
Drama leggero con problemi di esecuzione/ sceneggiatura.
The Moon Brightens for You (TMBFY) è un adattamento del romanzo omonimo (明月曾照江东寒) di Ding Mo (丁墨), il genere è wuxia ma con elementi "fantasy", non direi xianxia, che lo rendono ibrido; una fusione di arti marziali con metodi tramandati e coltivati nelle sette, col romanticismo e umorismo contemporanei.Questa è una storia su come il bene trionfi sul male e su come il vero amore non sia necessariamente il primo, e su come si formi attraverso la pazienza, la perseveranza e non poche difficoltà lungo il cammino.
Questa è una storia su come la vendetta venga raggiunga con perseveranza se sei nel giusto, col sacrificio delle persone a te care. Il karma alla fine salda i propri conti.
La storia d'amore è al centro dell'opera ma viene sviluppata definitivamente negli ultimi 8 episodi, nella parte centrale piuttosto viene presentato il primo "amore", che quasi sempre non è quello definitivo. In questo c'è sicuramente un elemento di diversità rispetto ai comuni drama cinesi.
Altro elemento di novità è caratterizzato dalla presenza di una donna forte nelle arti marziali ma senza grande intelligenza e acume in coppia complementare con un uomo debole fisicamente ma forte intellettualmente.
I villain in questo lavoro vengono rappresentati da una triade malvagia di tre demoni fantasma che servono la fazione nemica del regno, composto dal malvagio e mascherato Capo; un grottesco, cleptomane, dalla sessualità confusa e un disturbo da tic, infantile, definito pazzo ma lucido nelle considerazioni, che combatte con un grattaschiena in ferro; infine un maestro dei veleni, esperto in combustione spontanea finale.
Tra i personaggi "strani" , il miracoloso agopunturista, esperto di arti marziali Jian Ling, un subdolo ricco ed edonista padrone della Zhou Mansion e di 35 tratte commerciali, un assassino dagli occhi buoni (completo di cappello di paglia e lame gemelle), l'esotica praticante di arti oscure, che lancia veleni e serpenti, con un movimento delle mani che ricorda più un ballo di gruppo nelle balere romagnole che una mossa marziale.
Le notizie vengono diffuse nel regno attraverso un canale di trasmissione orale comunitario , tipico delle sale da tè, dal nome "Le voci della Comunità", per fornire al grande pubblico eventi e pettegolezzi aggiornati sul regno, mentre allo stesso tempo trasmette segretamente messaggi in codice alle parti interessate. Insieme a questo c'è un servizio sussidiario che fornisce la consegna personalizzata porta a porta di informazioni e pacchi, in perfetto stile Bartolini , DHL express o SDA.
La trama è lineare e non complessa, il che consente agli spettatori di cogliere il background e le motivazioni sottostanti, in modo da comprendere gli incidenti del passato che danno forma agli eventi attuali. Nonostante il tono spensierato e leggero, a metà lavoro ci sono alcuni momenti tragici che si verificano mentre la storia si svolge.
Come ogni Wuxia che si rispetti, viene messo in risalto e celebrato il valore della fratellanza, della cavalleria, della lealtà e della rettitudine, soprattutto da parte del ML e della FL, nonché dai capo clan virtuosi delle sette marziali.
Buone le evoluzioni e le crescite dei personaggi: il Male Lead compirà un'evoluzione che lo porterà a distaccarsi dal proposito ossessivo di vendetta per far largo all'amore e al sentimento, concependo più che la vendetta, la necessità di una rivoluzione per un bene più grande, ai fini del benessere del popolo.
Questa sua ritrovata flessibilità determinerà un comportamento più libero e disinvolto, espresso nella mimica e nel sarcasmo, nell'ironia e nello humour. Considerato il personaggio freddo, indifferente, rigido del principio, sul finale avremo un uomo in sintonia con i propri sentimenti, espansivo e romantico (una bella sorpresa).
La FL compirà un percorso evolutivo altrettanto marcato: da ragazza frivola, immatura, impulsiva e irruenta, con un sorriso sfacciato e malizioso (che personalmente mi ha infastidito ), arriverà a diventare più riflessiva, matura, consapevole e seria.
Il finale è molto positivo: chi doveva pagarla la paga e i buoni raggiungeranno il successo e si dedicheranno ad obiettivi per loro importanti.
Le musiche sono allegre e spensierate, caratterizzano e accompagnano il lavoro.
COSA NON HA FUNZIONATO QUINDI?
1) Recitazione: non so se i personaggi sono stati effettivamente diretti male o se questo è stato il massimo che son riusciti a fare, il ML è molto monocorde, migliora sul finale e nella resa empatica nell'episodio 18, ma la sua inespressività non mi ha permesso di immedesimarmi e vivere con trasporto il suo percorso, solo in 4-5 scene mi è sembrato calato nel personaggio e nelle reazioni emotive che doveva avere.
La FL, peggio mi sento, per me è stata del tutto inadeguata agli inizi, migliore sul finale ma non ha saputo dare sfumature emotive al suo personaggio (SORRISO/FACCIA SERIA).
2) Scenografia : combattimenti resi male, troppo teatrali, tecnica della levitazione onnipresente ed eccessivamente rappresentata, sembra più una ascensione al cielo, un po' wuxia un po' xianxia, tutto un po' troppo too much, poco credibile, gesture caricaturali delle mani che fanno ridere più che immedesimarsi. Veleni in polvere che volavano come getti di farina e invece di combattere la gente si trovava a grattarsi.
Salvo due combattimenti, il Generale sulla quarantina che lotta sotto la pioggia per uccidere Gu-Ye, il duello finale tra i nostri protagonisti e il grande demone cattivo , che ricorda un po' un videogioco e un po' rappresenta il tipo di unione che riescono a formare i nostri protagonisti.
3) Caratterizzazione dei personaggi principali: il secondo ML è infine rappresentato come un uomo volubile e codardo sentimentalmente, non ho capito cosa volessero trasmetterci con questo personaggio, mi riferisco alla gestione emotiva del sentimento, non sarà chiaro. Stendo un velo pietoso sul personaggio fastidiosissimo della Principessa che verrà umanizzato sul finale ( della serie, volevo solo essere amata perché mi sento sola, quando mi amano divento buona e comprensiva, tutto ciò che ho fatto di terribile è stato per amore).
Non ci sono strategie mentali di altissimo livello, persino il ML, descritto come un genio, non riesce a prevedere una trappola fatale nel 18 e le conseguenze di un piano che va male nel 30, di cui la sua amata piangerà le conseguenze che potevano essere fatali, la FL è priva di qualsiasi acume mentale, non è né sveglia né scaltra. Moralmente è un personaggio positivo ma a livello di intelligenza non comprendo perché presentare una grande bravura marziale mista a una totale incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie e altrui azioni.
Storie d'amore secondarie, una gradevole e l'altra con molte potenzialità iniziali che viene poi sviluppata in modo piatto e apatico, senza tanta convinzione. Partono a razzo e finiscono come una coppia annoiata senza alcun trasporto fisico.
Niente di nuovo a livello di scrittura: gli stessi identici tropi narrativi di sempre, una ragazza stupidotta che non comprende i propri sentimenti che si ritrova prima a gareggiare in un torneo di arti marziali, a stringere delle amicizie poi e coinvolta nell'ennesimo triangolo che non saprà completamente gestire perché non capisce cosa prova (generalmente quando non sai cosa provi non provi nulla per nessuno, l'amore non va spiegato).
La FL è sempre confusa sui suoi sentimenti, sia per l'uno che per l'altro, sceglierà il compagno della sua vita proprio negli ultimi episodi finali (cinque-sei episodi prima della fine).
Elementi di generi diversi(comico e tragico) non bene amalgamati, un po' per la sceneggiatura, un po' per le recitazioni lacunose degli attori.
Comuni cliché: triangolo, donna che cade e viene presa dall'uomo, donna ubriaca portata in spalla, principessa capricciosa e insopportabile, malinteso che cambia le sorti del destino, contatti fisici tutti concentrati sul finale ma baci molto molto tirati, lievi contatti sulla bocca e FINE (un drama casto, persino per essere un cinese).
Oggetti di scena moderni, parrucche brutte e di scarsissima qualità per tutti (notare come la parrucca del ML parta da metà testa).
Il voto è 5,5 in verità perché a causa di una recitazione traballante e stentanta e una sceneggiatura lacunosa non si può definire un lavoro valido, do mezzo punto per i personaggi geniali del demone pazzo e del medico che utilizza strategie paradossali.
Mi viene da ridere perché se leggete le recensioni un po' tutti affermano che la storia è carina anche se la RECITAZIONE FA SCHIFO, univocamente riconoscono che la recitazione FACCIA CACARE però poi danno voti dal 7 in su per la storia e i combattimenti (resi pure male tra l'altro).

Donne che lottano contro il proprio destino
Regia: 9,5Costumi: 10
Sceneggiatura: 10.
Il drama è un racconto sulle donne nella dinastia Tang, mentre molti tropi narrativi sono comuni in questo lavoro, nel senso che non si vedrà niente di veramente nuovo, raramente i lavori cinesi hanno questa qualità in termini di profondità, regia, impatto e pura qualità della recitazione e della produzione. Il lavoro esplora la misoginia, la rivalsa e il femminismo. La storia d'amore è secondaria e di contorno!
Questo lavoro propone una denuncia sociale a quello che è stato il trattamento delle donne nella cina imperiale antica, l'unica alternativa era il matrimonio e il divorzio veniva visto come "abbandono" del marito, la vita per la donna non aveva più senso anche con un marito fedifrago o violento a casa.
Le storie incentrate sulle donne sono sempre piuttosto popolari nei drama cinesi tuttavia un cast formidabile (anche a livello di secondo protagonista e ruoli secondari) porta avanti la storia con fascino, tensione drammatica e una dose di realismo molto necessaria che manca spesso nel mondo dei C-drama di questi tempi (anche gli attori non sono truccati eccessivamente , rimanendo virili e naturali).
La sceneggiatura è intensa, coinvolgente, profonda e osa esplorare criticamente questioni profonde sul ruolo delle donne nel corso del Tang, nonostante la storia ci dica che sia stata la dinastia feudale più civilizzata, con un miglioramento senza precedenti nello status delle donne, attraverso questo lavoro viene denunciata la realtà e portata a galla la condizione delle donne e la disuguaglianza dei diritti umani, anche per ceti diversi.
Attraverso il viaggio della protagonista, l'indipendente, coraggiosa e concreta He Wehifang ,viene portata avanti, con coraggio e poesia,una storia meravigliosa sulle donne attraverso continue metafore sui fiori, tutti con periodi di boccio diversi (ogni donna è diversa), alcuni riescono a sollevarsi dal suolo e a tendere il cielo, esattamente come accadrà nel suo percorso.
Non sarà sempre così, ahimé, per le sue compagne di viaggio...vengono proposte numerose categorie di donne, tutte molto attuali: l'anticonformista, la donna arresa al ruolo che la società le cuce addosso ,con un epilogo tragico (personalità dipendente); l'ambiziosa, la donna che vive bloccata nel passato, potente ma priva di margini di libertà, utilizzata dal padre come merce di scambio per le proprie alleanze , a sostegno delle lotte di potere.
E poi, una caratteristica di pregio di questo drama è che, a parte la lotta tra rivali in amore, le donne si sostengono con coraggio e solidarietà. La nostra eroina sarà un'amica accogliente e comprensiva per tutte loro e si occuperà di affrancarle tutte dalla loro condizione (empowerment), esattamente come si occupa dei propri fiori. Una floricultrice di donne e di anime perse.
Seguiamo quindi il viaggio del personaggio principale: He Weifang non è una donna con "privilegi". È nata in una famiglia di mercanti che non erano considerati nobili e si trovavano molto più in basso nella gerarchia. Per rispettare l'accordo raggiunto tra sua madre e la famiglia Liu per ottenere un farmaco salvavita, si è sposata con un membro della famiglia Liu, famiglia di funzionari destituiti a causa della relazione del figlio con la principessa Ning. Sebbene non fosse stata accettata dal marito, innamorato ancora della principessa, e avesse inevitabilmente sofferto di tutti i tipi di tradimenti e torture, in nome della disciplina femminile nella famiglia Liu, si mostra gentile e obbediente per non creare problemi alla propria famiglia.
Si ribellerà quando scoprirà che i suoi suoceri hanno abusato della sua dote e NON hanno davvero fornito la medicina che avrebbe potuto curare la malattia di sua madre, causandone la morte. Muore anche la sua più fedele serva, nel tentativo di agevolarne la fuga dalla terribile famiglia Li.
Il resto della storia riguarda i continui insulti della società quando cerca l'indipendenza, il divorzio, la grande fuga dalla casa dei suoceri, il rifiuto della famiglia paterna di riaccoglierla (perché una moglie che si sposa nella famiglia del marito appartiene alla famiglia, non diversamente da un oggetto) e la sua trasformazione in una donna forte e determinata che coglie ogni opportunità per combattere per una via d'uscita. Grazie al suo acume per gli affari e alla sua intraprendenza avvia un'attività dal nulla, come semplice fioraia, con l'aiuto dell'emissario floreale, non solo spiana la strada per se ma darà anche speranza e occasioni concrete alle donne che versano in condizioni problematiche.
Yang Zi, anche questa volta offre una performance impeccabile, il personaggio di Li Xian è molto misterioso e interessante , doppio e ambivalente. la sua recitazione è molto spavalda e sicura. La loro alchimia e la loro tacita comprensione sono frutto di collaborazioni precedenti.
Miles Wei, l'ex marito di Weifang, interpreta il ruolo di un narcisista tutto concentrato su se stesso che idealizza l'amore alla ricerca di qualcuno che possa vederlo per quello che è, manipolato dalla propria famiglia per raggiungere i vertici si sentirà trattato alla stessa stregua di un cane, la sua recitazione è tesa, conflittuale, nervosa, sprezzante; l'attore è davvero notevole, ha reso perfettamente il dissidio calandosi nella parte, un second lead assolutamente all'altezza del first role.
Un' altra attrice molto ben calata nella parte è l'amica della protagonista che interpreta la parte di Sheng yi.
Scene, costumi, trucco, gli effetti visivi sono tutti di ottima fattura e in linea con l'epoca, colui che ha curato questo aspetto altri non è che il responsabile di tantissimi lavori di pregio quali: the wolf, lost you forever, the legend of shen li, duoluo continent, the untamed, the sword and the brocade... (scusate se è poco).
Scenografia e sceneggiatura sono molto curate, i dialoghi sono intensi, profondi, riflessivi e psicologici, il tutto arricchito da innumerevoli simboli come fiori, animali, disposizioni nello spazio dei personaggi, fenomeni atmosferici che dettagliano e presagiscono le sorti di alcuni di loro.
Persino la sigla iniziale che è un racconto di questa prima parte del lavoro mostra un po' cosa vedrete, accompagnata da una sigla cantata dalla stessa Yang Zi.
Tutto in questo dramma è eccezionale: la cinematografia e i costumi, i protagonisti intelligenti, con una buona chimica e una relazione che si forma lentamente attraverso confronti e dialoghi, grigliate e bevute al chiaro di luna in un'atmosfera intima e silenziosa, circondati dal profumo e dalla bellezza dei fiori.
Ho apprezzato le luci naturali e diverse, rispetto ad altri drama dello stesso tipo, soprattutto negli interni di notte.
Un drama intimo e raffinato che va gustato e assaporato, elaborato. CONSIGLIO ASSOLUTAMENTE.

ATTENTI A QUEI DUE !
