Drama avvincete
e con un ritmo molto serrato che tiene tesi e svegli fino alla fine.Impeccabile interpretazione dell'attrice che rappresenta il principale personaggio femminile, ma buoni anche tutti gli altri attori.
Nella parte finale, là dove la sceneggiatura deve sciogliere tutti i nodi, io mi sono un po' persa ... non ho capito bene alcuni personaggi che cosa hanno veramente fatto o subito dall'inizio alla fine, né perché il personaggio principale maschile, si sia attribuito un'identità diversa dalla sua e che legami familiari avesse con la "nonnina" che lo cura e lo chiama Simba ...
Magari più avanti lo riguarderò, comunque l'ho visto volentieri e senza noia.
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Il risultato è che mi sono divertita a guardare questo kdrama fino alla fine.
Ma ho dovuto prendere atto del fatto che gli autori abbiano chiamato in causa la mafia senza avere la minima idea di che cosa stessero parlando.
L’immaginario di riferimento è più che altro il film Il padrino. La mafia è evocata come un’entità tra il mitologico e il fiabesco. Il consigliere mafioso protagonista è un uomo intelligente, affascinante, divertente, che da un lato persegue i suoi interessi, anche spargendo sangue a volontà; ma dall’altro, chissà come, riesce a conservare intatto il suo buon cuore e il suo senso di giustizia. Il risultato è surreale.
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Davide contro Golia
Faccio un copia-incolla di una recensione che ho trovato in web e che mi corrisponde (*)."One Dollar Lawyer si distingue per il suo approccio unico al genere legale, offrendo un intrattenimento talvolta comico talvolta profondo su temi di giustizia e moralità.
Il protagonista della serie è Cheon Ji-hoon, un avvocato brillante e un po’ eccentrico noto per la sua tariffa simbolica di un solo dollaro per caso. Nonostante l’onorario, Ji-hoon è incredibilmente competente, e usa la sua intelligenza brillante e le sue abilità legali per vincere casi che altri avvocati considerano impossibili.
Nonostante la sua apparenza frivola e il suo atteggiamento non convenzionale, Ji-hoon è profondamente motivato da un forte senso di giustizia e dalla volontà di aiutare coloro che sono in difficoltà.
One Dollar Lawyer si distingue anche per il suo cast di supporto, tra cui colleghi, rivali e clienti – ognuno dei quali aggiunge profondità e colore alla narrazione. I casi legali presentati variano da quelli leggeri e umoristici a quelli più seri e complessi, offrendo uno sguardo ampio sul sistema legale e le sue imperfezioni.
Ammetto di aver molto amato questo drama, che a mio avviso si adatta perfettamente alla personalità istrionica di Nam Goong Min che riesce a bilanciare perfettamente umorismo e gravità, rendendo il suo personaggio sia divertente sia profondamente umano. La sua abilità nell’interpretare un uomo tanto complesso e stratificato è uno dei punti di forza della serie."
(*) https://www.valentinacalzia.it/namkoong-min-i-suoi-drama-migliori/
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Non è un capolavoro
Ma, sostenuto dalla indubbia bravura di Nam Goong Min (che personalmente preferisco in altri ruoli) è un drama godibile che con umorismo racconta di storie d'amore, di seconde possibilità.E' una commedia romantica che alterna personaggi alla ricerca dell'anima gemella, con garbo, umorismo e sensibilità.
Non mi ha troppo convinto l'attrice protagonista che, soprattutto all'inizio, recita sopra le righe, urlando e usando la sua voce in modo irritante. Inoltre mi disturba (come in tanti altri suoi colleghi e colleghe orientali e occidentali) l'abuso di chirurgia plastica che in lei è purtroppo evidente (SIC!) ...
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Drama storico/sentimentale
Rivedendolo, ho apprezzato moltissimo la recitazione di tutto il cast: davvero di altissimo livello, credibile, intenso, mai fuori posto. Ma soprattutto mi ha colpita ancora di più Nam Goong Min, capace di reggere da solo intere scene con sfumature emotive ricchissime. Ogni suo sguardo, pausa o gesto è calibrato in modo magistrale: un’interpretazione che, a distanza di tempo, mi ha conquistata ancora di più.Nel drama ho intravisto tre ispirazioni o rimandi da cui gli sceneggiatori hanno attinto.
