammino.
Mi è piaciuto veramente molto.
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Racconta la vita di alcuni ventenni universitari, alle prime armi con lavori di vario genere per mantenersi autonomamente, e coinvolti nelle prime esperienze sentimentali.
All'inizio ha una partenza lenta, i primi 2 episodi sono un po' noiosetti, ma via via che procede e che i personaggi si svelano, diventa coinvolgente, divertente e anche interessante.
I temi trattati sono molteplici (famiglia, amore, difficoltà economiche, eutanasia, amori tossici) su tutti regna la consapevolezza che i vent'anni sono un passaggio bello e doloroso insieme, emergono i nodi di difficoltà familiari e personali, di attese non realizzate, di grandi difficoltà ad entrare nella nuova dimensione di adulti.
La differenza la fa l'amicizia (vera) e la fraternità che si crea tra persone molto diverse tra di loro, che vivendo in condivisione un appartamento, scoprono la ricchezza di comprendersi, perdonarsi e sostenersi a vicenda.
Inizialmente propendevo per un 10, ma vista la confusione sul tema dell'eutanasia, preferisco dare 9.
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Il pregio è far vedere come la storia, seppure imperfetta, di un giovane uomo e una giovane donna da cui parte la famiglia, è come una sorta di incontro di box ... per quante volte tu finisca a tappeto ... per quanti errori tu, o gli altri, abbiate commesso, la forza del bene desiderato per l'altro è capace di farti rialzare sempre.
Di ridarti vita e speranza, calore e protezione.
Avrei dato 10 se non fosse che la sceneggiatura a tratti è incongruente o evidenzia limiti legati alle radici culturali della Corea, quindi perde l'universalità del capolavoro letterario che parla al cuore dell'uomo, sia esso europeo o asiatico o africano.
Inoltre l'espediente di riprendere in toto parti di film già viste, mi infastidisce.
Comunque ne consiglio la visione.
E' un gioiellino
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Bella fiaba, ben raccontata
Questa serie l'ho apprezzata di più riguardandola.E' una storia ben raccontata e, come in tutte le fiabe popolari, il male è vinto dal bene.
Tutto è realizzato per far emergere il bello e il bene, dalla fotografia, al montaggio, costumi, attori bravi e centrati sia i principali che i secondari e le comparse.
E' veramente un film costruito bene. Delizioso da guardare e senza sbavature nel caso di un rewatch.
Gli attori mi sono piaciuti tutti, tra i secondari tutti sono apprezzabili, la protagonista è stata ben scelta perché è brava sia nelle parti comiche che in quelle sentimentali e drammatiche, non eccede, non gigioneggia, fa davvero bene la sua parte.
Come tutte le fiabe e le storie ben raccontate, trasmette valori quali l'amore coniugale, l'amicizia, la famiglia, l'amore per i bambini, per le persone che dipendono da chi detiene il potere.
Nel riguardarla ho aumentato il punteggio.
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