Avviso sin da subito che sembra una commedia spassosa e leggera, sia per il trailer, i reel che girano sui social, sia per le scene esilaranti dei primi 4 episodi ma si tratta di un genere drammatico e molto serio.Il man lead è un poliziotto con problemi di gestione della rabbia che viene incastrato dai superiori, la protagonista femminile invece è una donna con un disturbo post traumatico da stress e un funzionamento reattivo di tipo compulsivo a seguito di violenze nella passata relazione. E il tutto non si è concluso come in un paese normale, siamo in Corea quindi se sei ricco un buon avvocato può persino fartela passare liscia.
In tutto questo i due si incontrano perché sono vicini di casa e vanno dalla stessa psichiatra del loro quartiere.
Inizialmente non andranno d'accordo poi lei si affiderà a lui perché si sentirà più sicura e protetta, lui resterà affascinato dalla sua bellezza, il modo di affidarsi e aver bisogno di lui lo conquisterà totalmente.
Un modo calzante per descrivere la coppia principale in questo drama è "imperfettamente perfetta". Entrambi hanno problemi relazionali, traumi, cicatrici e demoni interiori ma provano a gestirli insieme, lui le sta accanto in modo realistico, in questa coppia ho visto più lui come supportivo e protettivo, lei è indubbiamente meno di aiuto sebbene una sua brillante intuizione lo aiuterà nel lavoro, è un tipo di sviluppo evolutivo e relazionale reso in modo irrealistico ma apprezzabile da vedere.
E' presente anche una seconda coppia improbabile (non è ben chiaro il rapporto che sviluppano, volutamente), è un drama su come le relazioni tra gente strana /sofferente/ impulsiva siano in realtà soluzioni sentimentali percorribili e riempiano l'esistenza.
I protagonisti sono stati all'altezza ma in generale il livello recitativo è molto alto, specialmente la protagonista e il man lead nel suo dimostrare amore incondizionato, ogni emozione, specialmente l'imbarazzo era resa anche da piccoli movimenti microfacciali, risultando molto naturale e dando vita ad un personaggio credibile.
Il drama in totale dura quasi 6 h e 30 quindi si può vedere in uno-due giorni, a seconda del tempo a disposizione, comunque è molto scorrevole.
Sceneggiatura molto buona, il lavoro sui personaggi coerente e attendibile, scenografia discreta ma non eccezionale.
Molti si sono lamentati del personaggio di lei perché eccessivamente dipendente, pavido, bloccato ma, sebbene risulti, almeno personalmente, scomodo da vedere e sopportare, credo che non potrebbe essere diversamente, lo capirete meglio quando verrà illustrato quello che ha passato e il senso di colpa tipico delle vittime che pensano in parte che la loro tragedia sarebbe stata evitabile con qualche accortezza, arrivando a dubitare di se stessi e del proprio discernimento. Tutto ciò, professionalmente lo affermo, è molto comune e realistico.
La storia non è davvero niente di nuovo o geniale, anzi sono i soliti topic coreani e l'idea di come una storia improbabile tra sofferenti psichici sia possibile e terapeutica viene sicuramente dal Lato Positivo, film molto buono di 12 anni fa, tuttavia mi sento di premiare la recitazione.
NEO: I due episodi finali chiudono la narrazione velocemente e, anche se c'è un colpo di scena avvincente, più per come è stato reso che non per l'idea in sé (già vista in altri lavori), li trovo stonati e sottotono, non hanno chiuso in modo soddisfacente il lavoro che poteva mostrare più le dinamiche relazionali di questa coppia.
Inoltre l'ultimo punto non è ben spiegato ( 3 minuti prima della chiusura del lavoro).

Versione cinese di "Via col vento" ma ...."quei due diverranno una coppia"!
👉👉👉👉👉👉👉👉 Il mio voto reale è 7,8 !Cdrama storico che presenta un mix eterogeneo di elementi non sempre ben miscelati tra di loro come commedia, guerra, leggero romanticismo, amore fraterno, giallo, dinamiche sociali della dell'epoca (dai costumi penso sia ambientato nella dinastia Tang), cospirazioni, sacrificio, amore non corrisposto, strategie, suspense e thriller. È come sperimentare un buffet di generi in una storia. Tuttavia, l'aspetto romantico della storia lascia un sapore un po' sgradevole perché nonostante sia apprezzabile l'idea di mostrare la crescita anche sentimentale di una fanciulla di 17 anni (stessa età o quasi di Rossella O'Hara a cui il personaggio si ispira) , quindi di una persona che si innamora per caso perché è innamorata dell'amore e non vede l'ora di sperimentarlo con chicchessia ,diverrà una resistenza inutile nei riguardi di sentimenti più profondi verso un altro uomo che la ama da subito (Rhett) ,interpretato dal rude e temibile generale Chen Wende.
Il titolo non è a caso perché ambientato in un periodo di guerra civile e la caratterizzazione dei quattro personaggi principali è inequivocabilmente ispirata al romanzo do Via col vento sebbene liberamente adattato.
Moxi, il personaggio principale è la figlia di una concubina che lavorava in un bordello, e quindi cresce un po' come la cenerentola della casa, bistrattata e molto trascurata in termini di educazione e cure, è cresciuta da sola ed è priva di buone maniere tuttavia è molto sveglia, intraprendente, volitiva, e pronta a sopravvivere a qualsiasi costo, anche se questo significa agire disonestamente o a scapito di qualcuno ( la sua irruenza , l'assenza di modi,la bellezza e questo opportunismo come reazione al trauma sono aspetti che possiamo ritrovare anche nel personaggio di Rossella O'Hara sebbene le manchi la sua intensità , la sua follia, le abilità espressive di Vivien Leigh, col risultato di avere una brutta caricatura).
Fengyao, è la cugina, figlia legittima della famiglia Bai, è colta, istruita, raffinata e composta ma di contro debole, priva di piglio, incapace di districarsi tra le varie vicissitudini della vita, poco sveglia e perfettamente INUTILE, in ogni senso, anche dannifica seppur involontariamente ( un personaggio fastidioso più dei cattivi).
Dovrebbe ispirarsi a Melania Hamilton per bontà e idealismo, per la capacità di vivere i rapporti in modo disinteressato ma le manca la lungimiranza, lo spessore, l'intelligenza e la forza morale di Melania ( in poche parole niente di più diverso). Spesso si dimostrerà anche ingrata nei riguardi del generale che chiamerà traditore ma che la salverà dalle frustrate e dalla febbre , oppure si negherà per principio degli aiuti provenienti dal generale e poi dovrà chiedere aiuti ben più grandi per sopravvivere abbandonando i principi che l'avevano portata a negarsi l'aiuto.Dove sta la coerenza? Sarà una donna moralmente rigida ma anche profondamente stupida e cieca.
Arriviamo quindi all'uomo conteso che determinerà una frattura tra le due cugine che da "sorelle" diverranno rivali , il giovane generale "Wan Jia Gui" che per uscire da una situazione scomoda verrà utilizzato dalle due ragazze per risparmiare il matrimonio di Fengyao con un disabile, però figlio del primo Ministro Wu.
Questo ragazzo è un giovane uomo virtuoso, timido e molto deciso a non coinvolgersi sentimentalmente per via della pericolosità del suo lavoro e spesso in viaggio in terre lontane. A nulla servirà la sua ritrosia perchè senza alcun motivo reale le due donne si innamorano di lui. Moxi gli salva la vita e sembra essere ricambiata, non totalmente però, dal giovine (sebbene esattamente come ashley wilkes si porrà in modo ambivalente per buona parte del drama e avrà ogni sorta di scrupolo nel viversi questo sentimento, forse perché non era così forte).
Per ultimo, ma non meno importante, il capitano Chen Wende, un finto ribelle che tenta di salvare il regno dalle macchinazioni dei corrotti e che ha una brutta fama alimentata da modi rudi e impetuosi, privo di buone maniere ma nobile e generoso anche se umanamente non perfetto. Con Rhett condivide semplicemente l'età , si suppone che abbia 37 anni e il fatto d'essere destinatario dell'odio e delle dicerie della gente per la sua ruvida onestà e i suoi modi poco eleganti per il resto , senza offesa, Sean Sun, non ha davvero nulla del carisma irresistibile di Clark Gable, del suo fascino ed è del tutto privo di eleganza e modi gentili.
Tuttavia , questo lavoro merita di essere visto perché come recitazione il man lead è una spanna sopra tutti e perché finalmente non abbiamo un erudito, un virtuoso, un efebico, un timido MA UN VERO UOMO, MATURO, VIRILE, PIU' REALE dei ragazzini che finora i drama ci propinano; un uomo che se vuole sa spingersi oltre. Lo vedremo attratto palesemente dalla protagonista a cui manifesterà col comportamento anche una certa attrazione fisica (invasione dello spazio personale, tendenza a spingere il bacino in avanti, tentativi di baci rubati, sguardo da pesce lesso e proposte romanticamente indecenti nel cuore della notte ) e lo vedremo sempre pronto ad aiutarla e proteggerla, con una pazienza che poco si conferrebbe al tipo di personaggio che hanno deciso di creare.
Il capitano Chen, nonostante abbia sicuramente almeno 35 anni, abbia vissuto il mondo, sia un uomo sveglio e fisicamente non sia il belloccio efebico e smilzo a cui questi drama fantasy ci hanno abituato ma, al contrario, sia un uomo fisicamente impostato, goffo, rude e privo di savoir faire, non ci sa proprio fare coi sentimenti. E' stato e sarà per voi divertente, vedere un uomo impacciato che non sa come avvicinarsi ad una donna e si diverte a provocarla o a giocarci, a spaventarla per osservare il suo viso terrorizzato, e pensare che è bella, ascoltare i suoi discorsi scabrosi e pensare che sia folle ma interessante. Sin da principio gli sentirai dire "INTERESSANTE, SEI MOLTO INTERESSANTE"... .
La sua prima notte di nozze sarà esilarante perché proverà in tutti i modi a "consumare" senza successo ma sebbene inizialmente arrabbiato si dimostrerà un paziente gentiluomo, seppur ferito nell'orgoglio maschile.
Veniamo alla storia: È in gran parte un drama che solo in superficie è una storia d'amore, la vera storia è il rapporto tra le due protagoniste, le vicissitudini affrontate insieme e l'aiuto e il supporto che si daranno nel corso della storia.
Moxi è illegittima e orfana in tenera età, cresce nella sofferenza nella famiglia di suo zio Bai Wentao, un funzionario di sesto livello opportunista, rozzo, manipolativo e in definitiva stupido, sempre sudato, grasso e grottesco. La moglie sembra una maschera del teatro: inattraente , avvizzita, truccata con un cerone bianco che ricorda le geishe, stupida e priva di scrupoli, interessata solo al figlio maschio che è uno dei personaggi peggiori che io abbia mai visto in quanto ad opportunismo ed edonismo fuori luogo, sarebbe in grado anche di vendere sorella e cugina agli amici per divertirli un po' in cambio di denaro.
Tutti e tre i personaggi sono davvero stupidi, non cattivi ma del tutto AMORALI, e questo mi ha causato fastidio nonostante io abbia apprezzato di non vedere punizioni corporali come bastonate o tante altre angherie che ho visto in altri storici.
Moxi salva un affascinante soldato ferito, Wan Jiagui e si innamora di lui. Incontra anche un esasperante generale Chen Wende. Attraverso una serie di incomprensioni, alcuni autoinflitti, Moxi si ritrova intrappolata tra entrambi gli uomini mentre Wan Jiagui si ritrova fidanzato con entrambe le donne. Un tortuoso quadrilatero romantico tra i quattro si svolge mentre il paese scivola nel caos. Le storie d'amore sono secondarie rispetto al modo in cui la relazione tra le due donne affronta la guerra civile e una complicata rivalità amorosa.
La storia è raccontata in gran parte dal punto di vista della diciassettenne Tang Moxi che condivide i suoi pensieri attraverso sogni ad occhi aperti molto vividi, a volte divertenti, a volte stupidi.
Inizialmente ho trovato geniale mostrare le fantasie ad occhi aperti della giovane Moxi, poi ho iniziato a trovarle noiose, fuori luogo e che interrompessero il ritmo della narrazione (questo aspetto così ridondante ha penalizzato di molto la mia valutazione).
La prima metà del dramma racconta delle conoscenze tra i personaggi e la formazione dei legami, poi verso l'ep 9 un arco narrativo racconterà la tragedia famigliare e il viaggio di queste due donne che finite in disgrazia si spostano in un'altra città e si ritrovano coinvolte in un intrigo imperiale, ed è stato molto interessante vedere le soluzioni che la regia ha adottato per rendere il complotto intrigante ( non spoilero ma vi dico solo di attenzionare le allieve della scuola per gentildonne di Quizhou, non tutto è come sembra). In seguito verso l'episodio 17 si sviluppa un altro arco narrativo che vede il matrimonio di entrambe e verso il 26 inizerà una nuova vita per entrambe, l'ultimo di chiusura verso il 32. Il finale è positivo , frettoloso ma non di pochi secondi come tanti fanno.
Andiamo al negativo:
-Recitazione non sempre credibile di molti personaggi, fa eccezione il capitano chen wende e altri due personaggi ( non i principali ), questo è un peccato perché Zhang Nan è molto bella ma non altrettanto brava nella gestione dei ruoli drammatici, sarebbe sicuramente più indicata per commedie teen dove non ci vuole un grande spessore emotivo). Stessa cosa per la cugina che non ha dato profondità al suo personaggio, piange, si dispera ma poi non ha coloritura emotiva, e non si tratta di compostezza... .
-Sceneggiatura, dialoghi narrativi più che emotivi e nessun discorso mi ha scosso o provocato riflessioni, prendetelo per quello che è: una commedia leggera che ogni tanto prova a diventare un crime case o un thriller imperiale.
-Storia un po' noiosa e lenta in certi episodi perché viene molto trascinata con dialoghi e scene riempitive inutili, dal 7 al 13° sono le parti più lente e noiose, resistete se potete. Se questo drama fosse stato di 28-30 episodi avrei dato un altro mezzo punto.Poca coesione tra elementi comici e tragici, generando confusione e perdendo intensità, mi chiedo quali fossero gli intenti del regista. L'arco finale è affrettato e la capacità di Moxi di trasformarsi non è ben spiegata e francamente impossibile. La storia giunge a un finale soddisfacente con gli episodi finali che compensano il cedimento nella seconda metà.
-Slow burning estremizzato , lei si renderà conto del suo reale interesse ma 5 episodi prima della fine e in certi momenti sarà ingrata , opportunista e stupida. Per me i registi hanno sbagliato a formare una coppia sul finale e si sono troppo dilungati nell'ossessione di lei per il suo primo amore, se avessero mostrato un amore vero tra i due non avrei avuto da ridire ma personalmente per circa 30 episodi viene portata in scena la fissazione di lei a discapito di tutto, nonostante il generale Wan Jagui sia debole, irrisoluto, tentennante e alla fine una vale l'altra, disposto a sacrificare chiunque per il bene più grande ma lei non lo capisce e arriverà anche a rendersi patetica e miserevole (Rossella O'Hara non si sarebbe mai prostrata a 90°). Wan Jugui, inizialmente non ne vuole sapere , poi nella seconda metà sembra deciso a stare con lei ma bloccato da ogni tipo di scrupolo, e sembrerà vergognarsi delle sue origini, e poi volerla sposare per senso di responsabilità nei confronti di una promessa fatta ma il suo comportamento tradirà i suoi veri pensieri e la protagonista sarà sempre incapace di vedere l'evidenza. Nemmeno dopo aver visto una interazione illuminante tra lui e la cugina durante la fuga sarà in grado di voltare immediatamente pagina. A questo punto quasi speravo in un finale triste alla "francamente me ne infischio" perché Moxi Tang questo meritava nonostante alla fine si riscatti mostrando un'evoluzione francamente impossibile dopo solo 1 anno di tempo.