La prima ispirazione (molto evidente fino al terzo/quarto episodio) è il colossal Via col vento. È un chiaro rifacimento coreano del film del 1939, con la differenza della guerra — civile in Via col vento, di difesa dall'invasione cinese qui. Ritroviamo la storia d’amore, l’eroina che da frivola civetta diventa una donna matura, capace di proteggere chi ama, riconoscere il vero amore, sacrificarsi per gli altri. Una trasformazione che passa attraverso la catarsi della sofferenza vissuta sulla propria pelle.
Il secondo richiamo riguarda proprio il personaggio principale, Lee Jang Hyun, interpretato da un Nam Goong Min che avevo già apprezzato nella sua versione gigionesca in Chief Kim, divertente e dissacrante. Qui invece ci troviamo davanti a un personaggio che rimanda a Schindler’s List. Come Oskar Schindler, anche lui parte come uomo cinico e apparentemente senza scrupoli, ma il contatto con la sofferenza disumana delle persone lo trasforma: fa emergere la grandezza della sua umanità e lo spinge a mettere in gioco vita e risorse per salvare altri esseri umani. È lui il vero eroe del drama: una sorta di Schindler coreano.
La terza citazione non rimanda a un film preciso, ma alla Storia — quella con la S maiuscola — delle nazioni e dei popoli schiacciati da purghe e sofferenze inenarrabili in nome di una visionaria idea del “bene del popolo”. Dalla Rivoluzione d’Ottobre alle dittature staliniste, dalle applicazioni del marxismo in Russia e Cina fino ai regimi che ancora oggi si fondano su ideologie umanistiche o religiose assolutizzate. Nel drama la sceneggiatura sottolinea come queste visioni — con parole come “lealtà”, “pietà filiale”, “benevolenza”, “fiducia” — diventino strumenti di potere, utili solo a chi comanda, e finiscano per opprimere le persone e il popolo.
È un filmone che, come Guerra e Pace, è lungo, molto prolisso, con scene in cui i personaggi parlano con una lentezza esasperante, come se stessero scegliendo le parole in quel preciso momento. All’inizio infatti l’avevo droppato… poi, con calma (vista la quantità di attori eccellenti, mezzi e fotografia messi in campo), l’ho ripreso. E sono arrivata fino in fondo.
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Non si scarta nulla, neanche i padri che hanno sbagliato
Il vero punto di forza di questa serie, secondo la mia opinione, è il messaggio che viene continuamente suggerito, cioè, la famiglia, i figli, i genitori, per quanto fragili, cattivi, incoerenti e incomprensibili sono sempre un VALORE IMMENSO DA DIFENDERE a spada tratta.C'è poi una denuncia molto chiara contro l'adulterio, fonte di distruzione della vita della coppia e della famiglia.
Altro punto di forza è la recitazione impressionante dei quattro giovani attori protagonisti della serie: solo per loro, merita di essere guardata.
Il punto debole è la sceneggiatura e come sono tratteggiati alcuni personaggi (la suocera della protagonista, il detective, il cattivo di turno, la protagonista stessa, il papà e la zia materna dei 4 fratelli, il papà del moroso della protagonista) o in Corea veramente esistono persone così "strane" o gli sceneggiatori avrebbero dovuto curare meglio la descrizione di caratteri e sviluppo delle personalità.
Per chi ama il giallo mescolato al rosa è sicuramente da vedere.
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Tengo volutamente un punteggio alto
perché, a mio parere, questa serie merita un voto complessivo molto più alto di quello che vedo ora (7.6)E' scritta bene, fotografia, attori, musiche, sviluppo sono da cinema di livello alto (per certi versi mi ha ricordato Gangs of New York, di Scorsese, o anche C'era una volta in America, di Sergio Leone ... ) quindi non capisco perché un punteggio basso.
La storia richiama la tragedia di un padre nato servo/schiavo, con una mentalità che ancora non riesce ad adeguarsi ai tempi moderni (1980), che si strappa dal cuore il secondo figlio maschio per "regalarlo" al padrone e tiranneggia il figlio maggiore, estremamente intelligente e talentuoso, a fare da cane da guardia al fratello, stare sempre un passo indietro, assumersi colpe al posto suo ecc. ecc.