-Totale mancanza di coerenza dei personaggi: Moxi Tang è una ragazza sveglissima e scaltra che sa gestirsi e destreggiarsi tra le bassezze della sua famiglia e quelle dei funzionari corrotti, tuttavia non riesce a suggerire al suo amato soluzioni di salvezza e vittoria quando poi le escogiterà da sola con successo sul finale, non sa aprire gli occhi e rendersi conto di chi sia veramente Wan Jiagui e muta idea sentimentalmente un po' troppo bruscamente.
La cugina è colta e intelligente ma a volte stupida e del tutto inutile, possibile che sappia intuire la strategia militare di un nemico e si faccia derubare i bagagli davanti gli occhi? E' vittima degli scrupoli d'onore ma accetta aiuti più grandi quando i suoi scrupoli la fanno ammalare (ep-22), considera l'antagonista del marito un disgraziato e dove è il suo senso di gratitudine che le ha salvato la vita 3 volte? Dove è l'intelligenza?
Con il marito ha spesso confronti accesi dove lo accusa di indecisione, di ipocrisia, di debolezza... eppure il suo amore non vacilla dopo aver visto che razza di uomo si è sposata.
Yu-Win, sembra ossessionato da una persona ma non si capisce come risolve la sua ossessione per lei, passando da propositi assassini a nobili intenti ("la restituirò a voi"), quando la rincontra dopo tempo non proverà nemmeno a conquistarla. Era quindi un capriccio?
-Il capitano Chen Wende, nobile negli intenti ma a volte irruento e molto meschino nell' accettare le soluzioni degli alleati per salvare l'armata , inizialmente attratto dalla protagonista poi la dichiara non all'altezza delle sue attenzioni, poi la rincontra e nonostante non ci sia nulla di romantico o significativo tra i due inizia a sorvegliarla e volerla "prendere con se". E' il personaggio più lineare di tutti, e anche il più coerente ma ciononostante la regia ha voluto inserire elementi di ambivalenza per i colpi di scena che non sempre hanno una base logica sottostante.
Per concludere: il conflitto e l'attrazione tra Chen Wende e Moxi sono gli unici punti salienti della seconda metà del dramma che lo hanno reso godibile anche se con picchi di insofferenza per il comportamento immaturo e poco sveglio di lei. Ho MOLTO apprezzato il casting di Liu Mei Tong e il personaggio che interpreta, è una delle chicche mai viste negli storici cinesi. La seconda relazione non è sufficientemente sviluppata ma ho trovato i due fastidiosi e noiosi sicché per me non è stato un problema ma potrebbe esserlo per voi se simpatizzate con uno dei personaggi.
È abbastanza diverso dal solito dramma storico cinese di routine e ne ho apprezzato molti aspetti.
CONSIGLIO se siete stanchi di vedere i classici bellocci e rapporti che nascono sempre nello stesso modo.
Qui l'amore è più realistico e maturo, le soluzioni narrative sono sì molto comuni ma con dettagli piccanti, interessanti e gender fluid che lo rendono meno scontato e interessante.

L'importanza di rimanere fedele a se stessi anche se il mondo ti è contro
The Starry Love (星落凝成糖) è un xianxia del 2023, terzo capitolo della "Trilogia del miele", diretto da Zhu Rui Bin e basato sul romanzo di "Once Upon a Time Junhua". La storia ruota attorno a due sorelle gemelle, Qingkui e Yetan, i cui destini si intrecciano con quelli di due mondi opposti dopo uno scambio di matrimoni, tra intrighi, amore, magia e conflitti tra regni.Pregi
Trama coinvolgente e doppia narrazione:
La storia delle due sorelle offre due linee narrative parallele che si intrecciano, mantenendo alta la tensione e l’interesse. Il legame tra le gemelle è uno degli aspetti più apprezzati, con una rappresentazione sana e solidale del rapporto familiare.
A differenza di molti xianxia tradizionali, la serie inserisce elementi comici, soprattutto nella prima metà, che alleggeriscono la trama senza renderla banale. Questo equilibrio tra umorismo e dramma è stato ben inserito.
Chen Xing Xu si distingue per la capacità di interpretare più personalità, mostrando versatilità. Li Lan Di è convincente e carismatica come Yetan. Anche gli altri membri del cast, come He Xuanlin e Chen Muchi, risultano credibili nei rispettivi ruoli. Specialmente Chen muchi che non conoscevo e mi è sembrato più espressivo e credibile del ML nelle scene d'amore.
L’interazione tra i membri del cast principale, in particolare tra le due sorelle e tra le coppie romantiche, è naturale e coinvolgente. Le dinamiche familiari e sentimentali sono uno dei punti di forza.
É una delle serie più sottovalutate qui su Viki, appassionante e coinvolgente, ottimi effetti speciali e una colonna sonora straordinaria (la mia preferita), con un ritmo narrativo che però annoia per il 40% della serie. Finale non triste ma aperto, dà speranza.... non si può dire che finisca bene .
Protagonista femminile coraggiosa, forte, anticonformista, insegna l'importanza di rimanere fedeli a se stessi nonostante tutto, è questo il grande e vero messaggio della serie.
AMORE
Due storie d'amore come scrivevo prima: la prima si sviluppa subito a seguito di un quasi colpo di fulmine, e procede speditamente, la seconda si forma nella prima parte del drama ma racconta di un amore più profondo, che nasce attraverso la condivisione, il supporto, il sostegno e aiuta l'evoluzione dei personaggi.
La proposta che si porta in scena sostiene il concetto che gli opposti si attraggono, esattamente come yin e yang i protagonisti sono attratti da caratteristiche opposte nei partner, ma sono quelle caratteristiche che li aiuteranno a mettere in discussione se stessi e a migliorare come persone.
Il personaggio maschile , sebbene affascinante, dimostra molti più anni e una maturità che poco si sposa col fascino fresco della protagonista che ne dimostra meno, e sembrano più padre e figlia che due amanti e giovani sposi. Chimica non pervenuta. Nella seconda coppia invece l'attore maschile è stato bravo a mostrare del desiderio , ogni tanto, nei confronti della donna di cui si innamora.
Buone le interpretazioni principali, gli effetti speciali e le ambientazioni nel regno celeste.
Il regno dei demoni mi è sembrato meno curato.
Difetti
Effetti speciali e scenografie:
Alcune scene soffrono per l’uso di CGI mediocri e set poco dettagliati, che possono risultare meno immersivi rispetto ad altri drama fantasy di alto livello.
Ritmo altalenante:
La parte centrale può risultare lenta o ripetitiva, con alcune sottotrame secondarie considerate poco interessanti e che avrebbero potuto essere tagliate per una narrazione più compatta.
Fondamenta romantiche deboli:
La storia d’amore principale risulta poco profonda e poco sviluppata emotivamente, soprattutto rispetto alle aspettative del genere.
Recitazione non sempre omogenea:
Mentre i protagonisti brillano, alcuni attori secondari risultano meno convincenti, in particolare nei ruoli più complessi.
Per questi motivi e per la noia di alcuni episodi porto la mia valutazione a 7,5.

Koreans do it BETTER!
Cult K-drama of the Sageuk type, loosely based on the novel "Bubujingxin (步步驚心, 步步惊心)" by Tong Hua, 2005. As a Korean production, it is set in the kingdom of Taejo Goryeo (founder of the Goryeo dynasty, which ruled Korea from the 10th to the 14th century). Therefore, attempts were made to create different narrative solutions to adapt it to the customs and traditions of Korea during that historical period, and to avoid being a clone of the Chinese version from 2011. The Korean version is characterized by a compelling screenplay and meticulous set design, which together create an engaging and aesthetically immersive experience for the viewer.It was my first "historical" drama and, in my opinion, one of the most valuable Korean artistic productions, one of the best, if not the best, Asian TV series I've ever seen (it competes with LOST YOU FOREVER). An emotional rollercoaster, with solid performances, the protagonist's portrayal by the legendary "LEE JOON GI" is unparalleled, offering a charismatic and intense performance; the role was tailor-made for him, no one else could have done better. It is one of those rare cases where the character comes to life and exists as an autonomous identity, regardless of the actor, so well did the characterization align with the recognizable and unmistakable aesthetic of the performer.
The other characters are well-developed and portrayed by an exceptional cast. Hae Soo manages to convey the vulnerability and determination of her character. Other cast members, including Hong Jong Hyun, Kang Ha Neul, and Baekhyun, contribute to creating an engaging group dynamic.
The drama begins in a carefree and lighthearted manner, so much so that for the first few episodes, it feels like watching a Rom-Com that presents the story and its characters with the time travel trope. Various princes will play roles in this story, especially the fourth prince, ML, who makes a theatrical and noisy, almost tragic entrance, which is the direction's way of showcasing his impulsive, fiery, and furious traits. From the fourth episode onwards, the drama gradually becomes more serious, reaching its climax around the 15th-16th episodes. The love stories develop in a nuanced manner, allowing viewers to appreciate and understand every choice of the protagonist. The chemistry between the fourth prince and the protagonist is the best. In this regard, I’ve read about "fiery chemistry," but I primarily sensed that from the Male Lead; the Female Lead, although she was very competent in portraying her character, felt two steps below the confident and bold interpretation of the ML. Nevertheless, a powerful, visceral, and physical love story is illustrated, surpassing the platonic nature of the chaste Chinese version, which is much more political and less intimate. Their romance will be slow-burning, with “tsundere” nuances from him, but once he gives her his heart, he will be her confidant, her friend, her defender, with a courage and initiative that almost no one in his position would have (for example, the Chinese twin does not have this). This total, unconditional, wonderful, disarming love is represented with visually impactful scenes. The most famous and unforgettable is undoubtedly the moment when he shields her with his cloak in the rain.
The plot revolves around the conflict between the various princes, particularly Prince Wang So, known for his complex character and his painful, traumatic past. Go Ha Jin, played by Hae Soo, falls in love with him, but their love story is thwarted by political intrigues, rivalries among the princes, and the tragic fate awaiting many characters. The drama explores themes such as love, sacrifice, and power, offering an intense representation of human emotions. Overall, the story has a tight pace; it never drags or slows down, and nothing happens by chance: everything is meticulously planned, frame by frame, sequence by sequence. The character developments are all plausible, and their characterization is very good, with a consistent growth path.
Performance: The performances are very good from every character; perhaps the only one who showed some immaturity is Nam Joo-Hyuk, whose casting was not fitting due to the age of the actor in 2015 (when it was filmed). Considering that the 13th Prince was described in the story as a worldly man with savoir faire and immense self-confidence, Nam Joo-Hyuk was too physically immature to represent him credibly in 2016; today, in 2025, he would definitely do better, as he has grown tremendously in his acting abilities, bringing depth to the characters he portrays. Another actor who seemed much less effective compared to the cast is the Emperor.
Screenplay: The screenplay of "Moon Lovers" is written by Kim Kyu-tae and presents a dense narrative full of twists. The story explores themes such as love, trauma, the struggle for power as an attempt at maternal recognition or protection from others' abuses, sacrifice, and fate. The characterization of the characters is profound, each facing cognitive dissidence, moral dilemmas, and inner conflicts. The series stands out for the emotional intensity of its scenes and the dialogues that often reflect the tensions between personal desires and family duties. The dialogues are good, especially those that pertain to the romantic aspect between the protagonist and the female lead. His final speech in the last episode is unforgettable, showcasing his ability to emphasize certain points by changing the tone when enunciating some words rather than others. Another unforgettable line is, "Every time I come to you, all my problems seem to lighten. So how can I live without seeing you? If you don’t want to come to me, don’t give me hope. For me… it’s torture." “If it’s you, I can rely on you… Now I am yours.”
Set Design: The set design of "Moon Lovers" is one of the most meticulously crafted aspects of the production. The series was filmed in various locations, including historical sets and reconstructions of palaces, recreating the atmosphere of the Goryeo dynasty. The costumes are elaborate and highly detailed, accurately reflecting the different social classes and personalities of the characters. The choice of colors and materials contributes to creating a visually captivating and historically credible atmosphere. The locations include Ondal Tourist Park for the reconstruction of the palace where the Goryeo princes lived; Pocheon Art Valley, where the protagonist falls into the water and is transported to a past era; Baekje Cultural Land in Buyeo, the site of the Baekje Palace from the Three Kingdoms period; Ondal Grotto Cave, the limestone quarry where the Protagonist meets the eighth Prince and connects to the princes' baths. Other locations are Sabigung Palace, Neungsa Temple, Living Culture Village (showcasing various houses from different social classes during that era), and Wiryeseong Fortress, the first Korean government building and an ancient tomb palace.
Music: It is unanimously recognized, even by detractors, that the music has been pleasant and fitting; personally, they are not my favorite songs, but they contribute to characterizing the work, enriching it with emotional undertones. Especially "Say Yes" by Loco and Punch (the OST is available on Spotify by searching the title of the work) and "Forgetting You" by Davichi. Personally, I found the use of modern music (rap genre in some songs) in a historically themed drama somewhat mismatched, but in certain films, especially those by director Coppola, such solutions turn out to be interesting, albeit experimental.
Story: The portrayed characters are strongly humanized, with many liberties taken concerning the original novel, but this has not diminished its impact; rather, in my opinion, it has surpassed the limits in terms of emotional intensity and psychological resonance that in the original version must be decoded from actions. Moon Lovers is a punch to the gut, explaining each scene with emotional and tragic nuances that the Chinese version fails to achieve. Despite the free interpretations and a slightly different ending, the paths remain the same, especially regarding the two protagonists but with interesting twists: thanks to the pure, sincere, and selfless love of the protagonist, who redeems him from maternal emotional deprivations, the Protagonist will not become a bloodthirsty emperor but a far-sighted and benevolent ruler, just and correct toward the people. The protagonist, on the other hand, will faithfully follow the dramatic trajectory, with differing steps, of the Chinese twin: a lively, cheerful, dreamy, enthusiastic girl who, blow by blow, will evolve into a composed, reflective, constrained, melancholic woman until she fades completely, like a candle with a faint flame. It is also humanizing to portray how true love is not necessarily the first and how, throughout life, we encounter many people who, at one moment or another, manage to strike and attract us more than others.
Ending: This is a work so well-executed and lived, coherent in logic and actions, that a different ending would not have been as fitting as a happy ending, and you don’t even mind that it ends tragically because his despair, the bond with her, the memory of her that he cannot forget, and the expressive power of a letter that describes, declares, and unites make the final epilogue understandable and perfectly acceptable. Even in this aspect, which is often the Achilles' heel of dramas, the artistic validity of this work is demonstrated, which I recommend, acknowledging that it is not for everyone.
“Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo” is a work that effectively combines history, romance, and drama. Despite some criticisms regarding the conclusion of the story, the drama has left a lasting impression on the hearts of fans. If you are passionate about overwhelming love stories and historical dramas, this title is definitely worth watching.

Non così atipica. Idea geniale.
👉👉👉 Il mio voto reale è 8,2 !"Atypical Family" è un kdrama breve. (10 episodi) che presenta una famiglia di persone con super poteri da generazioni (potrebbe essere la versione coreana di Encanto, film d'animazione della disney di qualche anno fa).
Il lavoro è assolutamente di tipo sperimentale in quanto scardina paradigmi, tropi e schemi tipici dei kdrama. Gli eroi si discostano dall'archetipo dell'eroe, la protagonista femminile non è la solita damigella in pericolo anzi...guai a chi prende di mira, anche lei con una famiglia tutt'altro che ordinaria. Il man lead è uno degli attori più belli nel panorama coreana con un super potere bloccato da un trauma del passato.
Questo lavoro tesse una narrazione terapeutica, carica di suspense. Ti tiene con il fiato sospeso fino agli ultimi istanti, mantenendo il suo fascino imprevedibile anche negli ultimi secondi dell'episodio finale.
La scrittura è accattivante e le riprese mostrano continue sequenze di viaggio nel tempo, un concetto che è notoriamente difficile da gestire bene ma qui è ben reso.
La regia è encomiabile, attraverso l'utilizzo di colori color seppia rende l'atmosfera malinconica, accompagnata dalla straordinaria OST di Lee-Soo-ra .
Viene mostrato come bene e male siano concetti relativi: il male può diventare bene e viceversa attraverso un sovvertimento di ruoli mai statico ma in divenire col procedere degli eventi e delle elaborazioni dei vissuti.
I personaggi sono ben stratificati, la sceneggiatura è ben congegnata e la narrazione avvincente, la famiglia atipica tiene il pubblico sulle spine e agganciato senza mai cadere nei meandri del melodramma o del thriller.
L'idea è geniale: i super poteri vengono persi a causa delle patologie del benessere quali il binge eating, l'insonnia, la dipendenza o la depressione (metafora moderna di quanto la vita oggi offra miraggi e chimere nascoste sotto l'eccedenza e l'assenza di contatto tra le persone e con se stessi). Così, chi poteva volare preferisce ingozzarsi e restare ancorato pesantemente ad un presente indigesto, chi poteva sognare non riesce più a dormire, chi poteva viaggiare nel passato e cambiare il futuro resta bloccato avvelenando il presente, stordendosi nell'alcol.
Nonostante un chiaro riferimento a Parasite in alcune parti della narrazione, la famiglia atipica si concentra sui modi sani per stare bene. Sebbene questi siano forse i problemi mostrati in superficie, c'è anche una domanda più grande che viene affrontata: a cosa aspirano gli esseri umani? Qual è il loro bisogno ultimo?
Il dramma fornisce sottilmente la risposta a questo come un tema ricorrente in tutti gli episodi e attraverso dialoghi formulati in modo intelligente, ove necessario.
Unico neo di un lavoro solido e ben fatto è come sempre il finale affrettato , sebbene positivo.
Nel complesso, "Atypical Family" è un must! È un gioiello meravigliosamente atipico che rompe gli stereotipi e stabilisce nuove regole. È una bellissima interpretazione della vita che si traduce altrettanto magnificamente sullo schermo.
Consiglio la visione!

Una NOTA non basta a creare una sinfonia, analisi critica oltre gli ormoni,
Effetti speciali: 8,7/10Storia: 7/10
Personaggi: 8/10
Sceneggiatura: 7,3/10
FINALE: 4,5/ 10
Ho iniziato con trepida attesa ed entusiasmo dopo aver aspettato con pazienza che il lavoro venisse caricato per intero e tradotto per dedicarmi al binge watching, aspettative alimentate dalle recensioni entusiaste di tante donne che hanno dato valutazioni altissime e social infestati da reel con combattimenti meravigliosi.
Ad oggi posso dire che molto di questo entusiasmo è di natura ormonale, il cast maschile è infatti pieno di bellezze rare, anche potenziato con trucco costumi; alcune scene sono di grande impatto visivo ma a parte Neo Hou nessuno è spiccato per doti interpretative eccellenti, sicuramente gli altri per carisma e bellezza.
Gli influssi goth alla Tim Burton , fantasy di Animali fantastici e un po' di pirateria dei Pirati dei caraibi sono palesi in questa serie fantasy crime .
La scelta di far recitare tutti scandendo lentamente le parole e con molte pause, modificando il timbro delle voce ai due personaggi principali (il grande demone gorilla in modo lento, sospirato, affettato e il demone albero Liu Lin con voce bassa e rauca) non è servito a molto se non a rendere caricaturali i personaggi e rallentare ancora di più una storia che per via dei tempi di ripresa (primi piani di 15-20 sec.) mi è risultata a volte difficoltosa da seguire.
Essere belli non BASTA!
Sarò schematica elencando il positivo e il negativo del lavoro, personalmente, in modo da orientare lo spettatore nella scelta consapevole di seguire o meno questo lavoro accostandosi con aspettative realistiche perché non è UN COLOSSAL e NON è un CAPOLAVORO!
POSITIVO:
- Buon lavoro sulle immagini e molto buoni gli effetti speciali, i costumi e l'estetica generale sono molto curati per quasi tutti i personaggi, altri risultano grotteschi... (vedi il ragazzino giovane talento della medicina e il nipote del Dio della montagna, aspirante cuoco).
- Simpatica l'idea di unire dei compagni di viaggio improbabili in un'unità investigativa di ricerca dei demoni e sperimentare come nascano dei rapporti e dove ognuno aiuti l'altro a superare un trauma irrisolto del passato formando alleanze che uniscono al di là delle differenze di genere (umano, demone, divinità).
-Colpi di scena: generalmente riesco a comprendere subito i cattivi della serie, qui hanno investito su un personaggio molto poco presente sulla scena e quando verso la fine della serie scopri la sua implicazione non lo diresti mai, così come non si direbbe mai che ci sia una "talpa" infiltrata nel gruppo di ricerca ed è quella più improbabile.
- Protagonisti maschili: Neo ha colto nel segno nelle scene emozionanti e il suo tempismo comico è stato fantastico. Si è rivelato molto poliedrico e camaleontico nel riuscire a dar vita ad un demone indolente, pigro, sornione che non si prende troppo sul serio e che non ama essere vittima di compassione, sopportando con fiera dignità la sua condizione di "disprezzato" e incompreso.
- Alchimia del cast: l'alchimia tra gli attori è stata molto buona, non tanto tra le coppia female and male lead (non vi aspettate storie d'amore che non ci saranno), piuttosto mi riferisco al rapporto tra il ragazzino e il signor Zhou Ychen (che vede come un fratello più grande) , tra il medico e il giovane dio della montagna, soprattutto tra Zhou e il Grande Demone (il loro rapporto viene caratterizzato da un'ambivalenza tale che a volte ho avuto il sospetto che la storia potesse sfociare in un bromance da un momento all'altro).
- Titoli di coda: molto apprezzabile l'idea di fare dei balletti con tutto il cast come sigla finale.
-Musiche: alcune volte necessarie , connotavano oniricamente la narrazione unendo una grafica sfumata ad una musica sognante.
-Valori e dialoghi, in questo lavoro viene portato avanti un messaggio fondamentale che alla fine è sempre lo stesso: l'accettazione del diverso, la paura dell'alterità, l'abbandono del pregiudizio, la necessità di comunicare onestamente , una abilità che hanno scelto paradossalmente di donare in abbondanza al giovanissimo medico tredicenne e di privarne i due demoni millenari come a voler trasmettere il messaggio che la giovinezza si caratterizza per quella genuinità sincera e onesta che si perde via via con l'età.
Bello anche il rapporto recuperato tra la signora Pei e il fratello e il valore del perdono come processo di umanizzazione.
NEGATIVO:
- Vibes barocche e ridondanti : in alcuni momenti il fantasy diventa troppo rumoroso, con il volume delle musiche che copre i suoni di fondo ( la musica della battaglia per me è stata poco azzeccata).
Negli occhi cangianti ho visto molto twilight , specialmente in quelli "dorati". Un po' infantile e ridicola l'idea di purificare l'energia maligna suonando il flauto, avrebbero dovuto correggere e caricare questo rituale di purificazione con qualche altro effetto speciale dal momento che non si sono risparmiati in questo ambito.
Mi è sembrato che il regista fosse iper-concentrato sul montaggio di un video musicale da essersi dimenticato che avrebbe dovuto realizzare un dramma. OST non-stop, la musica suona costantemente in sottofondo, troppo spesso, troppo a lungo.
- Narrazione disordinata: continui flashback dopo flashback, sequenza onirica dopo sequenza onirica che invece di aggiungere spessore, rallentavano la narrazione che perde di fluidità e connessione.
Le conversazioni spesso poco credibili, poiché passano bruscamente da toni seri a improvvisi picchi di umorismo togliendo intensità a quanto veniva mostrato, diventando una parodia grottesca e caricaturale.
- Ennesimo drama PRO HOMO che oscura e banalizza il ruolo della donna attraverso la scelta di caratterizzare con delle abilità o poteri solo i personaggi maschili, un'attrice femminile è esperta di arti marziali ma è ben poca cosa rispetto alle abilità e ai poteri immensi dei protagonisti maschili. La protagonista femminile CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE UNA DEA era inutile, si contraddistingue solo per intuito, saggezza e conoscenza in tema demoniaco, poi davvero inutile, sin dal primo episodio. E come sempre in balìa dell'uomo di turno che deve salvarla, connotandola come debole e bisognosa di attenzioni.
La recitazione del personaggio di Wen Xiao è stata inoltre molto sottotono, in una scena di disperazione, nell'ep. 16 rimane prostrata a terra con lo sguardo basso mentre tutta la scena si svolge in cielo, non guarda nemmeno, sembra sconfitta e afflitta mentre si gode come gli uomini risolvono la tragedia (in teoria lei era la dea che doveva salvare il mondo dall'orda dei demoni).
Fino alla fine non sarà mai davvero determinante e mi viene il sospetto che sia stata inserita per evitare una qualche censura da parte del sistema cinese perché senza una figura femminile il rapporto tra i due protagonisti sarebbe risultato troppo ambivalente con sfumature bromance , NON me lo spiego altrimenti perchè è l'unico drama in cui il female lead non è determinante, persino un ragazzino di 13 anni ha più impatto sulla serie, e fino alla fine viene costantemente aiutata dagli uomini, l'unica cosa che le vedo fare è piangere. Unico spazio in cui emerge la sua personalità è nei confronti con la signora Pei e in quello con Li -Lun che pur diventando poi scontro violento ha delle sfumature molto sensuali e quasi sessuali.
Le scene d'azione della seconda protagonista femminile sono state però ottime e mi è piaciuta la trama secondaria con suo fratello, ma nel complesso il personaggio è piatto con un'evoluzione non troppo marcata.
-FINALE: Cupo, fiacco, tragico da Olocausto e troppo uguale in termini sacrificali a tanti altri visti (a journey to love, lost you forever per quanto riguarda il demone a 9 teste, love and redemption e l'astro di Mosha e re bailing, la fata e il diavolo ... solo tutto più triste).
Il finale è triste e dal 22° episodio la serie non si è più ripresa in termini di tragedia costante e che il finale RIPETO è uno dei più tristi visti in quanto questo gruppo coeso e affiatato finirà per perdersi e molti sacrificati. Se avete amato un finale alla journey of love fate pure , a me ha lasciato molto triste e molta amarezza.
Qualcuna ha scritto "finale che soddisfa chi ama i tristi che allegri". Mi chiedo cosa abbia seguito e cosa abbia capito. Una flebile speranza e un finale aperto negli ultimi 5 secondi cronometrati di serie non basta a fare un finale degno.
Questa serie nonostante abbia dell'umorismo nei primi episodi e un po' meno nella parte centrale e pochissima sul finale è una delle serie più tristi e drammatiche che io abbia finora seguito, mi ha lasciato un senso di amarezza e vuoto non comune.
IN GENERALE:
Questo drama aveva tutte le potenzialità per riuscire a sfondare: è un fantasy originale con grande impatto scenico, attori bellissimi ma l'esecuzione non ha funzionato.
Anche la storia non è una GRANDE NOVITA' ma l'ennesimo tentativo di dipingere il mondo dei demoni come creature malvagie per reazione che sperimentano grande sofferenza e ostracismo (quanti xianxia/wuxia avete visto che parlano di questo? TANTISSIMI).
Ci volevano più colpi di scena e una storia geniale (tipo quella di love and redemption) per riproporre in modo nuovo un messaggio vecchio e abusato come questo mentre hanno usato lo stesso "colpo di scena" per tutta la serie investendo tutti i personaggi ( quando vedrete capirete, non c'è variazione, solo i personaggi divengono di volta in volta "oggetto" di questo colpo di scena). E' una serie che investe su piccole storie che riguardano demoni e personaggi principali, con lo stesso meccanismo, per portarne avanti una centrale.
Il romanticismo è a metà, è presente attraverso il solito struggimento e occhi commossi ma non viene né sviluppato né vissuto, sia fisicamente sia come nascita di una relazione. Questa non è necessariamente una caratteristica negativa però, a questo punto, sarebbe stato meglio toglierlo completamente questo sviluppo a metà: o inserisci e sviluppi per bene (avrebbe aggiunto molto) o non metti solo sospiri e capogiri destinati ad una coppia che non si formerà mai!!!!
Capisco che la serie sia tutta dedicata al valore dell'amicizia e delle connessioni come scopo fondante e vitale dell'esistenza ma la serie è troppo tragica e in definitiva poco romantica.

Tra super poteri, spionaggio e dilatazioni narrative
Scenografia: 🎞️ 8,8. Regia: 📽️ 9,2. 🔋CGI: 9,5.📇 Voto complessivo:8,8
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Drama coreano, presente su piattaforma disney, suddiviso in due stagioni (la data di uscita della seconda non è ancora stata rilasciata) che unisce supereroi, spionaggio e melodramma familiare. Tratta dall’omonimo webtoon di Kang Full (Light shop, PARASITE etc. etc.) racconta la storia di tre studenti delle superiori che nascondono poteri straordinari ereditati dai genitori, ex agenti di un’unità segreta sudcoreana.
Kim Bong-seok: può volare (o meglio, levitare), ma fatica a controllare i suoi poteri. È ingenuo, gentile e molto legato alla madre, Lee Mi-hyun, ex agente con sensi super sviluppati che lo protegge in modo asfissiante e poco "salutare", impedendogli di vivere serenamente.
Jang Hui-soo: ha la capacità di rigenerarsi all’istante, ereditata dal padre Jang Ju-won, ex spia segreta, dal corpo praticamente immortale. La ragazza cerca di vivere normalmente, nascondendo le proprie ferite invisibili legate alla perdita della madre in giovane età e al continuo trasferimento destabilizzante per sfuggire ai servizi segreti dove lavorava il padre.
Lee Kang-hoon: possiede forza e velocità sovrumane. Vive con il peso delle aspettative, desideroso di riscattare il padre che possedeva lo stesso identico potere e cerca di imporsi come leader a scuola.
I tre si incontrano al liceo Jeongwon nella stessa classe, Bong e Huisoo stringono una profonda amicizia, scoprendo reciprocamente i loro poteri. Tuttavia, la scuola è il centro di una sperimentazione di sviluppo di talenti da parte di un distaccamento dell'ex servizio segreto sudcoreano: l’agenzia segreta sudcoreana e infiltrati nordcoreani cercano di reclutare (o eliminare) i ragazzi, con l'intervento dei servizi segreti americani, riaprendo vecchie ferite nella vita già provata di questi genitori che dovranno riprendere a lottare, con i loro poteri, per proteggere i figli.
La trama alterna flashback intensi sul passato dei genitori – agenti speciali usati come pedine nella guerra fredda tra Nord e Sud – con l’attuale battaglia degli adolescenti per trovare un’identità. La serie si muove tra melodramma familiare, thriller di spionaggio e azione spettacolare, culminando in una guerra aperta a scuola tra studenti, genitori e nemici nordcoreani.
Il finale lascia aperta la strada a nuovi sviluppi: i sopravvissuti cercano di ricostruire le proprie vite ma minacce e vecchi fantasmi restano dietro l’angolo... .
Aspetti positivi che ho gradito della storia
Non è solo una storia di supereroi bensì un racconto di genitori e figli: la paura di trasmettere fardelli, il desiderio di protezione e la speranza di un futuro migliore. Questo tocco umano è ciò che differenzia Moving dai classici action occidentali, magari fatti meglio visivamente.