Questo è l'incipit. Sullo sfondo il dramma della rivolta popolare di Gwangju (Corea del Sud) del maggio del 1980, in seguito al colpo di stato di Chun Doo-hwan, rivolta soffocata nel sangue. Come pure lo sviluppo immobiliare di grandissime aree extra-urbane che accendono gli appetiti di altri funzionari governativi oltre che dalla Gangs dei gangsters locali. C'è anche una storia d'amore, e una bella storia familiare ... E' da vedere.
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storiella d'amore simpatica
e tutto sommato possibile anche nella realtà.L'incipit è un po' strano, una ragazza che chiede a un "dio micio" di aiutarla a trovare l'anima gemella ...
Ma ho visto in Cina accendere incensi davanti ad immagini di dei stranissimi a forma di animali o di mostri immaginari ... quindi forse anche in Giappone è possibile che si rivolgano a questi idoli per chiedere aiuto ... chissà ...
Cmq la ragazza, più che tonta, è una sempliciotta, molto coerente con il programma che si è data anche se continuamente respinta, osteggiata dai suoi limiti e al di sotto dello standard. Si impegna per conquistare la stima e l'affetto del suo principe azzurro con la determinazione e l'attitudine di un soldatino Giapponese, che di fronte a ogni domanda del suo generale risponde sempre di si, ma solo a lui, che non le chiede mai cose che vadano contro alla morale o a proprio vantaggio, ma ne coltiva le qualità che intravede sotto la patina di persona che a prima vista sembra non centrare nulla con lui.
Conquista, senza volerlo, la stima e l'affetto di chi incontra, per la positività, la generosità e l'umiltà con cui affronta ogni situazione.
E' una storia carina, gradevole, con lieto fine.
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La storia è ben scritta.
Ma c'è troppa violenza e troppo cinismo.
Alla fine anche gli eroi perdono il senso del loro combattere day by day.
Non si salva nessuno. Tutti sono corrotti o dal denaro o dalla tentazione di risolvere il male che incontrano con la violenza.
Le immagini si susseguono sempre nelle stesse 3 / 4 stanze o in esterni grigi.
L'ho guardato fino alla fine con una certa fatica.
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È un pochino prolissa e vengono riproposti più e più volte spezzoni visti e rivisti ... sic!
Il tema si prestava a una scrittura dei dialoghi più profonda e meno banale ... peccato, un'occasione mancata.
Cmq piacevole, ben recitata, guardabile.
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Serie meravigliosa, consigliatissima!
Mi è piaciuto tutto. L'ambientazione, le atmosfere delicate, l'intreccio narrativo. Si finisce con il provare grande empatia per i personaggi, parteggiando per l'uno e per l'altro e finendo emotivamente coinvolti nelle loro vicissitudini. E' stata buona l'interpretazione di tutti gli attori (ma una menzione a Kou Shibasaki va assolutamente fatta per la sua convincente interpretazione della silenziosa protagonista), la qualità visiva della fotografia, la ricercatezza delle inquadrature della regia, la delicatezza della colonna sonora, dolce ed avvolgente, a tratti toccante. Mi limito a consigliare a tutti coloro che leggeranno queste righe di provare a dare un'occhiata a questa serie, semplice e riuscita alchimia di personaggi, storia, ambientazioni, in grado di restituire un drama giovanile vivo, vibrante e coinvolgente ... a cui è davvero facile lasciarsi abbandonare ...Was this review helpful to you?
Questo film non è una semplice perla nascosta : è una intera collana di perle !
SHADOW del maestro cinese Zhang Yimou è una storia di intrighi di corte cosparsa di duelli ornati e vertiginosi, dalla forma così esorbitante da far apparire la pur ottima serie "Shogun" quasi un prodotto amatoriale (sto esagerando... ma fino a un certo punto).Sono passati quasi quarant'anni da quando i registi cinesi della Quinta Generazione, come Zhang e Chen Kaige hanno dato vita a un movimento di modernizzazione attraverso tecniche sperimentali ed espressione personale. Ma in tutto questo tempo, non c'è mai stato nulla di simile, una variazione della stilizzazione wuxia (film di arti marziali) con un radicato simbolismo Yin-Yang che si insinua nei personaggi, nei temi, nelle ambientazioni e nell'estetica del film.
La dinamica di buio e luce, femminile e maschile, passivo e attivo, nobiltà e contadini e, in questo caso, di reale e ombra, si ritrova nel design e nella storia di SHADOW. Ne imbeve ogni sequenza. Ogni personaggio è contrassegnato da un colore predominante che condivide somiglianze visive con il suo opposto, riconoscendo il rapporto duale Yin-Yang.