Ho amato il realismo con cui è stata presentata la corea del sud negli anni '90, prima del boom economico, ho visto usi, vite e gli spazi urbani di allora, quartieri prima della riqualificazione e la povertà mista a disperazione della gente, le loro case asfittiche, anguste, simili a sgabuzzini. Ho adorato questo racconto vivo privo di edulcorazioni e patinature.
Lo stile senza fronzoli è reso anche visivamente sui personaggi con un look nude se ci riferiamo al trucco, nessun fondotinta ultra coprente e levigante da pelle di porcellana (ultra finta) a cui i kdrama ci hanno abituati ma uno stile nudo, imperfetto, con cicatrici e sebo, crudo come le loro vite.
Personaggi ben costruiti
Ogni protagonista ha un passato doloroso e realistico. I flashback (Ju-won, Mi-hyun, Doo-sik) non sono semplici riempitivi ma veri mini-film che aggiungono profondità emotiva e spiegano il presente. Questo aspetto era essenziale e funzionale allo sviluppo del presente ma personalmente l'ho trovato troppo diluito, trascinato, questa è una mia personale preferenza che non inficia la qualità, ciò che invece ha penalizzato è il montaggio.
Qualità tecnica e spettacolare
Le scene d’azione sono curate e visivamente potenti: voli, combattimenti corpo a corpo, esplosioni, guide sfrenate di autoveicoli. L’uso di effetti visivi è calibrato, mai eccessivo, e si accompagna a una regia cinematografica di tutto rispetto e molto curata, con scelte chiare e condivisibili.
La Struttura narrativa è originale
Il ritmo lento nei primi episodi diventa un pregio quando emergono i pezzi del puzzle: la serie riesce a fondere coming-of-age, spy thriller e superhero drama in un’unica cornice coerente.
Cast di altissimo livello
Attori come Ryu Seung-ryong (Jang-Joo-won), Jo In-Sung (Kim Doo-sik), Kim Sung Kyun (Lee Jae Man), Moon Sung Geun hanno aggiunto peso emotivo e carisma. Anche i giovani attori hanno retto bene il confronto con colleghi di grande esperienza, Lee-jung-ha ha preso 30 kg per il ruolo (niente tute volumizzanti imbarazzanti come le colleghe donne di altri lavori), Go Yoon Jung assolutamente all'altezza del ruolo nonostante una giovanissima età. Anche Han Hyo Joo ha brillato ma... .
Interpretazioni
Le performance non sono state solo fisiche (azione, combattimenti, sparatorie, effetti scenici), ma anche interiori: tristezza, rimorso, conflitti interni sono abbastanza comunicati ma è sembrato che la serie si concentrasse più sul "fisico", sulla "spettacolarizzazione" che sulle vicissitudini interiori.
Specialmente la madre, l'attrice rodata Han Hyo Joo, ha utilizzato un doppio registro : da un lato una madre impicciona e molto teatrale nelle reazioni, come spia invece si mostra rigida, chiusa, coartata. Non ha legato completamente queste due rappresentazioni di sé dandomi una sensazione di frattura, di stacco netto , come fossero due donne diverse. Per questo non la premio. Tuttavia ha dato prova di grande prestanza fisica che mostra capacità di proteggere ciò che ama, la sua trasformazione da madre chioccia a badass queen ha assunto toni quasi epici.
Attori giovani come Lee Jung-ha e Go Yoon-jung hanno ricevuto riconoscimenti, sia dalla critica sia a premi come il Baeksang Award. Sono stati lodati per la freschezza e la capacità di reggere il confronto con interpreti più esperti.
Anche nei ruoli secondari non si percepisce una recitazione “di contorno”: quasi tutti i personaggi — genitori, antagonisti, figure minori — hanno momenti in cui “brillano”. Ciò aiuta a dare spessore alla serie e a non far sembrare la recitazione sbilanciata, dimostrazione che la regia ha saputo bilanciare i registri interpretativi.
Temi universali e principi ispiratori
Al di là dei poteri, Moving parla di sacrificio, perdita, eredità, resilienza. È una metafora della condizione coreana (divisione Nord/Sud, cicatrici della guerra) ma anche un racconto sulla famiglia coreana.
La disabilità trova qui spazio e viene realisticamente trattata: Lee Jae Man ha una disabilità intellettiva e questo lo porta inevitabilmente a vivere lo stigma di una società che non tollera "i diversi" (Min lo definisce "inutilizzabile", la collega dell'emporio ne parla alla moglie come di un uomo incapace... ), tuttavia anche lui ha un super potere, trasmesso al figlio.
Questa scelta, da parte degli autori, è profondamente umanizzante: anche i disabili sono persone normali, come i neurotipici possono ricevere poteri, e questo li rende in qualche modo speciali.
Il ribaltamento del modello classico del supereroe è il punto di forza della serie.
Kim Bong-seok non è il “bellone” carismatico che domina la scena, ma un ragazzo impacciato, timido, goffo, con ansie quotidiane e un corpo che spesso lo tradisce (sudore, fame incontrollabile, paura di volare senza riuscire a fermarsi).
Questo lo rende vicino al pubblico: chiunque può riconoscersi nelle sue fragilità, nei suoi momenti da “sfigato” che non sa come affrontare.
La sua crescita non è quella del “diventare un figo” ma del diventare umanamente maturo, impara a proteggere chi ama, a non vergognarsi di ciò che è, e a trovare coraggio nella sua vulnerabilità.
Questi super eroi vengono definiti dalla società "mostri", mostrando un ribaltamento del modello classico del supereroe. Il lavoro diventa quasi una parodia tenera dell’eroe classico, ho apprezzato questa reinterpretazione moderna: l’eroismo sta nell’accettare di essere “diversi”, non nell’essere perfetti.
Criticità principali, cosa allontana questo lavoro dall'eccellenza... .
Sceneggiatura eccessivamente diluita
Nonostante l’originalità del mix tra superpoteri, azione e spionaggio, alcuni momenti risultano sparsi, con spazi morti narrativi che riducono l’impatto drammatico, complice anche un montaggio non sempre ottimale.
Il crescendo emotivo non sempre è supportato da una coesione narrativa costante.
Montaggio, flashback inseriti nei momenti sbagliati:
nei picchi di tensione (scontri, rivelazioni emotive), il racconto si interrompe con lunghi flashback dedicati ai genitori. Anche se utili per approfondire i personaggi, spezzano il ritmo e fanno calare l’adrenalina dello spettatore.
Alcuni episodi centrali sono costruiti come mini-film sul passato di un singolo personaggio.
Questo rafforza la componente drammatica ma diluisce l’intreccio principale e riduce l’urgenza narrativa.
Alcuni dettagli dei flashback (come l’addestramento o la vita familiare dei genitori) vengono ribaditi più volte, allungando scene che potevano essere condensate.
Contrasto con l’azione, le sequenze action hanno ritmo serrato e montaggio dinamico ma sono alternate a segmenti lenti e contemplativi che non sempre si amalgamano bene.
Personaggi secondari poco sviluppati
Alcuni comprimari appaiono più come strumenti funzionali alla trama che come figure con un punto di vista autonomo: la loro evoluzione è superficiale, lasciando emergere un potenziale incompiuto.
Tono talvolta incostante
La serie passa rapidamente da momenti di forte pathos familiare a sequenze di tensione spionistica o battaglie con stacchi netti e improvvisi: personalmente ha contribuito alla sensazione di sceneggiatura “annacquata”.
Suspense poco focalizzata su chi muove davvero le pedine
Alcuni eventi cruciali restano ambigui nelle dinamiche: non è sempre chiara la scelta dei servizi segreti (Operazione gabbiano, Mission top secret 1994... scena dei nord coreani in auto prima di entrare a scuola). Questa scelta narrativa può essere intrigante ma anche frustrante se non seguita da sufficienti rivelazioni.
In conclusione è una serie che consiglio a occhi chiusi, raramente si vede questa qualità e tecnica visiva, la CGI così ben curata, le interpretazioni sono tutte ottimali, non eccellenti, e la storia è interessante sebbene la parte sullo spionaggio sia meno interessante e i flashback troppo diluiti, penalizzando un ritmo troppo altalenante della storia.
Il risultato è che lo spettatore percepisce uno sbilanciamento tonale: la tensione costruita con cura viene “congelata” da salti nel passato, rischiando di vanificare la suspense. Questo rende la sceneggiatura e il montaggio “troppo diluiti”. La mia valutazione è alta perché era una serie dalle potenzialità immense, e nonostante queste pecche risulta un lavoro unico nel suo genere con una resa visiva superiore a molte altre serie che mescolano poteri e realtà ordinaria, realizzando un lavoro di sicuro impatto visivo.

Machismo, Cameratismo, Buonismo e Coazione a ripetere.
Il mio voto è 7,2 perché la qualità di produzione è abbastanza buona ma ci sono molti aspetti che non mi convincono.Il titolo che ho deciso di dare questa volta all'opera rispecchia sinteticamente quello che si vede per ben 40 ore.
É uno spettacolo gradevole da vedere, non fraintendetemi, ma ha dei forti toni propagandistici: da un lato sull’attore protagonista, Yang Yang, dall’altro sulle professioni di aiuto e di pronto soccorso in Cina. Interessante lo spaccato offerto sulle condizioni di vita e sulle discriminazioni di classe (a parte la storia tra i protagonisti). In particolare, ho trovato molto coinvolgente la parte dedicata ai pompieri: forse non del tutto realistica, con salvataggi spettacolari e dialoghi tra colleghi ben scritti. Mi sono affezionata a tutti i membri della squadra, che trasmettono un bel senso di cameratismo e umanità (seppur con un eccesso di buonismo).
Tuttavia, molte scene medical tendono a enfatizzare l’eroismo e la spettacolarità a scapito del realismo clinico. Niente di male ma mi chiedo se questo sia un drama fantascientifico o realistico, come mi sembra ambisca a essere.
Ho apprezzato poco l’eccessiva enfasi propagandistica costruita intorno al protagonista maschile: le scene di docce, corsa, arrampicata e i momenti di “machismo”, palesemente pensati per far impazzire il pubblico femminile mi sono sembrati superflui e spezzavano il ritmo già lento o il tono realistico del lavoro. Personalmente preferisco le storie alle dinamiche basate sugli ormoni: non considero Yang Yang questa grande rivelazione, né come attore né come “sex symbol”. Pur avendo una formazione specifica in recitazione (e non essendo un idol), non lo trovo memorabile e con uno stile recitativo proprio, come altri.
Pensate che molti hanno appunto scritto che questo drama sembra fatto per promuovere, risaltare e valorizzare Yang Yang proprio per l'evidente spettacolarizzazione e il tempo riservato al protagonista maschile.
Riconosco però il grande impegno fisico nelle scene d’azione, e questo merita un sincero plauso.
Passando a Wang Chu Ran, la protagonista femminile: bella ma l’ho vista più convincente in altri lavori; in questo caso il ruolo era probabilmente troppo prematuro rispetto alle sue attuali capacità.
La sceneggiatura non l’ha certo aiutata ma il personaggio avrebbe richiesto più sfumature. Non mi riesce a trasmettere appieno il dissidio interiore tra i sentimenti e la lealtà familiare: appare rigida, silenziosa, con gesti bloccati. Capisco il valore simbolico e l'evoluzione (scarna) ma il risultato è stato in definitiva di un personaggio privo di spessore, lontano dalla ricchezza interpretativa di altre attrici più rodate.
Spero che cresca perché anche lei a differenza di tante blasonate ha un percorso specifico di formazione attoriale presso l'accademia di teatro di Shangai, se non cresce rimarrà un'attrice d'immagine ( e non di interpretazione).
La trama amorosa è il punto più debole della serie. Troppo lunga e ripetitiva, si riduce a una storia d’amore ostacolata dalle famiglie, trascinata per oltre dieci anni. Francamente eccessivo. Troppo tirato... per 25 episodi.
Inoltre, il rapporto fraterno inserito nella vicenda ha degli sviluppi assurdi,mi è sembrato forzato, anche questo aspetto in netto contrasto con il tono realistico della serie.
Il legame tra i due protagonisti non mi ha convinta: lei inizialmente agisce quasi da stalker ossessiva, dopo averlo maltrattato e lasciato in maniera brutale, lui puntualmente si nega e allo stesso tempo la ricerca per i primi 15 episodi; seguiranno momenti di avvicinamento a momenti di diniego, la classica dinamica del lascia e prendi. Considerato il trascorso questa è patologica coazione a ripetere (da qui il titolo).
Non c’è INOLTRE un reale motivo narrativo o emotivo che renda plausibile questa attrazione ostinata: mancano dialoghi profondi, esperienze condivise, momenti che possano dare spessore al loro sentimento. Persino quando vanno a trovare la madre di lui, lei non riesce a dirgli due parole di conforto: difficile credere a un amore solido con così poco. L’unico collante sembra essere la bellezza di lei, ma a trent’anni non basta per giustificare tutta questa dinamica tossica. Più che amore, a tratti ho percepito un’ossessione.
La loro relazione passata è segnata da incomprensioni, ferite e separazioni ma entrambi non riescono a staccarsene davvero.
La fissazione reciproca va oltre il semplice attaccamento: tornano costantemente sugli stessi nodi (rimpianti, conflitti, colpe) senza riuscire a elaborarli in modo definitivo.
Ogni incontro diventa una “ripetizione” del trauma originario della rottura: attrazione e dolore si intrecciano, in una dinamica che li intrappola e che è troppo trascinata, personalmente.
La spiegazione secondo cui questa fissazione era legata al fatto che la loro relazione fosse stata interrotta contro la loro volontà mi è parsa debole e poco credibile, soprattutto se confrontata con la crudeltà con cui lei lo aveva lasciato in passato. Mancano motivazioni forti e concrete, e questo rende la trama sentimentale stagnante e poco coinvolgente. Al contrario, nei momenti professionali i due personaggi mostrano maturità, chiarezza e determinazione. Ma quando si tratta della loro relazione, rimangono bloccati e ripetitivi.
Lui appare come un eroe moderno ossessionato da lei senza che ci sia un vero motivo a giustificare questa fissazione; lei, invece, risulta un personaggio mal costruito, segnato da un forte divario tra la sua intraprendenza e determinazione sul piano professionale e la totale stagnazione nella sfera personale.
Inoltre, si rivela egoista, irragionevole, costantemente lamentosa: persino quando raggiunge i suoi obiettivi trasmette un senso di tristezza deprimente e nostalgia. Ne emerge una figura poco riuscita, sgradevole e difficilmente simpatica.
Aspetti tecnici
Musiche, non ho gradito il tono minimalista della colonna sonora strumentale: le tre note gravi di pianoforte, ripetute ossessivamente nei momenti di stallo, risultano monotone e prive di profondità emotiva. Anche la sigla iniziale e finale, così come le canzoni di intermezzo, non hanno incontrato il mio gusto. Si poteva investire di più per arricchire l’esperienza uditiva: questa OST rimane una delle più semplici e meno incisive del genere.
Il casting è nel complesso molto pertinente e ben calibrato. A partire dall’ambivalenza di Suo Jun, uomo saggio, maturo ed eroico, ma con irrisolti legami paterni: l’attore che lo interpreta è perfettamente portato per ruoli complessi, mai appiattiti sul “solo buono” o “solo cattivo”, come già aveva dimostrato dai tempi di Eternal Love.
La madre malevola della protagonista è una villain memorabile: sin dai tempi di Ming Lang questa attrice ha il volto giusto per incarnare una crudeltà spietata che incute soggezione già con la sola presenza scenica.
Il fratello della protagonista è un interprete esperto e capace, purtroppo il suo spazio narrativo è stato ridotto, ma nelle scene più dolorose ha saputo dare prova di grande credibilità.
Ottime anche le interpretazioni degli attori che impersonano i pompieri: eroici, semplici, autentici.
Unica nota stonata la protagonista femminile: pur essendo un’attrice che apprezzo, non è riuscita a restituire pienamente la complessità interiore del personaggio. Ne è derivato uno stacco evidente tra la donna determinata e competente nel lavoro e l’eccessiva timidezza stagnante nei rapporti con la famiglia e Song Yang.
Regia: pulita, semplice, elegante, senza fronzoli, forse un po' troppo lenta e trascinata nei primi piani. Avrebbe dovuto pretendere di più dai protagonisti.
L' estetica è “patinata”, con inquadrature curate e spesso costruite per valorizzare i protagonisti (close-up emotivi, uso frequente di ralenti e luci calde nelle scene sentimentali).
Le scene d’azione/emergenza dal punto di vista spettacolare sono ben coordinate, con un buon uso di effetti speciali e coreografie nei salvataggi. Tuttavia, tendono più al dramma spettacolare che al realismo: ad esempio, la durata dei soccorsi è compressa e i rischi sottovalutati. Non parliamo delle scene medical dove non c'è nulla di realistico o ben rappresentato... .
Ritmo: alterna momenti di alta tensione (incendi, incidenti, emergenze mediche) a lunghe pause di introspezione e dialoghi romantici. Questo crea a volte uno squilibrio, con episodi che rallentano troppo sul versante sentimentale.
C'è spesso un alone bluastro nelle scene girate di notte anche quando non ci sono luci blu come le sirene dell'ambulanza o altri motivi plausibili quindi mi viene da pensare ad un innalzamento dell'ISO della fotocamera e ad un bilanciamento del bianco non ottimale, legato forse ad una post produzione veloce, c'è inoltre una fastidiosa goccia di acqua nell'obiettivo della fotocamera in una scena dell'episodio 33°.
Non credo sia una scelta voluta e consapevole, tutt'altro.
La sceneggiatura si fonda sul doppio binario romance + action medical/firefighting. Ma i due filoni non sono sempre ben integrati: spesso le emergenze sembrano funzionali solo a riavvicinare i protagonisti, non a sviluppare una narrazione autonoma.
Dialoghi: molto melodrammatici, a tratti ridondanti; insistono su “ferite del passato” e “amore destinato” con poca varietà tematica.
Realismo medico: debole. Le procedure di soccorso e i protocolli sono semplificati o addirittura impossibili (dissezione aortica o la barra metallica, operazioni complesse salvavita nel triage d'emergenza improponibili). Questo indebolisce la credibilità.
Personaggi secondari: svolgono funzioni di supporto (amici, colleghi, antagonisti familiari), ma raramente hanno archi narrativi solidi. Restano figure di contorno piuttosto che storie parallele ben sviluppate.
Uso dei colori: tinte calde per le scene romantiche (arancio, oro, luce soffusa), tinte fredde e fumo per le emergenze. C’è una chiara intenzione simbolica (calore = amore, gelo/fumo =pericolo).
Effetti visivi: gli incendi e le esplosioni sono resi con CGI discreta, ma a volte artificiale; non raggiungono il livello cinematografico, pur essendo di buona qualità per una produzione televisiva.
Esteticamente piacevole, Fireworks of My Heart risulta dunque curato ma superficiale, più attento a esaltare l’eroismo, il machismo e il fan service che a costruire una trama solida. Nonostante i limiti, rimane una visione gradevole e rilassante, adatta a chi cerca intrattenimento leggero più che un racconto realistico o profondo.
Consiglio la visione, stranamente rilassante e gradevole, nonostante le sue pecche, senza aspettarvi granché, è comunque migliore di tanti altri lavori che avete votato generosamente.
Vorrei dare di più alla parte girata in caserma che mi è piaciuta molto, la qualità della cinematografia è migliore rispetto a diverse cose che ho visto salvo qualche errore tecnico di luci/illuminazione, ma la loro storia d'amore è stata troppo trascinata prima e in seguito piena di problemi inutili, forzati che mi hanno trasmesso pesantezza e un alone velato di tristezza.

Intrighi infiniti e sentimenti smorzati: la lentezza della stagione di mezzo!
😊😊😊😊😊😊il mio voto per questa stagione è 8,3Dopo cinque anni di attesa, la seconda stagione di Joy of Life ha finalmente riportato sullo schermo Fan Xian e il suo mondo intricato fatto di politica, inganni e relazioni ambigue.
L’hype era altissimo, e la serie ho letto aver toccato numeri da record: centinaia di milioni di visualizzazioni in Cina e un grande successo anche a livello internazionale grazie alla distribuzione su Disney+. Ma è riuscita davvero a mantenere le promesse?
Nonostante una qualità visiva migliorata (la seconda stagione ha introdotto tecnologie avanzate per il rendering visivo: "in particolare, Tencent Video ha implementato la modalità HDR Vivid" che permette un'esperienza visiva più ricca, con contrasti intensi e dettagli nei particolari,tessuti, luci, ombre), una maggiore nitidezza, una regia più innovativa che si avvale anche di droni e di diverse tecniche di ripresa, la stagione è più lenta rispetto alla prima, con episodi iniziali che sembrano meno coinvolgenti.
La trama è meno fluida, con alcuni eventi che si trascinano per troppo tempo.
É una stagione più cupa, sottile e psicologica.
I protagonisti sembrano due: Fan Xian rinnovato (dimagrito al punto da sembrarmi un altro ma era questo il suo scopo), e Li Chegze , il Secondo Principe , interpretato magistralmente da Liu Duan Duan; lo spazio a lui riservato in questa stagione è quasi pari a quello del protagonista, rappresentato quasi sempre scalzo con abiti tanto sontuosi quanto eccentrici, a testimonianza della sua "doppiezza"e la sua instabilità.
Da una parte sfarzo e ostentazione → le vesti elaborate rappresentano il potere, il rango e la volontà di mostrarsi come figura imponente, quasi teatrale. È l’immagine che lui vuole dare al mondo, coerente con la sua natura vanitosa, eccentrica e instabile.
Nudità dei piedi → il contrasto con la ricchezza degli abiti sottolinea vulnerabilità, fragilità, o addirittura una certa “mancanza di fondamento”. Essere scalzo, in un contesto di corte, era inoltre inappropriato e rivela che sotto la maschera sfarzosa c’è qualcosa di incompiuto, instabile, forse anche un’infantilità che lo rende meno temibile e più inquietante.
La differenza più evidente con la seconda stagione è il visibile passaggio dalla narrazione incentrata sulla trama a quella incentrata principalmente sui personaggi. Dopo aver eluso la morte, Fan Xian torna nella capitale. Durante la prima stagione, Teng Zijing ha mostrato a Fan Xian che nella vita di ognuno di noi, vale la pena proteggere ciò a cui si tiene, anche a costo della vita. Questa stagione esplora cosa sia ciò che vale la pena proteggere per Fan Xian. Conosce e riflette gli ideali materni e inizia a prendere consapevolezza delle ingiustizie che l'hanno spinta a voler cambiare il mondo. La difficile situazione della gente comune lo tocca mentre arriva a comprendere di essere anche lui solo una pedina nelle mani dell'Imperatore.
Accoglie l'eredità di sua madre con uno scopo e una chiara visione di ciò che intende farne. I momenti più esaltanti di questa stagione non sono ricchi di azione o pieni di colpi di scena intricati, ma momenti cruciali nel percorso del personaggio di Fan Xian. È meno emozionante per gli amanti dell'azione ma questa è la stagione di consolidamento degli scopi e chiarimento degli obiettivi per Fan Xian.
La storia è più cupa e pericolosa, il protagonista cresce, diventa meno ingenuo e più maturo, affrontando avversari pericolosi in un percorso di maturazione che emoziona, a volte.
La seconda stagione è una stagione di passaggio del protagonista: da "pedina a giocatore": in una stagione dove anche i personaggi secondari diventano importanti e hanno molto tempo sullo schermo, Fan Xian emerge sotto una luce nuova e più complessa. Il ritmo è incostante, alcuni archi narrativi si allungano troppo e il cast vastissimo rende la narrazione dispersiva.
A volte si ha la sensazione che la serie si perda in dettagli secondari, mentre alcuni momenti cruciali (come il tanto atteso matrimonio tra Fan Xian e Wan’er) risultano trattati in maniera sorprendentemente frettolosa e poco incisiva.
La componente romantica in questa stagione è stata del tutto sacrificata, la si vede sul finale perché supporta la narrazione che richiama alcuni aspetti della prima stagione ( tesoreria imperiale e assassinio di Lin Gong). Prima del matrimonio ci saranno solo tre scene in cui il ML e Wan'er saranno entrambi presenti, quindi non aspettatevi nulla da questa stagione in termini di romanticismo. Del resto non nasce come storia romantica, c’era qualcosa in più ed era meglio resa nella prima stagione.
Lin Wan’er (Li Qin) è quasi assente. La sua presenza marginale mi ha molto delusa, speravo in una maggiore centralità del suo ruolo. L’attrice fa bene il suo lavoro, come sempre, ma la sceneggiatura non le dà spazio.
L’intrigo é politico ma non conclude nessuna delle sottotrame (imperatore, Chen ping ping, principi), relegando tutto alla terza stagione. Il tono umoristico é molto più spiccato e manifesto interrompendo il ritmo e l’immersione.
Sarebbe stato narrativamente interessante se Wan'er avesse avuto un ammiratore:
1)per darle più spessore come donna desiderata non solo per il suo status di Principessa ma per le sue qualità personali;
2)per creare una tensione emotiva in Fan Xian, costringendolo a confrontarsi con la possibilità di “perderla”;
3) per bilanciare il rapporto, mostrando che Wan’er non è solo “il rifugio fedele”, ma una donna con fascino e attrattiva autonoma.
Né nel romanzo né nel drama, però, questo succede davvero: nessun personaggio maschile corteggia apertamente Wan’er. È come se l’autore volesse mantenerla tutta di Fan Xian.
Questa stagione mantiene il tono farsesco ma più accentuato e spesso forzato rispetto alla naturale ironia della prima stagione. Il nuovo equilibrio tra commedia e dramma è più sbilanciato verso la commedia, con humour demenziale, meta-battute e meme moderni. A volte l'ho trovato frizzante e audace, altre volte, specie all'inizio ho trovato una diluizione della tensione emotiva a discapito della credibilità.
Un elemento che, a mio avviso, ha davvero penalizzato la seconda stagione è lo stacco netto di tono rispetto alla prima. Avendo visto le due stagioni consecutivamente, senza il distacco di cinque anni che c’è stato tra le uscite, la discontinuità è palese.
Alla fine della prima stagione, dopo aver scoperto le proprie origini e compreso di essere stato manipolato da tutti, il protagonista dava l’impressione di aver maturato un rancore profondo e un obiettivo preciso:affrontare la sua nemesi con determinazione.
E invece, lo ritroviamo che torna in città come se fosse all’oscuro delle rivelazioni di Xiao En: mantiene un rapporto quasi cordiale con Chen Ping Ping (gli dice soltanto di non potersi fidare di lui), e si mostra cerimonioso e persino affabile con l’imperatore, pur sapendo ora di essere suo figlio. In pratica, sembrava dovesse rientrare pronto a “fare a pezzi tutti”, e invece l’impatto si riduce a una sorta di pantomima grottesca, condita di humour farsesco. Deludente.
Joy of Life 2 è una stagione ambiziosa, che non teme di cambiare tono e rendere la narrazione più oscura e matura. Porta con sé momenti intensi (episodio 15, pirandelliano e memorabile) e interpretazioni convincenti, ma anche difetti strutturali evidenti: ritmo irregolare, a volte trascinato, uso limitato dei personaggi femminili, la componente dominante dell'intrigo di corte, sempre a discapito di altri aspetti che secondo me andavano accostati per creare un "ritratto" di vita più equilibrato.
Nonostante ciò, rimane una delle produzioni più riuscite e seguite del panorama cinese recente, capace di mantenere alto l’interesse e di confermarsi come un fenomeno culturale, anche a livello internazionale.
👉 In sintesi: meno brillante e leggera della prima stagione, ma più cupa, politica e “strategica”. Una continuazione imperfetta ma comunque grande impatto.

Niente è come sembra- Il caos del sensazionalismo
Mouse è un thriller psicologico e poliziesco, con elementi fantascientici, coreano del 2021, composto da 20 episodi da 77 minuti ciascuno, circa. Tratta tanti, forse troppi argomenti: genetica, psicopatia, perdono, neuroscienze- neurochirurgia, biotica, religione e rapporto con la cristianità, varie tipologie di killer seriali ( organizzati, missionari, edonistici, dominatori), fanatismo e l'ingerenza delle associazioni governative con scopi utopici a discapito di poveri civili.La trama si sviluppa tutta sulla ricerca di un assassino psicopatico nel quartiere di Mojiin, un quartiere di Seoul in un arco di tempo che abbraccia 26 anni :1995-2021.
Il montaggio è appositamente studiato per "incasinare" tutto e mostrare l'ambivalenza tra buoni vs cattivi e il ruolo del pregiudizio. Se prestate attenzione l'assassino ce l'avrete sotto agli occhi tutto il tempo, ci sono alcuni importanti indizi che lo svelano in modo intelligente già dal primo episodio e la prima scena del serpente e il topo riflette simbolicamente il lavoro. Il titolo spiega praticamente tutto il lavoro, la cui logica sarà chiara negli ultimi episodi mentre tutto il percorso mostra un po' i detective e i reporter impegnati nella caccia al più grande psicocopatico del secolo che si diverte a fare Dio, distribuendo punizioni letali ai trasgressori secondo una logica contorta, una caccia che riprende un po' quella del gatto che caccia il topo.
Il finale è karmico: con la nemesi da parte delle vittime e il riscatto da parte del protagonista principale. La redenzione è piena.
Considerazioni personali: il mio rapporto nei riguardi di questo spettacolo è stato ambivalente e molto discontinuo, inizialmente l'ho trovato noioso e inutilmente confuso e prolisso, alcune puntate mi hanno invece catturata e avvinta per la genialità nella scrittura sebbene alcuni aspetti mi ricordino alcuni thriller di successo americani come Seven o Mindhunter, quindi certi espedienti non sono proprio originalissimi tuttavia il prodotto è davvero una chicca nel suo genere. Ci ho messo due settimane a finirlo con pause di alcuni giorni perché ogni puntata va seguita con la massima attenzione ed episodi così lunghi sono molto stancanti. Inoltre ho compreso quasi subito chi fosse l'assassino, già al terzo episodio, pertanto mi rimanevano ben poche curiosità, ignorando che il grosso doveva ancora accadere. Alcuni episodi mi hanno stressata, esempio dall'11 al 14, una quantità infinita di nomi da ricordare e volti da associare, il ritmo e veloce e non frena per nessuno.
Dal quindicesimo l'ho letteralmente divorato per i colpi di scena e i pezzi del puzzle che andavano disvelandosi a poco a poco. Il finale poi mi ha letteralmente stregata e mi ha appassionato vedere come questo serial killer inizi a collaborare con la giustizia uccidendo altri predatori e ripulendo la società.
Regia: La regia di Choi Joon-bae e Kang Cheol-woo è una delle colonne portanti ma anche poco elaborata o innovativa, alternando piani stretti e claustrofobici durante le scene di tensione a campi lunghi e panoramiche per costruire respiro narrativo. Ho trovato alcune riprese troppo scure, talmente scure da faticare a capire cosa stesse accadendo.