Come suggerisce il titolo è un intero film in scala di grigi. Un film affascinante che non smette mai di stupire con la sua trama di lealtà, tradimento e potere. E poi nel finale una coreografia di arti marziali che è poesia del corpo, estasi del movimento, perfezione del gesto.
In un'epoca in cui le aspettative per lo spettacolo sul grande schermo sono diminuite e i "contenuti" hanno sostituito il cinema, ci vuole un maestro per ricordarci ciò che è andato perduto.
Vedere per credere. Su PRIME
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romantico e soporifero allo stesso tempo
Consigliato per chi ama storie romantiche ... occhio all'eccesso di zuccheri ... alto rischio di iperglicemia!!Io l'ho trovato eccessivamente lungo, eccessivamente melenso, e molto soporifero.
Gli attori sono bravi, ma qui sono sotto stimati, e cmq riescono a trattenere lo spettatore, ma il protagonista maschile ha sempre la stessa espressione di felicità beota che ogni tanto avrebbe fatto bene a cambiare ... i protagonisti maschili interpretano una affettività poco virile.
Se avete in mente Al Pacino, ne Il Padrino, quando incontra la "moglie siciliana" e lo confrontate con le espressioni degli attori maschi ... si apre un abisso ... siamo su 2 pianeti distanti anni luce ...
Comunque, non è da buttare, per chi soffre di insonnia notturna potrebbe costituire un buon rimedio ;-) ... !!
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dare solo 10 a questa serie mi obbligherebbe ad abbassare
tutti i giudizi fin qui dati.E' un romanzo corale, scritto benissimo che, ambientato negli anni 80 nella Corea del Sud, ripercorre le vicende familiari di un gruppo di 5-6 famiglie e dei relativi componenti: figli tra i 18 e i 25 anni; coniugi, padri e madri, vicini di casa che diventano punto di forza e sostegno gli uni per gli altri. E' analogo alla serie "This is us", ma calato nella cultura Coreana e senza gli impicci di personaggi che sono un omaggio al "politicamente corretto" ... qui tutti hanno i loro pregi e i loro difetti e il loro percorso di vita e di catarsi.
Detto con le "pinze" è un po' come leggere i Promessi Sposi o Guerra e Pace o Anna Karenina dove Manzoni e Tolstoj delineano personaggio per personaggio e contemporaneamente il contesto storico. I personaggi, anche qui, sono guardati sempre con positività, con compartecipazione al loro dramma, mai con cinismo o moralismo.
Il cast è composto da attori eccellentissimi. La fotografia, le musiche e l'assenza di "sbrodolature" o eccessive lungaggini nel fanno un prodotto davvero raccomandabile.
Per i temi trattati dai 13-14 anni in su.
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Bellissimo drama, teso, serrato e senza momenti di noia
La migliore squadra di lotta al crimine è composta da Kang Ha Ri (Song Seung Heon) un geniale truffatore; Cha Ah Ryung (Krystal Jung) è una guidatrice esperta cresciuta in un orfanotrofio; Im Byung Min (Lee Si Eon) è un grande hacker e Do Jin Woong (Tae Won Suk) è un potente combattente.Insieme, questo gruppo costituisce la risorsa nascosta di un onesto e osteggiato procuratore Kim Won Hae (Jang In Gyoo) - strepitoso come sempre - che usa il suo potere per opporsi al male, alla corruzione, al potere demoniaco di denaro e politica.
La storia è ben scritta, il ritmo serrato, gli attori - TUTTI (inclusi quelli che rappresentano il male) - sono di alto livello. I temi trattati sono il male, diabolico, che disgrega l'uomo e le istituzioni facendo leva sulla sete di denaro, di potere, sulla codardia e sulla pochezza di molti uomini. La nemesi è costituita da un pugno di compagni che mettono i loro talenti e la loro stima reciproca per formare una compagnia che sostenga la lotta al male.
Richiama altri films d'azione che ho molto apprezzato: Chief Kim; Model Taxi; You're All Surrounded. Mi ha ricordato anche la Compagnia dell'Anello di Tolkien.
Per chi ama storie d'azione ben scritte, ben dirette e ben recitate, questo drama è consigliabile.
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