Il montaggio è serrato nelle sequenze investigative e di azione, ma si prende il tempo di soffermarsi sui dettagli espressivi dei personaggi nei momenti emotivi.
Le inquadrature sono oblique e le composizioni sbilanciate per generare instabilità psicologica nello spettatore.
Sfrutta particolarmente il flashback per ricreare la linea temporale.
Il linguaggio visivo resta lineare e “pulito, senza stratagemmi di forte impatto ottico. Questo mantiene una fruizione chiara e accessibile, senza distrarre lo spettatore con tecniche vistose, d'altro canto può risultare meno memorabile dal punto di vista registico, perché non lascia una "firma più personale" come altri lavori, specialmente quelli di produzione americana.
Qualche effetto più innovativo lo potrete vedere sul finale, quando il detective scopre l'assassino, c'è una sequenza di zoom d'impatto mentre la camera va allontanandosi, che ricorda vagamente un dolly zoom effect ma non lo è.
Interpretazioni: i due protagonisti, insieme al Decapitatore, offrono una performance solida, credibile e variegata. Specialmente il Detective Moo Chi mi ha dato i brividi nelle scene di acting aggressivo e in quelle di profondo dolore traumatico. La sua prestazione non avrei problemi a valutarla con un bel 9. 8.5 per l'aiuto detective , il poliziotto Jung Ba-reum (il giusto, non a caso XD) e il neurochirurgo pazzo che gioca con i cervelli, in pieno delirio di onnipotenza.
Meno solide le interpretazioni di tutti i rimanenti personaggi, specialmente il cast femminile, che come sempre fa una figura zerbina in questo drama, insieme alla polizia che davvero ti chiedi come facciano le selezioni in Corea, un mix di letargiche connessioni sinaptiche stanche.
Scenografia: il drama spazia tra quartieri periferici, stazioni di polizia, luoghi isolati di campagna e spazi urbani anonimi. Ogni location è coerente con la narrazione e contribuisce all’atmosfera cupa.
Gli interni sono spesso carichi di oggetti e dettagli che riflettono la personalità dei personaggi, stanze in disordine e abbandonate a se stesse per individui instabili e irrisolti, ambienti puliti e ordinati per figure di autorità o con rigore morale.
Cosa manca a questo lavoro?
- Una regia più moderna e briosa;
- troppi intrecci, eventi introdotti e lasciati a metà, e poca chiarezza narrativa possono estenuare lo spettatore;
- alcune incongruenze logiche — ad esempio, il topo che viene inviato a Daniel Lee appare prima che il padre venga incarcerato ma si vede dopo l'incarcerazione, oppure la risoluzione di scene o personaggi lasciata in sospeso;
- troppi espedienti narrativi improbabili per puro sensazionalismo;
- elementi sci-fi o sovrannaturali rendono questo thriller psicologico a tratti quasi un fanta thriller con complotti governativi, venti psicopatici in una stessa città, leggi sull’aborto… troppo, tutto insieme;
- alcune riflessioni approfondiscono il tema del "gene del psicopatico" e ne criticano la scientificità, oltre all’insistenza narrativamente forzata ;
-sorprende ma è spesso imprevedibile a discapito della coerenza;
- messaggio assolutamente privo di ogni fondamento scientifico che la psicopatia sia legata solo a fattori genetici trascurando il peso delle esperienze di accudimento, dello stile genitoriale e delle esperienze di vita della persona (se analizziamo la storia sappiamo che ogni serial killer che si rispetti ha un passato di abusi e negligenze genitoriali alle spalle);
- colonna sonora solo strumentale e troppo scarna;
- mi sarebbe piaciuto vedere le vite delle persone invece 25 ore sono tutte dedicate alle investigazioni, alle spettacolarizzazioni del crimine, al profiling e poco si vede delle vite dietro le ricerche.
- registri registici differenti tra personaggi principali e secondari, a quest'ultimi è stato richiesto davvero poco in termini di interpretazione.
Per concludere, Mouse si impone come uno dei thriller coreani più ambiziosi e stratificati degli ultimi anni, capace di intrecciare in modo magistrale crime, psicologia e filosofia morale. La scrittura, pur complessa e densa di colpi di scena, mantiene un filo logico che accompagna lo spettatore in un labirinto narrativo dove nulla è mai come sembra. Ogni svolta ridefinisce retroattivamente ciò che credevamo di sapere, costringendoci a mettere in discussione non solo i personaggi, ma anche la nostra percezione di giusto e sbagliato. La costruzione dei misteri, l’uso di false piste e la precisione con cui vengono dosati indizi e rivelazioni dimostrano una padronanza rara della sceneggiatura, sebbene fantasiosa e priva di logica in alcuni passaggi.
Il finale si concentra su un valore più alto: restituire un senso etico e umano alle vittime. In un genere spesso dominato dalla vendetta e dal cinismo, Mouse sceglie di chiudere con una riflessione sulla colpa, la responsabilità e la possibilità di redenzione. È un epilogo che non cancella il dolore, ma lo sublima, suggerendo che il vero coraggio sta nell’assumersi il peso delle proprie azioni. Così, dopo un percorso narrativo intricato e mentalmente impegnativo, la serie lascia allo spettatore non solo il gusto di un enigma risolto ma anche una domanda aperta sul significato stesso dell’umanità.

LA MIGLIORE SCELTA per chi è disposto a guardare davvero
👉👉👉👉👉👉👉👉 Il mio voto reale è 7,7 !É stata davvero la migliore scelta di sempre decidere di vedere questo drama familiare nonostante le inique valutazioni, peraltro inattendibili (come sempre). Ah, i drama asiatici!
Sì, perché questo lavoro osa – attenzione, osa davvero – mettere al centro la trama, la crescita dei personaggi, le dinamiche familiari, persino la fotografia! Ma che importa, in fondo? Se dopo l’episodio X lui non l’ha ancora baciata con tanto di slow motion con zoom in emotivo e colonna sonora strappalacrime, allora niente, "manca la chimica", "noiosa", "troppo lenta". Voto: 1 stella. E giù recensioni indignate come se avessero pagato il biglietto per un concerto e avessero scoperto che il cantante ha osato cantare.
E non parliamo dell'assenza di scene hot. Che delusione, eh? Ore e ore di costruzione narrativa, tensione emotiva, simbolismi sottili... tutto vanificato dall’orrenda realtà: nessuno si è spogliato. Incredibile! Ma che cos’è questo? Una serie pensata per raccontare qualcosa? Che scempio!
E così, in questo clima da "Romcom delusion", ogni volta che un drama osa proporre contenuti che vanno oltre il cliché della coppietta e del triangolo amoroso da manuale, ecco che partono le crociate digitali. "Non l’ho capito", "Mi sono annoiata", "Tutti brutti". Un tripudio di analisi critiche degne di una chat di ragazzini sognanti, castrati nelle aspettative.
Forse, solo forse, non tutti i drama esistono per offrire la dose settimanale di ormoni confezionati. Forse alcuni provano a raccontare qualcosa che va oltre. Ma eh, che ne sanno alcune spettatrici? Loro vogliono il bacio. Vogliono il letto (che poi manco quello vi danno nei paesi dove esiste ancora la censura). Vogliono l’illusione lo stesso! E guai a chi osa presentare loro un prodotto che non si piega a questa logica.
Ma dài, alla fine è colpa della regia. O degli attori. O di chiunque tranne l’occhio di chi guarda.
Questo drama propone le dinamiche famigliari di una famiglia di Shangai appartenente alla medio bassa borghesia, alle prese con le difficoltà economiche e le aspirazioni castrate nei riguardi dei figli, illustrando il divario generazionale tra i valori di eredità confuciana che cozzano con quelli originati dalla modernità, rappresentando un po' la Cina dei giorni nostri.
il conflitto tra i valori tradizionali e quelli moderni, soprattutto nel rapporto tra genitori e figli, è una vera rappresentazione della Cina contemporanea, in continua tensione tra tradizione e modernità. Al centro dell'opera il rapporto madre-figli, questa madre goffa, poco sveglia, ingombrante, chiassosa che risulta fastidiosa ma ama i suoi figli, sopra ogni cosa, difendendoli quando verranno diffamati e disposta a farsi da parte e a farsi calpestare per non rovinare il sogno d'amore della figlia.
É una donna complessa nella sua apparente semplicità, va compresa esattamente come il lavoro, apparentemente semplice nella resa e nel "confezionamento" ma pregno di significati e messaggi da afferrare in silenzio.
Questo senso di colpa e di insoddisfazione per una vita che ognuno di noi ambisce sempre ad essere migliore di quella effettiva e la frustrazione, di ogni genitore, di non dare ai propri figli quello che non si è ottenuto per se stessi. E i figli lo comprendono, con rassegnata tenerezza, i figli meravigliosi di questa donna, fratelli maturi, resilienti, tenaci mutualmente supportivi, sempre disposti a incontrarsi per parlare quando sorge un problema, che si accompagnano anche a distanza con lo sguardo nelle loro passeggiate solitarie mentre una Shangai sontuosa, moderna e opulenta li osserva da lontano, in silenzio. É questa la vera "storia d'amore " che Best choice of ever offre. Una storia d'amore avrebbe tolto forza al messaggio e avrebbe decentrato l'intera opera, ma alla "mediowoman inappagata" di turno non è andata a genio, perché voleva vedere Xu Kai all'azione , immaginandosi nei panni della protagonista (che spreco!).
Questo drama è anche un business drama od office drama se vogliamo, che ha per tema le strutture ricettive (alberghi e appartamenti di lusso) , e proporrà spesso conflitti e dissonanze tra gli aspetti famigliari e legati alla realizzazione professionale, affrontando il tanto amato tema del matrimonio (visto ancora, come da tradizione, unico vero scopo per la vita di una donna, "una donna può fiorire solo in cucina o in giardino").
La regia di Best Choice, tra delicatezza e rigore, è un esempio perfetto di come si possa ottenere potenza emotiva attraverso la sottrazione, poiché come affermo sovente "less is more". Il regista, con una mano ferma e uno sguardo profondamente empatico ,rinuncia agli eccessi melodrammatici tipici del genere per costruire un racconto intimista, dove ogni inquadratura è una finestra aperta su un momento reale della vita.
Il ritmo è volutamente lento, ma non statico: è contemplativo. Le scene sono costruite con attenzione ai gesti minimi, alle espressioni trattenute, agli spazi vuoti tra le parole. Il silenzio ha un ruolo attivo nella narrazione, e il regista lo sfrutta con maestria per comunicare tensione, rimpianto o affetto, senza mai forzare la mano.
Anche le scelte registiche più semplici, come una lunga inquadratura fissa su una tavola da pranzo silenziosa o una sequenza girata in controluce al tramonto , diventano strumenti narrativi, più che decorativi.
La sceneggiatura è il vero cuore pulsante della serie. Sottile, credibile, autentica e profondamente esistenziale non si affida a colpi di scena eclatanti né a rivelazioni sconvolgenti: punta tutto sulla credibilità e sulla stratificazione psicologica dei personaggi. Le dinamiche familiari sono complesse e verosimili, trattate con una maturità rara nel panorama televisivo odierno.
Ogni dialogo sembra uscito da una conversazione vera ma è cesellato con attenzione quasi letteraria. I conflitti sono realistici: non esplodono in urla e pianti isterici ma si insinuano lentamente tra le pieghe della quotidianità. Le scelte dei personaggi non sono mai scontate o dettate dal bisogno di “far andare avanti la trama”, ma coerenti con le loro paure, desideri, limiti.
La narrazione affronta il tema della tradizione e del senso del dovere, ma senza cadere nella retorica. C'è un rispetto implicito per il passato ma anche un’esplorazione lucida del suo peso sulle scelte individuali.
La 💞 ROMANCE è sobria, emotiva, anti-spettacolare (nel modo giusto), priva di spettacolarismi, al servizio della sceneggiatura (e non viceversa come nei rom com che amate tanto). Chi cerca il classico slow burn condito da baci frequenti e dichiarazioni strappacuore... resterà deluso, ma se apprezzate lo sviluppo di un sentimento basato su gesti piccoli, sguardi rubati e conflitti interiori troverete in Best Choice una delle rappresentazioni romantiche più raffinate e delicate degli ultimi anni.
Il romance qui è una trama secondaria ma essenziale. Non invade la narrazione, la accompagna. La chimica sussurra, non urla. I personaggi si avvicinano non perché “devono” stare insieme o si sono incontrati da piccoli, segno inconfutabile del destino, ma perché condividono valori, silenzi, ferite. Non c’è fanservice né edulcorazione. Solo due adulti alle prese con i propri limiti, che imparano, molto lentamente, con realismo a riconoscere l’amore non come salvezza, ma come scelta consapevole e concepiscono la relazione come risorsa.
La fotografia illustra la quotidianità con delicatezza sfociando in poesia visiva in alcune riprese. I toni caldi e neutri dominano l’intera serie, contribuendo a un’estetica coerente che richiama l’intimità domestica e la memoria. Ogni ambiente, dalla cucina modesta ma vissuta, al cortile interno della casa di famiglia, ai vicoli, è curato nei minimi dettagli per trasmettere un senso di “vissuto”, mai artificiale.
Le inquadrature tendono a valorizzare gli spazi stretti, le luci naturali, i contrasti morbidi. C’è una chiara intenzione simbolica in molte scelte visive: ad esempio, i corridoi lunghi e le porte socchiuse diventano metafore del non detto, dei rapporti sospesi, dei passaggi generazionali.
I costumi e le ambientazioni sono sobri, realistici, privi di orpelli: anche qui, tutto punta a raccontare la verità delle cose, senza il filtro glamour di molte produzioni contemporane.
Shanghai non è solo uno sfondo, ma una presenza viva, quasi un personaggio silenzioso, che interagisce con i protagonisti, li sfida, li accoglie, li giudica.
É un vero e proprio personaggio che trasmette innumerevoli messaggi, innanzitutto, il doppio volto della modernità, da un lato c’è la città verticale, frenetica, iper-moderna: skyline scintillanti, uffici asettici, ritmi serrati. È il volto della Cina che corre, che cambia, che pretende. È lo spazio dei figli, dei giovani adulti che devono affermarsi, fare scelte, spesso rinnegare o riformulare le radici familiari.
Dall’altro lato del fiume, tra vicoli, mercati e palazzi bassi, c’è ancora la Shanghai umana, lenta, intrisa di memoria. È la città delle madri, dei padri, dei nonni. Una città che sembra voler ricordare ai protagonisti chi sono e da dove vengono. I due fratelli spesso guardano la città nella sua modernità, al di là del fiume-barriera, come metafora visiva di un accesso negato, a cui aspirano ma di cui non sono ancora pronti a fare parte, perché non hanno ancora risolto i loro conflitti interiori, in perfetto stile Buridano.
Questa tensione tra passato e presente si riflette costantemente nelle scelte visive della regia: ogni passaggio di scena dai grattacieli alla casa di famiglia non è solo uno spostamento fisico ma un vero cambio di linguaggio emotivo e valoriale.
Attraverso inquadrature simboliche, Shanghai è spesso ripresa dal basso verso l’alto (quando il personaggio si sente schiacciato dal futuro) o in piani larghi, vuoti, quando si esplora il tema della solitudine urbana.
Contrasti sonori: il rumore costante del traffico è spesso accostato al silenzio ovattato della casa dei genitori, come se due città convivessero, ma parlassero lingue diverse.
Abbondante uso di metafore visive: la città viene anche narrata attraverso oggetti : la metropolitana (ritmo), il ponte (passaggio generazionale), il cibo di strada (identità), i grattacieli riflettenti (alienazione).
Ecco perché, alla fine, Shanghai non fa da cornice ma da specchio. E un giudice ma al tempo stesso una madre surrogata.
Non la si può amare o odiare del tutto, proprio come un personaggio ben scritto.
Cosa non ho apprezzato?
Nonostante sia un prodotto curato e di spessore, non lo definirei un capolavoro, alcuni aspetti inoltre non mi hanno convinta:
- Xu kai, in questo lavoro mi è sembrato, forse volutamente, sottotono, avrebbe dovuto manifestare meglio e più marcatamente quelli che erano i suoi stati emotivi, inoltre non c'è un passaggio graduale dall'indifferenza diffidente nei riguardi della FL al sentimento che nutre per lei. Dopo la concretizzazione del legame il loro rapporto diventa un po' uno sfondo non troppo ben reso, è come se fossero una coppia sposata da 10 anni e lui viene fagocitato da questa famiglia, comprendo benissimo che si sia sentito accolto e il focus non sia la storia d'amore ma non ha avuto senso svilupparla e poi lasciarla senza un'adeguata chiusura come accade per tutte le altre sottotrame.
-Finale fiacchissimo, caldo, emotivo, con la famiglia riunita ma di 3 minuti cronometrati e molto sottotono.
- Questo lavoro avrebbe potuto chiudersi prima, diciamo al 34°, c'è uno sviluppo inutilmente drammatico, troppo trascinato con una chiusura affrettata e molto approssimativa di un problema di salute molto serio e gravissimo; finisce come una barzelletta 10 minuti prima del finale dopo essersela trascinata per tipo 3 ore. Bellissimi i dialoghi, la fotografia, stupendo il discorso sui sogni e le aspirazioni dei figli, sulla vita che non si esaurisce nell'essere soltanto genitori ma che deve avere uno scopo di per sé ma è stato tutto troppo lento e trascinato.
-Le interpretazioni non sono state tutte buone, tanto che, tutto quello che riguarda la famiglia Xin, mi sembra sganciato dal lavoro, come qualità complessiva, sembra quasi uno spaccato di un altro drama perché sono traballanti nella interpretazione e cambia ritmo e stile. Escludo da questo discorso l'attore che interpreta Xin Liang, il fidanzato della protagonista. In certe scene mi è arrivato più di Xu Kai.
-Yang Zi, molto brava come sempre ma qui personalmente non ha brillato come al solito, nonostante rispetto a molte colleghe rimanga sempre una spanna sopra, io davvero mi dimentico che reciti. Tuttavia trovo che dia poca caratterizzazione ai personaggi, ci sono sfumature diverse tra tutte le parti femminili che ho visto di lei ma non vedo grosse differenze sostanziali. A malincuore è un limite.
In conclusione Best Choice ever non è una serie per tutti. Non fa sconti, non cerca l’applauso facile né la commozione istantanea. È una narrazione pensata per chi sa apprezzare le sfumature, le omissioni, i conflitti morali che non si risolvono con un abbraccio finale ma con confronti onesti che possono ferire. È un prodotto maturo, raffinato, lontano anni luce dalle logiche commerciali del “piace o non piace”.
Una “migliore scelta”, sì. Ma solo per chi è disposto a guardare davvero OLTRE! Consiglio la visione fino al 28 o al massimo 34° episodio.

Fitness first, feelings later: il falso romance di Oh My Venus!
Il drama mescola romance, comedy, drama medico e self healing (autocura), il makeover fisico si intreccia con una profonda trasformazione personale. La storia ruota intorno a una donna in sovrappeso, Kang Joo-eun (Shin Min-a), ex "Venere" del liceo, che si affida all’aiuto di un famoso allenatore personale, Kim Young-ho (So Ji-sub), per tornare in forma. Il ML, è il nipote del potente CEO di un conglomerato, sotto mentite spoglie. Da piccolo ha sofferto di un osteosarcoma e ha trascorso gran parte della sua infanzia tra gli ospedali da solo, in quanto orfano di madre e figlio di un uomo anaffettivo, ambizioso e dedito alla carriera.Ha maturato così una fissazione per il wellness nel tentativo di scongiurare future ospedalizzazioni ed eventuali ricadute.
Aspetti tecnici:
- regia coerente con lo stile K-drama di metà anni 2010, privilegiando inquadrature stabili e primi piani sul volto per catturare la componente emotiva, poche sperimentazioni, regia solida ma poco innovativa.
I colori sono prevalentemente caldi, e a me questa cosa ha infastidito, anche se lo scopo è quello di creare un atmosfera calda e famigliare.
Il ritmo narrativo tra comedy e drama è abbastanza equilibrato ma non troppo, non lo definirei, personalmente il punto forte del lavoro, c'è una buon equilibrio tra narrazione sentimentale e crescita evolutiva personale, una in senso fisico per la FL, con conseguente empowerment personale, ed il ML in senso emotivo.
Ho molto apprezzato i momenti tutti insieme, con gli amici di lui, che vivono con loro creando una piccola famiglia, e gli amici di lei, col bambino paffuto e adorabile, figlio di una madre priva di ogni filtro sociale.
Perché non merita più di 6,5:
-la narrazione cade spesso nei cliché del genere , personaggi secondari poco sviluppati , sebbene io sia convinta che lo stile dell'avvocata Woo sia stato copiato dalla nemica-amica della protagonista principale.
-L’evoluzione interiore dei personaggi è tutta dipendente dalla perdita di peso, questo è un messaggio controverso, normalmente un soggetto obeso o con DCA ha un forte malessere interiore, il sovrappeso o il binge sono sintomi non cause, qui invece sembrerebbe che il messaggio (BMI del tutto sballati tra l'altro, e stigmatizzazione del sovrappeso, perché lei non è nemmeno obesa) sia: le va tutto storto perché è grassa, mentre lei è grassa perché le va tutto storto. Il significato è questo.
-C'è un uso problematico di alcuni tropi legati al peso corporeo, con velato body shaming e messaggi ambigui che non posso avallare.
-Trucchi e costumi, le protagoniste non sono state nemmeno in grado di prendere una decina di chili, forse per le date serrate dei tempi di produzione, alla protagonista viene messa una tuta imbottita che si vede chiaramente dai vestiti succinti dalle pliche nel collo e nella pancia, le hanno creato un doppio mento ed eccola qui, ridicola e poco credibile.
Un po' meglio con l'amica-nemica .
- Le scene d’allenamento sono a volte troppo stilizzate o idealizzate, perdendo realismo.
-Qualche sequenza comica ha un tono eccessivamente caricaturale (quasi slapstick), che stona con i momenti più seri.
-Alcuni momenti risultano ridondanti, specialmente nelle sequenze di allenamento o nei dialoghi tra i personaggi secondari, che spesso vengono preferite a momenti di intimità fisica (XD).
- Una OST gradevole ma di qualità sufficiente, niente di memorabile o eccezionale.
So Ji-sub offre una performance sobria (ai limiti dell'inespressività), carismatica e fisicamente convincente nel ruolo dell'allenatore motivazionale con un passato traumatico, comunica molto con lo sguardo , meno con la microespressività facciale, il problema è che in 16 ore questa faccia di cera, con lo sguardo pensoso-penoso-appeso, è sofferente e viene a noia, attendevo un'evoluzione anche emotiva resa da un'interpretazione più di pancia e meno distaccata.
Shin Min-a , è ancora acerba ma si mostra versatile, anche se il trucco prostetico per la versione sovrappeso non è sempre realistico. Riesce comunque a mantenere empatia e presenza scenica.
Henry Lau, adorabile, offre comic relief ma risulta a tratti macchiettistico.
Jung Gyu-woon (l’ex fidanzato) e Yoo In-young (la rivale) incarnano ruoli abbastanza stereotipati.
Il finale mi ha lasciato molta tristezza, finisce in modo grottesco riproponendo il tema del distacco, e togliendo intensità al dispiacere dell'abbandono che c'era stato tempo prima, lei riprende un peso eccessivo in pochissimo tempo e finisce a "macchietta".
Il messaggio di empowerment è ambiguo: da un lato si promuove la salute e l’autostima, dall’altro si lega troppo felicità e bellezza alla magrezza.
La romance non è personalmente memorabile, bensì incompleta, gioca molto su scene di tensione sensuale che poi non sono fisicamente convincenti, non c'è neanche un bacio reso bene, mi è sembrato spesso che sia lei ad andargli dietro e lui a resisterle senza troppo sforzo, preferirà portarla in palestra che a letto. Ditemi voi quali emozioni vi provoca ciò.
Sono molto teneri e cute insieme, significativi anche alcuni discorsi che faranno ma di amore maturo, presenza e crescita INSIEME ne ho vista davvero poca.
Malattie come la neuropatia muscolare e l'ipotiroidismo vengono illustrate con leggerezza e senza alcun fondamento scientifico.
É un dramma gradevole con una storia interessante che non ha affrontato il tema in modo maturo e convincente ma si è perso nei cliché e non ha richiesto troppo a livello di recitazione.
Un voto più alto 10 anni fa poteva starci, nel 2025 con un 7 mi sento generosa. Lo rivedrò , magari a perditempo?
NO GRAZIE!

Si corre .... tra ambizioni narrative e povertà sostanziali
Serie tv di tipo arthouse (indie) del 2021, genere coming of a age (racconto di formazione)/ slice of life (spaccato di vita) e self healing che vanta un folto cast di attori con palmares di tutto rispetto: Im Si Wan è uno degli attori di squid game 2 e 3, summer strike e ha ricevuto da poco un premio per Boyhood 2024. Lei è la FL del Re e la Spia; Sooyoung è una cantante e attrice sudcoreana, ex membro delle Girls' Generation; Kang Tae-oh è stato il ML di Avvocata Woo, Potato Lab e figura anche nel cast di Doom at you service.A parte loro figurano anche altri attori di un certo spessore, tra cui Kim Seon-ho con un cameo nell'ultimo episodio.
Nonostante l'impiego di un cast di comprovata fama le interpretazioni sono state più che sufficienti ma niente di memorabile o all'altezza delle loro reali possibilità, specialmente per il personaggio principale (che mi dicono essere bravissimo), il quale ha mostrato poca variabilità emotiva, risultando rigido e con pochi spazi di libertà.
Il lavoro parla della maturazione e realizzazione professionale di alcuni ragazzi e tratta tematiche come il nonnnismo nell'atletica, gestione delle dinamiche famigliari, il mondo dello sport e delle agenzie degli idol, quello del cinema e dell'interpretariato. Non ci sono grossi drammi o tragedie, è più un percorso di formazione , riscoperta e riallineamento ai propri obiettivi e valori di vita.
C'è l'abusatissimo tropo del genitore "piovra" che considera i figli come protesi di se stesso e usa la famiglia per sostenere la carriera, pertanto scoraggia relazioni tra ceti sociali differenti imponendo matrimoni.
Il lavoro è piuttosto gradevole, si segue con difficoltà per via dei vergognosi dialoghi non revisionati e non adattati (grazie netflix!) e timing sottotitoli scadente, è noioso a tratti, non ha un ritmo, lo definirei lento.
Non è un romance anche se ci sono delle storie d'amore, tutto si concentra sulla carriera e sul superamento dei propri limiti personali.
Il protagonista principale, l'atleta Ki Seon gyeom, è un uomo apparentemente eccentrico e sui generis ma in realtà soffre di una profonda forma di alienazione personale, legata al dover corrispondere alle elevatissime aspettative genitoriali e varie forme di incuria emotiva, lasciato solo e abbandonato a se stesso è abituato a prendersi cura degli altri, trascurando se stesso, ignora i propri bisogni e le proprie necessità. Quando un compagno di squadra viene ripetutamente picchiato dai compagni scatta in lui una profonda crisi personale che lo costringe e rivalutare la sua stessa esistenza e i propri bisogni. Verrà accompagnato nel suo percorso di riscoperta da una traduttrice in bolletta che ha buone abilità interpersonali e riuscirà a indirizzarlo bene, sembra una storia d'amore, e in effetti c'è, ma visti dall'esterno questi due mi hanno ricordato un rapporto asimmetrico madre- figlio; lei è più una figura materna vicaria che una donna desiderabile per lui. Lei lo considera un bambino e glielo dirà spesso. Pochissime le interazioni fisiche (un bacio) e poca chimica tra di loro.
Run-on è un dramma che è stato decantato spesso per i suoi dialoghi ma ....personalmente li ho trovati pseudo filosofici e privi di sostanza (a parte un paio di frasi), non hanno lasciato segni dentro di me né mi hanno portato ad avviare riflessioni profonde.
Paradossalmente si parla del mondo dei traduttori e sottotitolatori di film e la traduzione di questo lavoro è pessima, priva di adattamento e con timing sballato , assurdo! LOL
Ci sono delle inesattezze quando viene costruito il set e lei non sembra un'interprete ma più un'assistente alla regia. Si parla di film ma i dialoghi sul cinema sono limitati a poche riflessioni, non bene spiegate tra l'altro. Si parla di arte ma non viene approfondito alcun senso sui significati e significanti del linguaggio pittorico.
Si parla di tante cose senza svilupparne adeguatamente nessuna, si toccano solo alcuni temi interessanti che potevano rendere questo drama un vero "arthouse" ma risulta essere incompleto e confuso.
É un drama delicato (approssimativo) e introspettivo ma senza spessore perché:
- è eccessivamente riflessivo, con lunghi dialoghi pseudo filosofici che rallentano l’azione; poco dinamico per il tema sportivo, si parla di corsa ma il ritmo narrativo si muove a malapena (LOL). Inutilmente contemplativo (di cosa poi).
- dialoghi forzatamente profondi o "pseudo-intellettuali", poco naturali e alcuni hanno davvero poco senso nel progresso delle relazioni, e non vengono sviluppati alcuni punti cruciali (la relazione tra il pittore e Seo Dan -ah non si capisce perché si sviluppa, qual è il collante, cosa vede lei nei suoi quadri "vedo te, vedo il tempo che ci dedichi".... in che modo questo dovrebbe scuotermi o colpirmi).
- manca di un vero conflitto centrale che faccia da motore alla storia e si affida troppo a interazioni quotidiane e leggere, che risultano poco coinvolgenti; i conflitti secondari poco sviluppati, anche a livello emotivo e spesso si risolvono troppo in fretta o dal nulla viene mostrata la vita di queste persone dopo la loro risoluzione, il personaggio di Wo-sik poco sviluppato nel suo tormento interiore e nella conseguente riconquista del successo, stessa cosa il rapporto tra Da- An e il pittore, o la sua famiglia.
- finale tiepidissimo, privo di impatto e sottotono per le storie d'amore che si erano sviluppate;
- musica basic, lenta e lagnosa, in pendant con il drama;
- regia e montaggio statici, con frequente uso di elissi e flashback inseriti un po' a caso.
Premio la fotografia , le scene all'aperto hanno un color grading interessante che fa respirare l'occhio, soprattutto le riprese dall'alto dei moli sul mare.
In conclusione, Run On è stato da molti apprezzato per la sua atmosfera pacata, i dialoghi introspettivi e l'attenzione alla crescita personale, ma personalmente l'ho trovato lento, eccessivamente verboso e inutilmente prolisso, con poca tensione drammatica e una gestione discontinua delle sottotrame secondarie.
Le evoluzioni ci sono ma non sono giustificate dal percorso che si vede, non basta scrivere un diario in cui annoti quello che fai o una donna che crede in te per guarire, nei confronti della quale poi sviluppi attaccamento materno scambiandolo per sentimento.
Nonostante una bella fotografia, il ritmo registico e il montaggio sono statici. Niente di “cinematografico” o innovativo come si trova in altri k-drama più recenti.
Vi avviso , dato che nessuno lo ha capito, che il personaggio principale ha un disagio psicologico molto marcato quindi consideratelo come un bambino che impara a muoversi nel mondo.